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Autore: Evilcassy    02/10/2012    11 recensioni
"I Chitauri stanno arrivando, nulla può cambiare. Cosa dovrei temere?"
"I Vendicatori, ci facciamo chiamare così: una specie di squadra, "gli eroi più forti della Terra", o roba simile."
"Sì, li ho conosciuti."
Già! Ci mettiamo un po' a riscaldarci, questo te lo concedo. Ma facciamo la conta dei presenti:
Tuo fratello, il semidio;
Un supersoldato, una leggenda vivente che vive nella leggenda;
Un uomo con grossi problemi nel gestire la propria rabbia;
Una mezzodemone piuttosto focosa
Un paio di assassini provetti e tu, bellimbusto, sei riuscito a far incazzare tutti quanti!"
Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e la dinamicità. Sette è il numero della Materia, dei Peccati Capitali ma anche delle Virtù. Sette, come i Vendicatori.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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The Seventh

 

The Seventh

 

PART 3: Ending

-  The Last Trick.

I tried so hard
And got so far
But in the end
It doesn't even matter
I had to fall
To lose it all
But in the end
It doesn't even matter

 

 

Il momento in cui il pugno di Thanos si ferma a mezz'aria permette ad IronMan di approfittarne per accendere i propulsori e scivolare via di parecchi metri, lontano dalla scarica di colpi che lo stava sopraffando.

Si rintana dietro le macerie di un edificio a riprendere fiato e a fare con J.A.R.V.I.S. la conta dei danni. "Quel bestione picchia forte." commenta, il cuore in gola. Questa volta c'è mancato davvero poco, e se lo ammette lui vuol dire che l'armatura è arrivata al limite.

Il Titano non lo trattiene, anzi non lo guarda nemmeno: la sua attenzione è stata calamitata da qualcos'altro, alla sua destra.

Il Tesseract è sospeso a mezz'aria, la punta dello scettro di Loki appena appoggiata ad uno dei suoi angoli, come se lo sorreggesse ignorando ogni legge della forza di gravità.

"Sua Altezza ha deciso di facilitarmi il compito, dunque?"

Gli occhi di Loki sono abbassati a terra, sembra essere prosciugato da qualsiasi energia: sul volto terreo i segni della lotta spiccano scarlatti, la punta delle dita attorno allo scettro sono intrise di sangue. "Possiedo sempre la dignità di riconoscere una sconfitta."

"Più che dignità io la chiamerei abitudine." lo deride Thanos, studiando il Cubo con sguardo avido.

"E' tuo."

"Oh, lo era già da tempo, Principino: mi hai solo risparmiato la fatica di chinarmi a prenderlo." La mano del Titano scatta veloce ed afferra il Tesseract, , mentre con l'altra afferra il capo di Loki spingendolo verso terra. Sembra opporre una breve ed inutile resistenza, ma poi piega le gambe e si inginocchia lasciandosi sfuggire un singhiozzo frustrato.

"Così, Principino, proprio così. A terra, nella polvere della sconfitta, questo è il tuo luogo." Ghigna senza allentare la presa. "Non ti senti a casa, così?" Studia il Cubo con un ghigno sadico, rapito dal bagliore azzurro.

"...ora che hai il Tesseract..."

"Più forte, asgardiano, non ti sento!"

Loki deglutisce, si sforza di cacciare il nodo alla gola e di mantenere la voce ferma. "Ti ho consegnato il Tesseract. Ora potresti..."

"Lasciarti andare? Oh... asgardiano di vane speranze...!"

"...Uccidermi." conclude in un sussurro veloce.

"Non ho intenzioni differenti, infatti. Ti immolerò alla Morte: strazierò le tue carni lentamente, prolungherò la tua agonia il più possibile, godendomi ogni tuo gemito di dolore.

Sino. Alla. Fine."

Le spalle di Loki tremano e deglutisce nuovamente. "A che pro?" la voce fa fatica ad stare ferma. "Perché non uccidermi subito, ora che hai tutto quello che vuoi? Ora che hai il Tesseract tra le tue mani, ora che puoi assorbire la sua energia infinita, la sua conoscenza illimitata... Puoi torturare altre persone... I Vendicatori, per esempio. Thor, c'è anche lui... si considera ancora mio fratello, non potresti..."

 

Nella sua posizione, Stark stringe i pugni: Bastardo. Sibila tra sé e sé. Se un istante prima gli aveva fatto talmente pena che quasi era stato quasi tentato di intervenire, a sentire la sua bassezza ne rimane disgustato.

