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Autore: Taila    04/09/2012    4 recensioni
Il White Collar viene coinvolto in una nuova indagine. Mentre un diamante preziosissimo viene rubato e una vecchia conoscenza fa il suo ritorno, Neal deve fare i conti con quell'improvvisa attrazione che prova nei confronti di Peter, per cercare di capire cosa rappresenti davvero per lui l'amico.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve salvino gentili lettrici ^__^ Con il capo cosparso di cenere mi ripresento in questo fandom e chiedo venia. Non mi ero né stancata né dimenticata di questa fic, semplicemente mi sono concentrata su un’altra long che sto scrivendo per un altro fandom… non so regolarmi in queste cose purtroppo ^^’’ Ma passiamo a cose più serie. Ringrazio Danyel: La cavalleria sta arrivando, ma per la sorte di Peter dovrai attendere ancora un capitolo. Peter non è uno che scende a compromessi, Phineas l’ha capito e ha agito di conseguenza, drogandolo. Sì, il nostro federale è stato parecchio ingenuo, ma dopo una giornata senza bere né mangiare, chiunque avrebbe ceduto senza pensarci, no? -__^ Ti ringrazio davvero per le bellissime parole Dany e spero che anche questo capitolo ti soddisfi ^__^ Ringrazio il_vaso_di_Pandora: Guarda, ero un po’ indecisa su questo fatto – un altro motivo per cui ho tardato ad aggiornare – ma una doujinshi che ho letto di recente mi ha fatto decidere ^^ Per la fuga di Neal ti rimando a questo capitolo, ho deciso di raccontarla qui per alcuni motivi che scoprirai ^^’’ spero che non risulti troppo assurda ^.^ Spero che ti piaccia anche questo capitolo ^_^ Ringrazio BlackCobra: Tesciora scusa il ritardo nell’aggiornare (sto progettando anche una shot e una long su due pairings che ti piacciono… perdonata *__*) ma mi sono buttata contemporaneamente su vari progetti e alla fine ho trascurato un po’ questa – non ultimo mi sto incapando sulla coppo Capitan America/Iron Man del film “The Avengers” (anche se quel film è un covo di coppie slash, si possono fare gli abbinamenti più disparati ^^’’’)… Tornando alla long… Temo che in questo capitolo mi sia uscito un Neal ancora più puccioso e coccoloso, tutto da sprimacciare *ç* Oh, il suo diabolico cervelletto per fuggire l’ha messo in moto, ma non so quanto Peter avrebbe condiviso ^O^ Aspetta il prossimo capitolo per odiare Phineas ^^ Beh, ammetto che il nostro federale mi sia uscito parecchio figo nello scorso capitolo ^ç^ Phineas gioca parecchio sporco e Peter ci casca con tutte le scarpe, ma se non fosse così Neal non potrebbe salvarlo stile principe azzurro, no? ^O^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia ^^ Ringrazio Il_Genio_del_Male: No, non folle, anche perché spesso faccio così anch’io, per esempio l’ho fatto per il fandom di Sherlock Holmes: prima ho letto tutte le fic sulla coppia Holmes/Watson e poi ho letto il canone ^^’’’ Condivido in pieno il tuo pensiero sulla coppia Neal/Peter e ti ringrazio per aver dato una chance alla mia long, anche perché nemmeno io sono espertissima del telefilm. E non preoccuparti per i commenti: a me importa che la fic ti piaccia e ti faccia passare bene qualche minuto, i commenti sono secondari -__^ Spero quindi che anche i prossimi capitoli ti soddisfino ^O^ Ringrazio Tallutina: Ecco qui, mi spiace averti fatto aspettare così tanto ma alla fine ce l'ho fatta. Spero che ti piaccia ^__^
Ringrazio: BlackCobra, Danyel, il_vaso_di_Pandora, kae, malena e Tallutina per aver inserito questa long tra i preferiti. Ringrazio: BlackCobra, Danyel e Tallutina per aver inserito questa shot tra le fic da ricordare. Ringrazio: ArabaFenice, avalen, dagusia123, Danyel, DemonLady, draco potter, ELE106, fange69, Il_Genio_del_Male, Pamy91, Tallutina, Toru85 e Xenia90 per aver inserito questa long tra i seguiti.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che leggeranno e commenteranno questo capitolo.
Adesso la smetto e vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente \^O^/


Capitolo 7: Corsa contro il tempo
Neal si appoggiò contro lo schienale della sedia e osservò il viso di Hughes davanti al proprio, che lo fissava con l’espressione di chi non crede a una sola parola.
