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Autore: JennySand    11/09/2012    3 recensioni
Weilà!
Sono tornata con il seguito della mia storia "Sakura no Hana".
In questa nuova storia si parlerà delle mille avventure dei nostri personaggi e delle nostre coppie preferite :3 La storia sarà demenziale e comica e spero che vi farà morire dal ridere (mettiamoci le corna .O.).
Buona lettura!
Jen.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sakura no hana'
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Capitolo 3
Una “piccola” vendetta

 

La sveglia suonò e la radio si accese, lanciando un pezzo dei Metallica e un assolo di chitarra elettrica al massimo volume. Ah, che cosa bella per un risveglio, tanto che Sasuke cadde dal letto sbattendo la testa contro il comodino.
-Porco Jashin!- gridò, massaggiandosi la testa.
Mentre imprecava contro tutti i santi del mondo, il suo cellulare squillò. Lo prese e vide che il numero era privato. Poteva essere un datore di lavoro, l'Hokage oppure Naruto che voleva fargli degli scherzi telefonici idioti, così decise di aprire e disse allegramente (allegramente si fa per dire, eh):
-Pronto?

-Pronto, parlo con Sasuke?- era una voce femminile, familiare, ma non riusciva a capire di chi fosse.
-Sì. Con chi parlo?
-Oddioooooooo, Sasukeeeeeeeeeeeeee-kuuuuuuuun, sono ioooooo, Kariiiiiin!
Al ragazzo cadde il telefono dallo spavento e, dopo essersi ripreso, lo riprese in mano.
-Karin! Come diavolo hai fatto ad avere il mio numero?
-Eeeeh...segreti di famiglia!
-Mph. Cosa vuoi?
-Voglio uscire con te! E non accetto rifiuti.
-No!- rispose secco, per poi riattaccare.
Sentì un rumore provenire dalla finestra. Si girò e la vide. Karin, aggrappata al davanzale della finestra e la faccia spiaccicata contro il vetro.
-Non accetto rifiuti!- gridò.

Fin da quand'era piccola Karin era ossessionata da Sasuke. Se non lo vedeva almeno una volta a settimana (per una missione o per altro) girava per la città con un “leggero” tic all'occhio e ringhiava contro tutti coloro che tentavano di rivolgerle la parola.

-Ho detto di NO!
Il moro si alzò, andò vicino alla finestra, mise le mani sotto di essa e con gran velocità la aprì, tirandola in su. Karin, che era aggrappata proprio lì, venne scaraventata sotto per oltre tre piani. Appena atterrò, una nuvola di sabbia la sommerse.
-Sto...bene...!-. Certo.
Come si suol dire: il buongiorno si vede dal mattino!” pensò, e chiuse la finestra.
Di nuovo lo schermo del cellulare si illuminò e cominciò a squillare.
-Di nuovo! Pronto?
-Ciao Sasuke, come stai?- era Sakura. Le sue guance si tinsero di un leggero rossore.
-Male, Karin mi perseguita ancora e mi sta rompendo le palle. Te?
-Bene. Mi dispiace per te. Se vuoi ti posso aiutare a liberarti di quella lì.
-E come?
-Ho un piano in mente- si sentì un ghigno dall'altra parte del telefono.
-Mh. Potrei accettare se non fossi sicuro che vuoi qualcosa in cambio.
-Ah, guastafeste! Se io ti aiuto tu mi devi accompagnare al cinema, era questo quello a cui ho pensato.
-Accetto.- e si massaggiò il mento.
Un urlo da parte di Sakura lo fece quasi diventare sordo (oltretutto era anche mezzo cieco come il fratello per l'uso prolungato dello sharingan).
-Allora, ci vediamo questo pomeriggio a casa mia per organizzare il piano!
-Okay.
-Mi raccomando, quando vieni copriti perché Karin non deve assolutamente sapere che sei da me, chiaro?
-Sì signor capitano!
-Non ho sentito bene.
-Sì, signor capitano!
-Oooooooh.- e riattaccò.
Sasuke si buttò sul letto per poi fissare il soffitto.
-Che bambina- disse tra sé e sé. “
Già, la mia bambina”.


Erano le quattro del pomeriggio ed era ora di andare da Sakura. Si alzò dal divano, prese la giacca appesa all'ingresso, se la mise addosso, si infilò le scarpe e infine si mise in testa un cappello degli Yankees, per non farsi riconoscere da Karin.
Quando uscì, notò che le strada erano molto affollate e si scusò con tutti i santi che aveva insultato la mattina per poi ringraziarli: in fondo, tra tutta quella gente, si poteva nascondere molto bene. Dopo pochi minuti di camminata, Sasuke si ritrovò davanti alla porta della casa di Sakura. Appena alzò il braccio per bussare, essa si aprì e uscì Sakura, che velocemente prese Sasuke dal braccio e lo trascinò dentro, facendolo cadere di faccia per terra. Dopo aver dato una piccola controllatina fuori, la ragazza chiuse la porta.
-Alzati, scansafatiche!- gridò, tirandolo per il braccio.
-Alzati? Mica mi sono sdraiato per terra di mia spontanea volontà!
-Mh.
Lo aiutò ad alzarsi per poi farlo accomodare sul divano. Lei si sedette su quello di fronte. Dalla tasca della sua felpa tirò fuori un foglietto bianco e una biro nera.
-Qui scriveremo il nostro piano. Okay?
Il moro annuì.
-Bene, comincerò col spiegartelo a voce. Devi sapere che Karin va ogni giorno alle sei del pomeriggio al parco vicino all'accademia ninja, sai di quale parlo?
Annuì di nuovo.
-Ottimo. Alle sei meno cinque andremo lì e attueremo il piano. Quest'ultimo consiste nel...

