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Autore: Daisy Pearl    16/09/2012    13 recensioni
Avete mai pensato che possa essere la cattiva la protagonista di una storia?
Marguerite non è nè santa nè dolce. Tutt'altro.
Lei sà giocare ad un gioco particolare, un gioco di sguardi ed è abituata a vincere.
Ma cosa potrebbe accadere se un paio di begli occhi verdi dovessero batterla per la prima volta in questo strano gioco?
Bè leggete e scopritelo!
Attenti agli sguardi!
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di...'
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Premetto che il capitolo non è molto lungo! Ho preferito accorciare gli ultimi capitoli in modo tale da renderli meno pesanti! Spero vi piaccia.
Questo sarebbe il capitolo finale perchè il prossimo sarà l'epilogo. La prima cosa che voglio fare è ringrziare che ha recensito lo scorso capitolo: 
Seree_SilviaXDdikeromakpinancywallacemonique89Kate KittyshadowdustElle ChanelPyrafederyca!

CAP 32

 
“Credi che lì dentro ci siano  davvero le risposte che cerchiamo?”
La mia voce distolse Dave dai suoi pensieri.
“Eh?” domandò non sicuro di aver compreso ciò che gli avevo chiesto.
“E’ da quando hanno portato via Alan che osservi quel quaderno senza aprirlo! Sembra quasi che speri che si apra da solo e che ti racconti lui stesso ciò che vuoi sapere!”
Mi sedetti sul divano accanto a lui e gli sfilai, con un rapido gesto, il quaderno dalle mani.
“Hei!” protestò
Accavallai le gambe e mi appoggiai comodamente allo schienale.
“Forse, se tu lo aprissi otterresti maggiori risultati!” lo canzonai facendo scivolare un dito sotto la copertina.
Dave si protese su di me per cercare di afferrare il quaderno, ma io allungai il braccio in modo tale che fosse al di fuori della sua portata.
“E’ mio!” asserì.
“In realtà è di Alex!” precisai con un sorriso divertito.
“Sempre a fare la precisina!” sbottò indignato.
“Sempre!” confermai divertita da quello scambio futile di battute.
“Allora?”
“Allora che?”
“Ora che hai in mano quel quaderno che farai? Mi ricatterai?” nonostante cercasse di mantenere un tono offeso vidi che stava trattenendo un sorriso.
“Mmm, a dire la verità pensavo di leggerlo io, dato che tu non ti decidi! Però devo dire che la tua idea mi alletta molto di più: ebbene sì, ti ricatterò!” conclusi soddisfatta.
“Tanto so che non resisti alla tentazione di leggerlo!” ridacchiò.
Come faceva a conoscermi così bene? Era da ore che non vedevo l’ora di leggerlo! Così mi ero seduta sul divano della biblioteca della villa ad aspettare l’occasione buona per aprire quella dannata raccolta di pagine. In definitiva: sì, ero curiosa!
Mi allontanai da lui fino ad andarmi a sedere sul bracciolo opposto del divano. Alzò gli occhi al cielo e mi sorrise in attesa. Mi schiarii la voce con fare teatrale e sollevai la copertina.
“Ricerche di Alex Greenwood” lessi ad alta voce.
Girai la prima pagina.
 
Sommario:
  • La maledizione
  • I poteri
  • I compiti del custode
  • I libri
  • Soluzione?
 