- Caffrey ripetimi un po’ la tua storia, perché credo di essermi perso un paio di passaggi.- disse inarcando un sopracciglio.
Il ladro sbuffò con impazienza, chiedendosi quanto tempo ancora avrebbero dovuto perdere prima di darsi un mossa e correre ad aiutare Peter, ma si rendeva conto da solo che se non avesse convinto Hughes non ci sarebbe stato alcun salvataggio. Attingendo a una pazienza che non sapeva di possedere iniziò a raccontare per la seconda volta la sua versione dei fatti, molto edulcorata e censurata di alcuni particolari, perché per esempio non aveva raccontato a quel branco di poliziotti che per liberarsi del suo carceriere e svignarsela, lo aveva sedotto. Ci era voluto un po’ per far cadere le barriere di quella moralità borghese dietro cui celava i suoi veri desideri, ma alla fine era bastata una camicia fatta scivolare languidamente di dosso e uno sguardo malizioso per farlo crollare. Appena il bestione era stato troppo occupato a baciargli il collo da prestare attenzione a qualsiasi altra cosa, Neal lo aveva colpito alla nuca con il primo oggetto che gli era capitato sottomano e lo aveva spedito quasi subito nel mondo dei sogni. A quel punto aveva dovuto lottare un po’ con la finestra incastrata dalla ruggine, prima di riuscire ad aprirla e poter scappare. Si era fermato un attimo a guardare l’edificio con un peso sullo stomaco, sentendosi malissimo all’idea di lasciare Peter da solo nelle mani di quel pazzo, ma non aveva altra scelta lo sapeva, non dopo che il federale gli aveva strappato così subdolamente la promessa di scappare e di cercare aiuto.
Lui a denti stretti lo aveva fatto e ora Hughes lo stava fissando come se l’unica cosa che volesse fare fosse gettarlo nella cella più buia e profonda del più sperduto carcere federale e buttare via la chiave.
- C’è ancora una cosa che non capisco, Caffrey: perché Peter ti ha lasciato scappare pur sapendo che eri senza cavigliera ed è rimasto con Phineas Dulles? Non è che, invece, sei semplicemente scappato abbandonandolo e ora vuoi solo lavarti la coscienza?- lo accusò Hughes.
Neal ascoltando quelle parole non riuscì a credere a tanta stupidità. Avrebbe voluto rispondergli che non avrebbe mai potuto abbandonare Peter in balia di Phineas Dulles e, nel caso in cui avesse deciso di scappare, di certo chiamare i federali sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto. Ingoiò aria insieme a tutti gli insulti che sentiva premergli in gola, quindi rispose cercando di essere il più cortese possibile.
- Per favore, stiamo perdendo tempo a restare qui a discutere su certe cose. La cosa importante ora è quella di muoverci il prima possibile e andare a salvare Peter, dopo potrete anche rispedirmi in prigione, se lo riterrete necessario.- cercò di convincerli ad agire.
Hughes lo studiò in silenzio per un lungo istante, cercando di soppesare le sue parole e scoprire se fosse sincero o no. Quando fu soddisfatto della sua analisi, batté entrambi i palmi delle mani sul ripiano del tavolo e si alzò in piedi.
- Va bene Caffrey, cercherò di crederti per stavolta, ma spera che Peter sia vivo e vegeto quando saremo da lui, altrimenti…- e lasciò incompiuta la sua minaccia.
Neal sospirò sollevato perché, qualsiasi cosa pensassero di lui, almeno si erano decisi di smetterla di perdere tempo in chiacchiere e di fare qualcosa per salvare Peter. Per un attimo il pensiero dell’amico lo attraversò come una scossa elettrica: il senso di colpa per averlo abbandonato, seppure dietro sua richiesta, era enorme e lo stava rodendo piano e metodicamente, producendo nel suo petto un dolore sordo e implacabile che non gli dava requie. Si chiese come stesse in quel momento, se Phineas gli avesse già fatto qualcosa oppure se erano ancora in tempo per impedire che gli accadesse il peggio.
