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Autore: Yuki Kiryukan    13/09/2012    8 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Eccomi qui, ad aggiornare con un nuovo capitolo! :D
Sono molto soddisfatta di me stessa, non credevo di riuscire a postarlo oggi! xD
Dunuque dunque. ..il precedente capitolo è finito lasciandovi l'amaro in bocca per MOLTI motivi...e mi dispice dirvi, che credo prorio che anche questo farà lo stesso! ^^''  
Il mio sadismo è alle stelle utlimemente! xD Muahahaha!
Beh, a parte tutto, spero che nonostante tutti gli stravolgimenti che sto apportando, la storia continui a piacervi! Mi impegno sempre nello scrivere per soddisfare più o meno le vostre aspetattive! 
Purtroppo, devo informarvi che da domani non avrò il computer per qualche giorno...quindi per il prossimo capitolo bisognerà attendere un pochino! :( Scusate! >.<
Detto questo, vi lascio alla lettura, sperando che il capitolo sia di vostro gradimento! :)
Aspetto le vostre recensioni e i vostri commenti! :D
Un baciooooo!! 
Yuki! 


                                                       Fuga & Rabbia 




Misa Albam aveva l’orecchio poggiato al pesante portone blindato della sua cella. Stava spingendo al massimo la lunghezza delle catene, e le dolevano i polsi e le caviglie.

Tamburellava le dita pallide, che potevano quasi essere definite scheletriche, sul metallo liscio e freddo del portone, in attesa di...qualcosa.

Qualsiasi cosa.

Un suono, un rumore, delle voci... Qualcosa che le spiegasse a cosa fosse dovuto il trambusto che aveva avvertito fino a poco prima.

Deve essere successo qualcosa, pensò, riducendo gli occhi a due sottili fessure.

E non era un presentimento. Ne era sicura.

Cercò di concentrarsi ancor di più, e di aguzzare l’udito sopraffino dei Chimeri. Che fosse finalmente arrivato il momento in cui avrebbe lasciato quella maledetta prigione?

Ma dall’esterno non sentiva provenire alcun rumore. Il trambusto di poco prima aveva lasciato spazio al silenzio.

Poi, qualcosa cambiò.

Sentì un tonfo sordo, come qualcosa che cade a peso morto a terra. Poi un altro, ed un altro ancora. Poi, una serratura scattare, e il pesante portone emise un cigolio stridulo, aprendosi dall’esterno.

Misa sussultò, ed istintivamente si allontanò indietreggiando, e poco ci mancò che non inciampasse sui suoi stessi piedi. Cosa che infine accadde, poiché scivolò sulla catena che le cingeva la caviglia sinistra.

Mentre atterrava di sedere, una figura conosciuta entrava nella sua cella.

La riconobbe subito, anche se era cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista: caschetto biondo che le seghettava il collo, occhi verde acqua, fisico atletico e slanciato, ma dalle forme ben definite.

Misa restò di stucco  << Eleanor...? >> farfugliò confusa.

La ragazza di fronte a lei le sorrise vittoriosa  << Ehilà. Ti sono mancata? >>

Le si avvicinò con passo svelto e mostrando un mazzo di chiavi che teneva in mano, tolse le catene dalle caviglie e dai polsi della ragazza.

  << Cosa...cosa ci fai qui? >> le chiese Misa, ancora incredula  << Come hai fatto a... >>

La bionda la zittì   << A dopo le domande >>

Le prese un braccio e senza alcuna fatica la tirò su  << Sei diventata ancora più leggera di quanto ricordassi... >> constatò  << La tua permanenza qui non ti ha fatto molto bene eh... >>

Misa non sapeva ancora che rispondere.

Eleanor faceva parte di gruppo di Chimeri che aveva visto si e no cinque volta da quando era diventata tale, capeggiato da una certa tizia di nome Elizabeth, che non le stava particolarmente simpatica.

