Spero vi
piaccia. Il testo della canzone, ancora una volta, è da
leggere integrato con la fic, non consideratelo
solo un cambio di colore o uno stacco. Anche, sì, ma
non solo. Ho scelto il testo con cura. I colori variano a
seconda di chi lo sta pensando, così come le impostazioni, il testo al
centro, a destra o a sinistra.
Buona
lettura.
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Mama, we
all go to hell.
Inspirò
a fondo e diede sfogo a quella frase. Era l’unico pensiero che aveva in mente,
ed era tristemente rivolto a sua madre. Yoh Asakura si fece coraggio e spingendo la pesante porta che
lo separava dal luogo del suo destino venne abbagliato
da una tremenda luce, in netto contrasto col buio del corridoio.
Mama, we
all go to hell.
Scosse
nervosamente la testa e si strinse i guantoni di pelle ai polsi, fino a che non
gli faceva male tutta la mano. Sentiva che
quello non era un semplice incontro. Era l’incontro. Quello che aspettava da
tutt’una vita. Una delle tante. Hao Asakura sorrise pacatamente e spinse i battenti della porta
d’ingresso, avvolgendosi man mano che spingeva in una luce folgorante.
I'm writing this letter and wishing you well,
I due combattenti entrarono nell’arena, chiamati dalle
urla di 40.000 tifosi e dal Pache che ufficiava l’incontro.
“”Ed eccoli entrare, signore e
signori! Alla mia destra… Il Team delle Terme Funbari,
capitanato da Yoh Asakura! E alla mia sinistra… i loro sfidanti: il Team Star, col loro
leader Hao Asakura!
I
due gemelli entrarono seguiti dagli altri componenti
delle rispettive squadre.
Giunti
a bordo campo, si fermarono e si fissarono negli occhi.
Mama, we
all go to hell.
Il
loro silenzio fece rabbrividire metà dei presenti, perché l’altra metà era
stata letteralmente raggelata. Non avevano esultato, ne salutato nessuno, ne dato un’occhiata agli spalti.
No…
Per
quei due c’erano solamente loro due. Nessun altro. 40.000 persone fra il
pubblico? Loro vedevano solo due sciamani: loro stessi e il loro sfidante.
L’arbitro
spostò più volte lo sguardo da uno all’altro, preoccupato per quello
stranissimo silenzio, raro a vedersi. Il vento scorreva rapido da uno
all’altro, carico dei loro pesanti sguardi. Il pubblico si zittì, preso dai
pensieri che gravavano sull’esito dell’incontro.
Il Pache alzò un braccio e con l’altro, che reggeva il
microfono a forma di totem, iniziò ad invitare le due squadre a salire sul
campo di battaglia, dove si sarebbe svolto l’ultimo, decisivo incontro di
quello Shaman Fight, e non
solo quello.
Se
avesse vinto Yoh e la sua squadra, avrebbe fatto
sparire una volta per tutte la minaccia di Hao e i suoi piani diabolici contro la razza umana. Se
avesse vinto Hao non ci
sarebbe stato più scampo, avrebbe unito la sua entità con quella del fratello
gemello e avrebbe devastato il mondo.
Lentamente,
i due sfidanti salirono i minuscoli gradini che portavano allo spiazzo di
pietra bianca che li avrebbe ospitati in quell’ardua
sfida. Misuravano ogni passo e lo soppesavano come se non fossero sicuri che
non c’erano mine antiuomo sui gradini. E ogni passo
risuonava come un tamburo africano, pesantemente e solennemente.
.. Tum ..
.. Tum ..
.. Tum ..
TUM.
Oh, well, now,
Mama, we're all gonna die.
Sono qui per vincere. Non mi sconfiggerai, Hao.
Mama, we're all gonna die.
Stop asking me questions, I'd hate to see you cry,
Lottare contro di te sarà
divertente, Yoh. Non vedo l’ora.
Mama, we're all gonna die.
“Fight!”
And
when we go don't blame us, yeah.
We'll
let the fires just bathe us, yeah.
You
made us, oh, so famous.
We'll
never let you go.
“And when you go don't return to me my
love”
La vedi? Quella
è la mia mamma e sta facendo il tifo per me.
La mia invece non c’è più, e non
avrebbe mai fatto il tifo per me.
I
gemelli avevano le stesse intenzioni, e i loro compagni di squadra le intesero
subito e annuirono al capitano, consci di non dover interferire perché l’unico
vero duello era tra di loro e non fra gli altri.
