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Autore: _Pikadis_    01/10/2012    2 recensioni
Può il nostro destino essere deciso da un paio di scarpe?
Bè, forse quello di Harry, liceale di Holmes Chapel, all'inseguimento di un paio di piedi sconosciuti, sì.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ho sognato di nuovo Harry Styles…- Fisso lo sguardo a terra, sulle scarpe che hanno condizionano la mia vita da quattro giorni a questa parte. È innamorata di me? Ma stiamo scherzando? Vi prego, ditemi che è una candid camera, per favore! Intanto la ragazza continua a parlare:
-È stato un sogno strano, come se fosse un déjà-vu…in pratica ho sognato che lo incontravo davanti all’armadietto, parlavamo, ridevamo come se ci conoscessimo da sempre...-sospira-…e poi, d’un tratto, mi sono svegliata…scusami, Tre, ti stresso sempre con questa storia senza nemmeno conoscerti, sono davvero una persona orribile…- Me l’immagino al di là di questo pannello di compensato, che sorride tristemente e si autocommisera per aver scaricato su una persona sconosciuta tutti i suoi problemi…Harry, ma ascolti quello che stai pensando? Calmati è pensa ad un modo per farle sapere che ti servono le sue scarpe…
-Lo so, lo so, mi hai sempre detto che non devo buttarmi giù, perché sono una ragazza fantastica, eccetera, ma, capiscimi Tre, io lo vedo ogni mattina e ho la consapevolezza che non mi noterà mai…per lui sono solo la vicina di armadietto con le scarpe nere…- Le squilla il cellulare e, tirando su col naso(segno che stava per cominciare a piangere, anche se lo si poteva notare tranquillamente dal tono di voce incrinato dalla tristezza), risponde:-Mamma? Sì, oggi faccio quattro ore…ah, ok, allora vengo subito. Ciao!- Fa una pausa, riprende fiato:-Tre, devo andare, ci vediamo domani!- Le scarpe si alzano e spariscono, lasciandomi a boccheggiare parole  improbabili.

Quando torno a casa, dopo un’altra ora di tormenti psicologici, e senza nemmeno aver incontrato Payne, nonostante abbia circa un’Everest di compiti da fare, mi butto sul letto e comincio a pensare. Di solito non mi piace molto, stare fermo e immobile, mi da ai nervi, ma ho qualcosa che mi frulla in testa e riguarda la ragazza-Converse; sì, l’ho incontrata, ho avuto l’occasione di riuscire ad avere quelle scarpe e l’ho sprecata, ma non è delusione o rabbia, quello che sento. Ha anche detto di essere innamorata di me, ma, dopo lo stupore iniziale, non è rimasto più niente. È qualcosa che continua a girarmi per la testa, senza riuscire prendere una precisa consistenza.
-Ma che mi scervello a fare, che vada a quel paese!- Mi alzo di botto, stizzito, e scendo giù a prepararmi uno spuntino pomeridiano.

La stessa sensazione mi prende circa un’ora dopo, mentre cerco di scalare la sopracitata montagna. Ora riesco vagamente a definirla: è molto simile alla tristezza, ma è più subdola, più meschina, ed anche più dolorosa. Rimango a pensarci, mangiucchiando la penna e riflettendo, nel frattempo, su un equazione.
-Cosa potrebbe essere?- Penso ad alta voce. Però le equazioni mi servono per domani, non posso mica perdermi in chiacchere! Quindi a questa domanda sarà meglio rispondere più tardi.

