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Autore: Sophie Isabella Nikolaevna    05/09/2012    4 recensioni
Bologna, Ospedale Maggiore, 2 settembre 2012.
"I Green Day sono solo un'idea".
Quegli stessi occhi verdi sono serissimi e su quel viso non c'è più l'ombra di nessun sorriso, mentre Billie pronuncia queste parole che mi lacerano il cuore come mille spade affilate.
Frank apre la bocca ma la richiude subito, senza far uscire alcun suono. E' la prima volta che vedo Frank senza parole.
Boccheggio.
"Io... io non capisco. Che cosa intendi dire? Che... che cosa ti è successo, Billie?".
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Our Green Day - Il nostro Giorno Verde



DISCLAIMER: con questa storia, pubblicata senza alcun scopo di lucro, non intendo dare un'immagine realistica dei protagonisti, né parlare male di loro. Tutto quello che ho scritto è frutto di invenzione, tranne le circostanze (l'annullamento del concerto e il ricovero in ospedale), che sono invece reali.


Bologna, Ospedale Maggiore, 2 settembre 2012.


"Ho deluso tutti. Tutti quanti, dal primo all'ultimo".
"Non dire così".
"Ma è la verità. E' la seconda volta che succede, la seconda. La gente sta smettendo di credere in noi, Mike".

"L'orchestra del Titanic, nel 1912, non ha smesso di suonare fino all'ultimo. Cento anni dopo, il cantante di un gruppo rock annulla un concerto per un mal di pancia. Non ci sono più i musicisti di una volta".
"Mancanza di rispetto. Una mancanza di rispetto. Perché Mike e Trè hanno dato l'annuncio con un video, invece di comparire sul palco e parlare faccia a faccia con i fan, guardando negli occhi quelle 30.000 persone che hanno fatto i chilometri per venirli a sentire? Questa si chiama mancanza di rispetto".
"Se mi avessero pagato quanto hanno pagato Billie Joe per venire a suonare in Italia, io avrei suonato anche con una freccia infilata nel culo".

"Questo non è vero".
"Mike ha ragione. Non è vero".
"Leggete i commenti. Sentite la gente, quello che dice".
"Le critiche ci sono sempre state, Billie. Quelle non smetteranno mai di esserci, e lo sai. Ma c'è anche chi continua a seguirci".
"Sono sempre in meno. La gente, come vi ho già detto, sta smettendo di credere in noi". Gli occhi verdi del mio migliore amico mi fulminano. "I Green Day sono solo un'idea, ormai".

La mia mente, in un attimo, torna al lontano 1982. Lontano? Beh, non tanto, in termini numerici: sono passati solo trent'anni. Tutto ciò che è successo in questo tempo, però, lo rende lontano anni luce. La fama, i concerti, i figli... sembra che sia passata una vita intera.
Ero dietro alla mensa appoggiato al muro, mentre dentro tutti i miei compagni di scuola mangiavano. Era il mio posto segreto: lì nessun insegnante veniva mai a cercarmi. Quella scuola di merda. Meno vedevo i compagni, meglio era. Tutti quei bambocci figli di papà con i loro vestiti di marca e le medie alte. E i maestri? Parteggiavano sempre per loro, ovviamente. Non si rendevano certo conto che se io facevo quello che facevo, se ero come ero, dei motivi forse c'erano.
Mi stavo dedicando ad una delle mia attività preferite: rollarmi una canna. Avevo solo dieci anni, ma non c'era da sorprendersi visto che la prima l'avevo fumata a sette. E improvvisamente avevo sentito un rumore di passi. Ecco, è la Wilson. Adesso quella stronza mi metterà di nuovo in punizione, avevo pensato. Ciò non mi agitava: le mie punizioni erano già state talmente tante che ormai era diventata un'abitudine.
La mia sorpresa era stata quindi enorme nel vedere, invece del viso rugoso e arcigno della Wilson, gli occhi verdi e i capelli biondi di un ragazzino. Un ragazzino come me. Nel vedere la canna non si era messo a urlare, né aveva fatto la solita faccia schifata: aveva invece, con mia ulteriore sorpresa, sorriso.
"Ciao. Me la fai provare?", aveva detto.

