Manco da un sacco di tempo… lo so… perdono…
CAPITOLO 43
VENTO
Una
volta tornati dalla caccia la questione fondamentale fu mostrare il suo bimbo a
Lina. Bella si era offerta di passare lei il bimbo a Lina, dato che c’era
passata sapeva bene cosa aspettarsi e poi se qualcosa fosse andato storto
Edward avrebbe sentito in tempo i suoi pensieri.
Si
trovavano tutti nel grande salone di casa Cullen. Tutti i vampiri e anche
Jacob, che non si fidava ancora del Volturo e non si sarebbe sognato di
allontanarsi da Nessie neanche a pagarlo oro.
Erano
tutti in cerchio e al centro vi era Lina, la quale si stava a dir poco
innervosendo. Sentiva di non aveva nessuna uscita di emergenza e questo la
irritava.
“fate
spazio a Lina, così si sente in trappola!”.
Alcuni
come Emmett o Alice cedettero il posto al nulla, il necessario per far sentire
Lina più tranquilla. Jasper sondava le sue emozioni, mentre Edward i suoi
pensieri. Bella stava scendendo le scale e Lina rizzò subito i sensi appena
sentì il cuore del suo piccolo avvicinarsi.
POV
LINA
Eccolo.
Bella teneva in braccio il mio cucciolo che, forse, sentendo la mia presenza,
si era voltato verso di me guardandomi negli occhi.
Aveva
uno sguardo intelligente. Aveva… i miei occhi. due profondi occhi azzurro
ghiaccio come quelli di mio padre. Mio padre… cercai di ricordare la foto che
mia madre mi aveva mostrato. Il ricordo era poco vivido e più cercavo di
visualizzarlo di fronte a me, più mi accorgevo di quando ciò fosse difficile,
perciò lasciai perdere, l’avrei fatto in un secondo momento.
Ritornai
a guardare il mio bambino che ora si trovava a tre passi da me.
Tutti
erano vigili e attenti ad ogni mio passo falso, e questo mi irritava
all’inverosimile, ma cercavo in tutti i modi di non darci peso e sembravo
riuscirci, grazie anche all’aiuto di Jasper immagino.
Vidi
il mio bambino allungare le braccia nella mia direzione ed io felice feci
altrettanto. Bella, la quale vedevo nel suo sguardo che aveva piena fiducia di
me, mi si avvicinò ad un ritmo costante fino a lasciare che prendessi in
braccio L.J. Nell’esatto istante in cui lo fece, tutti smisero di respirare,
mentre io invece mi permisi di prendere una grande boccata d’aria. Tutti si
agitarono al mio gesto.
“Aspettate!”.
Edward
aveva bloccato qualsiasi, immagino, mossa che la sua famiglia stesse per fare,
nel tentativo di sottrarmi L.J..
Gustai
l’aria appena ispirata e potei distinguere tre cose principalmente. Per prima
cosa, in quanto più forte, era l’odore dolce e caratteristico dei vampiri
intorno a me e di cui la casa ne era fortemente impregnata. Secondo, l’odore
nauseabondo di Jacob… per Dio non si lava mai quello? Si. Sebbene ci fosse solo
un licantropo lì dentro, riusciva a puzzare come dieci persone messe assieme.
Infine, terzo, il mio piccolo. Sapeva di
buono. Una strana combinazione di profumi dolci, ma che sinceramente, non mi
stuzzicavano la fame, neanche un po’. Gli scoccai un grosso bacio sulla fronte
e lui sorrise.
“Possiamo
rilassarci tutti. Non c’è alcun pericolo!”.
Edward
aveva spezzato il rumoroso silenzio creatosi al mio pericoloso, presumo, gesto.
Alec
mi si avvicinò lento e abbracciò me e nostro figlio, depositandomi un casto
bacio sulla fronte.
“ne
sei sicuro figliolo?”.
Carlisle
gli si avvicinò, ancora lievemente attento e piacevolmente sopreso.
“si,
non prova nessuna attrazione per l’odore di L.J. Neanche minima. Il che non si
può dire lo stesso per Jake. Pensa che tu non ti lavi spesso!”.
Una
grossa risata scoppiò in aria, tranne che per il licantropo.
“ehi,
potrei dire lo stesso di tutti voi. Maledetti vampiri..”.
Si
mise in un angolo bofonchiando sotto voce, mentre Renesmee lo consolava a
fianco.
Eravamo
seduti nel grande salone. Il mio piccolo dormiva beato tra le mie braccia.
Edward
voleva parlare con Carlisle e gli altri del mio potere, per cercare di capire fino
a dove potesse arrivare e il modo per controllarlo.
“Allora
abbiamo visto che già da umana il tempo subiva variazioni climatiche con i tuoi
fortissima sbalzi d’umore, giusto?”.
Carlisle
cercava di fare un punto della situazione.
“si!
Specialmente quando provavo cose spiacevoli o se ero arrabbiata”.
“Bene.”
Prese appunti su un classico block notes. “Poi appena diventata vampira cos’è
cambiato?”.
