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Autore: Blacky46    27/09/2012    2 recensioni
UN gruppo di ragazzi delle scuole superiori cerca di scappare dai non morti che ormai hanno completamente invaso la città....e non solo
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi svegliai mi trovavo steso a terra  a pancia in giù. Inizialmente non sentii dolore, così cercai di voltarmi , anche perché non riuscivo a capire dove mi trovavo. Appena feci per girarmi però sentii improvvisamente una fitta propagarsi lungo tutta la schiena, mi ributtai quindi a terra. Ripensai un attimo a quello che era successo prima che perdessi i sensi….”Ma certo, ho preso una botta sulla schiena, ecco perché…” e nel frattempo ripresi ad alzarmi lentamente. A fatica riuscii a tirarmi su in piedi, iniziai quindi a guardarmi intorno “Mmmh, scatoloni a terra….devo essere nel magazzino dell’armeria…che stiano bene gli altri?” mi domandai. Mi accorsi che avevo una sorta di fasciatura sul petto, fatta con dei brandelli di vestito, a coprire la ferita che avevo sulla schiena.
Vidi una porta poco lontano da me, così mi avvicinai e la aprii. Oltre la porta trovai dei ragazzi seduti a terra con delle fasciature su braccia e gambe….l’armeria sembrava non aver subito danni dal combattimento che c’era stato. “Pier…..hei Pier stai bene?” sentii una voci alle mie spalle. Mi girai, era Edoardo “Si, però sono tutto indolenzito” dissi, mentre portavo una mano sulla fasciatura “Ma che è successo?” Edoardo mi guardò perplesso “Non ti ricordi?” “Ricordo del mostro e che stava per uccidere Andrea e poi…. Cos’è successo dopo?” “Beh…gli hai sparato e sei svenuto….poi Andrea ha finito il mostro.
Sei rimasto incosciente per circa mezza giornata, ora sono le sei di pomeriggio.”   “Ma non manca qualcuno?” gli chiesi guardandomi attorno “Come immaginerai molti sono morti” e si zitti un attimo “Comunque un gruppo di ragazzi se n’è andata questa mattina, sono tornati indietro, hanno detto che avevano ancora una cosa da fare; qui sono rimasti solo quelli con ferite più profonde a riposarsi, abbiamo deciso di unirci al vostro gruppo, l’armeria, ormai, non è più un posto sicuro. Appena stai meglio andremo anche noi.” Annuii con la testa mentre mi guardavo attorno. “Pier, tutto bene?” chiese Marco, vedendomi in piedi “Si, abbastanza” “Bene, quando sei pronto andiamo”
“Senti, sai che fine ha fatto il mio telefono?”   “No, perché?”   “non lo trovo più, probabilmente mi è caduto quando ho sbattuto con la schiena….senti dov’è che mi avete trovato che vado un attimo a ricontrollare?”  “Ma sei matto, è troppo pericoloso” “Dai su, dov’è il posto?”  Marco mi guardò, abbastanza preoccupato, per qualche secondo “E va beh, è proprio qui davanti, dall’altra parte della strada….. se vai però prendi questa” e mi porse una pistola “Ma dai” “Se non la prendi non vai!” lo fissai “Ok, torno a breve” e uscii dall’armeria. Attraversai la strada più velocemente che potevo ed entrai dalla vetrina rotta. “Vediamo un po’….. eccolo….come immaginavo, ormai è andato.”
Sfortunatamente con la caduta avevo rotto il telefono “Va beh, non me ne sarei fatto comunque molto” sussurrai. Improvvisamente sentii un rumore provenire da dietro uno scaffale poco dentro il negozio, così, andai a controllare. Passato il primo scaffale vidi, attraverso le fessure di un altro scaffale, uno zombie alzarsi lentamente, probabilmente attirato dal rumore che avevo fatto “Brutto bastardo….adesso vedi”. Feci il giro dello scaffale  mentre lo zombie ancora tentava di alzarsi. Una volta che gli fui davanti fece per mordermi ma, con un calcio, lo feci ricadere e poi gli sparai in testa. “Cazzo…non bastavano questi, ora ci sono pure i mostri là fuori….da dove vengono…e chi ha fatto tutto ciò…dobbiamo assolutamente scoprirlo.” Poi, mentre guardavo lo zombie ormai morto, a terra, notai che c’era una strana cosa che gli sporgeva da un fianco “Cos’avevi con te…vediamo” dissi mentre con cautela mi avvicinavo allo zombie “Ma questa è……mmmh molto bene, potrebbe tornare molto utile…la prendo io se non ti dispiace.” Riuscii dal negozio e vidi Marco li fuori ad aspettarmi “Hei, che fai qui?” “Ho sentito lo sparo e sono venuto, perché hai sparato, vuoi forse attirare tutti gli zombie della zona?”, rimasi in silenzio “E quella che roba è?”   “Non vedi…è una spada, l’ho trovata addosso ad uno zombie, ma credo che ora non gli serva più” 
“Hai fatto bene, però potevi anche fare a meno di rischiare di attirare altri zombie solo per una spada… vieni torniamo dagli altri che siamo pronti a partire.” Tornai all’armeria e, dopo aver deciso che strada fare per il ritorno, ci incamminammo.
