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Autore: JustMeAndYou    27/09/2012    3 recensioni
Un ragazzo si sedette al mio tavolo.
"Ciao"
"Ciao. Sei nuovo?"
"Veramente frequento i tuoi stessi corsi da quattro anni."
"Oh."
"comunque sono Harry. Harry Styles."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzeeeee :) vi avviso che sono muy orgogliosa di questo capitolo, che, per inciso, è uno degli ultimi (almeno credo). Dato che questo capitolo è una bomba di informazioni, spero che lo apprezzerete e lascerete qualche commento... anche perché non è che ne lasciate molti, anzi sembra un po’ che la storia faccia schifo... vabbè graciaaaaasssssss comunque:) buon giorno buonasera buonanotte
 

 
             Capitolo 11
                    Hello world
 
Strisciai forte la scopa sul pavimento, e ad ogni movimento mi faceva male il braccio.
Avevo già maledetto la Owens almeno ventimila miliardi di volte, nella mia mente.
Quando aveva detto che ero in punizione avevo pensato ad una cosa tipo scrivere cento volte ‘devo rispettare le regole o cose così’. Non mi aspettavo di certo che mi sarei dovuta fermare tutti i giorni dopo la scuola a spazzare la mensa e pulire i bagni.
Erano venti minuti che stavo cercando di togliere una macchia nera dal pavimento, ma molto probabilmente non ce l’avrei mai fatta.
Cavolo, ma spalmavano catrame in mensa? Provai con tutto ma non veniva via, così alla fine me ne andai mandando a fanculo la scopa.
Uscii da scuola e andai a casa di Harry, che ormai era la mia sede.
Infatti io avevo provato a spiegare a mia madre quello che era successo, ma lei aveva cominciato a diventare tutta rossa e mi aveva urlato contro per mezz’ora. Mi aveva detto che sarei potuta morire in aereo, che mi avrebbero potuta rapire, che non ero abbastanza responsabile per fare un viaggio da sola e migliaia di altre cose, così avevo deciso che sarei tornata a casa mia quando si sarebbe calmata.
Harry non era in casa quando tornai, così decisi di fare una cosa che avrei già dovuto fare da un pezzo.
Chiamare Niall.
“Pronto?”
Rispose al primo squillo, e non mi ero preparata niente da dire , così mi venne naturale fare una voce strana per non farmi riconoscere.
“Pronto.”
“Lynn, so benissimo che sei tu, non sei capace di modificare la tua voce, si riconoscerebbe ovunque.”
“Stai dicendo che la mia voce è stridula?” chiesi, piccata, dimenticandomi che non mi dovevo far riconoscere.
“No, sto solo dicendo che sei facilmente riconoscibile.”
“Mmmh. Senti Niall, mi dispiace, va bene? Non mi sarei dovuta intromettere. Ho sbagliato.”
“Lynn...” cominciò lui.
“Cosa devo fare per farmi perdonare? Mangiare un chilo di fagioli e poi fare un concerto? Lo faccio! Ma dimmi che cosa devo fare!”
Dall’altra parte della cornetto ci fu qualche secondo di silenzio. Poi Niall scoppiò a ridere fortissimo, facendo ridere anche me e facendomi quasi cadere dal divano.
“Santo cielo, non c’è bisogno del concerto!” disse lui tra le lacrime.
“Guarda che se vuoi lo faccio solo per te!” Dissi.
“No grazie. Comunque io sono qui davanti a casa tua, se vuoi possiamo fare un giro...”
Mi morsi il labbro.
“Niall, è un po’ complicato. Tu adesso siediti  nella panchina che c’è nel marciapiede di fronte a casa mia, poi al resto ci penso io.”
Presi il bus e mi fermai a un isolato da casa mia, poi mi avviai a piedi.