Riguardai
mentalmente la scena avvenuta dopo il mio risveglio. Percepivo tutto ugualmente
come quando l’avevo vissuta. Sentii l’amaro e il freddo che mi provocava l’idea
di non essere accettata da Alec. La rabbia delle non accettazioni che avevo
subito da umana, e non capivo come mai quella sensazione fosse così vivida.
Sentii l’aria cambiare intorno a me e non fui l’unica. Tutti si guardarono
attorno spaesati. Distolsi i miei pensieri, pur sapendo che il principale
fattore scatenante non era vero. Ovvero, che Alec non mi accettasse.
“interessante!”.
Sbuff.
“Edward
non fai che ripeterlo. È snervante!”.
Si
strinse nelle spalle.
“non
è colpa mia, se sei il nuovo fenomeno da baraccone!”.
Lo
guardai a bocca aperta.
“No,
davvero! Grazie, Edward. Tu si che sei un amico!”.
“quando
vuoi!”.
Gli
tirai la lingua come una bambina di cinque anni, mettendo ovviamente il
broncio.
Alec
mi strinse in un abbraccio attirandomi a se.
“No,
amore, tu sei speciale!”.
Gli
rivolsi il mio sguardo innamorato e lui mi sorrise complice. Cosa non avrei
fatto per lui.
“Non
distraiamoci!”.
Carlisle
era tutto intento nel suo nuovo progetto. Io.
“ok!”.
Presi
un respiro che non mi avrebbe servito. Era più per abitudine. Di solito fai un
respiro prima di affrontare qualcosa di difficile.
“Allora,
da umana posso per certo dire, che quando provavo quelle sensazioni il tempo
cambiava. Di solito l’ambiente diventava lievemente più freddo, oppure il cielo
si rannuvolava o il vento si alzava. Tutto umanamente sopportabile direi. A
parte una volta… ah si! Quella volta di fronte ad Aro.”
Mi
sforzai di ripensare all’incontro con i volturi nella sala del trono. Il
litigio tra i due gemelli e il menefreghismo di Aro.
Il
suo volto. L’avevo detto: non avrei mai dimenticato la smorfia di dolore sul
viso di Alec, mentre Jane lo martoriava mentalmente. E così è stato più o meno.
Il ricordo era coperto da una patina di polvere, ma era lì, stampato a fuoco,
così come la furia provata nei confronti di Jane, ma soprattutto di Aro. Quest’ultimo
era stato il fattore scatenante di tutto, e non l’avrei di certo dimenticato
così presto.
“lì
sono riuscita a scaraventare Jane sul muro, ovviamente senza accorgermene. Ora
è diverso però.”
“Diverso
come?”.
Carlisle
mi prestava la massima attenzione, così come Alec, Edward, Emmett, Jasper,
Alice ed Esme.
Rosalie
si era teatralmente alzata e sbuffando si era spostata in un’altra stanza.
Jacob stava in cucina con Bella e Renesmee, ma sicuramente tutti ascoltavano.
“È
come una continuazione di me stessa. Quello che è successo di sopra e penso
anche a caccia, mi ha… come dire.. lo sentivo. Il vento. Lo gustavo, lo
accarezzavo e come se l’elemento fosse in mio potere e fosse un sesto senso per
me, come la vista o l’udito.”.
Carlisle
scriveva tutto entusiasmante.
“si,
forse hai ragione Carlisle!”.
Edward
come sempre seguiva tutti i vari dialoghi.
“Forse
Lina hai detto giusto. Forse il vento, o meglio l’aria, è tua. L’elemento ti
appartiene e lo puoi maneggiare come vuoi. Se così fosse sarebbe…”.
“..
fantastico!”.
Carlisle
aveva completato la frase.
“Già.
Lo aveva detto anche Aro!”.
Alec
sembrava terrorizzato ed Edward lo osservava, ma conoscendolo direi che lo
ascoltava.
“si
in effetti… in mano ad Aro questo potere sarebbe disarmante. Immaginate. Poter
oscurare le giornate di sole facendo arrivare le nuvole col vento, tutti i vampiri camminerebbero
tranquilli per le strade. Oppure usarlo per spostare oggetti… persone… pensate
in battaglia. Si potrebbe addirittura creare un nuovo diluvio universale credo
o una nuova era glaciale.”.
“ehi
ehi.. frena. Credo che stai esagerando!”.
Edward
viaggiava troppo con la fantasia, non poteva essere realmente così.
“Basta
scoprirlo!”.
“E
come??”.
“Carlisle
io pensavo a Benjamin ed Eleazar. Tu che dici?”.
“che
sarebbe una magnifica idea!”
“Eleazar?”
Alec
aveva ripetuto il suo nome, credo lo conoscesse.
Lo
guardai. “chi è Eleazar?”.
“Una
volta faceva parte dei volturi. Lui ha il dono di capire se un vampiro in
questione ha qualche potere o meno.”
Allora
qualcun altro aveva osato andarsene.
“e
perché ora non fa più parte di loro?”.
Lui
mi guardò e sorrise.
“come
me, si era innamorato.”
