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Autore: Windancer    30/09/2012    3 recensioni
Questa è la mia interpretazione dei sentimenti di Sirius mentre ripensa alla sua famiglia, quella vera che ormai non c'è più, spero possa essere di vostro gradimento, è la mia prima storia su Harry Potter :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Empty Chairs at Empty Tables

There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on.
Empty chairs at empty tables
Now my friends are dead and gone.

Il vuoto dei loro occhi. Era tutto ciò ch’era riuscito a scorgere prima che lo trascinassero via con forza, intimandogli con fare minaccioso di tacere.

La sua mente non era ancora in grado di accettarlo. Il dolore gli opprimeva il petto in una terribile morsa; non poteva essere vero, non doveva, e per questo avrebbe fatto di tutto, pur di tornare lì’.

Aveva cercato di aiutarli, Dio, se non aveva tentato con tutte le sue forze, ma era comunque troppo tardi. I loro occhi vitrei lo guardavano con insistenza, come ad incolparlo, non avrebbe mai più dimenticato quello sguardo

Se fosse arrivato solo pochi minuti prima, se avesse capito in tempo, se…

Aveva urlato, implorato di andare ad aiutarli, ma gli sguardi che riceveva era colmi di disgusto e terrore, e in quel momento comprese che qualunque tentativo di fuga sarebbe stato vano.


Here they talked of revolution.
Here it was they lit the flame.

Here they sang about `tomorrow'
And tomorrow never came
.

Faceva freddo lì, si strinse un po’ nel cappotto rattoppato e logoro, inspirando dolorosamente l’aria nei polmoni, riluttante.

Le vie del paese erano ormai deserte, per terra qualche ghirlanda un po’ spiegazzata, l’incarto di un dolce, un pupazzetto giaceva abbandonato proprio in un angolino.

Camminava strascicando i piedi calcandosi un berretto scuro sul capo e, quasi senza accorgersene si ritrovò proprio nell’ultimo posto dove s’erano riuniti insieme, prima che la morte li inghiottisse tutti, uno dopo l’altro.

Chiuse gli occhi e strizzando le palpebre, nella speranza che riaprendoli tutto sarebbe scomparso, come un brutto sogno, e avrebbe potuto finalmente rivedere loro.

Per un istante fu colto dall’impulso di voltarsi e correre via. Non sopportava la vista di quei tavoli, di quelle sedie. Sorrise amaramente. Era davvero un codardo. Lui glielo ripeteva sempre e doveva ammettere che non aveva tutti i torti.

Stette a fissare l’edificio per un po’, prima di decidere cosa fare.

L’orologio intanto segnò le tre del mattino.

From the table in the corner
They could see a world reborn
And they rose with voices ringing
I can hear them now!
The very words that they had sung
Became their last communion
On the lonely barricade at dawn
.

La porta in legno era assai malandata, non aveva neanche più il pomello, gli occorse solo una leggere spinta perché s’aprisse.

Vago a lungo con lo sguardo, percorse affamato ogni angolo del soffitto, ogni anfratto, sino a giungere a quel tavolo, dove sedevano sempre dopo le lezioni.

Gli parve quasi di udire le loro voci, le risate, e d'un tratto, tutti i ricordi celati a lungo nel suo animo riaffiorarono e lo travolsero con violenza, per quanto tentasse di scacciarli.

Non voleva ricordare, ma guardandosi intorno ogni angolo di quel posto gli rammentava dei pomeriggi passati insieme, delle riunioni pomeridiane, dei progetti per il futuro, ma la guerra non aveva avuto pietà per loro, come per tutti gli altri che se n’erano andati combattendo con coraggio, fino all’ultimo.

Oh my friends, my friends forgive me

Lacrime sottili percorsero il suo volto mentre lo sguardo era fisso su di una delle assi marce del pavimento.

Avrebbe voluto essere al suo posto. Questo era stato il suo primo pensiero quel giorno.

 That I live and you are gone.
There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on

Eppure, era lì, vivo, senza di loro.  

Quanto avrebbe volute chieder loro perdono.


Phantom faces at the window.
Phantom shadows on the floor..

Li vide, quella notte.

Si trattò solo di pochi secondi, ma erano di nuovo tutti accanto a lui: sorridevano, e i loro occhi erano pieni di vita come non se li ricordava da tanto tempo.

Allora, sentì che il peso che gravava sulla sua anima s’era un po’ alleggerito.

Empty chairs at empty tables
Where my friends will meet no more

Non fece in tempo a fare un solo passo verso di loro, che erano già scomparsi.

Si lasciò cadere a terra coprendosi il volto una mano, esausto. Si guardò attorno ancora una volta prima di andar via, lasciando dietro di sé la porta aperta.

Lì per lui c’erano ormai solo sedie vuote e la memoria indelebile di una vita lontana.

  
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