I was here, i lived, i loved.
Chiudo la porta di casa mia e rimango fermo per qualche secondo, cercando in ogni modo di mantenere la calma, mi sfrego per qualche istante le mani e faccio un respiro profondo. Faccio qualche passo e poi busso alla porta di Bruno, non sono completamente sicuro che ne uscirò da questa casa stavolta. Rosi mi apre la porta, sorridente come al solito.
-Luca, ciao-
Le sorrido debolmente, continuando a sfregarmi le mani.
-C'è Bruno?-
Lei annuisce lentamente, poi mi invita ad entrare e mi fa accomodare sul divano. Suo marito fa la sua comparsa appena mi siedo, ed è al telefono. Agita le mani mentre è sempre più preso dalla sua conversazione, facendomi poi segno di aspettare un secondo. Sento l'agitazione salire ancora, prendo a muovere in modo molto veloce la gamba. Questo movimento mi ha sempre fatto tornare la tranquillità, fin da bambino. Ogni volta che ero agitato, ogni volta che avevo combinato qualcosa e attendevo la sgridata di mio padre, muovere le gambe mi ha sempre aiutato molto. Non stavolta.
Bruno interrompe la telefonata e si volta verso di me.
-Luca avevi bisogno? Che è successo qualcosa a lavoro?-
Scuoto lentamente la testa e continuo a guardarlo negli occhi, senza dire nulla.
-Mi devi dire qualcosa?-
Annuisco sempre più lentamente.
-Forse è meglio se ti siedi-
Segue il mio consiglio e comincia a guardarmi molto preoccupato.
-Prometti che non mi ucciderai-
Alza il sopracciglio.
-Che è successo, Luca?-
Comincia anche lui a muovere le gambe su e giù e mi guarda, esortandomi a parlare.
-Volevo spiegarti la mia decisione di ieri-
Sembra rilassarsi appena. Vedo passarmi davanti agli occhi le immagini di come mi ucciderà da qui a poco, appena saprà che amo sua figlia.
-In effetti ero un po' curioso-
Mi sorride sereno.
-Mi sono reso conto che il mio matrimonio era finito da tempo, che ero andato avanti e.. c'è un'altra persona-
Sbarra gli occhi, decisamente sorpreso dalla mia confessione.
-Un'altra persona? La conosco?-
Non sai quanto, non sai quanto. Cerco nei meandri del mio cervello le parole più adatte, quelle necessarie a non farmi ammazzare.
-Allora, chi è questa persona?-
Sento il cuore cominciare a battere all'impazzata, mi mordo il labbro e poi prendo fiato.
-Sara-
Cerco di studiare la sua espressione, passa dall'estrema sorpresa alla profonda incomprensione in un secondo.
-Sara chi? Non conosco nessuna..-
Sembra interrompersi mentre la sua espressione si tramuta in rabbia pura. Cerco di giustificarmi in ogni modo ma dalla mia bocca non esce nemmeno una sillaba.
-Dimmi che non è Sara mia figlia-
Abbasso lo sguardo, senza rispondere.
-Esci di qui-
-Brù cerca di ragionare-
Si alza, lo imito e mi punta un dito contro.
-Non posso, non posso ragionà Luca perchè se me metto a pensà che hai toccato mia figlia, ti ammazzo-
-Non l'ho mai toccata, te lo posso giurà-
-Esci da questa casa-
Urla, non l'ho mai sentito urlare così tanto. È decisamente arrabbiato. Obbedisco e mi chiudo la porta alle spalle, ma cosa m'è venuto in mente? Come ho potuto pensare di poter dire a Bruno che sono innamorato di Sara, della sua bambina, e pensare che avrebbe potuto anche prenderla bene. Sono stato un'idiota.
Mi volto verso la strada e noto una meravigliosa testa castana avvicinarsi all'inizio delle scale. Frettolosamente, mi muovo ed entro in casa mia.
NdA:
-ringrazio Elis90 e chi ha visitato la mia storia
-il titolo del capitolo è tratto dalla canzone di Beyonce, i was here
Spero che questo capitolo, molto delicato, vi piaccia.
E.