Lo
fissai dolcemente, volevo continuare il discorso, ma non davanti a loro. Volevo
farlo in privato anche se magari mi avrebbero sentito ugualmente. Avevo alcune
domande in testa, che volevo fare solo a lui.
Mi
rivoltai verso Carlisle che mi osservava. Mi sentivo davvero un fenomeno da
baraccone. E se Edward avesse ragione? Se fossi capace di fare tutte quelle
cose? Sarei un mostro! Io…
“calma
Lina!”.
Jasper
con aria tranquilla mi guardava. Forse sentiva la mia agitazione.
“io
ho bisogno di un po’ di privacy per favore. Ho… ho bisogno di riflettere.”
Alec
mi strinse la mano.
“scusaci
Lina. Ci siamo fatti prendere la mano e infondo sei una neonata, hai le tue
esigenze. Prenditi del tempo per te e la tua nuova famiglia. Ne parleremo
domani!”.
Guardai
Carlisle e lo ringrazia mentalmente, poi mi alzai con il mio bimbo tra le
braccia e Alec al mio fianco. Mentre mi voltavo verso le scale, intravidi
Edward che mi mimava un “scusami” con le labbra. Di sicuro si riferivo alla sua
ampia descrizione di cosa il mio potere potesse essere in grado di fare. ‘Tranquillo,
non lo hai fatto apposta. Non sono arrabbiata con te!’. Lui mi sorrise in
risposta e mi recai al piano superiore.
POV
EDWARD
Mi
dispiaceva per lei. Sapevo cosa significasse avere un potere che ti faceva
sentire… un mostro, più di quello che già eravamo.
Una
mente caotica catturò la mia attenzione. Era Alice e stava avendo una visione. La
cosa che riuscii ad apprendere fu solo che Carlisle ci stava per chiedere di
uscire per andare a parlare lontano dagli orecchi del resto della famiglia. Guardai
Alice riprendersi e chiedendomi tacita se avevo seguito. Annuii nella sua
direzione poi mi voltai verso Carlisle.
“Andiamo!”.
Lui
mi guardò consapevole di cosa fosse avvenuto, ma era ugualmente sorpreso. Dopo un
secolo riuscivo ancora a sorprenderlo. Vi lessi anche l’orgoglio che provava
nei miei confronti e ciò mi imbarazzò. Una cosa che non sarebbe mai cambiata. Infondo
era come un vero padre per me.
“Dove
andate?”.
Bella,
la mia Bella, ci aveva sentito allontanarci. Leggevo nei suoi occhi
preoccupazione.
“Tranquilla
amore mio, torniamo subito!”.
Lei
annuì poco convinta e le stampai un dolce bacio sulle sue bellissime labbra. Lei
mi sorrise, e se fosse stata umana, sono sicuro che sarebbe arrossita.
Ci
avviammo così fuori dalla porta principale e ci portammo al di là del fiume.
“pensi
davvero Edward che sia in grado di fare tutto ciò?”.
“è
una possibilità. Dovrei chiedere meglio a Benjamin e ad Eleazar, ma se pensi
cosa nella natura l’aria sia in grado di fare e mettiamo a confronto quello che
abbiamo visto… bè resta poco all’immaginazione.”.
Carlisle
rifletteva convinto dalle mie parole.
“Inoltre…”
proseguii “a caccia ho avuto ulteriori conferme. Ho sondato la sua mente mentre
si concentrava. L’udito era rafforzato dall’aiuto del vento. Il vento prendeva
forma intorno alle cose , era proprio lei che creava l’elemento avvolgendo l’erba,
gli alberi, gli animali… e sempre tramite il vento si faceva trasportare le
onde sonore del loro cuore… è stato davvero fantastico seguirla nella mente.”
Carlisle
mi guardava sbalordito.
“E’
davvero sensazionale!”.
Annuii.
“sarebbe
davvero… Alice, come procedono i tuoi sopralluoghi?”
Sapevo
anche senza leggergli nel pensiero, cosa Carlisle stesse per dire. Sarebbe
davvero una catastrofe questo potere in mano ai Volturi. Ecco perché avevamo
chiesto ad Alice di tenere d’occhio le decisioni dei signori di Volterra.
“ancora
niente, ma…”.
Mi
voltai allarmato verso Alice, non avevo mai letto un ‘ma’ nella sua mente.
“Ma
cosa?”.
Vidi
alcune immagini caotiche nella sua mente e alcune idee prendere forma per poi
sfumare e scomparire.
“oh…”.
Carlisle
ci osservò in silenzio.
“A
quanto pare nella guardia c’è molto subbuglio, dopo la fuga di Alec. Alcuni hanno
pensato di andarsene e i tre signori, soprattutto Aro, sono alquanto furiosi.”
Carlisle
strinse la mascella.
“non
è un bene che i Volturi siano arrabbiati!”.
“no,
affatto!”.
“quando
sapranno che loro sono qui…”.
Annuii
ed Alice completò la frase gelida.
“..
si inventeranno di tutto per attaccarci di nuovo!”.
“chiamo
subito il nostro amico di Denali e Benjamin!”.
Carlisle
si avviò fulmineo in casa.
Dannazione.
Sentivo che la storia si stava per ripetere.