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Autore: Strawberry Swing    15/09/2012    1 recensioni
< Vi è mai capitato di salire su un qualsiasi mezzo pubblico, che sia pure un autobus o un treno e non avere assolutamente niente da fare se non guardare le persone? [...] Insomma, sull’autobus si può incontrare davvero di tutto. Ed è per l’appunto su un autobus che ho fatto l’incontro che mi cambiò definitivamente la vita. >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo 20.

Al mattino fui la prima a svegliarmi. Avevo dormito con Camilla in un lettino singolo e la feci praticamente rotolare giù dalla foga di alzarmi. Preparai una colazione abbondante per tutti e, come avevamo prestabilito, uscii di casa alle 7.30 per andare a comprare gli skipass nel centro del paese, al fine di evitare la coda sulle piste. Quel mattino faceva particolarmente freddo, ma era una sensazione piacevole perché contrastava il calore che il mio corpo emanava a causa della felicità che provavo quel giorno. Davanti alla neve mi illuminavo come un bambino davanti ai regali di Natale. Comprati gli skipass, mi attrezzai anche di brioche e qualche giornale per quelli che non sarebbero venuti sulle piste. Tornata a casa erano ancora tutti mezzi addormentati ma almeno erano in piedi, richiamati dalla caffettiera che fischiava come fanno i moscerini con la luce.
Mangiammo i cornetti e, sempre su mia sollecitazione, riuscimmo a prepararci in tempo per arrivare alle piste da sci. Stefano e Matteo continuavano a chiudersi nella cameretta che condividevano con Leonardo, parlottando tra loro e furono gli ultimi a uscire di casa. Dopo aver ricevuto entrambi uno scappellotto da parte mia per la loro lentezza, corremmo alla fermata del bus, che fortunatamente riuscimmo a non perdere.
Quando arrivammo alle piste da sci a quota 1400 (nome di una delle stazioni sciistiche del paese) accompagnai Athena ad affittare le sdraio per se stessa e i due piccioncini che non sciavano, lasciando gli altri alle prese con l’affitto dell’attrezzatura. Verso le 9.15 riuscimmo a partire.. Ben presto lasciai gli altri indietro, accompagnata solo da Matteo che come me aveva fatto degli anni di agonistica. Era una giornata fantastica, c’era un sole pazzesco ma faceva abbastanza freddo affinché la neve non si sciogliesse troppo. La mattinata passò in fretta, avendo deciso di sciare il più possibile per sfruttare la neve migliore. A pranzo ci fermammo al bar di 1400 per mangiare con i ragazzi che non sciavano.
Trovammo subito Athena in maglietta a maniche corte che tentava disperatamente di abbronzarsi il viso, protetta da una patina di crema bianca sul naso e sotto gli occhi mentre Alessandro e Mariella non si vedevano da nessuna parte. Athena disse che non sapeva dove fossero finiti gli altri due e così, seguita da Matteo, mi avventurai alla loro ricerca, zigzagando tra gli sci lasciati vicino ai bar e le sdraio occupate. Non riuscimmo a trovarli da nessuna parte e alla fine decidemmo di tornare dagli altri per poter mangiare tutti insieme. Come dico spesso, un mix tra la mia sbadataggine e la sfortuna è veramente efficace per infilarmi nelle situazioni peggiori, così inciampai sui piedi di un tipo, finendo lunga distesa.
Matteo iniziò a ridere di gusto, trattenendosi addirittura la pancia.
-          E tu saresti un uomo? Dovresti aiutarmi invece di stare lì a ridertela. -
-          Ahahahahaha! Ma sei così buffa, hai la neve ovunque. –
Gonfiai le guance sbuffando, tolsi la neve dal viso e, appena riuscii ad alzarmi, mi allontanai barcollando sugli scarponi, finendo addosso a una ragazza.
-          Deborah! Cosa fai qua? Tu odi sciare! –
-          Cugina! Lo so, però a Giulio piace tanto. –
Sorrisi falsamente a mia cugina con una smorfia quando due braccia mi strinsero da dietro.
-          Soph, non mi presenti la tua amica? –
-          Matteo, questa è Deborah, mia cugina. –
-          Piacere! Tu devi essere la famosa cugina! –
-          E tu sei Matteo. Non ho mai sentito parlare di te. Da quanto state insieme? –
-          Noi non stiamo insieme. –
-          Ah!  Ma allora sei single!! Si potrebbe combinare qualcosa.. –
Deborah lo guardò ammiccante, sorridendo appena. Alzai gli occhi al cielo. Non le bastava il mio ex ragazzo, adesso mi rompeva pure le palle per Matteo. Appena vidi Giulio in lontananza feci l’ultima cosa che mi sarei mai aspettata di fare.
-          Ehi! Giulio! – Dopo averlo chiamato urlando, mi avvicinai a lui sorridendo radiosa, lasciandolo a fissarmi interdetto.
