Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: xCyanide    16/09/2012    7 recensioni
-Mi chiamo Frank, e tu? – gli domandai, cercando invano di ricordarmelo. Ce l’avevo sulla punta della lingua, ma molto probabilmente il mio cervello si era messo contro di me per farmi fare una figuraccia.
Il ragazzo mi guardò quasi dispiaciuto e abbassò il capo, prima di sospirare. Fece cenno di no con la testa e lo vidi quasi piangere.
-Ehy, cosa succede, il gatto ti ha mangiat---
Non riuscì a finire la frase che sentii una mano stringermi un braccio e portarmi via velocemente. [dal primo capitolo]
____________________________________________
Mi guardai intorno, rendendomi conto che c’era Gerard a un lato del cortile, seduto a terra con un album da disegno tra le gambe, che si stava sbracciando per farsi vedere.
Gli sorrisi e corsi verso di lui, sorpreso di vederlo lì fuori. Mi fece spazio nel suo angolo e mi sedetti, sporgendomi per dargli un bacio sulla guancia.
Guardai poi, il foglio che aveva tra la gambe e lo vidi arrossire. Cos’aveva? [dal secondo capitolo]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Ehy, piccolo, siamo arrivati – dissi, spegnendo lo stereo e girandomi verso Gee.
Lui alzò la testa di scatto e si guardò intorno, sorridendo quasi sornione, e poi si piegò per raccogliere la sua tracolla e infilarci dentro il disegno. Mi sporsi per cercare di capire cosa avesse disegnato, ma lui fu troppo veloce e lo nascose.
Gli feci la linguaccia e lui alzò il dito medio nella mia direzione, con la faccia divertita.
Scesi, poi, dalla macchina e mi diressi verso la sua portiera per aprirgliela e gli presi la mano.
-Ricordati cosa ti ho detto: mamma è appiccicosa, Emily scorbutica e John probabilmente parlerà poco – ripetei. Lui annuì convinto e gli diedi un leggero bacio prima avviarci per il vialetto che precedeva casa mia.
 Mi era mancata. L’odore di rose, quelle che piantava mamma, gli uccellini che cantavano, la ghiaia sotto i piedi… Tutta roba che era difficile da trovare a New York.
Mi resi conto che la vernice di casa era un po’ rovinata, ma era comunque carina e non intaccava la bellezza del giardino e del portico ben tenuto.
Gerard osservava tutto molto attentamente, come credevo facesse chiunque fosse un artista, e sorrideva quando vedeva una cosa che attirava particolarmente la sua attenzione.
Sentii i miei cani da dentro abbaiare come se fossero stati impossessati e risi, perché mi erano veramente mancati molto.
La porta si aprì velocemente e Sweet Pea, Mama e il Professor Buckley mi vennero incontro scodinzolando e saltellando. Risi di cuore alla vista di tanta voracità e mi piegai per accarezzarli.
-Piccolini, mi siete mancati! – esclamai, stringendoli tutti in un abbraccio di gruppo.
Il professor Buckley, che era un boxer adulto, mi piantò le zampe sulle spalle, proprio come ad abbracciarmi e cacciò via Sweet Pea e Mama, che erano decisamente più piccole e basse.
Loro andarono incontro a Gee, che si inginocchiò e le carezzò felice, mentre loro gli leccavano la faccia e ogni centimetro di pelle disponibile.
-Cagnone, ti fanno dannare quelle due donzelle? – chiesi al professore e lui guaì in risposta. –Beh, non capita spesso di avere un bel ragazzo come te vicino. Tienitele strette, amico, potrebbero tornarti utili.
Lui mi leccò la guancia un’ultima volta e poi mi decisi a guardare verso la porta. Mi resi conto che c’era mia mamma che mi guardava e scuoteva la testa ridendo. Era appoggiata allo stipite con le braccia incrociate e in un lampo mi sembrò ancora più giovane di quello che era.
-Mamma! – esclamai, andandole incontro a braccia aperte. Intanto, vidi il professore aggregarsi alle ragazze per fare le feste a Gerard e risi di gusto.
