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Autore: Espen    13/09/2012    14 recensioni
[STORIA SOSPESA]
Jordan Grennway: ottimo studente dell'università di matematica di Tokio, gentile e sempre disponibile.
Xavier Foster: capo di una delle bande criminali più pericolose di Tokio, arrogante e sicuro di sè.
All'apparenza questi due ragazzi non hanno niente in comune, ma se il destino li facesse incontrare? Cosa potrebbe succedere?
Tratto dal primo capitolo:
"Jordan si bloccò quando incontrò gli occhi del suo interlocutore: non riusciva a definirne il colore, erano un misto tra il grigio e l’acquamarina…. In una parola fantastici. Il suo sguardo si posò sul suo viso, i capelli mossi rossi creavano un perfetto contrasto con la pelle molto pallida, tre ciuffi gli ricadevano sul volto dandogli un aspetto più affascinante" -
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Salve gente! Sono di nuovo io: Ice Angel! ^^
Ed eccomi qui con una fic!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya , Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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                                                                                                                   Capitolo 5
                                                                                            Ritardi e la prima lezione


Se c’era una cosa che Jordan odiava particolarmente era il mercoledì sera, perché non facevano mai niente di interessante in Tv. Ma Atsuya e Shirou erano andati via, e non poteva invitare lì i suoi amici per colpa degli Inazuma Bad. Non gli sembrava il caso di far correre il rischio di una rapina ad Haruna oppure Nathan.
E così alle nove stava facendo zapping alla TV in cerca di qualche programma decente finchè non andò in un canale dove una notizia al telegiornale rapì la sua attenzione:
“Svaligiata la Banca del Giappone. Si pensa che i colpevoli di questo fatto sono stati la famosa banda criminale nominata Inazuma Bad poiché alcuni testimoni riferiscono di aver visto un gruppo di sei ragazzi aggravarsi intorno alla banca di notte.”
Il ragazzo ascoltò attentamente la televisione, avevano fatto un lavoro pulito: disattivato le telecamere, niente impronte digitali e non c’erano testimoni. Gli Inazuma Bad si erano pienamente guadagnati il titolo di gang più pericolosa di Tokio. E sapere che in quel momento potevano essere sul marciapiede davanti a casa sua, non lo faceva stare tranquillo. Ripensò a quello che era successo un paio di giorni prima con Xavier, proprio sul divano su cui era seduto adesso; quando si era ritrovato sotto di lui  aveva provato una strana sensazione, oltre all’imbarazzo, come se gli avesse fatto piacere.
Arrossì vistosamente a quel pensiero. No, non poteva provare piacere verso quel… pomodoro rosso!
Cercò di scacciare quel pensiero volgendo lo sguardo per la stanza e notando i libri di fisica e matematica che lo guardavano minacciosi. Erano le nove e mezza di sera e lui doveva fare ancora tutti i compiti. Così raccolse tutta la sua volontà e cominciò a scrivere su quei giganteschi libri. Più scriveva e più le sue palpebre tendevano a chiudersi e, verso mezzanotte, si addormentò sui libri.

Furono i primi raggi di sole che penetravano dalla finestra a svegliarlo, un po’ infastidito il ragazzo aprì gli occhi e buttò lo sguardo sull’orologio appeso alla parete: 5.30.

Dopo aver sbadigliato decise di dormire quell’ora che gli restava sul divano, solo per fatto che era troppo stanco per andare nella camera da letto.
Il traffico cittadino rimbombava nelle orecchie di Jordan.
Un attimo…traffico di mattina presto?
Il verde spalancò gli occhi e guardò l’orologio, con grande sorpresa notò che erano già le sette. 
                                                                                        E questo significava che doveva correre.
 

La professoressa stava facendo l’appello, Haruna guardò il posto accanto al suo, era vuoto. Jordan non era mai mancato a scuola, tantomeno se quel giorno c’era una verifica importante.
-Jordan Greenaway.- il professore di fisica era arrivato a lui con l’appello, e dopo qualche secondo di silenzio la porta si spalancò e mostrò un verde di nostra conoscenza sudato e con fiatone.
-Pre… presente! Scusi il ritardo prof!- esclamò cercando di riprende fiato e avviandosi al suo posto sotto le occhiate dei suoi compagni e dell’insegnante.

