QUALCUNO CE L’HA CALDO
Questa shot è stata scritta da Risa Slytherin con il preciso scopo di celebrare la mia dipendenza da caffè…Avrei potuto rincorrerla con una spranga ed ucciderla per questo, ma siccome sono una persona pacifica (e anche masochista, a quanto pare) ho deciso invece di pubblicarla.
Divertitevi mentre leggete degli amoreggiamenti fra me e la macchinetta ^^
-Luna1991-
Pochi metri li dividevano.
L’attrazione era troppo forte, stare lontani era impossibile.
La tensione sessuale era palpabile.
Lei si avvicinò, un passo dietro l’altro.
Il tempo era lento. Una tortura.
Il bisogno di essa e dei suoi frutti scatenava in lei forti pulsioni, tutte da soddisfare.
Con un movimento pelvico repentino, raggiunse l’oggetto dei suoi desideri: la macchinetta del caffè.
Dispensatrice di sogni proibiti.
Donatrice di cinque minuti quasi orgasmici.
Creatrice del miglior liquido da bere.
Aggeggio capace di portarti all’apice.
Dominatrice di pensieri perversi.
Lei inserì la monetina dell’apposito spazio, caricando così i soldi sull’unico oggetto capace di farle raggiungere il piacere: la chiavetta.
Simbolo fallico.
Penetrante chiave di macchinette.
Similitudine sessuale e sensuale.
La chiave era inserita, lei doveva solo schiacciare il pulsante giusto.
Avvicinò il dito al pulsante relativo espresso. Lo schiacciò e fu come avvicinarsi al punto G e non raggiungerlo.
Un brivido scosse la ragazza mentre l’insoddisfazione fece largo in lei.
Gemette.
Un rumore le segnalò la discesa del bicchiere, scuotendola da quel torpore in cui stava vivendo.
Stava arrivando.
Una contrazione del bassoventre le ricordò i suoi bisogni.
Un altro rumore e il liquido caldo iniziò a scendere. Non vedeva l’ora di averlo in bocca.
Un nano secondo.
Un altro nano secondo.
Lei ne aveva bisogno il più presto possibile.
Gemette nuovamente, mentre metteva una mano sulla macchinetta.
Chiuse gli occhi e si godette quella contrazione.
Un suono la ridestò.
Aprì gli occhi e lo vide: il suo caffè.
Prese in mano il contenitore del suo liquido preferito.
Assaporò il suo odore così inebriante.
Mancava poco e ne avrebbero goduto le sue papille gustative.
Ancora un nano secondo.
Ancora uno.
Un ragazzo con capelli lunghi e crespi legati in un codino sbattè con la spalla su di lei, facendole cadere il caffè.
La giovane si guardò la mano, ormai vuota.
Sgranò gli occhi mentre il dolore per la perdita repentina del suo unico vero amore la invadeva.
“Scusa” disse il ragazzo.
Lei si voltò lentamente.
Solo furia esprimeva il suo viso.
“TU. SEI. MORTO!!!!”.