I miei occhi si concentrarono sopratutto sull’ultima voce dell’elenco. Perché accanto alla parola soluzione era stato posto un punto di domanda? Cercai di ignorare la cosa e mi rivolsi a Dave.
“Accidenti, c’è addirittura un sommario!” dissi sbalordita. Con un rapido movimento Dave si avvicinò a me e sbirciò la pagina che stavo leggendo.
“Ha fatto le cose in grande!” continuai avvicinandomi il quaderno al petto in modo tale che Dave non vedesse.
Sbuffò di fronte al mio comportamento e ritornò al suo posto come ad invitarmi a continuare.
La prima sezione parlava della maledizione così come ce l’aveva raccontata Alex. Faceva riferimento a quella strega che, per vendicarsi di una giovane donna che aveva intralciato i suoi piani, racchiuse il bene e il male in un volume dalla doppia copertina. Se qualcuno avesse aperto tale libro i poteri sarebbero entrati nel corpo di quella persona e il gioco sarebbe iniziato. In quelle pagine Alex parlava anche della morte inevitabile del custode.
“Fin qui nulla di nuovo!” sospirò Dave.
Annuii prima di continuare a leggere.
“I poteri contenuti nei due volumi sono speculari, uno l’opposto dell’altro. La capacità di coloro che possederanno tali facoltà sarà quella di convincere le persone a fare delle cose, nel bene o nel male. La particolarità sta nel fatto che le ‘vittime’ saranno convinte di prendere le scelte autonomamente.
I due detentori del potere saranno come gli angioletti e i diavoletti di cui si parla ai bambini, quelli che si dice stiano sulla spalla destra e sinistra di ognuno di noi. Quelli che suggeriscono le scelte.
Il  detentore del potere nero influenzerà le decisioni in un certo modo, il detentore del potere bianco farà la medesima cosa solo che nel modo opposto. Risultato: non si è più liberi di scegliere.
Eppure gli esseri umani sono nati liberi, liberi di prendere le loro decisioni, quindi questi poteri sconvolgono il normale ordine delle cose.  Questo sarà ristabilito grazie al custode che ridarà agli uomini la capacità di scegliere secondo la propria testa e secondo le proprie intenzioni!
E’ infatti impossibile sfuggire di fronte ai comandi che verranno imposti tramite lo sguardo. L’unico modo per resistere è conoscere i metodi di persuasione e avere una volontà di ferro!”
Riflettei. Io conoscevo le modalità attraverso le quali Alan utilizzava il suo potere, quindi avevo capito che stava usando le sue facoltà con me, di conseguenza era per quello che ero riuscita a resistergli, a differenza di tutti gli altri comuni esseri umani io sapevo che stava cercando di influenzarmi. Questo, unito alla mia forte volontà di resistergli, mi aveva permesso di ignorare il suo comando.
Sorrisi fiera di me.
“E così avresti una volontà di ferro eh?” sogghignò Dave intuendo i miei pensieri.
“A quanto pare!” gli sorrisi mentre lui mi guardava come se fosse orgoglioso di me. Decisi di ignorarlo e di continuare la lettura.
“ Il custode ha il compito di impedire che qualcuno apra il volume e, se questo dovesse accadere, deve essere pronto ad agire. Solo lui ha la facoltà di riunire i due libri, di riequilibrare le forze in campo, bene e male. Allora i tomi saranno riuniti ed essi torneranno ad essere un unico volume. E tutto reinizierà! Quando ciò accadrà i poteri entrati nelle persone che avevano dato il via al gioco di sguardi saranno riassorbiti all’interno dei libri e tutto tornerà alla norma.” conclusi.
“Ma i libri sono stati distrutti!” constatò Dave a mezza voce.
“Forse questo cambia le regole!”  tentai.
Mi sfilò il quaderno dalle mani e girò qualche pagina.
“Qui non parla di distruzione del potere, parla di riunione dei libri, di riassorbimento delle forze, non di distruzione totale!”
“Forse è un avvenimento non contemplato!”
“Che però è avvenuto!” concluse lui.
“C’è un capitolo che si chiama ‘soluzione’” sussurrai ricordando l’indice.
Dave fece scorrere le pagine sempre più velocemente fino ad arrivare alla sezione desiderata.
Ci avvicinammo entrambi per leggere le parole di Alex.
 La maledizione grava  su tutti gli esseri che saranno influenzati dai detentori del potere, ma in particolar modo grava sul custode. Quando il primo figlio del custode nascerà egli diventerà automaticamente il nuovo custode e quello vecchio perirà, a meno che i poteri vengano di strutti. Purtroppo non sono ancora a conoscenza di come questo possa accadere. 
Il mio cuore accelerò notevolmente i suoi battiti. Rilessi quelle poche righe velocemente per assicurarmi di aver capito bene. La maledizione veniva rotta se i poteri andavano distrutti.
I poteri non esistevano più.
Avevamo trovato, inconsciamente, la soluzione.
Alzai gli occhi e incontrai quelli luminosi di Dave. Anche lui aveva letto quelle parole e sorrideva come un bambino la mattina di natale!
“La maledizione è sconfitta e noi nemmeno lo sapevamo!” bisbigliò.
Iniziai a ridere, divertita da come aveva pronunciato quelle parole e lui rise con me.
Era da secoli che non mi sentivo così sollevata e allegra, ma forse il mio umore era dovuto alla tensione sopportata fino a poche ore prima.
Sfogliai le pagine tornando indietro e notai ad un certo punto che Alex aveva stampato le righe iniziali che avevo letto su entrambi i libri. Accanto ad ogni frase  c’erano degli appunti scritti a mano.
 
