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Autore: Fink    25/09/2012    2 recensioni
Si tratta di un crossover NCIS-Lie to me. Premetto che, nei rapporti tra i personaggi, la vicenda segue la fanfiction in corso d'opera... si lo so è un caos...ma si risolverà tutto appena l'altra sarà completa...
A Quantico viene trovato un marines morto e alcuni file top secret scompaiono, ma il caso non è così semplice e il team di Gibbs dovrà ricorrere all'aiuto di un "vecchio amico"...
Spero di riuscire a mantenermi il più possibile fedele ai personaggi delle du serie creando una collaborazione. Buona lettura e se vi va, esprimete la vostra opinione.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Altro Personaggio, Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe in another life'
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CAPITOLO DECIMO
 
Il sole del mattino entrò di prepotenza nella stanza non appena Rebecca tirò le tende soffermandosi per qualche istante alla finestra a guardare attraverso il vetro. Il quartiere non era cambiato molto: i giardini delle palazzine erano sempre ben curati, con arbusti e cespugli di fiori profumati.  Dalla casa di fronte la signora McGregor stava uscendo con il suo cagnolino, un meticcio dal pelo scuro con lunghe orecchie bianche e nere; spostando lo sguardo verso destra vide  un camioncino del servizio postale  svoltare nella via principale e fermarsi davanti ad uno dei palazzi permettendo così al postino di compiere il suo lavoro.
“Dormito bene?” chiese Abby quando Rebecca la raggiunse in cucina.
“Sì, grazie. E tu?”
“Non molto.”
“Beh, non mi meraviglio, non so come tu faccia a dormire in una bara. Le tazze sono qui?” Chiese Rebecca aprendo una delle ante sopra il lavandino.
“Il caffè è quasi pronto. Comunque la bara è molto più comoda di quanto possiate immaginare.” Rispose versando la bevanda bollente nella tazza; fecero colazione in silenzio, poi, mentre riponevano le stoviglie nel lavandino, Abby chiese all’amica “posso farti una domanda?
“Certo.”
“Tempo fa mi avevi raccontato di essertene andata di casa a causa dei problemi con la tu famiglia.” La scienziata fece una breve pausa cercando le parole più adatte “non mi hai mai detto che da piccola eri stata rapita.”
Rebecca sbiancò e appoggiò entrambi i palmi sulle ginocchia. Forse non avrebbe dovuto essere così diretta, pensò Abigail, ma era difficile usare parafrasi in certi casi.
“Non avrei dovuto, perdonami.” Cercò di scusarsi la giovane, vedendo l’agitazione crescere nella sua amica. La donna respirò a fondo per qualche istante, cercando di calmare il forte tremore che l’aveva colta “non fa niente” rispose infine, “ho passato dei brutti momenti… Poi sono andata in terapia e le cose sono migliorate.” Si sforzò di sorridere “Tu invece, cosa mi racconti? Come vanno le cose con McGee? L’ultima volta che ci siamo visti uscivate insieme.”
Abby capì che non aveva nessuna voglia di parlare con lei, perciò decise di non insistere e si limitò a rispondere alla domanda “Mah, in realtà abbiamo rotto, non…non poteva funzionare e poi stavamo infrangendo una delle regole di Gibbs.”
“Regole?”
“Sì. La 12 per essere precisi: mai uscire con un collega.”
“Ah…mi dispiace. Siete così carini assieme.”
Abby arrossì leggermente e abbassò lo sguardo “E tu? Ti vedi con qualcuno?”
A quella domanda le guance di Rebecca assunsero una sfumatura più intensa “beh… a dire il vero sì, da quasi un anno.”
“Sbaglio o ti senti a disagio a parlarne…relazione pericolosa?” chiese la dark con un po’di malizia.
“No, è solo che lui è divorziato, ha una figlia piccola e beh… lei ancora non sa che io e suo padre abbiamo una storia.”
“Capisco. E chi sarebbe il fortunato, lo conosco?” chiese Abby pensando a quanti dei suoi conoscenti erano divorziati e con figli, a parte Gibbs, ovviamente.
“È un colonnello della marina. Ero appena rientrata da un viaggio di lavoro e mi ero presa una settimana di ferie arretrate; l’altro giorno, quando ho visto il marine morto, stavo andando da lui. Volevo fargli una sorpresa”
“Il tuo colonnello ha anche un nome?” chiese Abby.
“Joseph…Joseph Withman.” Rispose Rebecca. “Ehi Abby, tutto bene?” chiese vedendo che era sbiancata all’improvviso.
 