  << Siete venuti a prendermi... >> disse infine, sospirando di sollievo  << Ci siete tutti? Anche il tuo gruppo... >>

La bionda annuì  << Lui ci ha voluti tutti. Anche perché abbiamo il compito di rapire quella ragazza dal sangue speciale... >>

Misa sobbalzò, senza saperne il reale motivo  << Parli di Rebecca? >> chiese, con la vocetta ancora più flebile del solito.

Eleanor si accigliò  << Non so come si chiami, ma presumo sia lei >>

La ragazza chinò leggermente il capo, perdendosi nelle sue riflessioni.

Rapire Rebecca...

Sarebbe stata trattata proprio come era successo a lei, se non peggio.

Una parte di lei diceva che quella fosse giustizia. Un’ altra, le urlava invece, che l’unica cosa che aveva evitato che quei mesi diventassero un vero inferno, era stata proprio Rebecca, con la sua infinita dolcezza e premura.

Per un momento, si sentii sporca, e avvertì il dovere di prestarle aiuto.

Eleanor la riscosse dai suoi pensieri  << Dobbiamo andare, prima che mandino altri uomini >> disse in fretta.  Poi, cominciò a frugare nel borsone che portava a tracolla  << Non ho vestiti di ricambio, ma ti ho portato delle scarpe, così da poter correre meglio >>

Le passò un paio di scarpe da ginnastica, che Misa si infilò meccanicamente, senza nemmeno guardare.

Solo quando varcarono la soglia del grande portone che l’aveva relegata fuori dal mondo per due mesi interi, si accorse delle due guardie di sorveglianza stese a terra in una pozza di sangue.

Eleanor fece spallucce  << È stato facile >> spiegò con nonchalance.

Misa fissò ancora per qualche istante i corpi dei due uomini, poi si decise a seguire la bionda.   << Pensavo ci fossero molti più uomini di sorveglianza... >> osservò, guardandosi intorno, e vedendo i corridoi deserti.

Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse stancante correre a perdi fiato nelle sue condizioni debilitate. Aveva già il fiatone, e boccheggiava come un pesce fuori dall’acqua.

Eleanor se ne accorse e le passò una mano dietro la schiena, incitandola ad andare avanti.   << Oh, prima ce n’erano. E molti >> le rispose poi, e sue labbra si piegarono in un sorriso complice  << Ma sono accorsi tutti al terzo piano >>

Misa non capì  << Perché? >>

  << Perché i ragazzi hanno fatti da diversivo >> le spiegò con aria scaltra  << A quest’ora staranno già combattendo >>

La ragazza si accigliò  << Oh... e tu...? >>

  << Io ho aspettato dall’esterno che la situazione diventasse favorevole >> continuò, guardando la strada davanti a sé   << Quando è arrivato il momento, mi sono intrufolata nell’entrata secondaria. Tanto quello scemo di Dean, che tanto scemo non è,  aveva già disattivato il sistema di sicurezza, e mi sono facilmente sbarazzata degli incapaci che dovevano essere le tue ”guardie” >> sogghignò divertita  << Devo ammettere che mi ero aspettata molto di peggio dal così temibile Red Shield! >>

Salirono le scale, fino al secondo piano, e la bionda non aveva smesso di sogghignare con aria fiera.

Misa non si unì alla sua risata.

Se in quel momento stavano combattendo...allora Zach aveva rivisto Rebecca. Sospirò, chiedendosi sconsolata che razza di piega avrebbero preso le cose da quel momento.

Improvvisamente, si sentii una vigliacca. Lei stava scappando quando era in atto un simile putiferio?

Le brave ragazze non scappano.

Poi, la loro corsa, venne fermata da un forte urlo.

Entrambe si fermarono di scatto, aguzzando l’udito. Era il grido più agonizzante che Misa avesse mai udito. Dentro di esso vi era intriso il dolore e la disperazione allo stato puro.

