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Autore: suni    24/09/2012    9 recensioni
Lo zucchero era una cosa brutta. Lo zucchero aveva provocato infiniti danni all’umanità e causato immani tragedie. Lo zucchero, per esempio, era con ogni probabilità all’origine di quell’abominio di festa che era San Valentino e verosimilmente anche la causa occulta del successo di Oprah. Doveva esserci un qualche tipo di reazione chimica nel cervello umano per cui lo zucchero ostacolava il corretto funzionamento dei neuroni e offuscava ogni parvenza di raziocinio, e Tony meditava di studiarlo e magari ottenere finalmente un Nobel. Lo zucchero, infatti, impediva di ragionare in maniera anche solo vagamente sensata e Tony Stark non avrebbe mai più mangiato un Ben&Jerry’s o qualcosa di simile finché fosse morto.
Perché era stata tutta colpa del gelato. Aveva appena buttato via la vaschetta nel cestino a lato del marciapiedi e stava tornando verso la torre quando aveva incontrato Loki che, con ogni probabilità, ne era emerso da poco.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Molecole di genio'
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Bene. Non c'è niente di minimamente sensato in questa shot, è una cosa stupida per ridere. L'idea mi è nata quando non-so-più-dove ho trovato una serie di prompt sugli Avengers e uno era “Tony/Loki, Shallalalala”, che di per sé era sufficientemente scemo, e io non ho fatto che renderlo ulteriormente idiota. Per dirla tutta, questa non è esattamente una IronFrost, c'è giusto un accenno vago di pre-pre-pre-qualcosa. Al momento è una shot autoconclusiva che probabilmente rimarrà tale, ma chissà. Mai porre limiti alla demenza.
Noterete forse un certo caos in alcune parti un po' tumultuose della fanfic: ho cercato di rendere il fermento sconclusionato che mi sembra prendano di tanto in tanto i pensieri ultrarapidi di Tony.
Per finire, buona lettura. O buona fortuna.




Glucosio


Ecco, Tony era sicuro che il tutto fosse completamente demenziale e che dovesse avere a che fare con l’aver mangiato troppi dolci a Natale e avere il cervello intasato dal saccarosio, anche se tecnicamente a Natale mancavano ancora due giorni, ma comunque i festeggiamenti erano già iniziati e anzi per la verità non erano mai finiti dal Natale prima e quello prima ancora e quello via dicendo – la dieta di Tony non era mai stata quel che si direbbe salutista né la sobrietà uno dei suoi tratti distintivi. Ma sì, era comunque colpa dei dolci di Natale. Non poteva esserci altra spiegazione, inoltre lui era un genio e quindi aveva ragione, fine della discussione, grazie tante.
E no, non stava parlando con se stesso. Non più del solito, comunque. Il punto era che aveva spiegato la questione a JARVIS, ma il suo stupore non era sembrato adatto alle circostanze né il suo assenso riguardo agli zuccheri che gli intasavano il cervello sufficientemente sentito. “Io non noto nessuna differenza sensibile rispetto al solito, signore”, aveva commentato quell’ingrata e ottusa macchina che lui aveva ritenuto erroneamente essere una strabiliante riuscita della tecnologia e che era, invece, un aborto di aggeggio inutile. Quindi aveva smesso di discuterne con JARVIS, e lì intorno non c’era nessun altro di abbastanza intelligente oltre lui stesso – ok, forse c’era, ma Tony non aveva proprio intenzione di coinvolgerlo in un dibattito del genere, sia perché lo riguardava in prima persona sia perché non era in linea generale l’individuo giusto da coinvolgere in un dibattito qualunque.
Il concetto di dibattito e Loki erano come due rette parallele, destinate a non incontrarsi mai. “Non riesco a sentirti al di sopra del suono di quanto non mi interessa quel che stai dicendo”, sembravano dire i suoi occhi ogni volta che qualcuno lo interpellava o lo interrogava o semplicemente per caso gli rivolgeva la parola. O avrebbe potuto sembrare che lo dicessero, se Loki avesse avuto qualche tipo di senso dell’umorismo minimamente aggiornato.
