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Autore: Cecilia    11/04/2007    2 recensioni
Sempre una storia che ha come protegonista l'intreccio tra Charlie, Don e Amita, ma questa volta affrontato in maniera completamente nuova. Una ragazza strana identica ad Amita, un viaggio a Roma, un segreto sepolto dal tempo ne saranno i tre ingredienti fondamentali! Leggete e recensite please! ^_^
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non trovo nulla

“Non trovo nulla!”

Disse David a Don.

“Cerca Navi Rawat!”

“Cosa?”

Le chiese lui senza capirlo.

“Tu fallo e basta!”

E così David si rimise al lavoro.

 

Amita reagì e riuscì a liberarsi della presa dei due uomini e atterrandoli facilmente tentò di scappare, ma l’agente che la stava interrogando la inchiodò al muro e la ferì superficialmente all’addome. Lei subì la ferita e reagì con le forze che aveva riuscendo a stordirlo.

Uscì dal locale in cui era rinchiusa e prendendo la pistola all’agente che aveva stordito poco prima tentò di destreggiarsi nei cunicoli che incontrò.

 

“Progetto Rubik, ma è top secret!”

Disse David.

“E’ la cosa più rilevante che c’è nella scheda di Navi!”

“Cerca di bypassare le protezioni voglio leggere quel file!”

Disse Don agitato e così David si mise subito al lavoro.

“Si tratta della sottrazione di un’equazione matematica dalla sede della CIA!”

“Quanto tempo fa!”

“14 anni fa!”

Improvvisamente da loro arrivò Megan.

“Credo che sia meglio che andiamo giù nel parcheggio!”

Disse lei ai propri colleghi che però non riuscivano a capirne il motivo.

“Amita …”

Sussurrò e tutti subito scesero immediatamente.

 

Appena arrivarono nel luogo suddetto trovarono la ragazza parecchio ferita e malandata, impugnata una pistola e appena li vide gliela puntò addosso e loro d’istinto fecero lo stesso.

“Mi posso fidare di voi?”

Chiese lei agitata.

“Forse dovremmo chiederti il contrario!”

Rispose Colby, quando Don avvicinandosi a lei continuò a puntargli la pistola addosso.

“La verità Amita! Ora!”

Le urlò lui.

Gli occhi della ragazza divennero lucidi e lentamente abbassò l’arma.

“La verità!?”

Disse le sconvolta agitando la pistola che aveva in mano.

“Ok! Io sono Navi Rawat, matricola x568249 del progetto Natale costituito dalla CIA in prova sperimentale in India esattamente 30 anni fa. Io sono stata una dei tanti bambini poveri sottratti dalle proprie case, perché venduti dai propri genitori e inseriti nel progetto. Macchinazione e addestramento di bambini soldato da usare come piccoli killer per gli Stati Uniti!”

Parlava lei velocemente e completamente sconvolta.

“La prima missione di rilievo che mi venne data fu quella di uccidere Amita Ramajuan, una ragazza facoltosa. Quando la vidi mi colpì un sacco, era praticamente uguale a me così intravidi in lei il modo per uscire da una vita che non avevo scelto. L’avvicinai e invece di ucciderla le proposi un cambio d’identità, lei accettò. Odiava la sua vita, lei voleva l’avventura e il rischio mentre io la tranquillità e la chiarezza. Lei tornò alla sede dicendo che Amita era morta ed io che ero divenuta lei partì immediatamente per rendere tutto plausibile e così venni in America e coronai il mio sogno di poter studiare la matematica …”

Amita era completamente sconvolta. Don abbassò l’arma e le si avvicinò disarmandola, mentre le ragazza piangeva.

“A Navi piaceva quella vita non capivo come potesse amarla, ma era così e quindi io ho solo colto l’occasione. Vi chiedo di credermi, ho bisogno che voi mi crediate! Loro mi hanno accusato di omicidio, ma era solo una scusa. Don ti giuro io non ho mai fatto del male a nessuno, loro mi hanno preso solo per una cosa che ho fatto prima dello scambio d’identità …”

“L’equazione …”

Le disse lui.

“Era pericolosa, non volevo che finisse in mano loro! Così per impedire che venisse trovata l’ho bruciata!”

Don fece segno anche agli altri di abbassare le armi e preoccupato le si avvicinò.

“Cosa ti hanno fatto?”

“Vogliono l’equazione!”