Rabbrividì fino alla punta dei capelli quando riconobbe quella voce.  << R...Rebecca...? >> bisbigliò, incredula.

Eleanor la guardò con fare indifferente  << Ah si? Beh, a giudicare da quanto grida, sta avendo quel che si merita >> commentò con menefreghismo.

Per qualche arcano mistero, quella frase così acida la fece innervosire.

Non conosci Rebecca. Non sai che tipo è. Non puoi permetterti il lusso di simili insinuazioni!

Si stupì lei stessa dei suoi pensieri. Da quando prendeva le difese di Rebecca?

  << Dai andiamo >> disse poi Eleanor avanzando, ma tornando sui suoi passi quando si accorse che non era seguita.   << Mi hai sentita? >> le chiese, sospirando spazientita.

Misa si voltò verso di lei, inclinò leggermente la testa di lato come era solita fare, e corrucciò la fronte   << Voglio andare dove sono gli altri >> disse.

  << Come? Non se ne parla. Debilitata come sei, non saresti affatto d’aiuto. Noi li aspettiamo fuori, come prevedeva il piano. Vedrai che sapranno cavarsela >>

Misa scosse la testa con decisione, insistendo come una bambina capricciosa.

La verità, era che non voleva essere tanto di aiuto ai suoi fratelli, bensì a Rebecca. Già si immaginava lo stato in cui poteva essere ridotta a giudicare dalle sue grida disperate.

  << Sono a corto di pazienza, Misa >> la riprese Eleanor  << Vuoi mandare a monte il piano per un tuo capriccio? >>

Lei la guardò come una bambina a cui era stata negato un gioco, quasi con gli occhi lucidi   << Fa come vuoi, vado da sola >>

Detto questo, le diede le spalle, lasciandola indietro senza badare ai suoi richiami, che ben presto si tramutarono in volgari imprecazioni.

Poteva anche essere debilitata e debole, ma la sua agilità nei movimenti era rimasta invariata, sebbene provasse molta più fatica del solito.

Mentre si dirigeva verso il terzo piano, senza sapere nemmeno il reale motivo per cui avvertiva il chiaro bisogno di andarle in aiuto, si ripeteva due sole frasi.

Le brave ragazze non scappano.

Le brave ragazze sono riconoscenti.
 
 
 
                                                   *********************************
 
 
 
 La mia mente si riempì di ricordi.

Il primo volto che mi comparve davanti fu quello dolce e sorridente di Zach.

Rivissi i momenti in cui mi era stato vicino, le sue carezze sulla pelle, il calore del suo corpo sul mio, quel suo tocco che mi mandava in paradiso...

Lo rividi a casa sua mentre curava Amy dalla ferita infertole da Misa. Rividi la passione nei suoi occhi scuri, e quella determinazione a volerla curare.

Poi, vidi anche Ryan. Ma scorsi ciò che si nascondeva dietro la sua corazza da duro impassibile. Quel lato premuroso e possessivo, votato unicamente ad Amy.

Già...Amy.

Il suo sorriso a trentadue denti che spruzzava ottimismo e determinazione da tutti i pori, le sue parole gentili ma decise che mi avevano fatta rialzare così tante volte...

Adesso non c’era più.

La sua immagine sorridente si sovrappose al corpo sanguinante steso a terra.

Ancora non riuscivo a credere che fosse lei quella a terra. Non riuscivo ad identificarla in quel corpo straziato dalla lama.

Scostai lo sguardo in basso, rivolgendolo al sangue scarlatto che fuoriusciva dal suo petto, espandendosi a terra in una macchia scura. Ne intrisi una mano, che si ricoprì del suo sangue. Non mi stavo sbagliando. Non era un incubo.

Era reale.

Poi alzai gli occhi, ed incrociai lo sguardo di Ryan. L’avevo immaginato urlare ed imprecare, pronto ad uccidere Zach nel modo più doloroso possibile, invece era immobile, come una statua, che guardava con uno sguardo che non riuscii a decifrare il corpo della ragazza che credevo amasse.

