Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |       
Autore: TheRedFox    11/09/2012    1 recensioni
"-Scusi mi può ripetere?- Sofia non poteva credere a quello che aveva sentito.
-Mi dispiace, ma non ho nessuna Karen Walker in lista-"
"Le grida erano strazianti, Sofia avrebbe voluto che cessassero, che la sua vita terminasse per far sì che non potesse più sentire la disperazione penetrargli dentro, ma non poteva..."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il rumore dei suoi passi stava diventando insopportabile.
Ogni volta che camminava, sentiva sotto i piedi la suola bagnata che premeva sul pavimento con un suono sordo e mozzato.
Intorno a lei silenzio.
Il corridoio che stava percorrendo era stretto e tetro, l’illuminazione lampeggiava come in un frenetico codice morse, rendendo lo spazio intorno a lei claustrofobico, ma ormai non le restava che proseguire davanti a sé.
Se solo avesse saputo, non avrebbe mai portato la sua figlia al pronto soccorso.
Quella mattina Karen si era svegliata con un fortissimo mal di testa, non riusciva a stare in piedi da quanto le faceva male, e Sofia aveva deciso di portarla al pronto soccorso.
Dopotutto una bambina di soli 11 anni che avverte forti dolori alla testa non è normale, e poi Sofia è sempre stata una madre molto apprensiva.
Fin da quando era piccola aveva sempre cercato di tenerla in casa, facendola uscire il meno possibile e curandola in maniera quasi maniacale.
Karen aveva sempre vissuto dentro una campana di vetro, e quel mal di testa aveva accentuato il suo istinto materno.
Aveva immediatamente coperto Karen con un lenzuolo e lo aveva portato al pronto soccorso più vicino, il Saint Angel Hospital.
Le avevano dato codice bianco, ma lei aveva insistito affinché la visitassero subito e dopo una serie di lamentele era riuscita a farla entrare subito.
Ma lei era dovuta rimanere fuori, nell’attesa snervante che le dessero qualche notizia di lei.
Il padre purtroppo non c’era. Era venuto a mancare prima che lei nascesse.
In realtà non era mai esistito un vero e proprio padre, in quanto appena scoperto che lei era rimasta incinta, era completamente sparito dalla sua vita.
Ma con grandi sforzi e sacrifici era riuscita comunque a mandare avanti lei e sua figlia.
Non le dispiaceva che il padre fosse scomparso, dopotutto aveva imparato che bisogna fidarsi solo di noi stessi.
Ma dopo diverse ore che non le avevano fatto sapere niente, Sofia si era spazientita, vedendo che comunque la gente intorno a lei in attesa andava via via sempre più diradando.
-Mi scusi- Chiese Sofia in maniera cortese all’infermiera un po’ in carne che era seduta dietro alla reception.
-Mi dica- Rispose l’infermiera mentre sistemava alcuni documenti al computer senza alzare lo sguardo.
-Volevo sapere le condizioni di mia figlia, se sta bene. L’ho portata questa mattina verso le dieci ma ora che è mezzogiorno non mi è ancora stato riferito nulla-
-Mi dica il nome della piccola-
-Karen. Karen Walker-
-Un attimo che controllo al computer- L’infermiera digitò rapidamente i caratteri nel computer, mentre Sofia sperava in una risposta positiva.
Ma non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.
-Scusi mi può ripetere?- Sofia non poteva credere a quello che aveva sentito.
-Mi dispiace, ma non ho nessuna Karen Walker in lista-
-Può controllare meglio? Sono sicura che c’è, l’ho portata io stamattina verso le 10-
-Mi dispiace, ma qui risulta che a quell’ora siano entrate solo tre persone, e nessuna di queste risponde al nome che mi ha dato-
-La prego, controlli meglio, deve esserci un errore-
-Se vuole vedere anche lei- L’infermiera girò il monitor verso di lei. Nessuna delle tre persone in lista ricordava vagamente il nome di sua figlia.
-Ma non è possibile- Riuscì semplicemente a dire.
-Mi spiace, ma non posso aiutarla più di così-
-Non può andare a sentire dentro? Può per caso lasciarmi andare a controllare?-
-Mi spiace, ma questo non è possibile-
-La prego, è mia figlia, non può farmi questo-
-Mi spiace-
Sofia era disperata, non sapeva che cosa fare. Voleva piangere, ma era talmente scioccata che non riusciva neanche a muovere un singolo muscolo.
-La prego- Continuò a ripetere. Con il corpo si protese in avanti ed afferrò l’infermiera per il camice –La prego! Mi deve aiutare! Mi faccia andare a vedere!- Senza rendersene conto, stava scuotendo l’infermiera, che in preda all’agitazione chiamò altri due infermieri che vennero in suo soccorso.
Riuscirono a portare via Sofia e condurla fuori dall’uscita, mentre lei scalciava ed urlava il nome di sua figlia.
La lasciarono solo quando furono fuori dal pronto soccorso, lei cercò di tornare dentro, ma la fermarono e la gettarono a terra. Lei piangeva disperata, ripetendo come una preghiera Karen.
La gente finse che non c’era, la ignorava, e questo accresceva ancora di più la sua disperazione.
Possibile che il grido di una madre non riuscisse a toccare il cuore delle persone?
Cercò di alzarsi in piedi, ma le mancavano le forze, non riusciva a tenere ferme le gambe, sentiva che un peso più grande di lei le opprimeva il petto, sentiva il fiato sempre più accelerato, la testa farsi più leggera, le mani cominciavano a tremare, anche il corpo cominciò a seguire lo stesso ritmo, fino a quando non sentì un piacevole torpore, il corpo che si rilassava, il respiro che lentamente tornava normale, poi più lento, ancora più lento, ed infine la testa appoggiata a terra che diventava come un macigno.
L’ultima cosa che vide furono un paio di scarpe lucide nere ed un paio di pantaloni scuri che si erano posizionati di fronte alla sua visuale.
E poi fu il blackout.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: TheRedFox