"I Green Day sono solo un'idea".
Quegli stessi occhi verdi sono serissimi e su quel viso non c'è più l'ombra di nessun sorriso, mentre Billie pronuncia queste parole che mi lacerano il cuore come mille spade affilate.
Frank apre la bocca ma la richiude subito, senza far uscire alcun suono. E' la prima volta che vedo Frank senza parole.
Boccheggio.
"Io... io non capisco. Che cosa intendi dire? Che... che cosa ti è successo, Billie?".
"Guardati intorno, Mike. Quello che la gente vuole da noi è che torniamo ad essere i ragazzi scatenati di Dookie".
"Ma non possiamo, e lo sai. Ci siamo evoluti, ma siamo sempre noi. Non lasciarti abbattere solo perché non hai potuto cantare a questo concerto".
"In Italia è il secondo concerto di seguito che annulliamo".
"Billie, a Venezia c'era un uragano", si intromette Frank. "E questa volta hai avuto un malore. Non abbiamo annullato questo concerto per un tiramento di culo, lo sai".
"Esatto. Qualsiasi cosa succeda noi saremo sempre i Green Day, chiaro?".
Billie di nuovo ci fulmina con lo sguardo. Questa volta, però, la spossatezza gli si legge in faccia. Non l'ho mai visto così e, a giudicare dal suo silenzio imbarazzato, nemmeno Frank.
"No", dice Billie. "Mi dispiace, ma io credo di no".

Your faith walks on broken glass
And the hangover doesn't pass
Nothing's ever built to last
You're in ruins.

Green Day significa "giorno verde". Giorno dell'erba. Penso che quel nome sia stato scelto dal destino apposta per noi: rappresenta, in un certo senso, il primo incontro fra me e Billie. Fra me e il mio migliore amico. Ovvio che anche Trè è un ottimo amico. E' un fratello per me, lo conosco come le mie tasche e lui mi conosce come le sue.
Ma con Billie, beh, con lui è diverso. Siamo letteralmente cresciuti insieme. Lui è il mio migliore amico. Trè è il mio altro migliore amico. Mi sento orribile a pensare queste cose, odio stabilire gerarchie nei miei affetti. Eppure la vertà è questa, e io non posso farci niente.
E ora il mio migliore amico ha appena detto quello che avevo sempre temuto. Quello che mi capitava spesso di sognare di notte, facendomi svegliare di soprassalto.
I Green Day non saranno per sempre.
Il fiato mi manca. I Green Day. Noi. La mia vita, la mia musica, la parte migliore di me.
E la nostra amicizia. Il nostro Giorno Dell'Erba, il Giorno Verde.
Tutto questo finirà.
Non avevo mai preso in considerazione una fine, per la nostra avventura. Sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui avremmo deciso finalmente di riposarci, quando saremmo stati più anziani, ma non avremmo mai comunque smesso di essere i Green Day. Noi, per sempre.
E invece no.
"Scusa", dico in fretta, e mi alzo, lasciando Billie solo con Frank. Esco dalla stanza e mi chiudo la porta alle spalle, ritrovandomi in corridoio. Numerosi paia di occhi mi fissano: poliziotti che non conosco, poi Adrienne, Jason e Jason, Jeff e molti altri.
"Come sta?".
"Possiamo vederlo?".
"Frank è lì con lui?".
"Scusate", mi limito a rispondere, facendomi strada in mezzo alla gente. Voglio restare solo.
"Mike!".
Mi volto. E' stata Adrienne a chiamarmi.
"Sì?".
La donna mi si avvicina, allontanandosi da tutti gli altri:
"Billie ha chiesto di restare solo con te e Frank, dicendo che aveva delle comunicazioni importanti da farvi. Di che cosa si tratta? Posso saperlo?".
"Penso che debba essere lui a parlartene", rispondo amareggiato. "Io non sono la persona giusta per dirtelo".
"Non mi piace il tuo tono di voce, Mike. Billie ha detto qualcosa di... di brutto?".
"Te l'ho detto", ripeto. "Parla con lui, non con me. Scusa".