Salve, sconosciuto visitatore.
Hai tra le mani una grande possibilità.
La possibilità di istigare.

Questo prova che il potere che ha colui che apre il libro dalla doppia copertina è quello di influenzare le scelte altrui.
 
Ma tale possibilità non sarà al tuo servizio.
Sarà il Potere ad indicarti cosa devi fare.
Sii strumento silenzioso nelle sue mani e sarai ricompensato.
Sii Sua voce, Sue orecchie e Suoi occhi.
Ma non essere mai la Sua mente.

Il potere stesso spingerà  le azioni di chi lo possiede. Secondo una ricerca che feci quando ero più giovane, il potere obbligherà il detentore ad insegnare le sue capacità basilari a terze persone.
 
Deglutii. Ecco perché Alan ci aveva insegnato tutto ciò che sapevamo, non per darci la possibilità di vivere una vita ‘migliore’ e diversa da quelli di tutte le altre persone, ma semplicemente perché era stato spinto dalla Forza stessa a farlo. Probabilmente aveva scelto persone con un infanzia difficile per rendere meno arduo il suo compito. In questo modo aveva creato in nostro stile di vita, ma non eravamo stati altro che pedine mosse da una forza superiore.
“Oddio, ecco perché sentivo il bisogno di insegnare ai miei amici ciò che imparavo nel libro!” esclamò Dave.
Mi voltai verso di lui allibita. Mi ero quasi dimenticata che lui era il detentore della forza bianca.
“Ma tu non hai mai insegnato nulla a nessuno!” constatai.
“In realtà ci ho provato con James e con un altro paio di persone, ma non ci sono riuscito!”
Alzai entrambe le sopracciglia stupita da quelle parole.
“Forse bisogna essere piccoli per imparare! Si sa che le capacità di apprendimento dei bambini sono più sviluppate rispetto a quelle degli adolescenti e degli adulti!” azzardai, era logico dopotutto “Il periodo di massimo apprendimento viene collocato tra i cinque e i sette anni!” conclusi.
“Per quello voi siete stati presi da piccoli!” continuò Dave.
“Alan era stato un abile psicologo in passato, quindi era perfettamente a conoscenza di tutti gli stadi dello sviluppo infantile!”
Dave annuì confermando le mie parole dopo di che continuammo a leggere.
Gli insegnamenti sarebbero vani se il potere andasse distrutto.
“Capisci Dave?” gli dissi sempre più felice “Dopo che ho aperto anche il tuo libro non ero più in grado di influenzare nessuno perché il potere che c’era in me era andato distrutto completamente, non era in uno stato di latenza! Anche se Alan mi avesse uccisa il potere non sarebbe tornato in lui. Era perduto per sempre! Mi sembrava strano infatti, dopotutto vevo imparato ad influire sulle decisioni altrui ancora prima di aprire il libro di Alan e di entrare in contatto col potere stesso!”
“Sembra incredibile, ma tutto ha una spiegazione!”constatò lui con gli occhi che gli brillavano.
 