 

"Verrà anche la loro ora... i Vendicatori mi hanno sfidato e sono stati sconfitti... ma tu, asgardiano, tu mi hai ingannato. Ed ora sei così vile da propormi di scambiare il tuo dolore con quello di tuo fratello!" Poi Thanos si ferma, compie un mezzo giro attorno a Loki, riafferra i capelli corvini e li strattona all'indietro per fargli alzare il volto.

"Tuttavia... assorbire il Tesseract, hai detto?" Lo spinge nuovamente verso terra con tanta forza che Loki sbatte il mento al suolo. "Inglobare l'energia del Tesseract...! Ucciderebbe qualsiasi mortale solo a toccarlo! Ma io, io sono un Eterno... invulnerabile! E potrei così divenire un essere...senza limiti!” Il Cubo brilla nella sua mano mentre gli occhi di Thanos saettano voraci, pregustando l’idea di sconfinatezza che quel bagliore promette. “Mostramelo, Asgardiano. Ed io, per ricompensa, ti regalerò una morte veloce."

Loki sembra esitare, alzandosi lentamente sulle ginocchia. Lo fissa implorante, uno screzio di speranza negli occhi verde acqua: "Quanto veloce?"

"Non sei nella posizione di poter mercanteggiare. Mostrami come posso assorbirlo."

L’altro deglutisce, si tampona il labbro ferito, il mento graffiato.

"AVANTI!"

Il tremolio nelle mani non accenna a diminuire, quando Loki riprende in mano lo scettro. "E' la chiave." spiega in un sussurro. Deglutisce nuovamente, sembra cercare di raccogliere concentrazione ed energie.

 

E’ l’attimo di distrazione in cui IronMan decide di scattare in avanti, propulsori al massimo.

Viene respinto da Thanos con un semplice manrovescio, senza che si scomponga e neppure si volti e rimbalza all'indietro come una pallina da tennis, rotolando sulla strada dissestata sino a perdere i sensi davanti all'entrata di Central Park.

 

Ora Loki è nuovamente in ginocchio, il volto sfigurato dallo sforzo e lo scettro teso in avanti. L'energia azzurra che il Tesseract sta vomitando e che viene assorbita dal braccio di un Thanos trionfante fa vibrare lo scettro e graffia il suo corpo con minuscole schegge di doloroso potere.

Poi improvvisamente tutto sparisce e perde l’equilibrio, cadendo nuovamente a terra, quasi svenuto dalla fatica. Rantola, si aggrappa con le unghie all'asfalto e spera, spera con tutte le sue forze che sia stato abbastanza, che non può permettersi un tentativo simile un’altra volta.

Riesce ad alzarsi quel poco che gli permette di vedere qualcosa che cade a terra davanti a sé:  Un cubo trasparente. Vuoto.

Thanos ha assorbito tutto il potere del Tesseract.

Loki sorride.

 

L’elicottero atterra nell’istante in cui Banner, l’unico tra i Vendicatori a riuscire a stare ancora in piedi, riesce a trascinare IronMan all’interno del parco.

La prima che viene fatta salire è Natasha, che tossisce nuovamente sangue. Mentre viene issato Stark riprende conoscenza e il dottore aiuta la squadra di recupero nei primi soccorsi, infilando a Natasha una maschera per l’ossigeno istruendola sul respirare lentamente e profondamente. “Hai delle costole rotte, probabilmente ti hanno perforato un polmone.” Spiega mantenendo un tono calmo e asciutto. Steve rimane a terra, si guarda intorno con ansia.

Il pilota gli urla che sono pronti a partire. “Manca qualcuno?”

“ASPETTA! Thor e Borgo non sono tornati!”

Natasha si agita, cercando di voltarsi tossendo e Banner cerca di calmarla in tutti i modi, tenendole le mani e cercando di convincerla a non muoversi

“Dalla base mi informano che Thor è riuscito a portare dei civili sull’Helicarrier.” Il pilota si picchietta la cuffietta, sembra non riuscire a ricevere bene. “Pare ci sia anche l’Agente Borgo, ma non riesco a capire…”

“Hai sentito, Nat? E’ tutto a posto. C’è anche Adie, è salva, andrà tutto bene.”

Razionalmente sa che non è vero. Che Thanos è ancora in giro, libero e vivo, che hanno fallito e che devono tornare a combattere presto. Ma i Vendicatori ci sono ancora tutti, sono tutti vivi.

Seguendo il consiglio di Banner, Natasha smette di dimenarsi e respira più lentamente, cercando di sopportare le fitte di dolore al fianco.

Siamo salvi, ci riprenderemo, andrà tutto bene.