-          Sophie. Quanto tempo. Come stai? –
Risposi cordiale alle sue domande, notando il suo crescente imbarazzo e gustandomelo tutto con una vena di sadismo, quando mi accorsi che né Deborah né Matteo ci avevano seguiti, rimanendo a chiacchierare vicini vicini qualche metro più in là. Diventai tutta rossa e, afferrato Giulio per una mano, lo trascinai fin dai due piccioncini.
-          Ecco dove avevi lasciato il tuo ragazzo! Debby, Giulio ti cercava come un pazzo. –
Divenne subito rossa peperone, spostando lo sguardo da me a Giulio mentre Matteo rideva apertamente.
-          State di nuovo insieme vero? – interrogai Giulio.
-          Perché di nuovo? – Debby mi guardò stranita.
-          Ma allora non vi eravate lasciati quando lui ci ha provato spudoratamente con me. –
-          Lasciati? No, eravamo in una pausa di riflessione. E lui mi ha detto che ci hai provato tu. –
-          A me fa schifo Giulio. Ed è per questo che ci provavi con lui? Matteo è off-limits. Capito? –
-          Ma non avevi detto che non era il tuo ragazzo? Che t’importa? –
-          Cazzi miei. –
Matteo e Giulio fissavano il nostro battibecco, il primo ridendo di gusto mentre il secondo tratteneva Deborah per una mano, perché conosceva bene sia me che lei e sapeva perfettamente che stavamo sfiorando una rissa. Poco tempo dopo che lui mi aveva lasciato per mia cugina, a una cena di famiglia, ce l’eravamo date di santa ragione.
L’odio tra di noi era sempre stato evidente fin da piccole, tanto che non ci mettevano mai sedute vicine a tavola perché rischiavamo di tirarci i capelli.
-          Sei solo una puttana che non sa assolutamente cosa voglia dire dare piacere a un ragazzo. È per questo che Giulio ti ha lasciata per me. Io sono migliore. –
Stavo per ribattere quando Matteo, ormai serio, si mise in mezzo prendendo la parola:
-          Adesso basta. Non ti permetto di insultare Sophie ancora una volta. Lei è mille volte migliore di te. Andiamocene. Questi non meritano il nostro tempo. –
Mi afferrò una mano e prese a camminare, mentre io mi lasciai trascinare fissandogli la nuca, quando mi sentii chiamare. Impuntai i piedi nella neve e mi voltai, vedendo Giulio corrermi incontro e urlando il mio nome.
Appena ci raggiunse mi disse di volermi parlare in privato e quando io acconsentii, Matteo scoccò un’occhiata gelida a me e al mio ex, per poi andare verso gli altri.
-          Mi dispiace. Per tutto. –
-          Che intendi dire? Ormai quel che è fatto è fatto. –
-          Lo so. Ma mi sono reso conto di essermi comportato da stronzo con te. Sia quando ci siamo lasciati che prima di Natale. –
-          Acqua passata. –
-          Fammi parlare. Io ero davvero innamorato di te. Sei stata una persona veramente importante e ho sbagliato a lasciarti per lei, che non vale nemmeno una delle tue unghie. Per questo prima di Natale ti ho chiesto se volevi tornare con me, dovevo fare una prova. Avevo bisogno di avere la conferma che tu non mi volessi come ti voglio io. Non credo di amarti più, però sei stata e sei ancora una delle mie migliori amiche, la persona più importante della mia vita dopo la mia famiglia. Mi spiace averti fatto star male, mi sono comportato da stronzo e me ne pento. Spero solo che troverai la tua felicità. E che sia con quel Matteo o con chiunque d’altro.. vorrei solo che tu non mi odiassi più. E che potessimo avere di nuovo un rapporto di amicizia. Mi manca parlare con te. –
-          Sono commossa Giu. Manco quando stavamo insieme mi avevi mai fatto un discorso del genere. Sei stata una persona importante anche tu, per questo credo di non averti mai odiato veramente ma mi hai fatto stare troppo male. Non so se tornerà tutto come prima delle nostra storia, però mi fa molto piacere quello che mi hai detto. E per mia cugina.. condoglianze. Adesso devo andare. –
-          Non mi dai un abbraccio? In amicizia. –
-          Io.. ok. Un abbraccio. E non farmi tiri mancini. –
Quando avvolse le sue braccia intorno alla mia vita, capii di aver finalmente chiuso un capitolo della mia vita che, per quanto possa essere stato doloroso alla fine, aveva segnato gran parte della mia adolescenza come l’esperienza migliore che mi potesse capitare e capii che aver ritrovato un amico che avevo perso.
Ad un certo punto mi fece alzare i piedi dal pavimento e iniziò a ruotare mentre io ridevo di gusto. Cademmo tutti e due nella neve che mi finì persino in bocca.