Erano nel cortile della scuola e stavano parlando dei programmi che avevano per le imminenti vacanze invernali quando Haruna ebbe un’idea geniale :-Ragazzi, vi va di passare le vacanze nella mia casa a Okinawa?-
Nathan e Tachimukai accettarono entusiasti la proposta, mentre Jordan rivolse all’amica un occhiata preoccupata, ma lei gli sussurrò:- Tranquillo, la città è dalla parte opposta dell’isola di Zamami*-
Zamami non era altro che il paese natale di Jordan e non aveva voglia di ritornarci, soprattutto perché avrebbe rischiato di incontrare lui, suo padre. La persona che odiava di più al mondo e la causa principale di tutte le sue sofferenze. E poi secondo la gente della sua città, lui era scappato e, probabilmente morto, sarebbe stato difficile da spiegare la sua improvvisa e inaspettata apparizione se qualcuno lo avesse riconosciuto.
Nel sentire l’affermazione il ragazzo sospiro sollevato e accettò la proposta dell’amica. Forse una vacanza gli faceva bene, tra lo studio e gli Inazuma Bad era leggermente stressato.
La prima cosa che Jordan fece quando arrivò a casa fu controllare l’orologio: era l’una e quaranta, aveva ancora un paio di ore prima di andare dal suo primo cliente. Un ragazzino lo aveva chiamato la sera prima per delle ripetizioni di matematica e lui aveva accettato subito (forse con fin troppo entusiasmo) siccome gli servivano i soldi per pagare l’affitto. L’unica cosa che non capiva era dove aveva sentito il nome di quel ragazzo, Austin Obst; forse ne aveva parlato Hikary dato che era un suo compagno di classe.
Decise di non pensarci più e si preparò un bel piatto di riso, ma proprio quando stava per mangiarlo bussarono alla sua porta.
Ma chi cavolo bussa a quest’ora?
Forse era Atsuya, ogni tanto veniva da lui quando il fratello non c’era e mangiavano insieme perchè lui non era per niente bravo a cucinare.
Infatti si sorprese nel vedere in viso sorridente della sua sorellina e dietro di lei Hikary.
-Ciao nee-san! Possiamo entrare?- chiese Miriam sfoderando uno dei sui sorrisi a trentadue denti. E questo significava che le serviva qualcosa. E questo Jordan lo sapeva, sua sorella era molto ruffiana se voleva.
-Che cosa volete?-
Era un risparmio di tempo evitare tutte quelle moine e falsi complimenti inutili. 
-Ecco…- cominciò la verde entrando nell’appartamento e accomodandosi sulla sedia vicino al tavolo :- sappiamo che per le vacanze natalizie vai a Okinawa, vogliamo venire anche noi.-
Il ragazzo prima di rispondere con un sonoro no alla proposta della sorella, si chiese come quelle due pesti sapessero dei suoi piani. Che fossero delle spie?
Ormai ci si poteva aspettare di tutto da quelle bambine.
-Ero sicura di questa tua risposta, quindi che ne dici di trattare? Potresti trarne beneficio.-
In quel momento Miriam sembrava un capo di una qualche azienda importate che parlava ad un suo dipendente: i gomiti piantati sul tavolo, il mento sopra le mani giunte e gli occhi azzurri che cercano di penetrarti l’anima.
Il ragazzo si sedette di fronte alla bambina e lei continuò il suo discorso:- Se tu ci porti in vacanza noi ti lasceremo in pace per due settimane!-
-Facciamo due mesi.- ribattè il verde.
- Quattro settimane!-
-Un mese e mezzo!-
-Uff… andata.- concluse Miriam stringendo la mano del fratello.
-Quindi devo chiedere ad Haruna se ha altri due posti liberi, giusto?-
-Tre in realtà- esclamò Hikary, che fino a quel momento era rimasta in silenzio:- la mamma ultimamente è un po’ nervosa, magari una vacanza le fa bene.-
-Ok, io chiedo, ma non vi assicuro niente!- concluse il verde finchè faceva uscire le bambine e finiva di magiare il riso.

