Salve popolo di EFP. Salve fandom di
Hunger Games.
Una breve one-shot su Finnick-perchè io amo quel ragazzo-, e
su cosa voglia dire essere un vincitore.
E' un esperimento, una cosa introspettiva, ma spero che la Fortuna sia
sempre a mio favore. E anche a Vostro, ovviamente.
Buon divertimento.
AK
La cosa che Finnick odia di più di Capitol City sono gli
sguardi. Sono ovunque, nella massa colorata che circonda il suo arrivo
a
Capitol, e lo mangiano, lo divorano.
Chiude gli occhi in quello che
pare un segno di gioia, nel tentativo di evitare
gli sguardi. Perchè con ogni
occhiata finta che quella gente gli lancia, lui sente il ragazzo
spaventato del
Distretto 4 sparire ancora un po’.
E’ ironica la
cosa, si dice, perchè quel
ragazzo è morto negli Hunger Games. Ne è sicuro,
ne è convinto. Eppure, quando
incontra quegli sguardi, sente il suo essere venire dilaniato. Ancora,
e
ancora, e ancora. Un giorno di questi lo uccideranno. Di nuovo. E si porteranno con loro
lo scrosciare delle
onde, l’odore salmastro della sua pelle e i giorni in cui,
con le spalle
bruciate dal sole, mentre aiutava suo padre a fare le reti, una
conchiglia
veniva portata dal mare ai suoi piedi.
Finnick aveva provato ad abituarcisi. Ai colori, alle acconciature
strambe, ai
maglioncini fuxia attillati ornati di piume, ma Mags
gliel’aveva detto subito.
Non ci si abitua mai; a vendere il proprio corpo non ci si abitua mai.
La cosa che lo spiazza di più, invece, è come le
donne di Capitol City lo
trattino. Non lo vogliono per il sesso, non solo per quello, almeno.
Lo
vogliono perchè è un Vincitore. Ed è
bello, e invincibile nei loro occhi. Avere
un rapporto sessuale con lui, negli occhi di quelle creature dalla
pelle e
dagli occhi tinti da tinture create nei Distretti, appare come qualcosa
di
catartico. Come se anche loro, unendosi a lui, fossero in grado di
condividere
la sua forza nel soddisfare la loro infinita lussuria.
Finnick non riesce a comprenderlo. Nello specchio, dopo che ha scopato
con una
di loro, lui vede una creatura sporca. E non servono la faccia
d’angelo o il
corpo perfetto per ovviare a tutto lo sporco che gli si è
accumulato dentro. Di
solito vomita, si rannicchia sul letto, e rivive momento per momento i
suoi
Giochi. Rivede ogni possibilità che aveva per morire, e si
chiede perchè ha
lasciato che l’istinto prendesse il sopravvento. Nei
suoi occhi, lui, è solo
una sporca puttana.
Non ha visto gigolò per le strade della Capitale, ma sa che
anche se ci fossero
dei bordelli di lusso, le
donne di
sicuro non ne approfitterebbero. Sono cose troppo volgari per le
eleganti e
stravaganti regine della capitale. Un Vincitore, però, no. Un Vincitore
è forte, e
fiero, e ininfrangibile. Ed è per questo motivo che vogliono
essere dominate da
lui. E’ un eroe, portarselo a letto vuol dire così
tante cose per loro; avere
soldi sufficienti per comprarlo, acquisire forza e potersi vantare con
le
amiche. E’ per questo che gli parlano come al più
tenero degli amanti. E’ per
questo che gli rivelano i loro segreti.
Gli uomini, invece, sono molto più elementari.
O vogliono una scopata, o
una storia d’amore che non potranno mai avere.
E’ forte lui, nei loro occhi. E bellissimo. E ininfrangibile.
E’ un eroe. E' Finnick Odair. E la Fortuna è
sempre stata a Suo favore.
E in un certo senso è grato a quella gente. In un modo
strano, deviato; almeno
loro lo vedono per quello che non è. E il dovere apparire
integro, alle volte,
gli fa pensare di non essere poi così distrutto,
così lacerato.
La realtà, però, è che lui
è andato in pezzi il giorno in cui ha visto il suo
nome essere sorteggiato alla Mietitura. Si è sgretolato con
la voce di
Templesmith che annunciava l’inizio della sessantacinquesima
edizione degli
Hunger Games. E’ imploso con la stessa violenza con la quale
ha vinto.
Ma questo ai suoi amanti non importa, non se ne rendono conto, e quindi
continuano a richiederlo.
Quando scopa con quelle donne, Finnick non pensa mai ad Annie. Lei
è bella, e
innocente. In quelle stanze non deve entrarci. E le donne di Capitol
sono così
diverse da Annie. Certo, anche loro sono belle – secondo gli
standard di
Capitol-, ma le loro forme giunoniche sono ben lontane dal corpo minuto
di Annie,
e le loro braccia non sono altrettanto magre. I loro seni straripano
dalle sue
mani, nelle quali quelli di Annie stanno alla perfezione. I loro
capelli sono i
lisci, i suoi annodati. I loro occhi sono seducenti, i suoi stralunati.
E
nonostante ciò, nonostante siano così diversi,
dà loro lo stesso piacere che
vorrebbe dare a lei, ma che non osa. Farebbe troppo male. Lei merita
molto di
più di così.
Finnick vomita, dopo ogni amplesso, ma esce con le tasche piene di
segreti e la
garanzia che non la toccheranno.
Vomita, dopo ogni amplesso, ma almeno lei l’ha tenuta fuori
da tutto quello
schifo.
Nessuno di coloro che partecipa agli Hunger Games dovrebbe
sopravvivere,
secondo lui. Perchè i Giochi sono facili. La parte dura
è la vita. Le folle
colorate lo accolgono, e ha molti più soldi di quanti gliene
servano, ma nel
Distretto, dove la gente muore di fame, tutto ciò che vedono
è un assassino. Un
assassino, che però gli ha portato ancora olio e provviste
per un anno. Un
assassino che ormai non ha più le labbra screpolate dal sale
e la cui pelle non
ha più odore di pesce, nè di salmastro,
nè di casa. Gli passano accanto, e lo
guardano come se loro, al suo posto, non avrebbero usato quel tridente
per
salvarsi la vita. I vecchi pescatori, con la pelle bruciata dal sole,
lo
guardano e scuotono la testa. “Suo padre sì che
era un brav’uomo”
mormorano. E
accelerano il passo. E lui
amareggiato. Suo padre era un brav’uomo, ma per colpa sua non
ha neanche una
tomba.
Al mercato , fra i
pacificatori, le
persone lo guardano come se tutto fosse troppo semplice per lui. Le
prostitute
lo invitano,lui scuote la testa, e quando vede il sollievo e il rimorso
al
tempo stesso nei loro occhi, fa loro un po’ di
carità. Qualche pesce, qualche
soldo, una vecchia maglia che non indossa più.
Perchè le capisce solo in parte,
e vedere il rimorso fa molto più male del sollievo.
Saluta le folle viola e verdi, e per non farsi lacerare ancora chiude
gli
occhi, e pensa ad Annie e alle sue labbra screpolate. Ai suoi baci,
alle sue
carezze, alla sua risata cristallina che aleggia in riva al mare. Pensa
a Mags
e al suo volto rugoso, alle sue parole indistinguibili.Pensa allo
scrosciare
delle onde e alle conchiglie sulla spiaggia. Pensa a casa, e chiude
forte gli
occhi, perchè almeno quella non gliela porteranno via.
Perchè anche se è un
Vincitore, almeno in parte, è ancora vivo. Almeno in parte,
esiste ancora.