Egli non ne possiede una.
Egli è solo forza, forza allo stato puro.
Il Potere regna il tuo corpo.

Il potere spinge ad insegnare ad altri non per una ragione specifica, ma solo perché è nella sua natura. Esso è forza e, come tale, attrae chi la cerca.
 
Io avevo spesso cercato il potere e per quello mi ero sentita attratta da entrambi i libri. Però ciò avveniva  se la Fonte si trovava in prossimità del luogo dove mi trovavo io. La stessa cosa doveva valere per Dave e Alan. Quando eravamo nel giardino di villa lux  nessuno dei due però aveva percepito che i loro libri erano nascosti in un determinato cespuglio. Questo perché probabilmente Dave non cercava il potere e Alan era sicuro che sarebbe stata la Forza stessa ad andare da lui, dopotutto era Dave che gli doveva consegnare il libro.
 
Tu lo possiedi, ma non lo sai usare.
Secondo le mie ricerche nei libri ci dovrebbero essere delle spiegazioni che illustrano come usare i poteri che sono contenuti nel corpo del detentore allo stato potenziale: tali individui hanno la possibilità di fare di tutto, ma la possibilità è nulla se manca la tecnica.
 

Ma attenzione! Il potere è limitato!
Leggi e impara, sconosciuto visitatore.
Impara a giocare …
… a giocare con gli sguardi.
 

L’ultima parte non aveva bisogno di spiegazioni.
“Tutto ha un perché!” sussurrai esterrefatta da quelle risposte.
Le spiegazioni non erano poi così complesse come mi aspettavo. Alex non diceva dove aveva trovato le parole che aprivano entrambi i volumi, ma dubitavo che avesse aperto uno dei libri altrimenti il potere non sarebbe andato distrutto. Era più probabile che avesse trovato tali parole dove  insieme alla spiegazione della maledizione. Dopotutto lui stesso da giovane era stato molto interessato a leggende di questo tipo.
 