Quindi Tony stava parlando da solo e no, non c’era niente che non andasse in questo. Se qualcuno lo pensava era semplicemente perché non abbastanza intelligente da capire un genio, sia pure intasato dal saccarosio. Il che ci riporta al punto focale dei pensieri di Tony Stark, lo zucchero.
Lo zucchero era una cosa brutta. Lo zucchero aveva provocato infiniti danni all’umanità e causato immani tragedie. Lo zucchero, per esempio, era con ogni probabilità all’origine di quell’abominio di festa che era San Valentino e verosimilmente anche la causa occulta del successo di Oprah. Doveva esserci un qualche tipo di reazione chimica nel cervello umano per cui lo zucchero ostacolava il corretto funzionamento dei neuroni e offuscava ogni parvenza di raziocinio, e Tony meditava di studiarlo e magari ottenere finalmente un Nobel. Lo zucchero, infatti, impediva di ragionare in maniera anche solo vagamente sensata e Tony Stark non avrebbe mai più mangiato un Ben&Jerry’s o qualcosa di simile finché fosse morto.
Perché era stata tutta colpa del gelato. Aveva appena buttato via la vaschetta nel cestino a lato del marciapiedi e stava tornando verso la torre quando aveva incontrato Loki che, con ogni probabilità, ne era emerso da poco. Non aveva propriamente l’autorizzazione di Fury ad andarsene in giro da solo, visto e considerato il potenziale distruttivo di cui era fornito – e che poteva scatenarsi in maniera anche non del tutto intenzionale, come si era scoperto quando Tony aveva deciso di tentare di farlo guidare.
Loki, per la cronaca, non avrebbe mai più avuto il permesso di sfiorare nessuna delle sue auto, era tassativo. Piuttosto si sarebbe fatto defenestrare un’altra volta, ma mai più avrebbe permesso a quell’essere di avvicinarsi ai comandi di una delle sue bambine. O a un semaforo.
Se ripensava alla donna col passeggino in mezzo alle strisce pedonali gli venivano ancora i sudori freddi.
Che cosa? E’ ancora viva, no?” era stato il commento stizzito di Loki per il suo gemito inarticolato, appena prima che si schiantassero contro i cassonetti e il cofano prendesse fuoco.
No. Mai più.
Zuccheri. Sì, zuccheri, il punto focale.
Nessuno impediva a Loki di fare quello che voleva, in realtà, perché finché rimaneva calmo e collaborativo e neutrale con tendenze amichevoli era meglio non indispettirlo, rischiando magari un ritorno di manie distruttive per rappresaglia. Per cui, Tony non aveva protestato nell’incontrarlo da solo per strada.
Ehi? Dove te ne vai?” aveva chiesto invece, con tono casuale.
Non credo la cosa ti riguardi personalmente,” era stata la risposta, prevedibile.
No, chiaro, ma devo tornare in laboratorio e mi sto già annoiando preventivamente. Quindi…” aveva continuato lui con tutta calma, non troppo strafottente, non troppo accomodante. Aveva messo a punto un suo modus operandi per comunicare in maniera relativamente pacifica con Loki, ci aveva messo un anno ed era quello che ci riusciva meglio. Non come Natasha, che sembrava aver aumentato l’ampiezza del suo arsenale di armi infilato miracolosamente in quella tutina attillata.
Sarà presto Natale,” aveva detto Loki con tono serio.
Molto acuto. Succede tutti gli anni, nello stesso periodo. Si chiama ricorrenza e ce ne sono di molti tip…”
Zittisciti, Stark.” L’espressione di Loki si era fatta accigliata e Tony aveva taciuto per qualche secondo. “Dimmi, piuttosto, dove posso trovare queste luci di Natale.”
C’era stato qualche secondo in cui Tony era stato davvero convinto di non aver capito bene. Era rimasto immobile, forse non aveva nemmeno sbattuto le palpebre, mentre si chiedeva se magari Loki non avesse detto “ho un esercito” e lui avesse sentito “luci di Natale”, che gli sembrava statisticamente una cosa molto più probabile.
