Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: feel the vibe    12/09/2012    7 recensioni
“Destiny. Hope. Believe. Stay Strong. Faith.
Solo parole, brevi concetti volti ad esprimere stati d’animo dovuti o semplicemente bramati, e desiderati. Nulla a che vedere con me al momento.
-Ma in fondo, che t’importa degli altri? Siamo noi due. Ci bastiamo.-
Beh,se siete abbastanza annoiati da voler leggere la mia storia, entrate pure, ma potreste pentirvene.”
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Avviso mia madre e le dico che studio da Sabrina. Si, col cazzo.
Arrivo. Suono il campanello.          
Mi aprono.
Mentre salgo penso a qualsiasi cosa orrenda possa esistere a questo mondo.
Arrivo al piano e ad aspettarmi c’e’ una donna, alta, bionda, con gli occhi verdi. Una bella donna.
Ma ha un’espressione estremamente triste e vissuta.
Mi accoglie con un largo sorriso. Ricambio.
“Sei davvero una bella ragazza. Ti chiami Audrey vero?”
Lusingata rispondo.
“Grazie signora, si, esatto. Non voglio esserle di disturbo. Mi scusi”
“No tesoro, tranquilla, Conor mi ha parlato tanto di te, e’ tutto l’anno che mi parla di te. E ha ragione. Sei una bellissima ragazza, e dolce.”
Io dolce? Bella?
Conor ha parlato di me a sua madre?
“La ringrazio molto signora.” E sorrido.
Ci sediamo in sala.
Inizia a parlare.
“Il padre di Conor e’ morto quando era piccolo, non l’ha mai veramente conosciuto.  Ora non e’ a casa. E’..”
Sospira.
“In ospedale.”
Occazzo. Cos’avra’?
Non mi oso a far domande. Mi sembra soffra gia’ abbastanza. Mi limito a soffrire  in silenzio aspettando che vada avanti.
“Ha una malattia…”
Altro sospiro.
“Un, cancro”
Tuffo al cuore. Mi manca il respiro.
Non riesco a trattenere una lacrima. Abbasso lo sguardo.
“Mi…mi, scusi.”
 Balbetto.
“Non volevo. Mi… mi perdoni.”
Non trattengo le lacrime.
“Lo abbiamo scoperto questa estate. E’ stato un brutto colpo.”
Mi avvicino a lei e l’abbraccio.
D’istinto. Non posso immaginare il dolore di una madre in queste condizioni. Ma continuo a stringerla.
“Ti vuole dvvero tanto bene. Ha detto di non dirti nulla, di non farti preoccupare.”
Oh, che idiota cazzo.
“Ma quando ti ho sentita al telefono non ce l’ho fatta. Scusami piccola.”
“No, la prego, non si deve scusare, assolutamente. Piuttosto sono io a chiederle scusa. Non dovevo.”
“No, sei una ragazza dolcissima, non ti preoccupare.” E sorride.
“Senti, penso che lui sarebbe contento di vederti, ti va di venire a trovarlo con me domani?”
Cazzo, si.
“Certo signora.”
“Chiamami Taylor.”
 
