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Autore: minestrina3    07/09/2012    2 recensioni
[Skrillex]Eva si sollevò di scatto: aveva detto AMICA? Si erano visti due volte e lei era già un’amica? Non aveva mai avuto veri amici da quando faceva la prostituta, temeva di non ricordarsi più le regole dell’amicizia.
Nell’amicizia non c’è sesso; nella sua vita, invece, era la cosa più importante.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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 I sei mesi successivi furono i più strani e i più belli della sua vita: lei e Sonny si sentivano per telefono quasi tutti i giorni e ogni tanto si vedevano e passavano il weekend insieme; lui le presentò Ellie, lei Sonia; lei dormiva con lui in hotel, lui nel suo appartamentino di emergenza a Londra; il venerdì sera, se erano insieme, si andavano ad ubriacare in un pub e poi barcollavano per le strade cantando canzoni d’amore sdolcinate. Ellie non creava particolari problemi, dato che era quasi sempre in giro per il mondo con il suo tour e la ragazza imparò a volerle bene.
Ma il suo amore per il ragazzo continuava ad ardere imperterrito, pronto a scoppiare non appena Eva avesse abbassato la guardia.
Una sera uscirono da un locale particolarmente ubriachi; la ragazzi si sedette su una panchina poco distante e il ragazzo  si sdraiò, appoggiando la testa sulle sue gambe.
- Abbiamo esagerato questa volta, Ev..- biascicò. La ragazza gli regalò un sorriso da ebete mentre gli accarezzava amorevolmente i capelli.
- Non abbiamo limiti…-
- Sembra una cosa molto romantica detta così…- chiuse gli occhi e si immerse nel tutto della Natura, come sosteneva lui quando non voleva ammettere di essere completamente fatto.
- E non lo è?-
-Ev, avvicinati…- le sussurrò. Lei ridusse pericolosamente la distanza tra loro, doveva stare attenta e controllarsi: le labbra di lui la chiamavano.
- I was born to tell you I love you!- canticchiò felice. La ragazza sospirò, trattenendo una lacrima che cercava di far capolino da i suoi occhi.
- Non scherzare, che poi ti credo… ricordati di Ellie.-
- Già… Ellie…-
Sonny si alzò e barcollò verso casa, seguito da Eva.
Il giorno dopo la ragazza ripartì: doveva raggiungere un cliente a Bangkok; prima che partisse, Sonny le ragalò una collanina d’oro bianco con appese una E e una S.
- Così non ti scorderai della nostra amicizia.- spiegò.