Scusami?”
Luci di Natale, Stark.”
Per…perché? Perché me lo stai chiedendo? Perché dovresti volerlo sapere, perché? Non ha assolutamente senso. Hai bevuto? Io non credo di aver bevuto, ma sto cominciando a pensare che forse è un’amnesia e…”
No, Stark, è Rogers. Lui…”
“…E probabilmente non ricordo di…”
Rogers, mi ha detto che avrei potuto…”
“…Aver bevuto ma in realtà l’ho fatto, e ora ho…”
“…Pensarci io, tanto per capire cosa...”
“…Perso la memoria, spero sia temporan…”
Stark.”
C’era qualcosa di sufficientemente glaciale nel mondo in cui Loki pronunciava il suo nome, qualche volta, che bastava a ridurlo al silenzio. La prima volta che era successo stavano facendo cena e lui si era zittito così improvvisamente che Clint si era quasi strozzato col boccone, e aveva osservato Loki come se fosse stato la Madonna di Fatima. Tony era sicuro che, per qualche motivo, quello fosse stato il momento in cui Clint aveva iniziato a non odiare più così ferocemente Loki, anche se no, non c’entrava nulla col fatto che lui fosse logorroico e non respirasse mai tra le parole.
Cosa?”
Rogers mi ha suggerito di occuparmi di questo incarico delicato. Le luci di Natale. Dove si trovano?” aveva continuato Loki aggrottando la fronte, grave.
Tony si era schiarito la voce, riflettendo rapidamente.
Hai una vaga idea di cosa stai parlando?” aveva chiesto poi, calmo.
Qualche fonte luminosa estremamente potente che occorre alla vostra squadra?”
Tony aveva stretto le labbra, passandosi la mano nei capelli con un gesto rapido. Era possibile che nessuno volesse andare ai grandi magazzini e che Steve non volesse rinunciare alle tradizioni natalizie e avesse pensato di rifilare la scocciatura a qualcuno di completamente ignaro. Thor doveva essere fuori con Jane e quindi rimaneva solo un alieno cui smollare la patata bollente. Probabilmente Steve aveva presentato la cosa sotto una luce non del tutto realistica – oltre al fatto di essere l’unico nell’universo ad avere l’abilità stellare di far fare le cose a Loki, perché le metteva sempre in un modo così gentile e distaccato che sembravano vaghissimi suggerimenti disinteressati, e forse lo erano, il che risultava preoccupante.
Già. Fonti luminose,” aveva confermato Tony meditando freneticamente.
Ci doveva essere un modo per far comprare delle luci di Natale a Loki facendola passare per una cosa estremamente importante senza farsi scoprire, perdendo di conseguenza la vita, ma invece divertendosi a osservare la scena. Ci doveva essere, sì, e se c’era lui, Tony Stark, il massimo genio mondiale per sua stessa nomina, era il più adatto a trovarlo.
Gli era sembrato di ricordare vagamente il suono della voce di Pepper mentre gli diceva di essere un incosciente, ma fortunosamente aveva smesso subito.
Quindi, dove?”
Ti accompagno.”
Non mi serve aiuto, Stark.”
Sai, credevo di averlo accennato, mi annoio. Forse soffri anche tu di amnesie,” aveva commentato lui incamminandosi, sfiorando per un secondo il gomito dell’altro nell’intento di farsi seguire.
Stark.”
Non sei molto di buonumore, oggi. Meno del solito. Hai fatto colazione? La prima colazione è impor…”
Io sì. Invece tu, forse, dovresti smettere di bere James Daniel's prima di pranzo.”
Lo farò senz’altro.”
