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Autore: Princess Kurenai    05/09/2012    5 recensioni
Nessuno poteva salvarlo, perché per lui era ormai troppo tardi.
Aveva guidato quella carica animato più dalla paura che dalla brama di vittoria.
Era sceso in campo carico di rimorsi e senza più speranza... perché, in fondo, che speranze o che futuro poteva avere un morto?
James Nicholls lo era.
Era morto quando era diventato un soldato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Out of this World
Titolo del Capitolo: 4. Portrait
Fandom: Crossover | War Horse - Snow White and the Huntsman
Personaggi: James Nicholls (Tom Hiddleston), Eric il Cacciatore (Chris Hemsworth)
Genere: Introspettivo, Drammatico
Rating: Arancione
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash, Alternative Universe (AU), Crossover, Spoiler per chi non ha visto Snow White and the Huntsman e War Horse
Conteggio Parole: 1530 (FiumiDiParole)
Note: 1. Non ha senso. Il pairing è nato… senza avere un senso. E così la fic. Parte tutto dal “E se James non fosse morto e venisse salvato da qualcuno?”… ed ecco lo schifo!
2. Dedicata alla ragione della mia vita. Grazie di esistere!
3. Non betata!

{ Out of this World ~
- 4. Portrait -



Gli alberi spogli iniziarono ben presto a popolare i paesaggi dei disegni di James che passava gran parte delle giornate seduto davanti alla finestra, intendo a ritrarre ogni attimo di quel lento mutare della natura attorno alla casa di Eric.
Quel giorno non faceva differenza e, stiracchiandosi, James ascoltò con piacere il leggero fastidio che gli causò la sua spalla a quel movimento. La ferita era pressoché guarita, e anche se non sarebbe più stato in grado di fare grandi sforzi sapeva che era un prezzo che poteva benissimo pagare per essere rimasto in vita.
Se concesse un sorriso, giocando con la matita e tracciando sul foglio le altre sagome degli alberi scuri e spogli.
L’inverno era ormai alle porte, e anche se gli sembrava passata un’eternità, erano trascorsi solo due mesi da quando si era risvegliato ferito in quell’abitazione a lui sconosciuta.
Portò la matita alla bocca, mordicchiandola distrattamente, mandando i suoi pensieri a ciò che aveva vissuto in quelle mura.
Sin dall’inizio aveva pensato a quel luogo come una seconda possibilità di vita e, in fin dei conti, non aveva avuto tutti i torti. Stare in quella foresta ed in quella casa dimenticata dal mondo, gli aveva fatto dimenticare tutto ciò che gli era successo.
I problemi con suo padre, i timori sulla sua sessualità e la tristezza per non poter diventare un’artista come desiderava. Ma non solo, era riuscito a dimenticare i sensi di colpa dovuti alla guerra ed anche l’esito di quest’ultima… ed era solo merito di Eric.
Aveva dell’assurdo il modo in cui il Cacciatore fosse entrato nella sua vita, e come gradualmente lo stesso Eric gli stava permettendo di far parte della sua.