 
Al solo vedere quei disgustosi capelli rossi sentii la rabbia invadermi.
“Cosa diavolo ci fai ancora qui?” le ringhiai contro mentre Caren mi guardava esterrefatta.
“Sei pallida! Sembra che tu abbia appena visto un fantasma!” continuai con voce compiaciuta entrando nell’appartamento di Dave.
“Tu… tu…” possibile che non riuscisse ad articolare una frase di senso compiuto?
“Cosa? Non dovrei essere qui?” sorrisi di fronte al suo sbigottimento.
Lei mi ignorò non appena  Dave comparve alle mie spalle, si fiondò su di lui alla velocità della luce facendogli quasi perdere l’equilibrio.
Alzai gli occhi al cielo desiderando ardentemente di tirarle un bel pugno in faccia.
“Pensavo non saresti mai più tornato!” piagnucolò contro il petto del suo ‘amato’.
Dio, come avrei voluto strapparle quegli stupidi capelli uno per volta.
Con mia enorme sorpresa Dave la allontanò con un’espressione di pura delusione dipinta sul volto.
Dave deluso da Caren. Non da me, da Caren! Quella sì che era una novità.
“Ti rendi conto di cosa hai fatto?” la rimproverò con voce ferita.
“Dave, io non volevo! Ero accecata dalla gelosia!” cercò di giustificarsi.
“Ah adesso si dice così? Che non volevi?” mi intromisi “Io più che un ‘non volere’ lo chiamerei ‘tradimento’,  ‘sabotaggio’, ‘gioco sporco’, hai la libertà di scegliere il vocabolo che più ti aggrada!” dissi stampandomi un freddo sorriso sulle labbra.
“La colpa è tua, dovevi tenere le mani a posto!” ringhiò.
“Ma non l’ho fatto!” ribattei compiaciuta mordendomi maliziosamente il labbro inferiore.
“Bastarda!” sibilò Caren contraendo la mascella.
“Fuori di qui!” le ordinò Dave con voce ferma. Caren si voltò verso di lui per guardarlo con un’espressione ferita che avrebbe dovuto fargli rimangiare quello che aveva appena detto.
“Fuori. Di. Qui.” Ripetè Dave scandendo ogni singola parola.
“Stai dicendo davvero?” sussurrò Caren.
Dave la guardò con risolutezza e le sopracciglia aggrottate.
“E dove andrò?”  Caren  era visibilmente stupita.
Capivo che per Dave non doveva essere facile essere così risoluto e deciso, fu per questo che andai in suo aiuto.
“Rob probabilmente dovrà scontare pochi mesi in carcere per complicità ad un’aggressione ai nostri danni, così il suo appartamento è momentaneamente libero!” dissi sorridendole soddisfatta.
Misi una mano nella borsa e ne estrassi un paio di chiavi.
“Credo che tu la strada la conosca bene!” aggiunsi con un ghigno “E quando lui tornerà potrete dividere l’appartamento, non penso ti dispiacerà!”
Io e Dave non credevamo che Rob sarebbe stato un pericolo, una volta tornato in libertà, senza Alan come capo e senza poteri. Probabilmente si sarebbe fatto una vita normale e non ci avrebbe dato alcun fastidio e, nel caso in cui l’avrebbe fatto, avremmo trovato un modo per farlo smettere, dopotutto senza facoltà eravamo tutti delle persone normalissime. Rob non mi faceva più paura di un qualsiasi altro ragazzo dell’uiversità.
“Vaffanculo Mar!” sibilò Caren con lo sguardo pieno d’odio guardandomi.
“Caren, è giusto così, hai messo in pericolo la sua vita per una sciocca gelosia!” intervenne Dave. Era davvero profondamente dispiaciuto, glielo si leggeva negli occhi. Era troppo schifosamente altruista per cacciarla di casa senza avere remore.
La rossa gli rivolse uno sguardo addolorato.
“Mi aspetto almeno che abbiate la decenza…” la voce era un po’ spezzata “…di inviarmi tutte le mie cose, dal momento che mi state cacciando di casa!”
“Dopo tutto quello che hai fatto pretendi anche questo? Ma sei impazzita?” mi intromisi allibita.
Quella ragazza era una continua sorpresa, in senso negativo.
“Lo farò!” disse Dave.
Lo guardai come se fosse impazzito. Caren mi lanciò uno sguardo pieno d’odio e oltrepassò la porta di casa a testa alta. Probabilmente ai suoi occhi doveva risultare un’uscita teatrale, mentre io la vedevo come quella penosa di una traditrice priva di personalità.
Una volta che si richiuse la porta alle sue spalle mi voltai verso Dave con le mani sui fianchi.
“Accidenti, c’eri quasi riuscito!”