Con un fastidioso senso di affinità, Neal dovette ammettere che comprendeva l’altro truffatore, che capiva quel desiderio che aveva Peter perché lo provava anche lui stesso. Il federale sembrava non essersene per nulla reso conto, ma era un uomo affascinante e, a giudicare dagli sguardi femminili che si soffermavano su di lui quando entrava nell’edificio del White Collar, loro due non erano gli unici a pensarla in quel modo. Peter era un bell’uomo, ma la cosa che lo intrigava maggiormente di lui era quel carattere smisuratamente onesto, quella lealtà verso i valori che gli erano stati inculcati fin dalla nascita che lo rendevano quasi un rubino in mezzo ai sassi. Nell’immensa varietà del genere umano, condizionato da segreti inconfessabili e desideri oscuri, Peter spiccava coma una perla rara per quelle sue caratteristiche. Certo, proprio per queste sue caratteristiche, dimostrava spesso e volentieri un’indole dura e intransigente, che in alcune occasioni lo rendeva quasi incapace di distinguere le sfumature che esistono tra il bianco e il nero, testardamente radicato nelle sue convinzioni e furiosamente ancorato ai propri principi.
Infondo era stato quell’essere un agente federale fino al midollo di Peter la causa scatenante della maggior parte delle loro discussioni. A volte gli sembrava che non riuscisse ad andare oltre lo stereotipo del poliziotto e del detenuto, ma proprio per questo, quando l’altro faceva un passo verso di lui cercando di capirlo e di rimediare all’ultimo della serie dei guai che aveva combinato e che avrebbero potuto costargli il distintivo… Beh, era in quei momenti che Neal comprendeva che c’era ben altro sotto la dura scorza che si era costruito attorno e che anche lui stesso era finito per farne parte.
Il truffatore uscì dal locale e, rimanendo in piedi sui gradini d’ingresso, osservò gli agenti del White Collar e quelli dalla SWAT prepararsi per l’irruzione nel covo di Phineas Dulles. C’era qualcosa che gli sfuggiva, un dettaglio che non riusciva a cogliere e questo lo inquietava. Ormai l’altro ladro doveva aver scoperto la sua fuga ed era possibile che fosse così sciocco da rimanere nello stesso posto, senza contemplare l’ipotesi che lui potesse essere corso a chiamare i rinforzi? Phineas era un bastardo arrogante e pieno di sé, ma intelligente non poteva negarlo e sicuramente abile nel curare ogni minimo dettaglio dei suoi piano, allora perché lo aveva lasciato scappare sena neanche provare a fermarlo?
Neal strinse le mani a pugno così forte da piantarsi le corte unghie nei palmi, mentre realizzava che si era comportato esattamente con Phineas si aspettava che facesse, che l’altro non aveva atteso altro che lui si allontanasse per poi poter avere Peter tutto per sé e mettere in atto le sue perversioni su di lui. Si dette dello stupido, perché solo in quel momento comprendeva che l’altro ladro voleva dimostrare qualcosa al suo Peter per poterlo poi avere tutto per sé e che lui gli aveva dato tutto l’agio per farlo. Hughes gli fece cenno di muoversi e, mentre scendeva l’ultimo gradino rimasto e si dirigeva verso il suv nero che avrebbe utilizzato, sperò che Phineas non avesse fatto ancora niente a Peter. Neal non era un tipo religioso né tantomeno spirituale, ma si ritrovò a pregare di arrivare in tempo, perché non riusciva nemmeno a contemplare l’idea che quel truffatore avesse già messo le mani addosso all’amico, anche perché sospettava che non sarebbe stato di certo gentile.
- È stata un’immensa sciocchezza.- commentò all’improvviso la voce cupa di Jones.
Strappato ai suoi foschi pensieri, Neal sussultò e si girò verso il federale seduto accanto a lui sul sedile del passeggero e con le braccia incrociate al petto, ben stampata in viso aveva un’espressione arrabbiata che avrebbe spaventato anche un criminale incallito.
- Cosa?- domandò subito Diana, seduta all’altro lato del truffatore.
Neal rimaneva fermo al suo posto, incurante dei due agenti accanto a lui, risucchiato dal vortice creato dai suoi stessi pensieri, come se fosse sordo e cieco, come se tutto ciò che sapesse fare era concentrarsi su Peter. Si sentiva come se avessero volutamente farlo sedere in mezzo per tenerlo sotto controllo e impedirgli di scappare. Come se Neal potesse approfittare di quel momento e lasciare Peter, il suo Peter, nel guaio in cui si era cacciato per proteggere lui. In quel momento in cui finalmente aveva potuto fermarsi e riflettere almeno un po’, venne colpito dalla consapevolezza che aveva paura. Temeva che dopo l’esperienza che stava vivendo, Peter rimettesse in discussione tutto quanto era accaduto e si erano detti durante la notte di prigionia. Il federale aveva oramai scoperto quello che provava per lui, che, doveva ammetterlo, alla fin fine non era poi così dissimile da ciò che sentiva lo stesso Phineas, e aveva il timore che il dolore e l’umiliazione causato dalle attenzioni dell’altro truffatore, inducesse l’altro a ridisegnare il loro rapporto, ad allontanarsi da lui per evitare di essere nuovamente oggetto di sgradevoli attenzioni da parte sua. Era una pensiero quello che gli scatenava un’immensa tristezza dentro, poteva soltanto aspettare e sperare che tutta quella brutta storia si chiudesse con un altro bacio tra lui e il suo granitico federale.