Gli occhi azzurri erano tornati freddi come un tempo.

Poi, in un ultimo disperato gesto, guardai Zach. Me ne pentii subito.

Avrei potuto continuare a nutrirmi dei ricordi in cui il ragazzo di cui mi ero innamorata era sorridente e diceva di amarmi, invece, guardandolo negli occhi in quel momento, anche quelle flebili immagini andarono in frantumi.

Furono sostituite da uno Zach inespressivo e dallo sguardo assassino. Uno Zach che aveva appena trafitto Amy.

Solo successivamente, mi resi conto di stare urlando a squarcia gola.

E non solo io.

Le mie grida si unirono a quelle di Susan e Kim, alle imprecazioni urlate di Derek e Kyle, che venendo in mia direzione, afferrandomi per le spalle mi allontanò da Zach e dal corpo di Amy.

Non riuscii a capire bene ciò che successe dopo.

Sentii un trambusto infernale, delle grida, colpi di pistola, e rumori di tanti passi. Dovevano essere arrivati ri rinforzi, dalle sonore imprecazioni di Richard, che tuonava ordini a destra e a manca.

Io ero impassibile. Guardavo il corpo di Amy e basta.

E man a mano che quello spettacolo terrificante mi marchiava a fuoco l’anima, dentro di me sentivo ribollire qualcosa.

Il mio corpo fu scosso dai tremiti, e persi il controllo del mio organismo.

Mettendo a fuoco ciò che mi circondava, notai l’intera squadra degli arcieri sulla sinistra, scorgendo anche il viso pallido di Evan. Altri tiratori scelti erano intervenuti capeggiati da David, che guardava sconvolto il corpo di Amy.

Lo vidi serrare la mascella, e puntare il mitra che aveva in mano contro qualcuno.

La presa di Kyle mi abbandonò, e lo scorsi correre come un forsennato in direzione di Zach e Ryan, con la spada alzata. Proprio come stavano facendo Derek e Susan.

La scena mi sembrava ovattata, e vedevo sfocato per colpa delle lacrime che solcavano il mio volto.

Quella non era la loro battaglia. Non dovevano immischiarsi.

Osservai il viso teso di Zach che si preparava a fronteggiarli, e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata.

Quella, era la mia battaglia.

La rabbia esplose dentro di me, travolgendomi come un fiume in piena. Il dolore e  l’incredulità lasciarono spazio ad uno odio e ad una sete di vendetta tali, da farmi perdere completamente il controllo.

Fu peggio di quanto appresi la notizia della morte di Mark. In quel momento, ero molto più arrabbiata.

Zach aveva ucciso Amy...

Il ragazzo che credevo di amare aveva appena ucciso la mia migliore amica!

Armata di una forza derivante solo dall’odio puro, raccolsi la spada che mi era caduta a terra, e la strinsi talmente forte che mi dolse la mano.

Ma non badai al dolore.

Zach era stata la prima persona per la quale avevo provato un amore così forte ed incondizionato, ma era anche la prima per la quale mi capitava di provare un odio così intenso.

  << Fermi tutti!! >> urlai, senza riconoscere nemmeno io la mia voce.

Mi alzai, sperando che le mie gambe tremanti non mi tradissero, e puntai la spada conto l’assassino.

Lo vidi prima sgranare i grandi occhi neri, e poi ridurli a due fessure,  rivolgendomi  uno sguardo intenso, che mi perforò il cuore.

Io non mi feci intimorire. Nulla, arrivati a quel punto, mi avrebbe fatta più tornare indietro.

Ormai, non avevo più paura.

È per te Amy. Soltanto per te.

Gli rivolsi uno sguardo truce, il più maligno che avessi mai lanciato a qualcuno, gettandogli addosso tutto l’odio che provavo in quel momento.

  << Che nessuno osi intromettersi. A lui ci penso io >>

  
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