Eravamo circa una dozzina di ragazzi, in cinque eravamo feriti, gli altri avevano solo contusioni. Marco e i ragazzi erano davanti, mentre io stavo a qualche passo di distanza assieme agli altri quattro feriti.

Fortunatamente la strada sembrava completamente sgombra dai non morti, non si poteva certo dire lo stesso delle macchine. Stavamo percorrendo la strada principale per giungere in centro città; sembrava di essere lungo una strada abbandonata, una di quelle che si vedono nei film horror che conducono alle città abbandonate….ma forse “sembrava” non è il termine adeguato per descrivere il paesaggio che ci circondava.
Ormai nulla era come me lo ricordavo, non si sentivano più né rumori di auto né di persone parlare, solo lamenti, provenire probabilmente dal centro città. Mentre pensavo a tutto ciò sentii un rumore provenire dall’alto, un rumore che mi riportò alla realtà, si trattava di un tuono. Alzai la testa lentamente per guardare il cielo. C’era pieno di nuvoloni neri, ero arrivato fin lì senza neanche accorgermene. “Ragazzi, credo sia meglio aumentare il passo, qui tra poco inizia a piovere” sussurrai.
In pochi minuti arrivammo nei pressi del centro, ci fermammo un attimo “Bene, prendete tutti fiato, qui dobbiamo stare attenti e passare velocemente” disse Edoardo “Più avanti ci sono alcuni gruppetti di zombie, se passiamo sulla destra però non dovrebbero sentirci” disse un ragazzo che era andato a controllare poco più avanti “Ok, andiamo” stando sulla destra riuscimmo a passare gli zombie, notai però che, rispetto al giorno precedente, erano decisamente aumentati “Cazzo, guardate che disastro… c’è sangue ovunque e poi sentite che puzza, perché diavolo è dovuto succedere tutto questo” sussurrò il ragazzo di fianco a me. Nessuno di noi riuscii a trovare parole per rispondergli e così proseguimmo.
Passato il centro, mentre ci dirigevamo ormai all’edificio nel quale si trovavano tutti gli altri, trovammo una jeep militare abbandonata lungo la strada “Fermi un attimo, questa non c’era ieri” dissi ai ragazzi davanti “E allora?” mi rispose Marco “Non pensi sia meglio andare a darci un’occhiata?”. Ci avvicinammo lentamente da dietro, Marco si avvicinò alla portiera e, con molta attenzione, l’aprì. Ci fece cenno di avvicinarci. All’interno del veicolo vedemmo una cosa che ci lascò tutti attoniti. Trovammo il corpo di un militare, seduto al posto di guida, ormai morto, con dei segni di morso su di un braccio….il fatto è che si era suicidato, sparandosi in testa. Davanti all’auto infatti c’erano dei corpi di zombie, ormai morti, e anche il corpo di un altro soldato, non ci voleva certo un genio per capire cosa fosse successo.
“Guardate, ha qualcosa in mano” disse Marco. Nella mano libera stringeva una foto “Vediamo” C’era rappresentata una famiglia, probabilmente quella del soldato “Ciao papà, Sara sta facendo la brava a casa aiutando la mamma, quindi torna presto che ti aspettiamo , ti voglio bene papà.” Lessi ciò che c’era scritto dietro la foto, non potemmo fare a meno di commuoverci.

Mentre stavamo sistemando il corpo del soldato sentimmo dei rumori provenire dalla radio interna della jeep “Bravo tre ci ricevete…Bravo tre ci ricevete”  Marco prese la trasmittente della jeep. “Vi riceviamo” “…Chi sei? Dov’è bravo tre?” rispose la voce “Bravo tre, cioè i due soldati sono morti, abbiamo trovato la jeep abbandonata in mezzo alla strada” “Abbiamo…non sei solo? E dove vi trovate?” “Sono assieme ad un gruppo di sopravvissuti, ci troviamo lungo la strada per il supermercato Aliper, zona est di Rovigo”. Sentimmo la voce alla radio dire: “Capitano la squadra Bravo tre è stata annientata, però abbiamo trovato un gruppo di superstiti.” Poi riprese a parlare con noi “Al momento non possiamo mandarvi unità a recuperare, se riuscite a venire voi, abbiamo  stabilito un campo per sopravvissuti nella zona ovest della città, vicino la chiesa di San Bortolo.