Yoh estrasse la sua spada dal fodero, Hao ne
creò una con l’oversoul del suo spirito
custode. Era rossa fiammante, con striature in zone più incandescenti del
resto. L’oversoul del suo nemico era di tipo
armatura, gli copriva le spalle e ingigantiva l’arma di almeno il triplo delle
sue dimensioni normali.
Nel
giro di un battito di palpebre il cozzare delle loro lame colpì
come un frisbee in testa tutto il pubblico presente, compresi i
clandestini appostati sul tetto dell’arena. Il clangore era come un suono
sordo, e dopo il primo colpo – che si assestò per diversi secondi – gli altri
furono più rapidi e diretti.
Dopo
qualche minuti i due sciamani si assestarono, e
tornarono alle loro postazioni originali. Entrambi riportavano
taglietti su volto e braccia.
Mama, we're all full of lies.
Non stai combattendo bene Hao, noi non siamo pari, eppure adesso..
sì. Dimmi che ti succede, se ne parliamo un po’ probabilmente non accadrà nulla
di male a nessuno
E non ci
faresti la figura del vigliacco. Io ti capisco.
Mama, we're meant for the flies.
Perchè ora non ci
sei? Lo sai quanta gente è perita per il mio dolore nei tuoi confronti? Eh? Lo
sai?
And right now they're building a coffin
your size,
Nessuno
ti ha trattato col giusto rispetto. Purtroppo nemmeno io. Un giorno mi dicesti,
mi pregasti di non uccidere, perché sarebbe stato da uomini malvagi e tu non
volevi che io lo diventassi. Mi spiace, potrai mai
perdonarmi?
Non credere, un giorno ti
ritroverò, ma non ora. Ora devo raggiungere il mio scopo da ormai 1000 anni.
Incredibile, eh? Si dice che non ci sia peggior dolore che sopravvivere al
proprio figlio, ma qui.. non è possibile. O sì?
Mama, we're all
full of lies.
No.
Ripresero
a combattere, senza sosta. Erano così veloci che i loro movimenti erano
impercettibili ad occhio umano e si notava la loro presenza solamente per il
cozzare delle loro armi. Ne Ryu Ne
Faust avevano mai visto Yoh
lottare così ardentemente. Che si fosse reso conto del
pericolo che incombeva su tutta l’umanità e che aveva sempre sottovalutato?
Well Mother, what the war did to my legs
and to my tongue,
Quella
era una vera guerra, e Yoh l’aveva bene o male vissuta fin dalla nascita. Non aveva saputo subito la
sua missione, certo, ne che aveva un fratello gemello
malvagio che un giorno avrebbe dovuto eliminare, ma aveva sempre sentito che
qualcosa gravava su di lui o, perlomeno, sulla sua famiglia. E così, quanto inizià il torneo, si allenò duramente, sia per non
incombere nelle ire della sua ragazza, sia per adempiere al
grande compito che i suoi parenti gli avevano affidato. La vita di Yoh era stata una battaglia, ma la ferita più grossa la
ricevette allo scoprire che il suo più grande nemico
era il suo più stretto parente. Sua madre non glielo aveva mai detto, ma lui comprese bene il dolore che doveva aver provato anche lei.
You should've raised a baby girl,
I should've been a better son.
If you could coddle the infection
They can amputate at once.
You should've been,
I could have been a better son.
Tu
mi hai trattato bene, non c’è che dire.. non è il tuo
affetto quello che mi manca.
Sei
tu. Ho sbagliato.
Avrei
dovuto essere un figlio migliore.
Perdonami
mamma, ma ormai è troppo tardi.
Guarda dove sono finito...
Ù
And
when we go don't blame us, yeah.
We'll
let the fires just bathe us, yeah.
You
made us, oh, so famous.
We'll
never let you go.
Ricordo
ancora quella volta in cui mi trovasti nel granaio, pieno di sangue non mio.
She said: "You ain't no son of mine
For what you've done they're gonna find
A place for you
And just you mind your manners when you go.
And when you go, don't return to me, my
love."
Quando
tu arrivasti e mi trovasti, temetti che mi avresti
disconosciuto come figlio tuo.
Tu
invece temevi che mi avrebbero allontanato da te e mi prendesti ancora sotto le
tue cure, per proteggermi.
Ti
misi contro tutto e tutti, senza che io ne capissi
bene il motivo.
Poi
vidi come tu venivi trattata dagli altri uomini del
villaggio.
“Ha sposato uno sciamano”
“ Quello è il figlio di quel mostro” e ci
additavano.
Odiavo allora gli esseri umani così come
adesso.
Ma tu volevi educarmi per assomigliare
a loro, per darmi un futuro migliore, non additato per la strada e deriso dalla
gente per chi era mio padre.