“Ci sono!” L’esclamazione di felicità, il mio cervello, se la poteva risparmiare tranquillamente. Sì, perché non c’è niente di bello in quello che ho appena capito. L’illuminazione è arrivata alle due di notte, mentre fissavo il soffitto bianco della mia camera, dopo aver passato l’intera nottata a rigirarmi nel letto. Quella strana sensazione che mi ha perseguitato per l’intera giornata è senso di colpa. Insomma, mentre io vivo tranquillamente la mia vita, lei, magari, muore dentro ogni giorno, quando mi guarda, pensando che forse io non la noterò mai, non penserò mai a lei nel modo in cui vuole; quando torna a casa, dopo aver passato cinque ore d’inferno, si butta sul letto, piange, forse ascolterà qualche canzone deprimente, una di quelle che, quando sei devastato dall’amore, ti sembra l’unica via d’uscita a tutto quel dolore. La sera, quando le capita di sognarmi, si sveglierà e, beandosi di quel ricordo, si riaddormenterà con un paio di lacrime sulle guance. Quante volte si sarà sentita stupida per essere andata a sfogarsi da Liam, visto che ormai le sue amiche non ne vogliono più sapere di questa storia? Quante volte io sono stato il motivo della sua tristezza? La luna stasera è piena, ed illumina la stanza. Chissà cosa starà facendo. Sento orrore per me stesso, mi faccio schifo. Mi balena una strana idea per la testa. Prendo il telefono sul comodino, trovo il numero e premo il tasto verde. Dopo qualche minuto mi risponde una voce impastata dal sonno:
-Pronto?
-Liam? Sono Harry. Senti, non è che potrei continuare a sostituirti io al portale?
-Che? Harry sono le due…che me ne importa a me del portale!
-Ti prego Liam, è importante, un questione di vita o di morte!- Dall’altra parte dell’apparecchio Liam deve essere parecchio rintronato. Sbuffa, sospira, risbuffa, risospira, forse è riuscito a capire quello che gli ho detto, sospira un’ultima volta e, dopo qualche secondo:
-Va bene.- Sto per urlare dalla gioia, ma Payne mi blocca –Ma osa svegliarmi un’altra volta a quest’ora e non risponderò delle mie azioni.- E mi attacca il telefono in faccia.

La mattina dopo, in straordinario anticipo rispetto al mio personalissimo standard, sono davanti la scuola a spiegare il mio piano a Liam: in pratica voglio continuare ad incontrare la ragazza, non solo per le converse, ma anche per cercare di conoscerla meglio, per studiarla, insomma. Dopo circa dieci minuti di illustrazione del piano, di spiegazione della folgorazione di ieri sera, e dei vari derivanti, Liam mi guarda dritto negli occhi e mi fa:
-Tu non hai la più pallida idea di cosa fare, vero?- radendo a zero la mia autostima. Va bè che ce l’ha ancora con me per ieri sera, ma un po’ di tatto! –Ascoltami Harry,- continua, prendendomi per le spalle- questa ragazza è molto fragile, da come me l’hai descritta, se venisse a sapere che dietro a quel pannello di compensato ci sei tu, non riuscirebbe più a riprendersi; quindi, te la senti di assumerti la responsabilità di conoscere questa sconosciuta, di accettarne le conseguenze e di evitare in tutti i modi di farla soffrire?- Deglutisco. Sarà molto impegnativo, devo ammetterlo, ma voglio provarci. Annuisco con decisione e Liam sorride, con una strana nota di sollievo. –Va bene, allora ti spetto oggi dopo la fine delle lezioni. Ci vediamo!- Si avvia verso l’entrata, sparendo tra la folla, mentre un pensiero mi rimbomba in testa :"Sei sicuro di esserne all’altezza?"


Spazio di quella stressata dell’autrice
Buongiorno a tutti! In primis, vorrei scusarmi per il ritardo, ma a scuola mi tartassano e purtroppo non ho molto tempo per scrivere! Ma passiamo alle cose serie: ringrazio Hayely 29, melania23 e ReBy4EVER_1Dsmile per aver messo la storia tra le preferite, Avril_Liam, Carters e Hayely 29 (di nuovo? Wow!), per averla inserita tra le preferite e TheGirlIWhoWnted per aver recensito. Non saprei che altro dire se non grazie, grazie per aver letto fin qui e per aver sopportato il mio spazio. Se volete farmi sapere cosa pensate della storia, non esitate a recensire, ci terrei molto! Grazie ancora! Baci,
Pika

 





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