-          Adesso devo andare. –
-          Matteo ti starà cercando. –
-          No, non lui. Ci sono tutti i miei amici che mi cercheranno. –
-          Fai pure la finta tonta. –
-          Ma che finta tonta? Ci vediamo Giulio, mi ha fatto piacere la nostra chiacchierata. Buon anno e buon rientro all’università. –
-          Anche a te. Ciao. –
Gli lanciai un ultimo sorriso e mi allontanai dirigendomi verso gli altri. Quando arrivai, Mariella e Alessandro erano di nuovo tornati mentre Stefano e Matteo mancavano all’appello.
-          Dove sono finiti quei due? –
-          Il che tu hai combinato? Matteo era nero quando è tornato e, dopo essersi messo gli sci, è partito da solo. Così Stefano l’ha inseguito e sono andati loro due. –
-          Non ho fatto niente.. –
Raccontai loro dell’incontro con Deborah e poi della mia conversazione con Giulio. Provai a chiamare Matteo e Stefano più volte ma nessuno dei due mi rispose, così decidemmo di andare a sciare noi, per i fatti nostri. Con Cami, Leo e gli sci ai piedi iniziammo il pomeriggio sulle piste, passando dure orette in giro. Manca un quarto alle 4 quando mi arrivò un sms di Stefano che mi diceva che erano appena arrivati dalle sdraio e che, visto che era andato via il sole nella vallata dove si trovavano i bar, volevano tornare in paese. Così noi facemmo l’ultima discesa e arrivammo al bar dove ci aspettavano gli altri.
Appena arrivai mi accorsi subito che l’umore di Matteo non era dei migliore. Se ne stava in un angolo, con una cioccolata calda stretta nelle mani e le cuffiette nelle orecchie mentre gli altri chiacchieravano nel tavolino affianco. Non mi degnò neanche di uno sguardo e, dopo aver posato gli sci che avevano affittato, andammo alla fermata del bus.
Matteo era sempre in disparte e, visto che non facevo altro che guardarlo, spinta da Cami e Athena che mi incitavano, andai da lui e gli tolsi una cuffietta dalle orecchie.
-          Foo Fighters? Mi piacciono molto. –
-          Ok. –
-          È successo qualcosa? Sei così silenzioso. –
-          Non è successo niente. Tanto non te ne saresti accorta, visto che stavi abbracciata a quello. –
-          Sei arrabbiato perché ho chiarito con Giulio? –
-          Non m’importa quello che fai. Sei solo un’idiota. Quello non ci penserà due volte a tradirti di nuovo. –
-          Vedi che non capisci proprio un cazzo? Non sono tornata insieme a lui. Si è scusato e basta. –
-          Ti ripeto che non m’importa. –
-          E allora smettila di fare l’offeso. Fammi un sorriso. Per favore. –
Non mi diede manco la soddisfazione di un sorriso ma il suo viso si distese un pochino, perdendo quel cipiglio scontroso che aveva fino a qualche istante prima. Piano piano, feci incatenare il suo corpo al mio, in un abbraccio e strofinai il mio naso sul suo maglione.
-          Non mi piace quando mi tieni il muso. –
-          Ok, sarò bravo. Promesso. –
Ricambiò il mio abbraccio e, appena arrivò il bus, era tornato tutto come quel mattino. Io e lui sempre azziccati e l’atmosfera di festa si era instaurata di nuovo nel gruppo.
Appena arrivammo a casa, ci fu la lotta per la doccia. In quanto avevamo solo un bagno e solo una doccia ed eravamo in otto. Feci andare tutti gli altri prima di me, da perfetta padrona di casa e finii per farmi la doccia fredda in quanto il boiler aveva ormai smesso di funzionare.
Quella sera, dopo aver cenato a casa, andammo al pub del paese, dove passammo la serata, tra una partita a freccette e una birra.



*Angolo dell'autrice.
Chiedo venia per l'incredibile ritardo.. Mi sento presa l'estate per studiare per i test di settembre e ho messo da parte gli aggiornamenti... Giuro, è stata un'estate incredibile, mi è successo di tutto!
Inoltre, non voglio tediarvi, ma ci sono rimasta un po' male che questa storia non vi abbia portato a recensire.. Da accanita lettrice di ff, posso affermare che io recensisco solo i capitoli e le storie che mi appassionano a tal punto da volermi congratulare di persona con l'autrice e pensare che nessuno abbia avuto questa voglia nei confronti di questa ff, mi mette un po' di tristezza.. che viene subito accantonata quando vedo il n di visite... 12 preferite, 1 ricordata e 35 seguite.. sono commossa! XD
Vorrei solo sapere maggiormente il vostro giudizio, così per farmi un'idea. Non riesco proprio a concludere questa storia.
Un bacio e a presto... promesso!
Giulia
  
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