Ripeto abbiamo stabilito un campo per superstiti nella zona ovest della città, vicino la chiesa, se siete in grado di raggiungerci in sicurezza, se no cercate un posto sicuro e attendete l’arrivo di una squadra di soccorso.” Marco alzò gli occhi verso di noi e tutti accennammo con la testa. “Verremo noi, non c’è bisogno di nessuna squadra” “Ricevuto, una volta arrivati cercate il soldato semplice Rossi passo e chiudo”
“Molto bene, sbrighiamoci, dobbiamo andare ad avvertire gli altri e poi ormai è notte e sta per piovere” disse Edoardo facendoci cenno con le mani di avanzare. E così, lasciata la jeep alle spalle riprendemmo a camminare e, in poco più di un quarto d’ora, arrivammo finalmente all’edificio in cui si trovavano tutti.
Pochi minuti dopo essere entrati iniziò a piovere “Ragazzi, siete arrivati finalmente, ci stavamo iniziando a preoccupare” disse Alessio venendoci incontro. Cercammo dei posti dove sistemarci. Mentre camminavo per una stanza vidi che c’era decisamente più gente del giorno prima “Ma che cavolo, che sia solo una mia impressione?” pensai. Mentre però me lo chiedevo tra me e me vidi, però, Davide uscire da una specie di tenda accostata al muro. Mi guardò e venne verso di me.
“Hei, tutto bene?”   “…..io si, ma tu, come fai ad essere qui?” E così, mentre andavo nel mio alloggio Davide mi raccontò quello che era successo. La mattina del giorno dopo che noi eravamo andati al palazzetto  loro furono attaccati. La vetrata a tutta parete infatti non resistette agli attacchi degli zombie, e così, in circa venti minuti, la scuola venne completamente invasa. I pochi sopravvissuti, poco più di un centinaio di ragazzi, si rifugiarono al palazzetto e bloccarono le entrate. Resistettero per circa due giorni, più o meno fino a quando noi fummo attaccati dal mostro.
La mancanza di cibo e la stanchezza però lì indebolì tutti e quando le porte vennero sfondate molti do loro non riuscirono a scappare. A quel punto fermai Davide “Come hanno fatto a sfondare le barricate scusa?”   “Non lo so, però adesso che ci penso mi pare strano anche a me che una di quelle cose sia riuscita a sfondare la barricata” “Come una?!”  “Si, però ora che ci penso, più che aver sfondato la porta, sembrava proprio si fosse lanciato contro….o fosse stato lanciato. Ti dico così perché lo zombie dopo aver completamente divelto la porta non si è più mosso, è morto per il colpo”. Mi venne così un terribile dubbio “Senti, non è che avete sentito degli strani rumori finche eravate al palazzetto, tipo il rumore di un animale o qualcosa di simile?” “Eh, se ne sentivano tanti di rumori, però di animali proprio non mi sembrava, però dovresti chiedere anche agli altri. Ma perché me lo chiedi?”   “No niente, solo per sapere”
“Non può essere che ce ne siano ancora” pensai tra me e me.
“E poi come avete fatto a scappare?” gli chiesi. “Proprio quando stavamo venendo sopraffatti, sentimmo degli spari, erano alcuni ragazzi che ci venivano a salvare. Solo dopo che gli zombie erano morti abbiamo visto che erano proprio gli stessi che se n’erano andati dalla scuola qualche giorno prima, ormai pensavamo foste tutti morti.” “Capisco…e senti, della nostra classe?”  Davide abbassò un attimo gli occhi “Gli unici rimasti a parte te, Alessio, Andrea, Patrick e Massimo siamo: io, Sara, Claudia e Marco.”  “E tutti gli altri….morti?”  “Davide fece solo un cenno con la testa. “Dannazione…”   “Va beh, io ora devo proprio andare, ci vediamo dopo.” “Ok, ciao”
Finalmente arrivato al mio letto, se così si possono definire una specie di materassino e dei teli come coperta, mi distesi e, visto che ormai era notte, mentre pensavo a quello che mi aveva raccontato Davide, con fuori solo il rumore della pioggia, mi addormentai.
  
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