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Autore: SweetNemy    25/09/2012    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che ha sempre viaggiato in giro per il mondo. Per merito di sua madre riesce a rimanere per sempre nella città in cui è nata e lì è determinata a farsi nuovi amici. La sua prima amicizia sarà una ragazza di nome Serena, ma in seguito conoscerà anche un ragazzo un po’ particolare...
Genere: Drammatico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salveee a tutti! Scusate il ritardo ma siccome studio nn ho molto tempo. Questo capitolo narra l'arrivo di Clay nella sua città e sarà pieno di riflessioni e pensieri da parte del ragazzo! Può risultare un po' noioso ma le ultime frasi saranno fondamentali per il seguito! Ci vediamoooo!
SWEETNEMY :D


Capitolo VI
-Un posto unico-

{Punto di vista di Clay}

Scesi da quell’aereo, così rumoroso, ma in parte così dolce: è stato grazie a lui che sono arrivato qui! Mi guardo intorno con un grande sorriso, non tanto perché il paesaggio faccia ridere o sia strano, ma perché la bellezza di quella città andava oltre ogni aspettativa. Non la vedevo da dodici anni e non era cambiata di una virgola, anzi, era ancora bella!
I miei pensieri vennero distratti, come al solito, (credo di doverci fare l’abitudine) da Aaron.
-Clay? Clay ci sei? Sbrigati, dobbiamo prendere il treno.
-Certo, arrivo!
Eh, sì! La città in cui sono nato non si trova in centro, bensì nella periferia a sud, ma il paesaggio circostante è lo stesso.
Paragonare le spiagge sabbiose e immense dell’Australia a queste piccole spiagge di ciottoli e sabbia scura è come paragonare una montagna a una pietra.
Beh, però nessuno può spostare una montagna, mentre chiunque può spostare una pietra! Questo è un luogo di persone semplici che vivono per la famiglia, per il lavoro e per le tradizioni. I posti lo stesso; sono semplici, eleganti, raffinati, ricchi di storia e di cultura e io li definirei quasi strategici. Come al solito, in questo breve viaggio in treno Aaron mi distrae.
-Clay ma dove andremo a vivere?
-Eh? Bel dilemma. Io dove vivevo da piccolo?
-Non lo so. Non hai delle foto della tua vecchia casa?
-Sì. Ne ho molte nell’album. Ma è nella valigia.
-Facciamo una cosa. La prima notte la passeremo in un hotel, uno qualsiasi, il primo che troviamo. Lì vedrai il tuo album di foto e già se troviamo il numero civico o magari la casa dall’esterno è un inizio. Poi ci penserà Internet a trovare la strada.
-D’accordo. Sì. Buona idea.
Camminammo per svariati metri in cerca di un hotel e finalmente lo trovammo: un hotel altissimo dipinto di rosa antico all’esterno e di giallo all’interno. Io andai subito sopra, mentre Aaron restò lì per prenotare una stanza. Girovagavo per i corridoi guardandomi intorno: era tutto davvero fantastico ed estremamente semplice. Poco dopo mio cugino mi inviò un messaggio dicendomi di salire al 2° piano e di aspettarlo fuori la stanza 54; probabilmente era la nostra!
Quando arrivò entrammo e non persi tempo a prendere l’album: erano tante le foto e molte di esse non le degnavo di uno sguardo: sembrava che mia madre mi volesse bene, ma ovviamente questo è solo passato. A volte vorrei sapere dove sia mio padre, è tanto che lo cerco e mi farebbe sapere come sta.
E poi... eccomi da piccolo, qui, in questa città, a casa dei nonni insieme ai miei genitori, sorridente come non lo sono mai stato. Una casa dipinta di celestino chiaro dove s’intravedevano le montagne. Un giardino ben conservato tutto verde con alberi di arance, pesche e limoni e alcune piante aromatiche. E poi qualcosa di familiare: un passaggio a livello che avevo visto dal finestrino del treno. Non era cambiato tanto e decisi di andarci mentre Clay faceva una doccia.
Camminai ininterrottamente per almeno mezzo chilometro e alla fine riuscii a trovare quel posto: sembrava spettrale.
Quel celestino chiaro era diventato bianco sporco e a tratti grigio o verdino dalla muffa, il cancello era nero, tutto unto e arrugginito. Lo aprii e emanava un cigolio da mettere i brividi, un po’ di vento scuoteva le poche foglie rimaste di quegli alberi un tempo verdi e fece sbattere il cancello facendomi tremare ancor di più. Attraversai il giardino guardandomi attentamente intorno, scrutavo ogni centimetro cubo di quell’ambiente e dopo alcuni secondi raggiunsi la porta. La aprii e stavolta ci fu un cigolio un po’ più sopportabile. Beh, è naturale vedere ragnatele dappertutto e i mobili consumati, ma nel complesso era abbastanza carina la casa, se non fosse che questo stile vintage non si abbinava né a me, né a Clay.