 
Le porte scorrevoli si aprirono di scatto e un Gibbs stranamente di buon umore uscì dall’ascensore, in mano l’immancabile caffè e accanto a sé una donna elegantemente vestita che lo salutò con un sorriso e si diresse verso il suo ufficio, al piano superiore.
“Visto? Cosa vi avevo detto?” commentò DiNozzo con i palmi protesi verso i suoi colleghi.
“E va bene, Tony, avevi ragione tu.” disse Ziva porgendogli 10 $; McGee fece altrettanto “ma non significa che abbiano passato la notte assieme o che abbiano una relazione” si permise di aggiungere.
Uno scappellotto ben piazzato di Gibbs li convinse a porre fine alle loro elucubrazioni “scommettete ancora su di me?”
“Nooo, certo che no, capo. Non potremmo mai…”
“Avete scoperto niente?”
“In effetti sì.” Iniziò Tony “Ieri sera sono riuscito a sapere qualcosa in più su Rebecca.” L’agente fece un breve riepilogo al suo superiore che, alla fine, rivolto al “pivello” si limitò a dire “ottimo lavoro…McGee!”
“Grazie, capo.”
Rivolse un cenno a Tim “Noi due ce ne andiamo a Quantico, abbiamo avuto l’autorizzazione dal Segretario”
“E noi capo, Abby e Ducky non sono ancora arrivati?”
“Voi vi occuperete dei nostri ospiti.” Rispose Gibbs accennando uno sguardo verso i due giovani appena entrati nell’open space; poi, con McGee al suo fianco si avviò all’ascensore.
“Possiamo fare qualcosa per voi?” chiese amichevolmente Ziva rivolgendo la parola a Loker.
“Vorremmo parlare con il vostro direttore.” Rispose Ria.
“Ci sono problemi?”
“No. Ma abbiamo bisogno di parlare con la signora Shepard.” Continuò Ria lanciando uno sguardo di sfida a Ziva; l’israeliana ricambiò con un sorrisino glaciale.
“Ehi, ragazze, andateci piano, se state litigando per me…sono disponibile per entrambe” Tony cercò di smorzare la tensione con una battuta ma, per tutta risposta, ricevette un pugno su ciascuna spalla. “Ok. Scherzavo.” Disse riprendendo fiato “venite, vi accompagno di sopra.” E così dicendo salì i gradini seguito da Eli e Ria.
 
