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Autore: Psyker_    24/09/2012    1 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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fine

“Mera sei pronta? La cena sarà servita tra sette minuti, sii puntuale!”

Marian non si era nemmeno preoccupata di aprire la porta o di mandare delle servitrici per riferire alla figlia di non fare tardi, fece da sé salendo le scale, giunse fin dietro la grande camera della fanciulla e scandì bene le parole per evitare qualsiasi incomprensione: non ne poteva più dei suoi capricci! Di tutta risposta, la giovane rispose di sì sbuffando rumorosamente e sperava che la madre non entrasse in camera vedendola vestita in modo poco consono per una cena di classe, visto che non stava andando lì. A quel punto, con grande sorpresa della fanciulla, una scossa anticipò un raggio azzurro che mandò all’aria tutti gli oggetti e cosmetici che vi erano sulla scrivania e quando Mera si avvicinò con occhi scrutatori per capire cosa fosse successo, sospirò più tranquilla riconoscendo quei fluenti capelli rossi.

“Ti sembra il modo di entrare nella camera di una principessa?”

Lo disse scherzando e velando un sorrisetto e la fanciulla, finita di fatto al suolo, si alzò lentamente scotolandosi il lungo vestito candido.

“Sapevo di non dover mettere questo vestito…”
“E’ delizioso!”
“Ed anche scomodo! Non ti invidio per niente”
“Non mi invidierei neppure io, comunque… dov’è tuo fratello?”

Carian guardò l’orologio di lusso della camera della principessa ed annuendo apparentemente soddisfatta, le fece notare dei fumi provenienti dalla foresta di Kubara.

“Ci aspettano lì, afferra il mio braccio e cercherò di teletrasportarmi fin laggiù”
“Non sei ancora pratica di questo incantesimo eh?”
“Sto migliorando, lentamente ma sto migliorando…”

Entrambe risero divertite ma non vi era più molto tempo per le chiacchiere, Mera strinse dunque la mano dell’amica e la lasciò concentrare: un cumulo di energia azzurra inondò la stanza ed una ventata d’aria fresca avvolse le due fanciulle. Prima che si potesse completare l’incantesimo però, una voce proveniente da dietro la porte fece trasalire le fuggitive.

“Aspettate!”

Mera si portò una mano alla fronte per la propria sbadataggine, aveva completamente scordato di avvertire il suo piccolo ed umile animale da compagnia che l’aveva sempre protetta ed aiutata anche nei momento più bui.

“Ruphis! Scusami tanto, è che sono ancora un po’ nervosa per tutto quello che sta succedendo”

Il draghetto arrivò svolazzando mostrando il suo aspetto piuttosto malridotto: le squame erano rovinate ed una fascia gli copriva entrambi gli occhi.

“Sapevo che sarebbe successo, ti tenevo d’occhio! Allora, posso venire?”

Mera osservò l’amica che non sembrava avere nulla in contrario seppur in un primo si mostrò sorpresa di vederlo, dunque le si avvicinarono tutti e si smaterializzarono magicamente.

 

Il viaggio nel vuoto fu abbastanza traumatico: Ruphis era abituato ma Mera restò qualche secondo in più in ginocchio a tossire sperando di non vomitare. Quando si ricompose, si aggregò ai presenti tenendo le mani dietro la schiena, si sentiva piuttosto in imbarazzo. Colei che fra tutti prese la parola fu Carian che con aria trionfante annunciava l’esito positivo di un viaggio che aveva intrapreso insieme al fratello.

“Molto bene, non abbiamo molto tempo quindi sarò rapida: siamo riusciti a trovare il modo di aprire il varco che ha intrappolato Valerian e Liz!”

Seguì un urlo di gioia generale ma questa era solo la prima delle notizie.

“Ad ogni modo non hop richiesto questo meeting solo per dirvi questo, ebbene ho bisogno dell’appoggio di tutti quanti i presenti per andare fino in fondo a questa storia, una storia che finirà quando diremo noi!”

Altro urlo generale, Carian era proprio una grande leader.

“Dunque… sappiamo come aprire il varco ed intrufolarci in quella dimensione, il problema è che non sappiamo come uscirne!”

Le urla di gloria ed i volti sorridenti si trasformarono in facce perplesse e con adesso ben più di un dubbio a voler perseguire una strada la cui fine non aveva neppure uno spiraglio di luce. A rispondere alla ragazza fu proprio Golden che stringendo l’elsa della sua arma sembrava il più determinato di tutti.