La mattina seguente mi vesto in fretta.
Sono le 9.
Prendo il pullman e vado da Taylor.
“Ciao tesoro.”
Mi accoglie gentilmente in casa.
“buongiorno.” Sorrido.
Deve essere duro per una madre. Lo e’ per me, non oso immaginare per lei.
“Su, prendiamo la macchina.”
Saliamo e si parte.
Ieri sera non sono riuscita a parlare con nessuno. Non ho mangiato. Ho litigato con tutti. E ho ritrovato le mie lamette.
Non ho chiuso occhio.
Arriviamo, finalmente.
Ci accompagnano fino alla sua stanza.
Entra prima lei. Dio, non riesco piu’ ad aspettare. Voglio solo abbracciarlo. Stringerlo.
Esce, e mi fa entrare.
Mi tremano le gambe. E ho gli occhi lucidi, mentre afferro la maniglia della porta, ed entro.
I muri sono grigi. C’e’ un piccolo televisore. Lui e’suun letto, piu’ lettino che letto.
Ha delle flebo al braccio.
Quando mi vede sorride. Ma e’ un sorriso triste.
“Non volevo che lo sapessi cazzo.”
“Sei un idiota se pensavi che non avrei cercato di scoprirlo.” Gli dico tra le lacrime.
Apre le braccia e mi ci butto. Piango.
Sono egoista. E’ lui che dovrebbe piangere, non consolare me. 
“E’ la kemio. Mi rende estremamente debole”
Mi passa la mano tra icapelli.
“Le vedi queste?” mi indica delle zone prive di capelli sulla sua testa.
“E’ sempre la kemio”
“Conor, io ci saro’. Sempre.”
Gli dico. Mi sto asciugando le lacrime. Devo essere forte. Per lui.
“Io ti amo Audrey.” Mi dice appoggiandomi una mano sul viso.
“Anche io ti amo Conor Paul Maynard. E te lo ripetero’ sempre, anche quando questo sara’ tutto finito.”
Perche’ finira’, guarira’, lo so. Deve.
Mi bacia.
E’ gelido.
Chiamo mia madre.
Per la prima volta sono sincera con lei.
Le spiego la situazione.
Mi permette di rimanere qui per la notte.
Mi addoremnto sul suo petto.
 

 
Suona la sveglia. Cazzo. Devo andare.
Dopo scuola andro’ da Sabrina.
Mi deve parlare.
Sono tre mesi che Conor fa la kemio.
Se tutto va bene tra un mese dovrebbe terminare.
Oggi mi tremano le gambe. Non so perche’.
“Hey Aud.”
Chris.
Stronzo.
“Vai dalla tua puttana.”
“No Aud. Ti chiedo scusa. Per tutto, per qualsiasi cosa.”
Troppe volte ho perdonato quest’anno. Davvero troppe.
“Non posso Chris. Mi hai abbandonata completamente. Sei andato dalla tua bella Lola. E Sabrina, e Austin.”
“Pensavamo che stando con Conor, non volessi piu’ stare con noi.”
Cosa minchia dice!
“Allora non avete capito un cazzo di me. E di lui.”
“Come sta a proposito? E da parecchio che non si vede.”
Non sono cazzi suoi.
Non gli rispondo e me ne vado.
Lo sento chiamarmi, ma non mi giro.
All’uscita da scuola c’e’ Sabrina che mi aspetta.
“Ciao Aud.”
“Ciao Sabri.”
La guardo negli occhi, verdi, bellissimi.
Lei fa lo stesso.
Ci abbracciamo.
“Mi sei mancata.”
“Anche tu, non immagini quanto.”
“Scusami.”
E’ sincera. Sta piangendo. La abbraccio di nuovo.
Mi e’ mancata tantissimo.
“Andiamo.”
 