Non aveva riso. Era stato difficile, ma non aveva riso ed era rimasto in vita. Successivamente, aveva scoperto che c’era un’unica cosa più divertente del portare una divinità norrena a fare shopping in un centro commerciale e quella cosa era portare una divinità norrena a fare shopping in un centro commerciale tre giorni prima di Natale. C’era calca e confusione da tutte le parti e ogni volta che qualcuno urtava o sfiorava Loki – cioè continuamente – lui sussultava e si irrigidiva e spediva intorno occhiate sanguinarie, ma Tony era sicuro che non avrebbe massacrato nessuno; sarebbe stato più preoccupato con Thor, che tendeva ad avere reazioni molto più impulsive e irrazionali. Comunque, Loki sembrava vittima di qualche grave forma di tic compulsivo.
Sei sicuro che sia in questo posto?”
Mh-mh, sì.”
Loki aveva aggrottato la fronte.
Mi aspettavo un altro tipo di situazione. Ritenevo queste luci dovessero essere custodite in un luogo più appartato.”
No, sono qui alla portata di tutti,” aveva risposto Tony distrattamente, mentre osservava una gigantografia della propria faccia accanto alle casse. “Per curiosità, come intendevi procedere nella tua ricerca senza avere alcun tipo di indizio?” aveva aggiunto, tanto per impedire che Loki facesse domande pertinenti mentre lui non sapeva ancora come non fargli capire che era stato infinocchiato.
Loki aveva stiracchiato un sorriso sbieco.
Non avevo ancora elaborato un piano. L’avrei fatto, con calma.”
Tony aveva annuito, mentre rifletteva sul suo, di piano. Gli era venuto in mente che, magari, poteva raccontare a Loki che la difficoltà della missione consisteva nel riportare alla Stark Tower le luci senza che gli venissero sottratte, e non nel trovarle. Stava elaborando mentalmente i sommi capi di un elaborato resoconto di quanto i midgardiani ritenessero preziose le luci di Natale, al punto da rubarsele gli uni con gli altri in una lotta senza quartiere, quando si era accorto che stava camminando da solo.
Ehi?” aveva chiamato, guardandosi frettolosamente intorno fino ad individuare il metro e novanta di Loki che svettava sulle teste degli altri clienti, fermo davanti a una vetrina. Aveva sorriso, perché così com’era adesso, con dei jeans e un bel cappotto nero e la sciarpa verde e i capelli un po’ scompigliati, lasciati cadere sul viso, Loki sembrava un metro e novanta di gigante snello, affascinante e perfettamente inoffensivo – poi uno lo sentiva parlare e beh, il dubbio nasceva.
Quindi lo aveva raggiunto, affiancandolo per scoprire cosa avesse attirato la sua attenzione. Nell’avvicinarlo si era anche accorto delle voci e della musichetta familiare, ma solo osservando gli schermi esposti, che trasmettevano tutti la stessa cosa, aveva riconosciuto di cosa si trattasse.
Oh. Disney. Steve te ne ha parlato, ricordi? Abbiamo anche visto Aladin.”
Sì.”
Non stai per diventare anche tu un fan dei cartoni animati, vero? Non credo di poter sopportare di vivere sotto lo stesso tetto con due superguerrieri che…” aveva continuato Tony, ed era un po’ allarmato, perché questo non era affatto Loki, Loki era eccentrico e geniale e non guardava i cartoni animati e non aveva traccia di sentimentalismo ed era un ex cattivo e sarebbe stato deludente, davvero, come-
Su Midgard credete nelle sirene?”
Oh.
Tony si era rilassato – non che fosse importante, ma sì, ecco, ovviamente era un interesse culturale e se vogliamo mitologico, e non un’improvvisa passione per i film Disney. Sì, questo poteva accettarlo, anzi, era proprio normale, perché Loki era curioso – persino più di lui, anche se tendeva a non manifestarlo con altrettanta insistenza e in generale, nella vita, quando non faceva saltare in aria città era molto più discreto di Tony.
No,” aveva risposto. “E’ solo una storia per bambini,” era stata l’aggiunta noncurante, prima che aggrottasse la fronte. “Un momento. Aspetta un attimo. Loro… Loro esistono?” aveva mormorato poi, voltandosi con gli occhi sgranati e ignorando lo schermo in cui Ariel s’infilava sulla barchetta.
