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Autore: Gwen Kurosawa    08/09/2012    7 recensioni
{Basata su due canzoni dei Vocaloid: "Chivalry" come il titolo della storia; e "Daughter Of Evil" per il finale che avrà questa storia}
Salve a tutti!
Questa storia racconta degli avvenimenti accaduti 200 anni prima della storia del game "HeartGold e SoulSilver".
La protagonista è il mio OC Marina Miyazaki.
{Pairing presenti: DarknessShipping, accenni Rollingwindshipping e Resistanceshipping}
Buona lettura!
Dal Capitolo Primo:
"-Proteggete mia figlia fino alla fine…- disse alla fine, lasciando spazio alla figlia, che stava per ribattere.
-Padre, ma perché non mettiamo fine a questa storia? Io sono pronta ad affrontare il mio destino!- urlò, aridata contro il padre, che voleva, in un certo senso, sterminare tutto il popolo.
-Non devi fare nulla! Tu devi rimanere qui, chiaro?- la rimproverò l’uomo, con i suoi occhi color ghiaccio fissò quelli della figlia, mettendola in soggezione."
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Chivalry


Capitolo Settimo: L’esecuzione e la lettera
 
Marina passò la notte a parlare con la sua guardia che, in teoria, doveva essere sua nemica.
La ragazza si chiamava Leila e si era trasferita ad Amarantopoli perché i suoi genitori furono uccisi a Borgo Foglianova.
La bionda credeva che quella nobile stesse solo tentando di abbindolarla e poi scappare con l’aiuto della ragazza.
Perlomeno, così credeva prima di sentire il racconto della Regina sul suo desiderio di rendere il Popolo felice.
-Sin da bambina, fui messa a stretto contatto con la politica di mio padre, sebbene ancora non sapessi cosa si celava dietro di lui, e sentendo parlare sempre di quelle rivolte, crebbe in me questo desiderio che ora… vacilla pericolosamente, a causa di qualcuno…- cominciò a raccontare la castana, con gli occhi lucidi, ricordando la figura di Angelo e di quella sclerotica di Akane, che avevano fatto di tutto per proteggerla e, alla fine, avevano perso.
Si sentiva pronta per l’esecuzione di domani?
No, in quel momento avrebbe tanto voluto usare Mismagius per scappare; ma non aveva il Pokémon con sé.
Leila cominciò a capire che, in fondo, quella giovane non era così cattiva di come diceva da sempre la città.
Un attimo di silenzio e si sentì una forte esplosione proveniente dall’entrata delle prigioni.
La bionda non era autorizzata a muoversi da dove si trovava, perciò non poté muovere un muscolo quando vide tutti i suoi compagni morti e la figura di Angelo e Akane davanti a lei.
La spada grondante di sangue del Capopalestra fece rabbrividire la Guerriera, che prese le chiavi della cella e la aprì.
Il biondo e la castana entrarono e cercarono, in ogni mezzo, di prendersi Marina.
-Angelo, suppongo che tu abbia letto la lettera… non liberarmi… anche se vorrei vivere ancora, non posso permettere, come Sovrana, altre morti ingiustificate… è tempo che mi assuma le mie responsabilità…- si oppose la Regnante, nonostante fosse tentata di afferrare la mano del ragazzo e scappare via.
-Ci scambieremo di ruolo e…- la Nobile fu interrotta dalla Dama dell’Oscurità, che le disse:
-Akane, sei la mia migliore amica, troppo preziosa perché muoia… ve ne prego, ritornate a Palazzo e, domani, salutatemi con un sorriso…-
La giovane degli occhi viola cominciò a piangere disperata, nonostante il suo smisurato orgoglio; mentre l’Allenatore di Pokémon Spettro si avvicinò alla protetta per dirle qualcosa, ma fu interrotto da una pressione sulle sue labbra.
Marina lo stava baciando.
Sebbene il bacio non fosse ricambiato, lei sorrise, quando si staccarono.
-Era da tanto che volevo farlo…fatemi salutare Mismagius…- chiese, sapendo perfettamente che Angelo si era portato dietro quel Pokémon che le apparteneva.
Lui la fece uscire dalla Pokéball: lo Spettro aveva gli occhi lucidi e non era più di quel colore viola intenso, sembrava un colore tra il grigio e il viola.
-Mismagius…promettimi che starai sempre al fianco di Angelo e lo aiuterai in tutto e per tutto, ricordandoti di me…- fece la Regina, cominciando ad abbracciare teneramente il Pokémon Stregone, che piangeva pure lui.
Emise qualche piccolo verso strozzato, come se volesse dire che non l’avrebbe mai dimenticata e che non voleva mai separarsi dall’Allenatrice.
-Mismagius…questo è ciò che ha scritto il Destino per me…- sussurrò tra le lacrime la castana, facendo rientrare il Fantasma nella Pokéball.
Incitò, poi, i suoi due amici di andarsene e di tornare solo l’indomani, quando ci sarebbe stata l’esecuzione alle undici del mattino.
I ragazzi non poterono fare altro che ascoltare la castana e se ne andarono.
Appena Akane e Angelo andarono via, Marina crollò a terra e scoppiò in lacrime, quelle che si era trattenuta per tutto l’incontro.
Leila, che aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò alla ragazza e la abbracciò teneramente: nonostante non la conoscesse bene, credeva che fosse una brava ragazza, in fondo.
-Angelo…-
E sussurrava quel nome, la Dama dell’Oscurità, rimpiangendo tutti i bei momenti passati accanto a quel filo di speranza.
La bionda sapeva bene che non poteva fare tanto per la giovane: continuò ad abbracciarla, mettendosi a piangere pure lei, svelando un lato che neanche la Guerriera sapeva di avere.
 