Alle sei meno dieci uscirono di casa insieme e alle sei meno cinque erano già arrivati al parco. Il sole stava per tramontare e il cielo si era dipinto di un colore tra l'arancione, il rosa e l'azzurro. Il parco era deserto, perché tutti stavano cenando. Loro due si erano nascosti dietro ad una quercia molto grande, quando sentirono dei passi provenire dall'entrata; si girarono e videro Karin. Aveva indosso dei pantaloncini corti neri e una felpa lilla con una scollatura a dir poco esagerata.
Chissà se al parco ci andava per riflettere o per fare altre cose....
-Bene. Diamo inizio al piano, Sas'ke.- disse a bassa voce per non farsi sentire. Lui le batté il cinque, poi si divisero. Lei, cercando di non fare rumore, si spostò da dietro alla quercia a dietro ad un faggio, probabilmente, qualche metro dietro Karin. Sasuke si nascose, anche lui, dietro ad un faggio, parecchi metri davanti a Karin.
Prima di uscire allo scoperto, si grattò la nuca, chiedendosi se era la cosa giusta da fare, ma poi ci rise su. In fondo lei era Karin, la fonte di tutti i suoi problemi.
Balzò fuori e “atterrò” qualche metro davanti a lei.
-Ammmmmore! Quanto tempo!- esclamò allargando le braccia.
La rossa sobbalzò nel vederlo e rimase alquanto sorpresa quando lui pronunciò quelle parole.
-Vieni qua che ti voglio abbracciare e baciare!- esclamò ancora il moro. Quest'ultimo cominciò a camminare verso di lei.
Si riferiva a me? Proprio quella che ha rifiutato e insultato per anni?...Al diavolo!” pensò Karin, per poi cominciare, prima a camminare e poi a correre, verso di lui.
-Oh, Sasukeeee!- gridò la rossa.
-Vieni qua!
A quel punto Sakura uscì dal suo nascondiglio e cominciò a camminare piano piano verso Karin.
Ancora qualche metro...ancora qualche metro...ancora...ecco!”. Sasuke girò e sorpassò Karin, con le braccia aperte, per poi buttarsi contro Sakura, abbracciarla e baciarla davanti agli occhi della ragazza.
Quest'ultima arrossì e rimase ferma come una statua, poi si girò e li vide appiccicati.
-Oh, quanto mi sei mancata Sakura!- disse alternando i baci alle parole.
-Anche tu, amoruccio mio!
Dio, che figura di merdaaaa!”. Ovviamente era Karin che era arrossita come un peperone. Se ci avessimo messo le patatine ora si sarebbero fritte. Un Mc'Donalds portatile, già. Con le gambe che le tremavano dalla rabbia e dalla vergogna, scappò a gambe levate verso l'uscita, per poi scomparire tra gli alberi.
Appena scomparve i due si staccarono e la giovane cominciò a ridere.
-Oddio! Ahahahahaahha...hai visto che faccia da culo che ha fatto? Ahahahahah- disse, sbattendo la mano per terra come per decretare la fine di un incontro di Wrestling.
Anche Sasuke scoppiò a ridere come un idiota, e si accasciò sopra la schiena di Sakura.
-Che facciaaa! Ahahaahahah- gridò, con le lacrime agli occhi.
-Nella sua testa si immaginava lei sotto e te sopra! Ahahahah
-Invece io nella mia mi immagino te sotto e io sopra! Ahahahahah
-Ahahah- Ma che caz-?
-Eh?
-Cosa?
-Cos'hai detto?
-Che hai detto te?!
-Io? Nulla.

-Okay...
Sasuke si alzò, seguito da Sakura e, mano per la mano, si diressero verso casa.
-Secondo te abbiamo risolto il “problema Karin”?- chiese la ragazza.
-Ahahahahaah, assolutamente NO. Quella è una stalker e non si arrende facilmente.
-Allora dovrò inventarmi un nuovo piano- si massaggiò il mento -A proposito, te mi dovrai accompagnare al cinema, non scordartene!
-Tsk.
La sua faccia diceva che non aveva proprio voglia di andare al cinema con lei, ma i suoi occhi dicevano tutt'altro. Dicevano che l'amava dal profondo del cuore, ed era vero. Dicevano che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei: scalato il monte Myouboku, girato per il villaggio in pannolino e un cartello appeso al collo con scritto: “I'm a gay” e sotto “sculacciatemi”, se solo glielo avesse chiesto. Forse avrebbe scopato pure con Karin. Forse. Ma, per fortuna, lei era normale e non avrebbe mai chiesto al suo fidanzato di fare una cosa del genere. Mai.

Però Hinata sì, perché lei non era normale.


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Angolo dell'autrice:
Mi scuso per aver postato il capitolo così tardi, ma non ho avuto molto tempo (poi ho cominciato anche altre due fic:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1247609&i=1  Perfect boy evolution, comica, demenziale e con rating verde; http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1255849&i=1 Ano Shoujo drammatica, che tratta argomenti delicati e con rating rosso).
Spero che questo capitolo non via abbia deluso, anzi, che vi abbia fatto ridere, perciò ditemi cosa ne pensate, lasciando una recensione, che mi fate un grande piacere!
A presto

Jen.

  
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