“A fare che?” era evidente che non capiva.
“A fare lo stronzo! Poi però ti sei tirato indietro!”
“Oddio Mar! Tu volevi che io facessi lo stronzo con Caren? Non ti sembra abbastanza da stronzi cacciarla di casa?” era sulla difensiva.
“Francamente no, credo se lo meritasse e avremmo anche dovuto infierire!”  ribattei tranquilla.
“Infierire?”
“Meritava di peggio di essere cacciata di casa!”
“Con la vendetta non andrai da nessuna parte!” sbottò.
“Sei sempre il solito!” sibilai disgustata.
“Anche tu!”
“Sei senza palle!” lo accusai sorridendo.
“E tu senza cuore!”
“Io un cuore ce l’ho!” sibilai.
“Ah sì?” le sue labbra si piegarono in un ghigno sexy. In realtà era solo un ghigno, ma a me risultava incredibilmente sexy.
“Certo!”
“Lo nascondi bene!”
“E invece è proprio qui!” presi il suo polso e in quel modo guidai la sua mano verso la parte sinistra del mio petto, in modo da fargliela posare sul cuore.
Dave si zittì improvvisamente e sembrò trattenere il fiato. Mosse un passo nella mia direzione in modo da non dover tenere il braccio disteso.
I nostri corpi arrivarono a sfiorarsi.
“Batte!” sussurrò.
“Ma va?”
“Più forte!”
Alzai un sopracciglio non comprendendo, forse ero semplicemente distratta dal suo respiro che mi solleticava la pelle.
“Il tuo cuore! Batte più forte e più velocemente!” precisò con voce roca.
Non lo stavo seducendo eppure si comportava allo stesso modo di quando lo facevo. Bè aveva una mano quasi poggiata sul mio seno, ma non pensavo che questo potesse generare in lui quella reazione.
“E’ sexy!” disse con voce suadente e dannatamente eccitante. Il respiro mi si spezzò. Mi morsi il labbro inferiore e focalizzai lo sguardo sulla sua bocca carnosa.
“Cosa è sexy?”
“Il tuo cuore!”
Avrei dovuto ridere per la stupidità di quel discorso eppure ogni sillaba che usciva dalla sua bocca riusciva solo a farmi aumentare la voglia che avevo di farlo mio.
“Cosa ci trovi di sexy in un cuore?” gli domandai sussurrando.
“Il fatto che batte!”
“Non capisco!”
“Ha un ritmo! Sembra quello dei bassi della discoteca!” si avvicinò al mio orecchio e sussurrò “Tum tum tum, non lo trovi sexy?” rabbrividii.
“I rumori non sono sexy!”
“E invece sì! Non ti stai eccitando?” soffiò contro la pelle del mio orecchio.
“Da morire!” era quasi un ansimo.
Prese il mio lobo tra i denti  e lo mordicchiò fino a far uscire un gemito dalle mie labbra. Mi abbandonai a lui mentre la mia mente iniziava ad annebbiarsi.
Dopo di che iniziò a lasciare una scia di baci umidi sul collo, scendendo sempre di più in una dolce tortura.
Io odiavo essere torturata, anche se questo avveniva ‘dolcemente’. Così presi la sua testa con entrambe le mani e la allontanai dalla mia pelle.
Incontrai i suoi occhi colmi di domande e sorrisi. Era ora che riprendessi io in mano la situazione.
Posai le mie labbra sulle sue, che si socchiusero immediatamente per concedere alla mia lingua di entrare.
Passione. Ecco cosa misi in quel bacio. Passione e tutta l’eccitazione che il contatto col suo corpo mi trasmetteva.
Dave posò le ampie mani sui miei fianchi e mi attirò verso di sè facendo entrare in contatto i nostro bacini.
Le mie dita invece accarezzavano i suoi addominali al di sotto della maglietta che indossava. Cercavo di memorizzarne ogni singolo tratto. Mi piaceva troppo il corpo di Dave per astenermi dall’esplorarlo.
Mi prese in braccio e io circondai il suo bacino con le gambe mentre lui mi portava sul divano.
Mi adagiò su di esso e si pose sopra di me guardandomi negli occhi. Le sue pupille erano velate dal desiderio e questo aumentò ancora di più la mia eccitazione. Con due dita spostò quei capelli che mi erano scivolati sul viso e rimase una frazione di secondo a guardarmi.
“Che c’è?” gli domandai con la voce spezzata.
“Sei bellissima!” sussurrò guardandomi come se fosse estasiato.
“Lo so!” era ovvio dopotutto.
Sorrise divertito.
“Non cambierai mai vero?”
“Mai!” confermai.
Lo vidi scuotere la testa prima che le sue labbra reclamassero ancora una volta il possesso delle mie.
 