***

 
-Valerio, domani ci sarà l’esecuzione…la uccidi tu?- domandò Sandra, sedendosi in una panca che c’era nella locanda dove lei e Valerio ormai stavano sempre.
-Si…- sussurrò il Cavaliere Blu davanti a lei, in piedi, senza alcuna ombra di esitazione.
Doveva vendicare Chiara, la morte dell’amata ragazza che avrebbe voluto sposare il mese successivo.
-Va bene che vuoi vendicarti della morte della tua fidanzatina, ma ricordati dell’enorme debito che hai nei confronti di Ebanopoli.- ricordò la donna dai capelli color del cielo, osservando torvo il Regnante di Violapoli, che fu sorpreso da quella risposta.
-So che tu mi hai aiutato per la città e che ti devo molti soldi, ma non mi sembra questo il momento di…-
Fu interrotto dalla Domadraghi, che gli ricordò il patto che avevano fatto quando era stata uccisa Chiara: Sandra avrebbe aiutato Valerio, in cambio, lui doveva pagare almeno una piccola parte del debito.
Il blu non poté fare altro che annuire.
-Va bene, Sandra: al mio ritorno a Violapoli, ti darò il denaro…- rispose dopo.
 

***

 
Marina non aveva dormito per tutta la notte: appena chiudeva gli occhi, le venivano in mente infiniti flash della sua vita.
La maggior parte di quei flash riguardavano Angelo.
“Ti sei fissata con quel dannato Capopalestra!” si ripeté tutta la notte.
Si svegliò presto per i suoi normali standard e continuò a parlare con Leila sulla sua paura di affrontare l’esecuzione.
La bionda cercava di consolarla come poteva, dicendole che dopo non avrebbe più sofferto e che sarebbe andata in un posto migliore rispetto a quell’inferno.
Le ore passarono in fretta con i loro discorsi e, alle undici in punto, la Guerriera fu costretta ad aprire la cella della Neo Regina e, contro la sua volontà, permise a Sandra e Valerio di prendere la castana e di portarsela via.
 
 
 

-Dama dell’Oscurità, ti lascio viva: il Popolo ha un bel trattamento, per Voi…-
 

Un altro flash venne in mente a Marina: quando Valerio disse quelle parole, mentre lei reggeva il corpo inanime del padre.
Era questo il “bel trattamento”?
Lui intendeva ucciderla davanti a tutto il Popolo?
Uscirono dalla prigione e la luce del sole abbagliò per un attimo la giovane, che si era abituata al buio della cella.
Appena si abituò alla luce, assunse un portamento orgoglioso, mentre attraversava la gran folla che si era creata tra la sua prigione e la piazza principale.
Molti di quella folla cominciarono a insultarla e a sputarle sul vestito; a un popolano era venuto l’idea di uccidere la ragazza prima, ma Sandra impedì questo uccidendo l’uomo, dicendo che non dovevano toccarla per nessun motivo.
Solo Valerio era autorizzato a ucciderla.
La castana, demoralizzata, osservò il cielo: i Pidgey volavano tranquillamente, non c’erano nuvole…un tempo perfetto per la sua morte.
In poco tempo, arrivarono alla piazza e i tre salirono sul patibolo: Marina fu costretta a inginocchiarsi e ad appoggiare la testa su un’asse di legno.
La Domadraghi si allontanò dalla ragazza, mentre il Cavaliere Blu preparava la lama che avrebbe dovuto attraversare il collo della diciassettenne.
Presa dal panico, i suoi occhi cominciarono a cercare, tra la folla, un sorriso che l’avrebbe rassicurata.
Passavano i secondi. Gli occhi castani cercavano. Il cuore batteva all’impazzata. La lama cominciava a salire. I suoi occhi, finalmente, notarono Angelo e Akane. Il primo abbracciava la seconda, che piangeva disperata. Lui, come promesso, le sorrise. Anche la Regnante sorrise.
 

“Grazie Angelo, per avermi fatta felice anche oggi!”
 
“Se dovessi rinascere, vorrei tanto essere nuovamente la tua migliore amica…”

 
Questi furono gli ultimi pensieri di Marina Miyazaki, prima di essere decapitata davanti a tutto il Popolo l’ultimo giorno di Novembre.
 
