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Autore: LaMusaIspiratrice162    28/09/2012    1 recensioni
"Qui nulla è quello che sembra!"
"Ma il mio amore per te, quello non cambierà mai"
"In realtà questa sarà la prima cosa a mutare."pensai angosciato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospirai e piegai la nuca all’indietro. Ero seduto da solo su una panchina di ferro arrugginito in un parco deserto. Alcuni alberi, che abbandonati a loro stessi erano cresciuti a dismisura, mi nascondevano e avvolgevano in una malinconica atmosfera autunnale. Osservai le erbacce che ricoprivano tutto il terreno che mi circondava: quell’ambiente così selvaggio mi affascinava parecchio. Una volta era stato popolato da decine di famiglie in cerca di un luogo dove poter ammirare i loro figli giocare. Quella panchina su cui ero seduto era stato sicuramente il ristoro di una coppia di amiche, sfinite dal loro jogging mattutino. Qualche tempo fa era stato un posto allegro e pieno di confusione, finché l’uomo non lo aveva dimenticato. Ora non era diverso da una discarica abbandonata. Frequentato solo da teppisti e ragazzacci, che desideravano restare nascosti.
Io facevo parte di quelli. Yurika mi aveva organizzato un pomeriggio pieno di impegni, da svolgere naturalmente in sua compagnia. Avrei dovuto incontrare le ragazze del fanclub per discutere di qualche futile argomento e accompagnarle in centro, dove avrebbero potuto vantarsi di essere insieme al Principe. Tutto ciò mi annoiava: non volevo ascoltare le loro chiacchiere, respirare i loro forti profumi e sopportare le loro inutili attenzioni. Come avevo risolto la questione? Semplice, non ci ero andato! Quella occupazione che prima tolleravo, mi sembrava adesso così fastidiosa…
La ragione la conoscevo bene. Fin da quando ero stato introdotto nel lugubre Palazzo, ero stato solo e quando, dopo aver trascorso l’infanzia a leggere tutti i libri della mia enorme biblioteca, ero stato iscritto a scuola non ero riuscito a farmi amico nessuno a parte quelle cinque oche. Tutti quelli che incontravo mi stimavano e mi rispettavano, ma nessuno provava per me affetto e se anche lo sentivano questo sentimento veniva annullato dal timore che incutevo in loro. Ma adesso che sapevo che c’era qualcuno in quello stupido mondo che mi amava, avere un fan club aveva perso ogni attrattiva. Da quel momento, lo sapevo, non mi sarei più sentito desolato e solitario. Nei momenti di solitudine avrei potuto ripensare alle emozioni provate mentre la baciavo. Avrei trascorso le notti a ricordare i suoi occhi verdi e profondi e le sue labbra che sapevano di cioccolato.
Non mi importavano le fitte che mi coglievano alla sprovvista facendomi soffrire ogniqualvolta la immaginavo davanti a me. Il calore che ricevevo da quelle visioni era maggiore al dolore dovuto al mio stupido noir. Quel barlume di felicità, che era appena comparso nel mio animo, si allontanò appena ricordai ciò che le avevo fatto.
La vedevo di nuovo piangere davanti a me: ammiravo le piccole lacrime scorrerle lungo il viso e sciogliersi sulle labbra, che si erano contratte in un’espressione triste. Osservai il cielo azzurro in cui erano già comparse le prime nuvole rossastre, segnale che la notte si stava avvicinando.
Sbuffai di nuovo: perché avevo rovinato tutto? Sylvette sarebbe stato felice di sentire che avevo seguito alla perfezioni gli ordini che qualche giorno prima avevo contestato. L’ironia della sorte!
Improvvisamente mi si gelò il sangue nelle vene e scattai in piedi, preso da una rabbia improvvisa.
E se Sylvette sapesse già tutto? Se lui avesse già fatto l’irrimediabile?
Senza pensarci due volte, corsi verso casa mia. Speravo solo che non fosse troppo tardi.
  
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