Quando vidi Niall seduto sulla panchina come gli avevo detto mi misi dietro un albero e lo chiamai piano.
“Niall!”
Lui non mi sentì.
“Niall!” ripetei un po’ più forte.
Poi mi accorsi che aveva le cuffie nelle orecchie, e non mi avrebbe mai e poi mai sentita.
Non sapevo come fare, così decisi di mandare a quel paese la copertura.
“Niall!” gridai.
Lui mi vide, si tolse le cuffie e mi raggiunse.
Fece per cominciare a parlare, ma gli tappai la bocca con la mano.
“Non qui!” sussurrai, anche se ormai avevo già gridato.
Portai Niall lontano da casa mia e cominciammo a parlare.
Gli spiegai tutto quello che era successo, e che ora stavo da Harry.
“Ah. Quindi tu ora stai con... Harry.”
Si sforzò per pronunciare il suo nome in tono indifferente.
“No no no no, siamo solo amici.” Mi affrettai a precisare.
 “Mmmh, sì, amici. Già.”
“Niall, lo so che tu e lui non avete un bel rapporto, ma ti assicuro che è una persona fantastica, come lo sei tu! Quindi non vedo perché non...”
“Lynn, non ricominciare. Facciamo che non ne parliamo più.”
Parlammo ancora un po’, poi decisi che era ora di tornare a casa.
Quando aprii la porta sentii un buonissimo profumo, poi una voce che conoscevo troppo bene mi fece raggelare.
“Cathelynn Bryant, ora tu torni a casa con me, e subito.”
Mia madre. Come aveva fatto a trovarmi?
Andai in cucina, dove proveniva la sua voce, ma non vidi mia madre, c’era solo Harry che si scompisciava dalle risate.
“Cretino, mi hai fatto prendere un colpo!” dissi arrabbiata.
“Dovevi vedere la tua faccia!” disse lui tra le lacrime.
“Gnè gnè gnè!”
Quella sera, mentre mangiavamo pollo e patatine, Harry mi chiese:
“Lynn... ma... domani tu... insomma, domani vieni a scuola?”
Lo guardai alzando un sopracciglio. “Se non mi colpisce un fulmine e i Maya non hanno anticipato la fine del mondo sì, credo che verrò a scuola.”
“Ma ti ricordi che giorno è domani?”
“Martedì?”
“Lynn, domani torna Zayn.”
Oh.
Non era nei miei piani il suo ritorno.
Sarebbe stato meglio se fosse restato per sempre a Barcellona.
“Certo che vengo. Insomma, sto bene ora. Vado a letto.”
“Lynn, sono le otto di sera.”
“E io ho sonno. Va bene?” dissi brusca.
Poi salii al piano di sopra.
Idiota.
Non avrei dovuto rispondere così a Harry, che non aveva fatto niente.
Andai in camera mia e mi buttai sul letto, affondando la faccia nel cuscino.
Mi aspettavo che Harry venisse a chiedermi se era tutto ok, ma dopo un’ora ancora lui non arrivava.
Forse avevo davvero esagerato.
Scesi dal letto e in punta di piedi andai al piano di sotto.
Harry era seduto sul divano a guardare la televisione.
Mi sedetti di fianco a lui.
“Non avevi sonno?”chiese lui con tono distaccato.
“Non tanto.” Risposi io.
Mi accorsi che non aveva voglia di parlarmi.
“Harry, mi dispiace,d’accordo? Non ne combino mai un giusta, sono irritabile e fastidiosa, soprattutto in questi giorni. Tu mi sopporti ventiquattro ore su ventiquattro, e... bè ti dovrei solo ringraziare, e invece mi rendo insopportabile. Mi dispiace.”
Lui mi fissò intensamente.
Pensai a come doveva vedermi, rossa in viso, con i capelli tutti spettinati e il mascara sbavato.
E pensai a come lo vedevo io, cioè con i capelli perfetti, gli occhi perfetti, il sorriso perfetto.
Per una frazione di secondo i miei occhi incontrarono quelli di Harry.
Poi, prima che potessi dire qualsiasi cosa, si avvicinò a me e mi baciò.

 
  
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