 
 
Le palpebre di Dave erano chiuse mentre dormiva tranquillo girato su un lato. Era bello.
Quelle palpebre serrate celavano delle iridi così dannatamente verdi, iridi che erano riuscite a cambiare la mia vita. La sue palpebre abbassate mi ricordavano che il gioco di sguardi era finito.
Ma sarei davvero riuscita a resistere senza giocare?
Probabilmente no. Era la mia natura, ero stata cresciuta con quel gioco, era stato il mio pane quotidiano, non avrei mai potuto rinunciarci definitivamente.
Probabilmente andando in giro per la strada mi sarei sempre soffermata a cercare ad incrociare gli sguardi degli sconosciuti, per comprendere le loro emozioni. Perché si sa che gli occhi sono lo specchio dell’anima e io avevo imparato a leggerli. Alan la chiamava empatia.
Probabilmente mi sarei diverta ad indovinare la personalità di ogni persona che incappava nel mio cammino solo guardandolo nelle pupille. Sarebbe stato divertente vedere quanto vicina alla realtà potessi andare.
Probabilmente avrei giocato anche con i bei ragazzi, come avevo sempre fatto. Avrei incontrato in bel biondino, gli avrei fatto l’occhiolino e quello, attratto dal magnetismo dei miei occhi, si sarebbe avvicinato a me. A quel punto gli avrei sorriso e mi sarei avvicinata pericolosamente a lui. Mi sarei morsa il labbro e gli avrei chiesto come si chiamava con voce roca e sexy.
Poi sarei tornata a dedicarmi ai suoi occhi.
Avrebbero potuto essere blu, azzurri, castani, neri, marroni o verdi, ma non sarebbero stati i Suoi.
Non mi avrebbero stravolto la vita.
Quel ragazzo, per quanto bello, non sarebbe stato Lui, con tutte le sue ramanzine, i suoi ideali, e i suoi stupidi discorsi sui cuori sexy che battono.
Perché anche se mi seccava ammetterlo, Dave era speciale. Non perché fosse più bello degli altri, più bravo a letto o ‘più’ qualsiasi altra cosa. Dave non era perfetto, anzi, era pieno di imperfezioni, ne aveva talmente tante che la lista sarebbe stata chilometrica.
Eppure era Dave. E in quel momento non mi sarei accontentata di altri occhi verdi perché volevo i suoi.
Sì, un gioco di sguardi si era concluso, ma un’altra partita stava per essere aperta.
Sfiorai il suo polpaccio nudo con la punta del piede e lo osservai mentre apriva lentamente le palpebre.
I suoi occhi furono nei miei. Nero nel verde e verde nel nero.
Fece un sorriso malizioso e la nuova partita del gioco ebbe inizio.
Un battito di ciglia. Un battito di cuore. Fortissimo.


L'ultima riga è ripresa dal capitolo nel quale Dave, incontrando gli occhi di Mar, le mostra l'altro lato della medaglia.

So che molti di voi si aspettavano un finale romantico con tanti 'oh ti amo' o tanti cuoricini, ma non potevo farlo. Cercate di comprendere le mie ragioni. Mar ha disprezzato l'amore per vent'anni, non può da un giorno all'altro rendersi conto di amare Dave. il suo cuore non è ancora pronto per amare! E' già tanto che riconosca che Dave è speciale e non perchè sia più bello o più bravo a letto degli altri, ma solo perchè è LUI.
Può darsi che in un futuro Mar riesca davvero ad innamorarsi di Dave, ma non ora. Capitela! Ha appena visto Alan divorato dall'odio a causa delll'amore! Come può lasciarsi andare?
Spero che possiate capirmi! Mettendo un finale romantico al massimo avrei intaccato il carattere stesso di Mar!
Detto ciò aspetto i vostri pareri. Devo ammettere che temo che molte di voi non condividerete la mia scelta, proprio per questo vi ho dato le mie motivazioni.
I ringraziamenti li farò meglio nel prossimo ed ultimissimo capitolo che arriverà tra pochi giorni.
Nel frattempo se volete leggere questa storia cliccate sull'immagine. La riprenderò dopo la conclusione definitiva di Glances Game.




Note: le parole 'palpebre'  e 'gioco' sono volutamente ripetute nell'ultima parte.
Daisy
   
 
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