Arrivate a casa sua iniziamo a parlarci.
CI raccontiamo tutto.
Parliamo come se dovessimo liberarci di enormi pesi.
“Austin, penso di amarlo. E’ il ragazzo piu’ dolce che abbia mai visto.”
Quando parla di lui le si illuminano gli occhi.
“L’altra sera, e’ stata la sera piu’ bella della mia vita. Sono andata a dormire da lui”
Si accenna un sorriso sul viso.  Sorrido anche io. Sapendo cosa sta per dirmi.
“E’ stato dolcissimo. Non c’erano I suoi genitori. Prima abbiamo guardato un film, poi siamo usciti a guardare la luna. E poi.. e’ stato stupendo. Ti giuro.”
Gli occhi verdi sono ancora piu’ vividi.
“Sono contenta per voi.”
Sinceramente, stanno bene insieme.
“Conor, quando ha cantato per te. A Londra. E’ stato dolcissimo!”
Gia’.
Un tuffo al cuore.
“Adesso come sta?”
Preferirei non rispondere.
Ho gli occhi lucidi. Penso che se ne sia accorta.
“Ma e’ grave? Ti prego, non lo diro’ a nessuno.”
Non riesco a non piangere.
“Sta facendo la kemio”
Sputo fuori le parole tutte d’un colpo come se stessi vomitando.
“Oddio. Scusami.”
Mi abbraccia.
Suona il telefono.
E’ Taylor.
“Aud, vieni subito in ospedale, ti prego. Ha avuto una ricaduta. Chiede di te.”
Mi alzo e senza dire nulla a Sabrina mi sciugo le lacrime, ed esco.
Di corsa.
Prendo il primo pullman .
Arrivo all’ospedale. Sono le 23.
Trovo Taylor fuori dalla stanza.
“Lo devono operare dicono. Tra poco iniziera’ l’intervento. Chiede di te.”
Entro.
Non lo trovo peggio di come l’avevo lasciato. Ancora qualche ciocca di capelli biondo cenere.
Ha gli occhi spenti.
Pallido.
Alza lo sguado.
Mi avvicino al suo viso e lo bacio.
Prima in fronte, poi sotto l’occhio sinistro. Ed infine sulle labbra.
“Volevo solo che sapessi che io ti amo. Se, insomma, se non dovessi farcela. Sei stata una delle cose piu’ stupende che mi siano successe. Mi hai cambiato. Ti amo.”
Piango. Non voglio pero’.
Mi asciugo le lacrime.
“Non lo pensare nemmeno, andra’ tutto per il meglio, e tra un mese sarai di nuovo con me, tra le mie braccia, distesi su un prato, a guardare il cielo.”
Sorrido. Mi sforzo.
“Ci saro’sempre per te.Ti ricordi cosa mi hai detto una volta?”
Singhiozzo.
Ripetiamo insieme.
“Siamo io e te, ci bastiamo.”
Lacrime.
“Insieme. Sii forte per me. Ti prego.”
Sorride.
Un ultimo bacio.
Arrivano due dottori.
Lo portano in sala opertoria.
Aspetto fuori con Taylor.
Quattro ore.
Non reggo piu’. Non penso di aver mai pregato cosi’ tanto.
Non penso di aver mai pregato veramente.
Arriva un dottore.
La luce della sala operatoria si spegne.
Taylor non alza lo sguardo.
Ha ancora le mani giunte.
“Il ragazzo”
Inizia a dire il dottore.
Mi si sta bloccando il battito cardiaco.
“Mi spiace, non, non ce l’ha fatta.”

 
Il mondo mi crolla addosso.
Taylor inizia a urlare.
Non la sento piu’, I miei singhiozzi coprono ogni rumore.
Tutto cio’ in cui credevo e’ crollato. E’ morto.
Con lui.

 
 

 
 
Al funerale c’era tutta la scuola.
Tutti cosi’ buoni con me adesso.
Ipocriti.
Non ho piu’ lacrime da versare.
Non provo piu’ nulla.
C’e’ anche mia madre. E’ dietro. Forse mi capisce. Quando e’ morto lo zio.
Taylor mi stringe la mano.

 
Vado di corsa in bagno e tiro fuori la lametta. Faccio per passarla sul braccio, per far uscire tutto quel dolore. Vorrei morire. Vorrei essere morta io.
Un ricordo.
“Insieme. Sempre.”
Due parole. Dette quella notte.
“Ci saro’sempre per te”.
Ripongo la lametta.
Lui non voleva.
Non avrebbe voluto.
Posso, devo, farcela. Per lui.

 
La musica parte. Impugno il mio microfono.
Ce la posso fare.
Esco.
Inizio a cantare. Sputo tutta l’energia proveniente dal cuore.
Non sono sola.
Lo so.
Lui e’ con me.
Voleva che I miei sogni si avverassero.
E I suoi.
“Turn Around, together, nothing can stop us now.”
 
Applausi.
 
L’aveva scritta lui. 









OK GENTE. FINE. ORA SIETE DAVVERO PREGATI DI RECENSIRE E DIRMI CHE NE PENSATE. NON E' IL FINALE CHE FORSE VI ASPETTAVATE, MA ERA TROPPO SCONTATO ALTRIMENTI. 
  
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