 
“Agente Gibbs, non mi aspettavo di vederla così presto.” Disse il generale Freeman porgendo la mano ai due agenti federali.
“Abbiamo il mandato e l’autorizzazione del Segretario della Marina” si limitò a rispondere l’interpellato “dove sono i file?”
Il generale prese il foglio dalla mani di Gibbs e lo lesse attentamente “da questa parte.” Fece un cenno ai due uomini che lo seguirono all’interno dell’ufficio personale di Freeman “scusate, ma non sarebbe prudente parlare in corridoio. Prego accomodatevi.” Disse invitando gli agenti a prendere posto su due sedie di pelle nera. “ Circa un anno fa è stato avviato un progetto per migliorare le funzionalità dei missili a testate nucleari” cominciò a spiegare Freeman “abbiamo ricevuto l’ordine di realizzare un nuovo programma che ne permettesse la decrittazione e la codifica utilizzando dei particolari sistemi numerici.”
“E come funzionano?” chiese interessato McGee.
“A dire il vero io non ci capisco molto di sistemi informatici…è per questo che ci sono stati assegnati due esperti di computer ” cercò di giustificarsi.
“I nomi.” disse Gibbs.
“Maggiore Robert Price e colonnello Joseph Withman” si affrettò a rispondere.
“Withman?” ripetè McGee.
“Sa dove sono?” chiese Gibbs non ancora intenzionato a rivelare la verità sul colonnello.
“Il maggiore Price si trova nel laboratorio, due piani sotto a questo. Quanto al colonnello Withman, non so dove sia, nessuno lo vede da venerdì.”
“Nessuno ha provato a contattarlo?”
“Sì, ma senza esito. Ha detto al maggiore Price che avrebbe passato il finesettimana con la figlia.” Il generale si passò una mano sul mento, pensieroso. “Non si è presentato nemmeno ieri, ho mandato i miei uomini a cercarlo a casa, ma nessuno lo ha visto.” Seguì una breve pausa; Freemann era un po’ nervoso e si aspettava che uno degli agenti intervenisse, ma sia Gibbs che McGee non parlarono; poi Gibbs ruppe il silenzio “Price e Withman erano gli unici ad avere accesso al progetto?”
“Non proprio. Erano gli unici che potevano entrare nel laboratorio, per potervi accedere bisogna superare la lettura delle impronte e del timbro vocale, il laboratorio e l’ingresso sono sorvegliati da telecamere, tuttavia…”
“Tuttavia?” chiese McGee accorgendosi che Freeman si era interrotto.
“Tuttavia, ipoteticamente parlando, se accompagnati da Price o Withman, chiunque può
accedervi.”
“E…ipoteticamente parlando, è mai accaduto?”
“Sì.” Rispose il generale “vede, agente Gibbs. Per il progetto ci avvaliamo anche di un esperto di armi nucleari, il dottor Martin Ventris, un civile.”
“Sa dove possiamo trovarlo?”
“Un attimo…” il marine si alzò e rovistò nell’archivio alla ricerca dei fascicoli su Ventris “…Vander, Veltran…Ventris…ecco qui. Lavora presso la CKI Chemical Kaster Industry.”e ripose la cartellina nell’archivio.
“Grazie, ma ci prendiamo tutto il fascicolo” disse Gibbs “Chiama Tony, digli di cercare informazioni su Martin Ventris.” Poi rivolto nuovamente a Freeman “Vorremmo fare qualche domanda anche al maggiore Price.”
“Certo. Lo faccio chiamare.”
“Mi ha fatto chiamare, signore.” Il maggiore entrò qualche minuto dopo nell’ufficio del suo superiore portando la mano alla testa.
“Sì. Questi due agenti del NCIS vorrebbero farle alcune domande.” Disse Freeman vedendo lo sguardo interrogativo del maggiore.
“Agenti speciali Gibbs e McGee” si presentò l’uomo dai capelli brizzolati e lo sguardo di ghiaccio. Il maggiore sembrava nervoso “Da quanto non vede il colonnello Withmann?” chiese Gibbs.
“Perché me lo chiede? È forse successo qualcosa?” gli occhi si posarono ora sull’uno, ora sull’altro degli uomini che aveva davanti.
“Risponda alla domanda.”
“Mmmh, non ricordo, forse giovedì o venerdì.”
“Il maggiore Freeman è di altra opinione” disse McGee “ha detto che il colonnello ha parlato con lei per l’ultima volta.”
“Sì…forse…” si passò nervosamente una mano sul collo “sì… l’ho visto venerdì. Mi ha detto che avrebbe passato il finesettimana con la figlia.”
“Non l’ha più sentito da allora?”
“No. Di solito, quando sta con la figlia si isola dal mondo.”
“Credo che questa volta si sia isolato dal mondo completamente.” Disse McGee.
I due marines lo guardarono con espressione interrogativa.
“È morto.” Rispose Gibbs "vorremmo vedere il laboratorio" aggiunse e senza aspettare i commenti uscì dalla stanza seguito dal suo collega.




Finale di capitolo un po'sospeso...sì, ma è voluto :) Spero di riuscire ad aggiornare presto e intanto ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno letto e che vorranno lasciare una recensione. A presto....

   
 
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