Loki non aveva risposto, continuando ad osservare il cartone con occhi scettici, quasi soppesandolo in maniera scientifica.
Se le sirene esistono tu mi devi… Io devo vederne almeno una. Non esiste che tu non me le mostri. Sono pronto per il salto interspaziale, sì, credo che…”
Avete volatili che parlano inglese?”
Tony era tornato a guardare lo schermo, ed era stato in quel momento che il saccarosio aveva colpito. Probabilmente era servito del tempo perché il suo fisico assimilasse gli zuccheri del Ben&Jerry’s e iniziasse a subirne i deleteri effetti.
La Sirenetta e quel demente del principe Eric erano su una barchetta di legno che doveva aver visto tempi migliori, circondati da una pletora di uccelli, ranocchi e pesci cerebrolesi. Per un istante, Tony aveva provato un moto d’imbarazzo nei confronti del proprio pianeta e si era sentito quasi in dovere di giustificare quello scempio stucchevole agli occhi del semidio, e perciò aveva socchiuso le labbra per parlare e anche Loki stava zitto e siccome era così alto la gente si era allontanata per rassegnazione, dato che non si vedeva nulla oltre la sua sagoma, e il rumore era relativamente basso e, d’accordo, va bene, Tony era stranamente zitto e la strana eventualità sembrava risuonare. A tal punto che Loki, forse stupito a sua volta da quella pausa, si era voltato distrattamente verso di lui per un secondo o due, mentre risuonava la canzoncina, guardandolo in viso.
Non sa cosa dire ma i suoi occhi ti parlano...
Tony aveva avuto una specie di brivido - non un brivido, non era la parola esatta, brivido faceva pensare a qualcosa di caldo ed eccitante o di freddo e beh, magari eccitante lo stesso, mentre quello era stato, sì, decisamente inquietante. Un presagio di sciagura, forse, un sinistro, infinitesimale attimo di black-out. Non c’era nessuna ragione minimamente sensata per cui la canzone gli avesse fatto pensare agli occhi che lo stavano guardando – e comunque gli occhi di Loki non stavano cercando di dirgli niente di niente, al massimo una minaccia generica di ritorsioni ma non-.
Aveva sorriso con fare noncurante, o almeno sperava – e Tony era molto bravo in questo, quindi c’erano altissime probabilità che la sua speranza fosse fondata. Il sopracciglio di Loki si era leggermente arcuato, come se non capisse bene il motivo di quel sorriso ma la cosa non gli importasse più di tanto, e difatti era tornato a voltarsi verso la vetrina.
Non capisco perché quell’uccello…”
Oh, lascia perdere,” lo aveva interrotto Tony. “Non è da capire, te l’ho detto, è una sciocchezza per bambini. O per Steve.”
Loki aveva annuito assorto, poi l’aveva guardato di nuovo. In un modo che era intenso in maniera quasi minacciosa, conoscendo il soggetto.
Sai, Stark…”
Mh?” lo aveva spronato lui, dicendosi che qualunque cosa stesse per dire o fare non poteva essere peggio dell’averlo buttato giù da una finestra. O meglio, poteva, ma Tony preferiva non pensarci.
Invece Loki non aveva detto proprio nulla. Aveva espirato, richiuso le labbra e voltato di nuovo lo sguardo.
Shallalalala, il ragazzo è troppo timido, coraggio, bacial…”
Oh, diavolo, andiamo,” era sbottato Tony, allontanandosi con un improvviso senso di urgenza. Stupida ragazza con le pinne e stupido cartone animato, stupidissimo Walt Disney e stupiderrimo Ben&Jerry’s. Forse c’era qualche sostanza che provocava allucinazioni e stati confusionali in quel gelato, perché non aveva nessun motivo di sentirsi imbarazzato da quella canzoncina idiota sul baciarsi in presenza di Loki. Era Loki, per la miseria.