Non era stata una cosa improvvisa, sembrava quasi che dovesse andare in quel modo e si erano semplicemente lasciati andare.
Ovviamente non era una cosa facile da affrontare ma James non aveva pensato neanche per un attimo che lo fosse. Gli bastava restare con il Cacciatore e sentiva che sarebbe andato tutto bene.
Lanciò quindi una lunga occhiata alla silenziosa foresta, riprendendo poi a disegnare nell’altrettanta quiete della casa.
Scure tracce nere sul foglio bianco segnarono i rami degli alberi e, lentamente, anche quel disegno stava prendendo forma.
Nelle ultime settimane aveva disegnato qualunque cosa - dalla natura morta, ai paesaggi ed anche Joey -, ma in quelle sere più recenti si era ritrovato a pensare a così altro potesse ritrarre.
Leccò ancora la matita, spostando lo sguardo dal foglio alla finestra, scorgendo la figura di Eric apparire da dietro gli alberi.
Sorrise istintivamente e, chiudendo il blocco, si alzò per accogliere il Cacciatore.
“ Ehi.”, lo salutò aprendo la porta.
“ Ehi…”, Eric lo guardò piegando leggermente le labbra e scaricando sul tavolo due lepri.
“ Giornata magra.”, commentò piano James.
“ Andranno presto in letargo.”, spiegò l’uomo, liberandosi della giacca e delle asce. “ Entro fine mese dovrò andare al villaggio per comprare qualcosa per superare i mesi più freddi.”
James assentì con il capo preparando il tavolo per il pranzo.
“ Tu…”, Eric lo guardò sottecchi, come se fosse imbarazzato. “ Che hai fatto questa mattina?”
“ Ho… solo disegnato.”, Nicholls nascose un sorriso nel sentire quella domanda.
Solo da qualche giorno il Cacciatore aveva iniziato ad interessarsi alle giornate che passava da solo. Era chiaramente imbarazzato e non era abituato a comportarsi in quel modo, aveva passato troppo tempo da solo che gli sembrava difficile convivere con qualcun altro che iniziava a reputare davvero importante. Ma a James piaceva quella sua insicurezza che, in fin dei conti, non era poi così diversa dalla sua.
“ Mh… Cosa?”
“ Il paesaggio.”, ripose semplicemente. “ Tu oltre la caccia?”
“ Nient’altro.”, e immancabilmente calava di nuovo il silenzio, con entrambi incapaci di intavolare una vera e propria discussione.
Mangiarono in silenzio e, dopo aver liberato il tavolo, Eric iniziò a controllare le sue asce e James a disegnare… osservando come sempre il Cacciatore di nascosto.
Lo faceva sempre ormai. Trovava rilassante studiare i suoi movimenti, sorridendo quando lo vedeva corrucciare e sopracciglia e leccarsi le labbra concentrato.
Aveva davvero un bellissimo viso, e si ricordò ciò che aveva pensato la prima volta che lo aveva osservato, rendendosi conto che in fin dei conti poteva realizzare quel suo pensiero.
Sorrise ancora e, cambiando foglio, iniziò subito a tracciare le prime linee guida per fare un ritratto al Cacciatore.