Decisi di tornare in hotel.
-Clay ma tu quanti soldi hai?
-Ad occhio e croce circa 350.000 euro. Perché?
-Così. Per chiedere. Io ne un bel po’ e voglio mettere a posto la casa dei nonni.
-L’hai trovata?
-Sì. Ed è ridotta piuttosto male, per non parlare di quello stile vintage!
-Falla come vuoi, la scelta è tua! Basta che sia piena di luce.
-Sì, concordo! Quelle pareti marroni vanno abolite!
Così mi collegai ad internet e contattai un’equipe di ristrutturatori di case nelle vicinanze. C’era tutto l’essenziale: persino il tappezziere, il giardiniere e il piastrellista. Clay aveva affidato il compito a me e quindi spettava a me!
Il pomeriggio stesso questi ragazzi arrivarono alla casa dei nonni e gli spiegai la situazione. Dissero che avrebbero pensato a tutto loro, tranne che alla scelta dei colori e dei mobili. Mi studiai il volantino e in un quarto d’ora avevo già scelto tutto. Mi dissero anche che avevo buon gusto! Ma avendo una passione innata per l’arte so abbinare bene i colori e so quali sfumature danno un certo effetto.
Pensando alla pittura decisi di dipingere un po’. Andai in spiaggia col mio kit e mi misi all’opera: era tutto così fantastico. Un limpido mare azzurro dominava quell’atmosfera, sovrastato da un cielo sereno e oserei dire quasi ipnotico, e circondato da tante montagne che terminavano la loro corsa gettandosi in acqua. Qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo magnifico, mi apriva il cuore e mi faceva pensare a un posto quasi magico, incantevole!
L’uomo senza immaginazione, senza una reazione del cuore e senza qualcosa da provare osservando un paesaggio, o qualsiasi cosa, di nuovo non sarebbe un uomo, ma una macchina.
Una persona qualunque avrebbe visto delle montagne, il mare e il cielo. Io vedo armonia, storia, natura! È strabiliante come la pioggia sia riuscita a modificare così perfettamente queste montagne. Secondo me queste montagne sono come noi: il risultato di qualcosa di fantastico, ma che possono, volendo, franare e farci del male. Il mare è lo stesso. E il cielo? E la pioggia? Sappiamo tutti cos’è la pioggia: l’acqua del mare evapora, sale in superficie, va verso il cielo, si condensa e cade sottoforma di pioggia. Se tutti vedessimo la pioggia così saremmo rovinati! A volte immagino la pioggia come le lacrime del cielo, è immaginando questo che quando dipingo riesco a comunicare chi sono agli altri.
L’arte è un linguaggio: un linguaggio che solo chi vede il mondo soggettivamente, oltre che oggettivamente può capire!
Ritornando alla realtà dopo circa tre settimane la squadra di ristrutturazioni mise a posto la casa, dipingendo anche le pareti e posizionando i mobili.
Quando entrai restai shoccato! Era bellissima. Uno splendido cancello argento e un giardino completamente rivisitato, verde, raggiante e pieno di alberi, piantine e fiori colorati. La porta d’ingresso era bianca con le rifiniture argentate e sovrastata da un muro sorretto da due piccole colonne di gesso (almeno credo che sia). Dentro l’ambiente si apriva con un ampio soggiorno con divani blu e bianchi, libreria attrezzata con libri, film e DVD e un televisore fantastico. Ambiente aperto con la sala da pranzo, con un tavolo da almeno 12 posti! Subito a destra c’era la cucina: era argentata e molto grande, con un gran bancone da lavorazione in marmo bianco. La cucina era provvista di un balcone.
Di fronte c’era, ovviamente, il bagno!
Andando al piano di sopra trovavamo un lungo corridoio celestino e cinque stanze. Partendo da destra c’era la camera da letto, la vecchia dei nonni, ma ora era moderna e davvero fantastica! Poi la mia camera; quella di Aaron; una stanza per gli ospiti matrimoniale e una singola. Infine c’erano due bagni. Uno normale e l’altro con la vasca idromassaggio: non ho resistito. Ogni stanza aveva un balcone molto spazioso, eccetto il bagno che invece aveva una grande finestra con tenda.
Credo di aver fatto un bel lavoro con i mobili, come per la rimozione del cortile sul retro e la costruzione di un garage e una piscina.
Dopo ciò mi fermai nella mia stanza: era completamente azzurra, come il mio colore preferito! C’era il letto, l’armadio, la libreria e la postazione studio. A proposito di studio, oggi sarebbe cominciata la scuola, ma io non ci sono andato!
La preside disse che dovrò incominciare da domani perché sarebbe stata la giornata delle presentazioni.
Domani dovrò cominciare il secondo anno del liceo scientifico. Chissà come andrà...
  
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