Lo sapevo bene.
That's right.
Il
combattimento verteva verso il suo apice, quando una vampa di fuoco colpì in
pieno petto Yoh Asakura,
che si protesse inutilmente col suo oversoul, che si
sciolse come burro. Il ragazzo cadde a terra con un gran tonfo, ma nessuno dei
suoi compagni si agitò per aiutarlo.
Hao Asakura ivece atterrò dolcemente sulle punte e si massaggiò
la spalla in attesa che il suo avversario si riprendesse.
Mama, we
all go to hell.
Barcollante,
un paio di minuti dopo Yoh era già in
piedi, pronto a gareggiare ancora, incurante delle ustioni che lo
lanciavano ovunque. Era la battaglia contro Hao, che
si poteva aspettare?
Mama, we all go to hell.
Un inferno,
appunto. Con fuoco e fiamme.
It's really quite pleasant
Except for the smell,
Mama, we all go to hell.
In
fondo non se la stava cavando male. Il ragazzo sorrise.
Si sarebbe sistemato tutto, sì. Doveva solo mantenere la parità e poi trovare il
modo di colpire e mettere il fratello KO. Sì. Si sarebbe sistemato tutto.
Così
ripresero a combattere e senza esclusione di colpi. Non si sarebbero mai
risparmiati, come pensavano giustamente i rispettivi compagni di squadra. I
colpi continuavano senza sosta, non si avvertiva stanchezza ne
da parte di Yoh ne da parte di Hao.
Sembravano pari, anche se non poteva essere vero.
Hao
era più forte.
Doveva
essere più forte…
Com’era
possibile? Non era concentrato? Non aveva la testa nella battaglia?
Forse.
Ma
non stava combattendo bene e Yoh lo sovrastava con la
sua parità. Lo metteva quasi in difficoltà.
E
non si stavano scambiando nemmeno colpi tanto
particolari, sembrava un duello di fioretto.
Al
pubblico però questi dettagli non importavano, bastava stare col fiato sospeso
a seguire il combattimento.
Improvvisamente
uno dei due cadde a terra, gettato a peso morto dall’altro che subito lo coprì
col suo corpo per non farlo più muovere.
2 - 3 - 4
Lo
sapevo. La tua anima è debole, Hao. Basta pensare a
tua madre che il rimorso ti corrode e i sensi di colpa non ti fanno più
ragionare sul presente, ma solo su quel passato così lontano e vicino. Devi fartene una ragione ormai. Lei non c’è
più.
Mama! Mama!
Mama! Ohhh!
Mama! Mama!
Mama! Ma...
Ed è colpa soltanto tua se ancora stai
soffrendo.
Yoh
rimase lì, col ginocchio premuto sulla spina dorsale di Hao
circa per una decina di minuti, durante i quali nessuno dei due si mosse, ne
parlò. Quel giorno la loro intesa rendeva molto più che un dialogo telepatico.
I loro pensieri erano sulla stessa lunghezza d’onda e ogni gesto significava
mille cose, molto più di qualunque parola esplicita.
Hao
sprofondò in un terrificante flashback.
Sua madre era al lume di candela, si stava prendendo cura
di lui al buio dopo che si era accorta che in quel suo primo omicidio, suo
figlio si era ferito a sua volta. Sperava di poter rimediare a quel che aveva
fatto facendolo redimere, ma il suo odio per gli umani
era stranamente più forte di tutto il suo amore.
Forse era vero che suo padre glielo aveva donato. Il gene
dell’odio, del male.
Nelle orecchie di quell’Hao di
1000 anni dopo, sua madre sussurrava dolcemente una dolce melodia, che si era impregnata nella sua memoria come vino in una spugna.
And if you would call
me your sweetheart,
I'd maybe
then sing you a song
No
mamma, non merito il tuo perdono. Sei troppo buona con
me, sono un mostro. Sto diventando come quegli stupidi umani. Tu sei diversa, mi vuoi bene.
But there's
shit that I've done
with this fuck of a gun,
You would cry out your eyes all along.
Per
questo non vuoi morire, Hao. Ti sei prefissato come obbiettivo lo sterminio degli umani perché ormai avevi
iniziato l’opera e tua madre era già morta.
Però temi di farla soffrire di più, e non
ti sei mai arreso. Ti sei reincarnato tante volte anche per questo. Non la volevi incontrare troppo in fretta, non ti sentivi pronto,
giusto Hao? Non vuoi rivedere tua madre, hai paura
che non ti possa voler bene come quando eri un innocente bambino. Quando eri ancora semplicemente suo figlio.
We're damned after all.