Lavorava a quel ritratto da giorni ormai e, dettaglio dopo dettaglio, James si rese conto che quel disegno sarebbe stato forse il più importante di tutti quelli che aveva fatto.
Non era un bel pensiero, ma ormai era guarito e sentiva che presto se ne sarebbe dovuto andare… e proprio per quel motivo voleva portare con sé almeno un ricordo di Eric.
Anche se James non era bravissimo - se la cavava, ma non era ancora un vero e proprio artista - però in quel disegno ci stava davvero mettendo l'anima, perché la prima cosa che aveva pensato del Cacciatore riguardava proprio il suo viso e la voglia di ritrarlo.
Si sedette sulla sua brandina e, sollevando le ginocchia al petto - dove poi posava il blocco da disegno -, si appoggiò al muro cercando una posizione comoda per osservare Eric che lavorava ignaro di tutto.
Si stiracchiò, trovando quella posizione alquanto scomoda, lasciando uscire dalle sue labbra un suono simile ad un lamento.
Eric alzò lo sguardo verso di lui, e posando l'ascia che stava sistemando - si era rotto il manico -, si avvicinò a James. " Fa molto male?", domandò.
Nicholls posò sul cuscino il blocco da disegno, allontanandosi dal muro e per massaggiare la spalla indolenzita.
" Era solo la posizione. Non preoccuparti.", lo rassicurò, ma il Cacciatore parve non volergli dare ascolto.
" Togliti la camicia.", ordinò testardo.
" No.", rispose prontamente James tirandosi indietro come per proteggersi. " Non è niente."
" Questo lo decido io.", sbottò Eric, cercando di togliergli lui stesso la camicia venendo però bloccato dall'altro.
" Dico davvero... era solo la posizione ad essere scomoda!"
" Ti preferivo quando potevo spogliarti senza sentire lamentele."
" Non ero consenziente!"
" Dormiamo insieme da mesi e ti ho già visto nudo. Ora spogliati."
James si ritrovò ad arrossire per quell'affermazione e, distratto, permise all'altro di controllare la spalla scostandogli il camicione.
Non c'era effettivamente niente che non andasse, ma Eric aveva insistito e James non riuscì neanche ad impedirgli di fargli un massaggio per sciogliere i muscoli indolenziti.
Chiuse gli occhi, affidandosi alle mani ruvide del Cacciatore e sospirando ad ogni carezza.
“ Grazie Eric…”, mormorò.
“ Mi stai facendo un ritratto?”, domandò l’uomo facendo riaprire gli occhi a James.
Il Cacciatore aveva smesso di tastargli la spalla, e stava osservando il blocco con il ritratto ancora incompleto.
“ Già…”, assentì sorridendo tristemente. “ Sai… per quando me ne andrò.”
Restarono in silenzio per qualche istante poi Eric cercò gli occhi chiari di James.
“ Stai bene ormai. Potresti andare via quando vuoi.”
Nicholls si umettò le labbra nervoso. Avevano evitato accuratamente quell’argomento sin dall’inizio e non sapeva come sarebbe andata a finire ma ormai avevano iniziato a parlare… poteva solo sperare che andasse tutto bene.
“ Lo so, ma quando sarò fuori da questa casa… non avrò niente. Nessun futuro. Sono un uomo morto per tutti.”
“ Non per me.”, rispose il Cacciatore, sedendosi accanto all’altro.
“ Ho solo te, Eric…”, mormorò James, sorridendo ancora timidamente.
“ Potrei dire la stessa cosa.”, sussurrò l’uomo, distogliendo ancora lo sguardo.
“ Eric…”, Nicholls gli sfiorò la spalla, sentendo il suo cuore iniziare a battere furiosamente quando anche il Cacciatore ammise di tenere a lui.
“ Quando ho perso Sarah non mi è rimasto più niente.”, svelò poco dopo l’uomo guardandosi le mani come se le sentisse colpevoli di qualcosa. “ Ti ho salvato perché non sono riuscito a salvare lei… non potevo permettermi di perdere qualcun altro… di vedere un'altra vita sfuggirmi via.”
“ Eric…”, ripeté James prendendogli la mano e stringendola con sicurezza. “ Ci sei riuscito. Non pensarci più.”
“ Ti ho salvato anche se sapevo che te ne saresti andato.”, lo guardò di nuovo, incrociando gli occhi di Nicholls che, avvicinandosi, posò la fronte contro la sua.
“ Ti preferivo quando ti lamentavi delle mie troppe domande.”, gli disse cercando di far sorridere anche Eric.
Infatti le labbra del Cacciatore si piegarono verso l’alto.
“ Cercavo di non affezionarmi a te.”, ammise.
“ E ci sei riuscito?”, domandò piano.
“ No…”, soffiò spingendosi verso le labbra di James per sfiorarle con le sue. Le carezzò solo per qualche istante, poi si allontanò.
“ Mi dispiace.”, cercò di alzarsi ma la presa più forte di James sulle sue mani gli impedì di muoversi.
Le parole gli mancarono, e boccheggiò in cerca di qualsiasi cosa da dirgli per non farlo andare via. Non gli importava cosa, voleva solo che Eric restasse lì e che… lo baciasse ancora.
“ N-non devi… non devi dispiacerti.”, dichiarò Nicholls incerto, spingendosi verso di lui per baciarlo a sua volta con crescente necessità mista al timore. Forse era la paura di entrambi di scoprirsi di nuovo soli, ma era ciò che desideravano in quel momento.
Non avevano né la forza né l’effettiva voglia di pensare alle conseguenze, volevano solo continuare a baciarsi e a sentire dei dolci brividi percorrere le loro schiene.
Quella sera non andarono oltre né parlarono d’altro, si limitarono semplicemente a stare distesi sulla brandina, a guardarsi negli occhi e a baciarsi. Il tempo per i chiarimenti sarebbe presto giunto, ma preferivano godersi quei momenti di pace, tagliati fuori dal mondo senza sapere se la guerra continuava o meno.




   
 
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