L’asgardiano lo aveva seguito senza emettere verbo – forse però aveva squittito, quando una carrozzina pilotata da una giovane mamma troppo sovraccarica di pacchetti gli aveva urtato la gamba, Tony non ne era sicuro. Poteva essersi trattato del cigolio di una ruota ma, in effetti, preferiva l’ipotesi dello squittio, e sorrideva tra sé mentre s’infilavano tra gli scaffali dell’ipermercato.
Loki aveva continuato a non parlare per un pezzo. Aveva ascoltato labbra serrate la sua storiella sulla lotta disperata da midgardiani per grattarsi le luci di Natale a vicenda in strada, e non aveva fatto commenti. Si era limitato ad aggrottare la fronte e annuire velocemente, ma pareva distratto e imbronciato – certo, vedere una scena romantica della Sirenetta coi pesci canterini doveva essere un bel trauma, per uno cresciuto da una stirpe di guerrieri. Tony aveva preferito soprassedere. Passavano buona parte delle loro giornate a stretto contatto – per quanto stretto potesse essere il contatto con Loki, che gli sembrava sempre più il campione universale dei muri tra sé stessi e il resto del cosmo. Per quanto la cosa un po’ gli bruciasse, Tony doveva ammettere che la barriera anti-intimità di Loki superava addirittura la sua.
Comunque ci passava davvero le giornate insieme, abbastanza spesso, in laboratorio, e riusciva a capire ormai senza la minima esitazione quando non fosse strettamente indispensabile parlare – quasi sempre – e quando invece fosse decisamente sconsigliato farlo, se non suicida – il resto del tempo. Non era affatto facile con una logorrea come la sua, ma nella torre c'erano troppe finestre che davano sul vuoto per permettersi il lusso di correre rischi inutili.
Sì, ok, d’accordo, poi c’erano le eccezioni, ma non contavano davvero molto.
Le eccezioni erano quello che diceva parola stessa, rari momenti fuori dal normale in cui Loki per qualche ragione tutta sua – un esperimento riuscito, un incantesimo migliorato, una scoperta affascinante sulla tecnologia midagardiana, ma anche un pranzo particolarmente buono o i postumi di una sbronza (perché, contrariamente a tutti gli altri esseri viventi che Tony conosceva, se stesso compreso, Loki in hangover, all’indomani di una bevuta, era quasi rilassato, così intorpidito, calmo e sonnolento, non aveva mal di testa o qualche altra patetica cosa umana, ma solo un po’ di stordimento, e vagava per la Stark Tower con un silenzio grazioso, oppure parlottava piano con lui e Bruce – che sembrava considerare gli unici due esseri umani abbastanza intelligenti da poter ambire a intrattenere una conversazione con lui), tutte queste ragioni appunto – diventava persino gioviale. Le eccezioni erano quelle volte in cui i suoi occhi si tingevano di interesse e curiosità, le labbra si piegavano in un sorriso che parlava di malizia e non di malignità, la sua voce diventava più morbida e Tony credeva di riuscire a intuire di che cosa Thor sentisse così tanto la mancanza.
Ma erano eccezioni, appunto. Non comprendevano le uscite natalizie al centro commerciale e Tony aveva accettato il silenzio spigoloso di Loki senza quasi farci caso, si era unicamente limitato a pilotarlo verso gli scaffali delle decorazioni natalizie e a indicargli gli articoli che presupponeva potessero interessare Steve. Loki aveva annuito, mentre nei suoi occhi correva veloce una scintilla di curiosità – quel cervello aveva sempre fame, e Tony lo capiva, davvero, lo capiva meglio di chiunque altro su tutto il pianeta – per poi spegnersi velocemente.
Cosa ci serve?” gli aveva chiesto, brusco.
Credo che Steve pensasse a queste,” era stata la risposta di Tony, mentre indicava una confezione di lucine natalizie bianche a intermittenza: una cosa semplice e classica per il suo boy-scout preferito.