Le ore passano. Billie ha insistito per essere dimesso, nonostante i medici volessero tenerlo ancora in osservazione. Si sa come è fatto, lui: non lo può fermare nessuno. L'unica persona in grado di bloccarlo è lui stesso.
Nonostante ora abbia il permesso di andarsene, è ancora chiuso nella sua stanza.
"Non so quanto io sia riuscito a farlo ragionare", mi dice Frank, seduto accanto a me in sala d'attesa insieme a tutti gli altri. "Prima gli ho fatto una specie di ramanzina, poi vedendo che non funzionava ho provato a distrarlo. Forse, pensando ad altro, gli sarebbe passata. Ma non so quanto gli abbia fatto bene".
"Mike, prova ad andare a vedere come sta", mi suggerisce Adrienne. Sembra ancora piuttosto preoccupata.
"Va bene". Mi alzo e mi dirigo verso la porta chiusa della stanza di Billie.
Ho paura. Non ho la più pallida idea di quello che può aspettarmi dall'altra parte dell'uscio. Billie potrebbe essersi pentito delle sue parole, ma potrebbe anche essersene ulteriormente convinto. La parte più irrazionale di me proietta nella mia mente un'immagine terrificante: il mio amico che, con un'espressione serissima, mi annuncia la fine dei Green Day.
Tiro un profondo sospiro e apro la porta.
Dentro, la stanza è al buio, e la finestra è aperta. Non vedo nessuno, e per un attimo un brutto presentimento si fa strada nel mio animo.
"Ciao, Mike".
La voce proviene dall'angolo vicino alla finestra. Distinguo una figura scura appoggiata al muro. In mano tiene qualcosa che arde ed esala una lieve nube di fumo dall'odore dolciastro a me ben noto. E' incredibile, si sta fumano una canna in una stanza d'ospedale.
Sorrido. Non sarò certo io a dirgli di spegnerla perché se i dottori lo beccano succede il finimondo.
"Ciao", dico invece. "Me la fai provare?".
Billie ridacchia piano e me la passa. Alla poca luce che arriva da fuori vedo che sorride, e dalla spontaneità di quel gesto capisco che si è ricordato di quando, anni prima, era stato lui a dire quello che ho detto pochi istanti fa. Capisco che nemmeno lui ha mai dimenticato quel giorno, giorno che anche per lui ha tuttora un valore insetimabile.
"Il Giorno Verde", dice quasi leggendomi nel pensiero.
"Già, il Giorno Verde", dice una voce alle nostre spalle, una voce che non è quella di Billie. Mi volto, e mi accordo che è entrato Frank. Mancava solo lui.
Non ci diciamo altro. Siamo noi tre, io e i miei amici. Conosco talmente bene Billie da poter affermare solo guardandolo in faccia che è già passato sopra al discorso di poco prima. Quel Giorno Verde non potrà che durare per sempre, e ora lo sa bene anche lui. A prescindere da quello che la gente potrà pensare. A prescindere da tutto. A prescindere anche dal fatto che Frank è arrivato dopo.
Ora siamo noi tre, e continueremo ad esserlo fino alla fine dei nostri giorni.
E il Giorno Verde non tramonterà mai.

I nostri pensieri si disperdono in una nuvola di fumo.





Come voi che amate i Green Day ben sapete (li amate, VERO?), i versi sono presi da "21 Guns".
Allora, beh, che dire? Sono reduce anch'io dal bidone tiratoci dai nostri beniamini. Ma non per questo mi sono arrabbiata con loro, anzi non posso sopportare la gente che ha insultato i Green Day e soprattutto Billie per questo.
I SIMPATICI commenti scritti sopra in corsivo, infatti, li ho sentiti tutti con le mie orecchie.
Era da tanto che volevo scrivere sui Green Day e ora finalmente eccomi qui! Sinceramente non credo che Billie abbia avuto dubbi sul suo gruppo mentre era in ospedale, ma mi sono immaginata una scena simile e l'ho messa per iscritto.
Bon, fine! Lasciate un commentino se vi va!
Ciao ciao,
Sophie

PS: il rating è giallo solo per la presenza di alcune espressioni un po', diciamo, scurrili, ma visti i protagonisti non potevo fare altrimenti ^^





















   
 
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