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Autore: AthenaSkorpion    22/09/2012    3 recensioni
E se Teti fosse riuscita a salvare nella sua integrità il corpo del futuro eroe che sarebbe stato Achille?
Se il tallone che lo portò alla morte fosse stato immortale esattamente come tutto il resto?
Gli Dei avrebbero tremato.
P.S. Questa storia è in collegamento fuori trama con "La mela di Eris".
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Teti era talmente desiderosa di dare alla luce il suo tanto discusso bimbo, che quasi non fece caso alle sue nozze con l'Eacide re di Ftia, che peraltro aveva raggiunto i suoi sogni e aveva abbandonato la sua vecchia sposa.
La dea attendeva con ansia l'arrivo del suo dono, quando le giunsero alle orecchie voci poco rassicuranti.
-...Glaucopide ed Era si sono schierate contro Afrodite-disse Ermes di passaggio rivolgendosi a Zeus.
Il re dell’Olimpo squadrò amareggiato l’Oceanina, ancora pieno di rancore, soffermandosi sul suo grembo evidente, e passò oltre.
Proprio in tempi di guerra doveva partorire?
 
Teti e Peleo strinsero tra le braccia il biondissimo e amato figlio appena nato.
L’eroe osservò il suo piccolo con emozioni contrastanti. Quasi doleva l’idea che sarebbe stato superato, un giorno, dal bimbo che ora sorreggeva tra le calorose braccia, ma diceva a se stesso che era un onore poter vantare un figlio ancor più superiore a ciò che lui già era stato.
Teti, dal canto suo, non aveva occhi se non per Achille. Il marito aveva fatto la sua parte, tanto bastava a renderlo inutile, ora.
Sollevò il capolavoro che aveva creato e, per un istante ebbe paura per ciò che si era prefissata di fare.
Il Bagno dell’Immortalità non era uno scherzo, se le fosse sfuggito di mano sarebbe stato eternamente e immediatamente risucchiato dalle acque della morte.
Peleo non doveva sapere.
E anche il Destino avrebbe dovuto rimanerne all’oscuro.
 
Calò il cappuccio sugli occhi e strinse quasi convulsamente il dormiente bambino a sé, quasi temendo di farlo cadere.
-Sai quello che devi fare, tienilo stretto e consenti a tutta la pelle di assorbire l’incanto. Non lasciare il minimo spazio asciutto.
Teti trasalì e si voltò.
-Temi, appunto, so cosa devo fare, non mi mettere agitazione.
Temi annuì con un sorriso di scuse e disparve, lasciando la giovane madre specchiarsi nelle agitate acque del fiume Stige.
Non appena, con i suoi passi leggeri, raggiunse la sponda più prossima al liquido, Achille si svegliò e iniziò a gridare spaventato.
Anche Teti era spaventata, eppure non emise rumore e si accucciò con sicurezza sulla tenera e umida sabbia del letto dello Stige.
Achille gridò e la madre tentò di rassicurarlo con un tono di un calore quasi insopportabile, di una dolcezza infinita.
-Achille, figlio mio, non temere, non temere, ti voglio bene più di qualunque cosa questo mondo possa offrirmi, non temere…
Il bimbo si calmò un poco e si lasciò sollevare dalle salde braccia dell’Oceanina, che lo osservò affranta.
Lo prese per una gamba e lo immerse nelle acque. Immediatamente il fluido parve assorbire il braccio e poi la spalla di Teti, come stesse tentando di chiedere in cambio dell’immortalità una vita in pegno.
La dea ignorò il terribile gelo e ricacciò indietro le lacrime per poter vedere correttamente ogni movimento del figlio.
Risollevò Achille per permettergli di respirare e il grido ch’egli cacciò, risuonò come mille spade conficcate nel cuore della povera Teti, che non poté più trattenersi e prese a piangere in silenzio.
Si terse via le lacrime dal volto.
-Teti! Cosa stai facendo?-fu il grido che la fece sobbalzare. Per poco Achille non le sfuggì di mano e lei provò un impetuoso terrore, che la sconvolse.
Peleo si avvicinò alle sue spalle e disse:- Teti, smettila subito o ti ucciderò con le mie stesse mani!
L’eroe tirò fuori la spada e con la lama accarezzò la gola della moglie.
Teti non si lasciò prendere dal panico, cambiando mano, prese l’altro piedino e immerse quello rimasto asciutto, ignorando le tenebre del fiume Stige penetrarle nelle ossa e richiamarla a sé.
Peleo non osò muoversi, temendo di perdere Achille. E questo Teti lo sapeva.
All’improvviso il neonato scalciò sotto l’acqua con una forza impareggiabile e Teti seppe che ci era riuscita.
Lo tirò fuori immediatamente a sé e lo strinse dando libero sfogo alle lacrime represse.
Peleo osservò la scena esterrefatto e depose l’arma, chinandosi all’altezza della sposa.
-Peleo, tuo figlio ora è immortale.
 
L’umano si portò le mani alla bocca, indietreggiò e Teti fu consapevole che il Destino era stato appena beffato.
 
Finalmente il momento tanto atteso! Achille è nato e, a differenza del nostro abituale modo di vedere le cose, non è vulnerabile. È a tutti gli effetti un dio, ora e la sua via è grande.
Come credete si svilupperà questa nuova “piega” degli avvenimenti?
  


   
 
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