Disse lei mentre lui preoccupato le prese il volto tra le mani.

“A Roma mi ero illusa di poter lasciare tutto alle spalle: un passato che non ho scelto e addestramenti che non avrei mai desiderato fare. Voglio che tu sappia che vi ho mentito solo su questo, tutta la mia vita l’ho vissuta con sincerità. Questo è un pezzo della mia vita che voglio cancellare, ma posso farlo solo affrontandolo … affrontandolo con te accanto. Perché ti giuro IO TI AMO e …”

Lui non le permise di finire la frase che la strinse a sé.

“Forse è meglio che ti porti in ospedale …”

“No! Devo finire tutto questo!”

“Come?”

“Portami da Charlie!”

Don non capiva cosa volesse fare, ma acconsentì.

 

Appena arrivarono da lui quest’ultimo non voleva vederli, ma appena vide le condizioni di Amita si preoccupò.

“Oh mio Dio cosa ti è successo?”

“Ho bisogno del tuo aiuto, ti prego!”

Le disse lei tutto d’un fiato.

“Puoi creare un’equazione irrisolvibile?”

Charlie non riusciva a capire, quando anche Don insistette.

“Lo puoi fare?”

“Sì, mi ci vorrà un po’ però!”

“Quanto?”

“Se mi dai un mano Amita, credo in 3 ore!”

“Ok! Don puoi tenermi la CIA lontana per 3 ore?”

“Certo!”

Lui le diede un bacio a fior di labbra e poi mise una mano sulla spalla del fratello prima di andarsene.

Amita si voltò e diede un bacio sulla guancia a Charlie.

“Grazie!”

Disse in un sussurro prima di mettersi a lavorare con lui, seppur dolorante.

“Sei sicura di farcela?”

“Non ti preoccupare!”

I due lavorarono per un po’, Charlie era preso e Amita lo osservava. Era seduta su la sue sedia ed era molto affaticata quando con un filo di voce parlò.

“Mi dispiace …”
”Cosa?”

Chiese lui voltandosi.

“Mi dispiace, per tutto! Non avrei mai voluto che tutto andasse così …”

Disse lei piena di rammarico.

“Niente è andato come avrebbe dovuto. Forse dopo tutto questo sarebbe giusto che io scomparissi!”

Charlie le si avvicinò e prendendo un fazzoletto e del disinfettante incominciò a curarle le ferite, inginocchiandosi davanti a lei.

“Non lo dire minimamente!”

Lei lo guardò dolcemente.

“Sei così dolce Charlie …”

Disse lei mentre accarezzandogli una guancia, saltò leggermente per il bruciore.

“Scusa! Ma cosa ti hanno fatto?”

Disse lui preoccupato.

“Forse quello che mi merito!”

Lui le prese il viso tra le mani e la guardò intensamente.

“Amita ho bisogno di te per finire in tempo! Devi essere forte come so che sei! Devi esserlo per te, per me e soprattutto per Don! Tu non ti meriti nulla di tutto questo, sei speciale e sei onesta!”

Lei lo guardò intensamente e poi dandogli le mani, si alzarono in piedi abbracciandosi.

Lei non parlò, ma pianse. Era un sfogo e ne sentiva una necessità fortissima e il fatto che Charlie fosse lì per lei fu importantissimo.

 

3 ore e mezza dopo Charlie ed Amita arrivarono alla sede dell’FBI dove nel parcheggio la CIA l’aspettava con Don e gli altri.

Un agente le si avvicinò e la guardò malissimo.

“Ce l’hai?”

“Certo!”

Disse lei porgendole un foglio di carta con un’equazione complessa scritta sopra.

“E’ quella del progetto Rubik?”

“Non la riconosce agente?”

Chiese lei sprezzante.

“O forse non l’avete mai vista?”

L’uomo l’arrotolò e fece per andarsene quando Amita lo fermò.

“Non dimentica qualcosa?”

“Cosa vuoi?”

“Per quella? Uhm l’ufficializzazione della mia identità come Amita Ramajuan e il fatto che sparirete dalla mia vita per sempre senza farci mai ritorno!”

L’uomo la guardò torvo, poi consentendo se ne andò.

Appena questo lo fece Don raggiunse la moglie.

“Credi che la risolveranno mai?”

La ragazza si voltò verso Charlie sorridendo per poi rivoltarsi verso Don e scuotere la testa.

 

 

   
 
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