Due ore dopo era davanti alla “casa” del suo allievo.
Sì, tra virgolette perché quella non era una casa, ma una villa con tanto di giardino e piscina!
E questo metteva il povero Jordan in soggezione, non gli erano mai piaciuto i luoghi eccessivamente grandi. Anche il Sun Garden, la prima volta che lo aveva visto gli era apparso enorme e gli aveva trasmesso un senso di inquietudine. Ovviamente col tempo ci aveva fatto l’abitudine e adesso l’orfanotrofio era la sua casa, dove andare quando ha bisogno di aiuto.
Suonò al campanello e, una volta apertosi il cancello, si incamminò sulla stradina di ghiaia che portava alla porta della villa. Ad aprirgli fu un ragazzo con una capigliatura a forma di… alce? Non era grande, ma il verde si sentiva molto più piccolo in confronto a lui. Di certo non era lui Austin Obst, o almeno lo sperava.
-Austin! È arrivato quel povero ragazzo che ti deve fare le lezioni!- urlò il viola verso l’interno della casa.
Un attimo… povero ragazzo?
Che diamine significa quella affermazione?
Ma non fece in tempo a chiedersi altro poiché davanti a lui si presentò un ragazzino magro con i capelli mori e spettinati, gli occhi che lo guardavano tra un misto di paura e sorpresa.
-Piacere io sono Austin- si presentò il moro, anche se la sua voce era sicura, si poteva vedere benissimo che era molto agitato. Dopo essersi presentato a sua volta, il verde entrò nell’abitazione. Davanti a lui si sviluppava un lungo corridoio che terminava davanti a una porta di legno. Alla sua destra invece c’era un’arcata che andava in cucina, ed era proprio lì il luogo dove doveva dare ripetizioni.
Appena entrato nella stanza  aveva notato che c’era un autentico casino!
Cartoni di pizze, bottiglie di vodka o birra e avanzi erano sparsi su tutta la cucina! Ma il diciannovenne non si scompose più di tanto, ero abituato al caos, d’altronde fino a un paio di mesi prima aveva abitato con altri venti ragazzi.
-Non fare caso al disordine- il filo dei suoi pensieri venne interrotto da Austin :-Accomodati pure lì sulla sedia vicino al tavolo!-

Jordan Greenway aveva capito una cosa molto importante: Austin Obst era una vera frana con la matematica!
Ok, nessuno è perfetto, ma non sapeva nemmeno la tabellina del quattro! Persino sua sorella ci era arrivata a quel punto!
Chissà come aveva fatto ad essere promosso fino in terza media, forse copiava i compiti dagli altri…
Così aveva passato un ora a fargli imparare le tabelline, nella speranza che la prossima volta le sapesse.
-Ehi Austin hai finalmente trovato l’insegn- tu?!- in cucina era entrato l’ultima persona che Jordan pensava di incontrare lì: capelli rossi e viso pallido, Xavier Foster era davanti a lui con un espressione molto sorpresa.
-Sì, io al contrario di te mi guadagno da vivere onestamente! Tu piuttosto che ci fai qui?- esclamò il verde.
-Si dia il caso, pistachietto, che questa sia casa mia!- rispose Foster con fare saccente.
E l’altro ragazzo si pietrificò: ecco dove lo aveva già sentito il nome del suo allievo!
Stava dando delle ripetizioni a un criminale!
-Quindi questa è la casa degli Inazuma Bad.- constatò con un tono apparentemente tranquillo, anche se dentro di se sapeva che
                                                                                            quelle lezioni sarebbero state più dure del previsto.
*= Zamami è un villaggio nel distretto di Shimajiri, nelle isole di Okinawa.

 

Angolodell'autricestrampalata
Buonasera gente!
*le vengono lanciati pomodori, grilli, porte, sedie e tutta la saga di Twillight*
Ok, sono in ritardo!!!!
Ma Kally, la mia ispirazione, non ne voleva sapere di venire così è venuto fuori questo obrobrio!!! T.T
Perdonatemi! *si inchina e chiede umilmente perdono*
Comunque questo era un capitolo di passaggio per il prossimo, dove il nostro Jojo andrà a Okinawa ^^
E lì ne succederanno delle belle!!!!

Ma non vi anticipo altro U.U
Vorrei ringrazire tutte le persone che hanno messo la mia fic tra le preferite/seguite/ricordate!
Adesso vado che mi devo preparare la borsa per la scuola! *sale sopra la sue fenicie Flare e vola via*
Un abbraccio abbraccioso
Ice Angel (sopra la sua fenice)






  
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