Il Popolo esultò ma, nonostante la confusione, si alzò un grido disperato: era Angelo Kurosawa, che urlava il nome della ragazza ingiustamente uccisa per volontà di un Popolo che non aveva ancora capito che non governavano i Miyazaki.
Nella sua mano destra, teneva la lettera che la Regnante gli aveva scritto due notti precedenti.

 

Caro Angelo,
Ti scrivo questa lettera perché intuisco che non vivrò tanto a lungo.
Voglio solo dirti che, quando ti ho incontrato nel bosco di Amarantopoli, è stato il giorno più bello della mia breve vita.
Per me, l’amicizia è sempre stata sacra ed essere tua amica e di Akane mi ha dato la forza di andare avanti.
Non credo che, per te, sia stato un giorno felice, poiché, tre mesi dopo, hanno ucciso Chiara…la ragazza che ami.
E’ stato tutto un breve sogno, da cui ora mi devo risvegliare e affrontare la cruda realtà.
Probabilmente, domani mi arresteranno.
L’ha detto quell’uomo corvino ad atri Nobili che stanno nel Palazzo.
Non dovrai mai più proteggermi e potrai fare una vita felice, dopo che io sarò morta: ti prego, trovati una compagna e fatti una vita.
Quando io raggiungerò l’aldilà, proteggerò te e la tua famiglia.
Ti affiderò Mismagius, la mia carissima amica: usala per le lotte o per qualunque cosa, basta che sia in movimento.
Presto lei, con dolore, dimenticherà tutto questo e spero che tu farai la stessa cosa.
Però, prima di fare ciò che il Destino ha già scritto, volevo dirti tutto ciò che provo dalla prima volta che ti ho visto.
Mi sono innamorata di un Capopalestra come te. Ridicolo, no?
Ma non posso farci nulla.
Non ho avuto il coraggio di dirtelo prima, perdonami; te lo dico ora perché non voglio avere nessun peso, domani.
Non ricambi i miei sentimenti, ma non m’importa.
 
Marina.                                             
 
P.S. Scusami se allungo la lettera, devo riferirti altre cose: il corvino appartiene alla Casata dei Kagene.
Gli altri nobili e lui sono il vero governo della città e i Miyazaki servivano solo come copertura.
La rivoluzione non finirà con la mia morte, assolutamente.
Continuerà fino a quando quei nobili non moriranno.
Kagene era destinato a sposarsi con me; purtroppo, mio padre aveva cambiato idea, probabilmente, aveva intuito i sentimenti che provavo per te.
Ti chiedo di affiancare il Popolo, anche dopo la vittoria, cosicché tu sarai l’Allenatore massimo della città e governarla meglio della monarchia.
Salutami Akane, che mi è sempre stata accanto per tutta la vita.
 
Addio,

              Marina, neo Regina di Amarantopoli.                             

 

 
***

 
Un ragazzo dai capelli castani ribelli aveva assistito all’esecuzione di Marina.
Era quel servo che aveva ucciso Chiara e aveva scatenato l’ira del Popolo.
-Marina Miyazaki…principessa ereditaria e, in seguito, diventata Regina di Amarantopoli…- cominciò a parlare Roy, così si chiamava il ragazzo, guardando il cielo.
-…che la tua anima buona voli in un posto migliore di questo inferno…sorellina mia.- aggiunse dopo, con le lacrime agli occhi.
 

***

 
-Avevi ragione, Marina: la Rivoluzione non è ancora finita…- fece Angelo, guardando il cielo e sorrise, ricordandosi della richiesta dell’amica, di salutarla con un sorriso.
Akane stava inginocchiata a terra, con l’orribile immagine del corpo completamente insanguinato senza testa della Regnante.
Un uomo, che passava di lì, notò i due ragazzi e mormorò, tra sé e sé:
 

“Allora anche la Dama dell’Oscurità aveva qualcuno che l’amava…”

 
 
 
 

-E così Marina è stata uccisa?- domandò Kagene ai tre Nobili, mentre era nella Sala delle Riunioni.
-Era una mocciosa inutile, come il padre…Ora detengo io il Potere…avrò nelle mie mani tutta la città!- esclamò trionfante e quei tre Nobili esultarono con lui, acclamando a gran voce la casata dei Kagene, da sempre rivale dei Miyazaki.



 

Spazio Autrice:

Finalmente, ho finito questa "long-fiction", se così si può chiamare.
Comunque, il finale prevedibile, vero?
Volevo avvertirvi di una cosa:  a partire dal giorno 13/09 io non sarò presente come ora.
Sarà una sorta di ritiro dalla scrittura volntario: non sono depressa, tranquilli!
Faccio questo per la scuola: sono uscita dal primo anno con una media del 6.50 e, siccome so che posso fare di meglio, interroperò la mia presenza sul computer stesso, prendendolo solo dopo che avrò fatto il mio dovere da studentessa.
Ciò implica la "scomparsa" delle mie ff: pubblicherò, nel periodo scolastico, storie scritte in estate o comunque precedentemente.
Metterò quest'avviso pure nella mia presentazione.
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la mia storia recensendola positivamente e criticamente.
Grazie per avermi seguito fino ad ora.

Sayonara.


Gwen Kurosawa.

   
 
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