Loki ne aveva incamerato quattro confezioni – ci stavano comode, nella stretta di quelle braccia lunghe e nervose – prima di annuire ancora e voltarsi indietro. Tony aveva cercato di fare in modo che non sembrasse lui a guidarli verso le casse e l’uscita, come se Loki lo avesse fatto da sé, e gli aveva passato un paio di banconote in modo quasi casuale.
Posso fare da solo,” si era schernito Loki con tracotanza. Aveva consegnato alla cassiera una banconota di taglio eccessivamente grosso senza nemmeno guardarla, ma la donna gli aveva passato il resto senza battere ciglio; solo che Loki se ne stava già andando ed era stato lui, Tony, a recuperarlo con un sorriso aperto e luminoso, irresistibile.
Bene, adesso dovremmo...” aveva iniziato raggiungendolo, già preso dal suo teatrino per trasformare quella compera natalizia in una missione importante, ma Loki lo aveva zittito con un cenno lapidario.
Stark.”
Ancora quel modo di pronunciare il suo nome, con uno sguardo, dietro, che poteva spaccare le pietre. C’era qualcosa che a Tony sembrava sempre triste, nello sguardo di Loki, anche le rare volte che sorrideva senza cattiveria.
Mh?”
Posso accettare che Rogers finga di prendermi per un imbecille raccontandomi idiozie. Non posso accettare che lo faccia tu.”
Tony non aveva ribattuto niente, mentre lui raddrizzava le spalle con un gesto automatico di fierezza.
Non c’è niente di speciale in queste luci natalizie,” aveva concluso Loki, piatto.
No,” era stato l’unico commento di Tony, condito da un cenno affermativo. Forse doveva aggiungere qualcosa di divertente, ma non ne aveva molta voglia.
Ci vediamo alla torre.”
Tony avrebbe voluto dire ancora qualcosa – chiedere come mai si era fatto accompagnare lì se sapeva che non c’era nulla di particolare da fare – come mai aveva accettato di prestarsi a quella piccola farsa se sapeva dall’inizio che non si trattava d’altro – perché fermarsi a guardare la Sirenetta, poi – ma Loki era già scomparso tra la folla un secondo dopo.
Tony se n’era andato con uno strano languore, qualcosa di spiacevole, inedito, la stessa sensazione di non aver digerito bene, una stretta allo stomaco in mezzo a un sorriso distratto, l’immagine di Loki che guardava lo schermo, la sua espressione assorta. Quand’era arrivato alla Stark Tower le luci erano montate, Steve sembrava felice e Loki era già barricato nella sua stanza. Ne usciva solo per mangiare e per scendere in laboratorio e non era sembrato strano a nessuno – non avrebbe dovuto sembrare strano nemmeno a Tony, in realtà, ma forse poteva andare a controllare che – no, non era strano affatto.
Non ci aveva pensato per il resto della serata – forse solo un momento perché Loki non era venuto a cena ma, davvero, lui saltava spesso i pasti e non era insolito neanche questo – e aveva cenato con gli altri Avengers, Clint e Natasha e Bruce e Steve, e Thor che chiedeva a tutti cosa si dovesse regalare per Natale a Jane come se Jane fosse stata una specie particolare di essere umano, cui fosse destinato un regalo preciso, e infine non aveva dormito perché gli era venuto in mente un circuito che poteva aggiungere all’armatura per velocizzare il ricarico delle munizioni; si era addormentato soltanto per un paio d’ore quand’era già praticamente giorno.
Lo aveva svegliato lo scorrimento della porta accompagnato da un borbottio musicale.
Shallalalala,” aveva mormorato Loki sottovoce, quasi impercettibilmente, mentre si sedeva davanti al computer e diamine, Tony aveva raddrizzato la testa di scatto e si era voltato verso di lui con le palpebre abbottonate, Loki sembrava completamente dimentico della sua presenza e la luce dello schermo si rifletteva sui suoi zigomi, bianchi nel riverbero, e non somigliava al principe Eric e non c’erano Sirenette nei paraggi ma i suoi occhi ti parlano e, merda, maledetto Ben&Jerry’s. Maledetto zucchero.
   
 
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