Mamma mi strinse forte e sentii le costole fare un leggero crick. Le passai le mani dietro al schiena e le diedi un bacio sulla guancia. –Mi sei mancata – le sussurrai nell’orecchio e lei mi abbracciò ancora più stretto, se possibile.
-Vai a liberare quel povero ragazzo dalle tue bestie, per piacere – mi pregò ridendo e guardando l’ammasso di cani che si era formato intorno a Gee.
Io annuii con il sorriso sulle labbra e fischiai. Le ragazze e il professore si misero subito sull’attenti e io gli indicai la porta di casa. Loro ubbidirono e corsero dentro, non prima di aver quasi fatto inciampare mamma per la corsa.
Mi diressi verso Gee e gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi e lui si sfregò i pantaloni per pulirli.
Poi alzò lo sguardo e fissò gli occhi in quelli di mia mamma, distendendo le labbra e sorridendole.
Lei lo squadrò per bene e poi si girò verso di me, annuendo fiera. –Beh, Frankie, avevi proprio ragione: è davvero carino.
Io e Gerard avvampammo nello stesso momento e lui distolse lo sguardo, vergognandosi.
Io mi piazzai vicino a lui e lo spinsi verso mia mamma. –Gerard, lei è Linda. Linda, lui è Gerard – sussurrai, facendo finta non lo sapessero già.
Gerard porse la mano a mamma, ma lei la usò per attirarlo a sé e abbracciarlo forte. Lui rimase un attimo interdetto, ma poi ricambiò la stretta.
-Cavolo, sei davvero davvero un bellissimo ragazzo, Gerard! – esclamò lei. –Frank non mi aveva detto dei tuoi occhi, sono veramente particolari, ragazzo.
Lui si staccò da mamma e le fece un inchino per ringraziarla (che mi ricordò vagamente quando gli avevo fatto i complimenti per il nome la prima volta che ci eravamo visti).
Lei gli strinse una guancia tra il pollice e l’indice e rise, indicandoci la porta.
-Volete entrare oppure scaricate le valige prima?
-Le valige – scelsi, tornando indietro alla macchina e cominciando a tirarle fuori.
 
Una volta sistemato tutto in camera mia, io e Gerard scendemmo le scale e vidi mamma farmi un cenno verso il salone. Mi affacciai e mi guardai intorno, rendendomi conto che non avevano spostato niente. Le poltrone erano sempre lì dove le avevo lasciate l’ultima volta, come il divano e la televisione dopotutto.
L’unica cosa che stonava era John seduto sulla poltrona ed Emily sdraiata insieme a un ragazzo sul divano.
Sicuramente erano tornati mentre noi sistemavamo le cose, perché non li avevo visti quando ero entrato la prima volta.
Diedi una pacca sulla schiena a Gerard e poi mi incamminai verso il centro del salone, preparandomi un sorrisone falso e cercando di mettere insieme alcune parole che avrei dovuto usare per presentare Gerard.
-Buonasera! – esclamai, sentendo i passi di Gee direttamente dietro i miei.
Le persone nella stanza si riscossero ed Emily si alzò a sedere per guardarmi meglio.
-Sbaglio, o ti sei abbassato? – mi chiese, con la faccia strafottente.
-Nah, non credo – negai. –E’ solo che sei tu che ti alzi sempre di più – Sii una persona civile, Frankie, sii una persona civile. Non rispondere male, mi ripetevo tipo mantra. –Vedo che vi sono mancato.
-Ma si che ci sei mancato, ragazzo, però sai come si comporta Emily, no? – mi chiese John, continuando comunque a fissare la televisione su cui stavano trasmettendo un talk show scadente.
-Vorrei presentarvi una persona, se non vi dispiace – sussurrai. Il ragazzo che si trovava vicino ad Emily, che era tipo il triplo di me sia in muscoli che di altezza, strinse la ragazza a sé, aspettando che parlassi.
-Lui è Gerard – annunciai, prendendogli la mano.
Gli occhi di Emily guizzarono subito alle nostre dita intrecciate e vidi il suo ragazzo, che credevo fosse Andrew, fare una faccia un po’ scioccata. –State insieme? – mi chiese Em, con un tono che non faceva presagire niente di buono.