- Che il capo sia rimasto a fare da diversivo per permettere a Caffrey di scappare via. È stata tutta un’immensa sciocchezza. Non si lascia nessuno indietro.- brontolò la voce scontenta di Jones.
Il tono che aveva usato era così accusatorio che Neal si sentì come se qualcuno l’avesse schiaffeggiato in pieno volto. Faceva male, dentro e in profondità, perché quelle parole avevano dato voce a un pensiero che lui aveva già dentro di sé, che sembrava dilaniarlo con la crudeltà delle sue azioni. Non avrebbe mai dovuto abbandonare Peter, la persona che non aveva abbandonato lui, mai, nemmeno quando avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo, ma che immancabilmente gli tendeva una mano e lo aiutava a rimettersi in piedi, certo che comunque ci sarebbe stata una seconda volta e una terza e una quarta. Non avrebbe mai dovuto lasciare indietro l’amico, non dopo avergli consegnato tra le mani il cuore pulsante di tutti i sentimenti che provava per lui e non lo faceva sentire meno ingrato la consapevolezza che Peter l’aveva fatto fuggire proprio per quel motivo, per ciò che provava per lui e che lo rendeva un bersaglio agli occhi di Phineas.
Per la prima volta da che ricordasse, Neal non sapeva trovare le parole per controbattere a quell’accusa indiretta che gli era stata volta, perché lui stesso avrebbe potuto adoperare le medesime parole se qualcun altro si fosse fortunosamente trovato nella sua stessa situazione.
- Sappiamo com’è fatto il nostro capo. Da una possibilità a chiunque e sembra che in questo caso sia stato ampiamente contraccambiato.- e Diana gli rivolse un sorriso incoraggiante.
Ma il truffatore, benché avesse apprezzato il suo tentativo di alleggerire la tensione che Jones aveva creato nell’abitacolo, non riuscì a ricambiare il sorriso della donna. Avvertiva un peso schiacciargli il petto e sentiva come se qualcosa di terribile fosse sul punto di accadere, la paura per la sorte di Peter era una mano gelida che gli stava strizzando le viscere. Neal avrebbe voluto gridare la sua frustrazione contro tutto e tutti, contro i due agenti che parlottavano fra loro commentando le decisioni del loro capo come se lui non fosse seduto giusto nel mezzo, contro quella stupida auto che viaggiava troppo lenta per i suoi standard, contro Hughes che aveva fatto perdere a lui e a Peter troppo tempo per colpa dei suoi insensati sospetti. Avrebbe voluto urlare contro se stesso che aveva accettato supinamente la decisione di Peter e non aveva fatto niente per trascinarlo via con sé.
Quando finalmente i suv che i federali stavano adoperando parcheggiarono a poca distanza da casolare dove Phineas Dulles li aveva rinchiusi, l’angoscia e la paura pesavano talmente tanto dentro di lui, da dargli l’impressione di aver preso corpo e di essersi coagulati all’altezza del suo petto. Peter era lì, a pochi metri da lui, così vicino che se avesse allungato una mano avrebbe potuto afferrarlo. Scese dal suv subito dopo Jones e si fermò accanto alla portiera chiusa, la voce di Hughes che dava ordini ai suoi agenti era un mormorio secco in sottofondo, tutta l’attenzione di Neal era concentrata su quella finestrella da cui era scappato poche ore prima e che riusciva a individuare anche a quella distanza.
- Caffrey tu verrai con noi. Non farti strane idee, questo non è un favoritismo nei tuoi confronti è che non mi fido a lasciarti qui da solo con qualche agente. Dobbiamo trovare Peter il prima possibile e tu ci aiuterai, più siamo e più veloci procederemo.- ordinò Hughes.
Neal annuì meccanicamente, non gli importava i motivi che avevano spinto l’altro uomo a portarlo con sé, tutto ciò che gli interessava era che aveva il permesso ufficiale per entrare in quel cascinale, per andare da Peter, anche perché in caso contrario niente e nessuno avrebbero potuto tenerlo fuori da lì.

  
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