***

Quando tornò Eva chiamò il ragazzo. Dalla voce sembrava felice, ma le disse che non poteva parlare e che l’avrebbe richiamata lui.
Passò una settimana e lui non si fece sentire. La ragazza riprovò a chiamarlo.
- Pronto?-
- Sonny? Sono Eva!-
- Ev! Come stai?-
- io bene… te piuttosto! Non mi consideri più…-
- Oh bè, sono stato, sono molto impegnato…-
- Usciamo uno di questi giorni?-
- Ev, io parto domani per Budapest… c’è un festival e..-
- Non ti preoccupare, chiamami appena riesci. Ti voglio bene.-
La ragazza chiuse la chiamata.
Sonny non l’aveva mai trattata così, c’era sempre per lei. Stava macchinando qualcosa, ne era certa; ma cosa?
Penso che qualunque cosa fosse, Ellie ne sarebbe stata al corrente; perciò non vide altra soluzione che chiamarla.
- Ellie, sono Eva…-
- Eva…ciao..- la ragazza non sembrava felice di sentirla.
- Mi chiedevo, hai notato qualcosa di strano in Sonny ultimamente? Come se avesse in mente qualche cosa?-
Ellie rise istericamente.
- Dovresti saperlo meglio tu, visto che siete così amici!- Eva non capiva – Oh, non te l’ha detto? Siamo in crisi…-
- Ehm, mi dispiace…-
- Senti, qualsiasi cosa abbia in testa… se non la sai tu, significa che deve restare segreta. Dannazione…- l’ultima parola la sussurrò appena, ma Eva sentì.
- Ellie quando.. da quando le cose tra di voi non vanno?- azzardò
-Facciamo così… incontriamoci. Sei a Londra vero?-
Lei ed Eva si misero d’accordo per incontrarsi sotto il Big Bang alle cinque meno un quarto, il giorno dopo.
Quell’orologio l’aveva sempre affascinata; era così imponente e maestoso, era il capo della città, la dominava dall’alto, la controllava. Nulla poteva sfuggire allo scoccare delle sue ore. Era lui il padrone del tempo di Londra, del tempo dell’uomo. Il Big Bang.
Ellie era dimagrita rispetto all’ultima volta che l’aveva vista; cercava di nascondersi sotto un felpone grigio e un cappotto, ma era tradita dalle sue gambe così scheletriche che Eva si domandò come facessero a reggerla in piedi.
- Non provare a dirmi che mi vedi in forma, so che non pensi questo.- sentenziò senza nemmeno salutarla. Eva si sentiva a disagio; era ovvio che Ellie la considerava la causa di tutti i suoi mali.
Entrarono in un bar per il thè delle cinque, da brave londinesi. Eva notò che anche lo sguardo della ragazza, quello che Sonny elogiava tanto, era spento.
- Tutto è iniziato un mese fa…- cominciò – Eravamo a Los Angeles, quando Sonny incontrò un suo ex compagno di liceo. Si sono messi a parlare e il giorno successivo lo hanno trascorso tutto insieme. All’inizio pensavo che fosse una cosa carina, dopo tanto tempo… incontrarsi e ritornare buoni amici come una volta. Ma il rapporto tra loro divenne… morboso. Quando non telefonava a te, chiamava lui e non mi diceva mai di cosa parlassero. Per lui ero diventata invisibile. Capii che era una cosa a cui Sonny teneva, perché non l’avevo mai visto così allegro e pieno di vita… ma non mi considerava più. Capisci? Non una carezza, un bacio… per non parlare del sesso. Niente. Adesso ha detto che andava a Budapest per un festival, ma…-
- Non c’è nessun festival…- indovinò Eva.
Ellie confermò con un cenno del capo. Piangeva.
- Non voglio che Sonny si immischi in affari loschi… non voglio che gli succeda nulla. Ma non ce la faccio più: questa storia mi sta distruggendo. Sta distruggendo il mio corpo, la mia mente, la mia carriera. Non posso più continuare.- per la prima volta in tutto il pomeriggio; Ellie guardò Eva negli occhi – Prenditi cura di lui. Amalo come lo amo io. Ti prego…-
La ragazza rimase impietrita da quella richiesta; si sentì uno schifo per aver sempre giudicato male Ellie, quando lei non aveva fatto altro che sacrificarsi per amore di quel ragazzo.
- Promettimi che lo farai. Promettilo!-                              
- Prometto..-
Bevvero il loro thè in silenzio; non avevano bisogno di altre parole.
- Eva, posso chiederti una cosa?-
La ragazza annuì.
- Come sei diventata una prostituta?-
Avrebbe preferito non rispondere, ma glielo doveva. Almeno quello.
- All’età di 16 anni mio papà ci abbandonò… e mi mamma cadde in depressione. Ero io a dovermi occupare di tutto: la casa, mio fratello più piccolo. Un anno dopo mia mamma si uccise e noi rimanemmo soli. Mio fratello non superò la cosa e cominciò a drogarsi… io lavoravo come cameriera tutto il giorno. Una sera vennero in casa degli amici di mio fratello, due rumeni credo. Scherzavano e ridevano, ma io avevo paura. Stavano per andarsene quando uno si girò di scatto e mi afferrò il braccio…- Eva cominciò a piangere, non riusciva ad andare avanti. – Mi… mi trascinarono in macchina con loro e mi portarono in una casa con altre ragazze. “Ti voleva bene tuo fratello da scambiarti con 5kg di Coca!” mi schernivano. Mi misero sulla strada e passai i mesi più brutti della mia vita. Poi venne B. mi vide nella casa comune e credo mi abbia… comprata. Ma in fondo è stato meglio così: non ero più sulla strada, avevo una casa tutta mia, comincia a frequentare posti di classe… certo, ero e sono comunque una prostituta, ma così è anche accettabile. Alla fine ho incontrato Sonny e in lui ho trovato l’amico che non ho mai avuto.-
Dopo quel racconto Eva tornò a casa. Sonja l’aspettava sul divano, intenta a fumare un pacchetto intero di sigarette.
- Ti ha cercata Sonny…- le riferì. La ragazza corse in camera e tirò fuori il cellulare.
  
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