Through fortune and flame we fall.
And if you can stay then I'll show you the way,
To return from the ashes you call.
Tua
madre non tornerà, ma tu puoi raggiungerla.
Mai!
Soffri
ancora, allora. E tieniti il tuo punto debole. L’inferno ti attende trepidante
e non lo puoi fuggire per sempre.
We all carry on
When our brothers in arms are gone
So raise your glass high
For tomorrow we die,
And return from the ashes you call.
- Yoh...
- Eccomi.
- Liberami
da questo tormento, per favore.
- Non
posso.
-Come?
-Non
ti ucciderò, Hao. Puoi redimerti e vivere una vita
normale. Lei ne sarebbe molto contenta.
-No,
è impossibile. Non dopo tutto questo.
- C’è
sempre una possibilità, no? Come ti amava allora, sono
pronto a scommettere che ti amerà anche adesso.
-
Sei pazzo?
-No.
Solo molto fiducioso.
Hao
deglutì. Perché stava cercando di non morire lo sapeva
bene. Stava sperando che sua madre lo avesse dimenticato. Ma
Yoh aveva ragione, lei non lo avrebbe mai
dimenticato. Non con tutte quelle anime che riempivano l’inferno maledicendolo
ogni minuto.
- Uccidimi
ora.
Sembrava
un ordine, non più una supplica.
Yoh
scosse la testa.
Hao si
alzò in piedi e gli tirò uno schiaffo.
- Ho
deciso di morire ora e sarai tu, in qualità di mio
avversario, a finirmi. Non è quello che hai sempre desiderato? Vincere il
torneo!
Yoh
scosse ancora la testa. – Te l’ho già detto quel che ho sempre desiderato, dal
primo momento che ho saputo la mia missione. Farti rinsavire e vivere
normalmente, è così bello.. non ho mai pensato
realmente di ucciderti. Non è una cosa che mi sarebbe
riuscita tanto bene. Poi… – sorrise flebilmente – Mi sarei
sentito in colpa per tutta la vita, non credi?
Hao
scivolò a terra e si mise scompostamente in ginocchio. Poi si chinò col volto a
terra e i suoi lunghi capelli lo coprirono del tutto, come desiderava.
Maledisse
tutti, fin dalla sua nascita. Si sentiva come se dovesse scoppiare in lacrime
come un poppante. Ma nessuno lo avrebbe mai visto piangere.
Nessuno, tranne sua madre.
Lei…
perché le era tornata in mente in quell’incontro?
Non
poteva farsi da parte e lasciarlo vincere il trono di Shaman
King?
C’era
quasi, Yoh era nettamente più debole.
Eppure
quel giorno si era ridotto al suo livello. Aveva pensato a sua madre.
Si
era ricordato di lei, dopo che aveva seppellito il suo ricordo per secoli.
Possibile
che anche Yoh fosse così buono?
Che
anche lui gli volesse così bene, da non riuscire ad eliminarlo, nonostante sia
il suo nemico?
Perché
tutti gli volevano così bene?
Lui
era cattivo, era un mostro! Aveva fatto cose
terribili, impossibili a chiunque!
Perché, allora?
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Boh!
Allora, che dire… stavo ascoltando questa canzone e mi è venuto in mente lui,
il Dio Hao, con la sua storia..
poi mi sono decisa e ho scritto la ff, ma è stata
molto dura, e non credo nemmeno di esser riuscita a trasmettere quel che volevo.
La canzone è Mama, dei My Chemical Romance. A chi non piace questo genere
difficilmente piacerà e riuscirà ad apprezzarla. Chi però la volesse sentire “a
scrocco” contattatemi pure che ve la invio, magari su msn che è più rapido!
Se
scorrete la fic molto rapidamente
vi sembrerà una cosa carnevalesca… io mi sono basata su come compariva in
anteprima stampa e mi è piaciuta tantissimo! Fuori dai
luoghi comuni! Evvai! ^^
Bene,
e ora… largo ai commenti! Che mi dite? Vi è piaciuta?
E’ una specie di finale buono e alternativo ad uno inesistente e ad uno in cui Hao muore (quello dell’anime). Non
mi andava, così ho deciso che perde lo Shaman Fight e poi – magari – si suicida
o si redime, come voleva Yoh. A voi la scelta. IO
l’ho lasciata così in sospeso per alimentare lo spirito dubbioso e
introspettivo dell’intera fic, ma se non vi piace
ditemelo e risparmiate i pomodori, eh! ^^ Beh, alla prossima! Scriverò altre one-shot simili, se v’interessa! Non vi libererete tanto
facilmente di me… ahahahah…!