“Puoi garantire che arriveremo lì dove Valerian è finito?”
“Assolutamente sì!”
“Dunque potremo rivederlo?”
“Certo!”
“Allora io ci sto, mi deve due volte la vita e non la scamperà liscia cambiando dimensione!”

Carian annuì contenta attendendo altri consensi, quindi parlò Ruphis:

“Valerian si è dimostrato un grande uomo ed ha dimostrato come neppure la natura demoniaca batte un cuore pure. Ci siamo tutti sacrificati per il Saar in un certo senso ma non è giusto che sia lui a pagarne il prezzo più di chiunque altro!”

Tutti i presenti ascoltarono in silenzio quelle parole e capirono che il draghetto avesse terribilmente ragione, non potevano abbandonarlo al suo destino. Fu il turno del piccolo Phylis di fianco a Golden dunque, lo stesso che con Liz difendeva le terre del Monte Metista, Tarus.

“Io devo ritrovare Liz! Senza la mia padrona mi sento perduto…”

Solo allora Carian si accorse effettivamente della sua presenza e senza neppure parlare espresse le sue perplessità col solo sguardo. Golden sorrise ed allargando le mani parlò:

“Non chiedetemi come, ma l’ho trovato sulle rive del Ventus che chiedeva disperatamente dell’acqua, diceva di non aver un motivo per vivere senza Liz… magari può servire, nel caso sbagli lo uccidiamo!”

L’umanoide osservò in malo modo lo spadaccino ma in effetti era la verità: per quanto abile non avrebbe potuto nulla contro quel gruppo. Carian era però ancora perplessa.

“Ma cerca Liz!”
“Ma lasciagli cercare chi gli pare…”

Risero tutti ed il piccoletto abbassò il capo grattandosi la testa e si allontanò andandosi a sedere in un masso lì nei pressi.

“Basta che ci sono Mera e Carian…”

Golden lo beccò subito.

“Hai detto qualcosa?!”
“Ma figurati!”

Mancava dunque una sola persona a parlare, l’unica che effettivamente non aveva bisogno di dire nulla, tutti in quel gruppo sapevano che cosa fosse nato tra Mera e Valerian, forse l’unica a non averlo ancora capito era proprio la giovane principessa.

“Io… io voglio sdebitarmi, non posso tollerare il fatto che abbia combattuto per me e per il nostro mondo mentre io cercavo di distruggerlo. Io… io lo salverò, come lui ha salvato me!”

Era quello il gruppo che sarebbe partito verso una dimensione ignota, Carian, Mera, Golden, Ruphis e Tarus in un tempo sconosciuto, in un luogo in cui il Saar probabilmente non esisteva neppure. Ognuno aveva fatto una scelta consapevole dei rischi, in quel momento non importava altro: avrebbero salvato Valerian in un modo o nell’altro.

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Lontano da Kubara, Danarius scriveva qualcosa su una pergamena con aria spaventata, continuava a guardarsi intorno ed in particolare non perdeva di vista l’entrata della camera come se temesse l’arrivo di qualcuno indesiderato. Poi un tonfo riecheggiò nelle sue orecchie e trasalì al punto da avere quasi un mancamento.

“La promessa è vincolante, la promessa vi lega alla morte così come alla vita ed i cacciatori della notte sono destinati a portare a compimento la promessa: l’eredità demoniaca… deve essere recuperata! Un anno e delle vostre anime non rimarrà che un’esistenza tra questo mondo e la dimensione del Vuoto”

Lo stregone era in ginocchio con gli occhi colmi di lacrime, non avrebbe dovuto allora e non sarebbe dovuto sopravvivere poi, ma era così: i cacciatori della notte erano vincolati… per sempre.

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I capelli argentati erano smossi dal vento e dall’energia, e la riva del mare osservata dai suoi occhi grigi sembrava ritrarsi al loro cospetto. Javia strinse i pugni e serrò la mascella quando udì qualcosa di maledetto e terrificante avvicinarsi dopo ormai troppo tempo di attesa. Era brutale e senza sentimenti, mortale e priva di qualsiasi forma, ma lo stregone non aveva paura, lui non aveva mai dimenticato la Promessa.

“I Cacciatori della Notte sono vincolati… per sempre”

Chiuse gli occhi ma poi si lasciò andare ad un sorriso: no, lui era sempre stato superiore a quel patto e l’avrebbe dimostrato.

 

In continenti diversi, con ideali differenti ma si sarebbero incontrati ancora per arrivare all’anello che congiungeva bene e male e che manteneva l’equilibrio di cui aveva bisogno il Saar.

 

Per una volta il demone aveva salvato il mondo, adesso toccava al mondo riuscire a salvare il demone.

 

Fine

 

 

  
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