-Si, è il mio ragazzo, e siete pregati di trattarlo come si deve, grazie – risposi acido. Potevano anche prendersela con me, ma non avrei permesso per niente al mondo di vedere qualcuno che guardava in quel modo il mio Gee.
Inaspettatamente, vidi John alzarsi dalla poltrona e sorridere, prima di porgere la mano a Gerard. –Linda ci ha parlato di te, ragazzo – cominciò, poi lo vidi titubante, come se gli facesse schifo dire quello parole. –Benvenuto in famiglia.
Gee sgranò gli occhi e poi sorrise, ringraziando con lo sguardo John. Strinse la sua mano e lo sentii rilassarsi un poco.
Il compagno di mamma guardò la figlia e lei si convinse ad alzarsi per porgere la mano a Gee, proprio come aveva fatto il padre.
-Emily – disse soltanto prima di sedersi di nuovo vicino al ragazzo.
-Tu devi essere Andrew, non è così? – chiesi, sfoderando il miglior sorriso che avevo. –Mia mamma mi ha detto che Em si era trovata un ragazzo – spiegai.
Lui fece una smorfia che doveva essere uno pseudo-sorriso e mi porsi per stringere la sua mano.
-Sono Frank, il fratellastro di Emily – mi presentai. Vidi lei sull’orlo del pianto, sapevo quanto le dava fastidio che io mi presentassi così e credo la infastidisse ancora di più in quel momento, dato che poco prima avevo presentato il mio ragazzo proprio davanti ad Andrew. Mi sentii sadico, mi piaceva farla sentire in imbarazzo, davvero.
-Andrew, hai indovinato – disse lui, con una voce che mi ricordò vagamente quella del giocatore di football che mi chiudeva sempre dentro gli armadietti al liceo.
Strinsi ancora di più la mano di Gee e lo strattonai per andarmi a sedere vicino ad Emily e Andrew. Gee si appollaiò sul bracciolo del divano e alzai lo sguardo verso di lui per rassicurarlo.
-Come va l’università, Frankie? – mi chiese John, non davvero interessato.
-Tutto bene, qualche problema con i prossimi esami di psicologia, ma spero di poterli superare.
-E il tuo compagno di stanza? Come si chiamava, Ray, vero? – mi chiese Emily. –Cioè, non sei geloso che dorma in casa con un altro ragazzo? – domandò, girandosi verso Gee.
Lui si affrettò a scuotere la testa con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Ray è fidanzato con una ragazza che spesso viene a dormire a casa nostra, io ho la mia cameretta, perché Gee dovrebbe essere geloso? – mi difesi. Non volevo mi facessero passare da puttana anche quella volta.
-No, che ne so. Era una domanda legittima, in fondo.
Feci spallucce e presi un respiro profondo, tentando di calmarmi. –Tu, invece, che università hai intenzione di prendere? – le domandai, cercando di spostare il discorso su qualcosa che non implicasse immaginarmi a letto con qualsiasi ragazzo le venisse in mente.
-In realtà ancora non lo so, ma credo prenderò economia, proprio come Andrew – rispose, quasi convinta.
-Si, vi vedo molto bene a quella facoltà, sapete? – osservai. –C’è un sacco di gente che potrebbe starvi simpatica – e un sacco di gente che ce l’ha con me, mi sarebbe piaciuto aggiungere, ma fortunatamente ci interruppe mamma, che ci avvertiva che la cena era pronta.




xCyanide's Corner
Scusate se ho aggiornato di nuovo così tardi, ma oggi ho fatto una maratona di Saw con i miei amici *^* AnyWay, mi affretterò a rispondere a tutte le vostre recensioni, lo prometto e chiedo perdono. 
Allora, in questo capitolo si capisce che la sorella di Frank non è molto propensa alla sua relazione con Gee e premetto che quello che succede in questo capitolo non è niente in confronto a quello che dirà in seguito D:
mi piace farli soffrire *risata sadica*
Alla prossima,
xCyanide

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: xCyanide