 

Alla fine, ognuno sarà solo con sé stesso.

Però Loki lo era già da prima. Forse si era sempre sentito un po' solo, diverso in mezzo alla folla. Ne aveva fatto un baluardo, della sua unicità, ergendosi su un piedistallo di diffidenza e distacco verso gli interessi più comuni, una volta che aveva appurato -non senza una certa umiliazione - che non eccelleva in nessuno di essi.

Era un bravo guerriero - ma non eccezionale.

Era un discreto cacciatore - ma non così bravo.

Aveva una buona mira - ma non infallibile.

Ma modellava la magia a suo piacimento con una facilità incredibile e con splendidi risultati.

Peccato che non fosse una materia di interesse generale, ad Asgard.

Forse sarebbe bastato che fossero lodate le sue capacità tanto quanto quelle di Thor.

Ma così non era stato, e Loki era stato consumato giorno dopo giorno, sino al midollo, infettato dal più tossico dei veleni: l'invidia.

In fondo, il venire a conoscenza delle sue origini era stata solo la stoccata finale. Anzi, probabilmente era stata solo la motivazione più forte per far tacere la flebile voce della coscienza che reclamava attenzione nella sua mente: io non sono come loro, ho tutto il diritto di volerli soggiogare, distruggere, eliminare.

Alla fine era arrivato solo a distruggere sé stesso.

Eppure, sarebbe bastato così poco per evitarlo...

 

Alla fine, ognuno sarà solo con sé stesso.

Si, lo era. Lo era davvero. Solo alla fine. Il solito discorso sulle folle oceaniche...

Certo, non che stesse perseguendo un giusto proposito. In fondo a lui di quel regno - anzi, di quell'Universo, non gliene importava nulla.

Né dei suoi abitanti. Tantomeno dei suoi difensori.

Quello che stava per compiere era un favore a sé stesso, che almeno una morte decorosa se la meritava.

Si, stava agendo anche per vendetta.

L'ultimo Inganno dedicato a colei che sola, a parte lui, li apprezzava e ne faceva ampio uso.

Ciò non faceva di lui un Vendicatore, comunque.

 

Impugna lo scettro in modo diverso da quanto fatto prima, puntando l'estremità aguzza verso il basso -verso il contenitore vuoto del Tesseract, la mano sinistra stretta appena sotto le lame e la destra verso la fine del manico.

Non avrebbe avuto molti colpi a sua disposizione, doveva usare tutta la forza possibile.

 

Un Contenitore di Energia resta tale anche quando è vuoto. L'Energia lì prima racchiusa  rilascia una traccia che collega direttamente i diversi Involucri, creando un legame tra di loro.

Un Contenitore non può essere distrutto mentre l'Energia lo abita.

Dal momento che ne è privo, dopo che l'Energia è stata trasferita - assorbita, inglobata- da un altro Involucro, il Contenitore recupera fragilità e può essere distrutto.

Il legame fra gli Involucri è tale che una volta distrutto uno, anche gli altri saranno soggetti a rottura nel medesimo momento.

La pura Energia non può esistere in forma libera.

Quando pontificava sulla grande menzogna che era la libertà...!

Imploderà, quindi, insieme alla traccia rilasciata sui suoi Contenitori.

Loki sorride, di nuovo. Conoscenza. La verità insita nel Tesseract gli aveva suggerito direttamente come distruggerlo.

 

La lama dello scettro si alza e ricade pesantemente sul cubo trasparente.

L'espressione di pura estasi di Thanos si interrompe. Una crepa, piccola, sulla superficie del contenitore e del volto del Titano.

Un altro colpo. La crepa si allarga. Avrebbe voluto fosse tutto diverso.

L'urlo di Thanos è furia pura, mentre si scaglia contro Loki.

Un terzo colpo, la lama penetra nella superficie. Avrebbe voluto vincere, almeno per una volta.

Thanos stramazza a terra e inizia a divincolarsi, contorcendosi terribilmente, agitando le mani in direzione di Loki senza riuscire a raggiungerlo.

Avrebbe voluto che la sua incoronazione fosse stata diversa. Loki prende fiato. Alza nuovamente la lama.

Un quarto colpo. Tra ovazioni e feste, come quella di Thor che lui stesso aveva contribuito a rovinare.

E un lampo di luce azzurra acceca le rovine della città.

Poteva sentirsi libero di immaginarselo, quel giorno: salire i gradini del trono davanti a tutta Asgard, ricevere lo scettro direttamente da Odino.

Essere incoronato Re.

Cercare i suoi occhi dorati tra la folla e trovarli. Vedere le sue labbra stendersi in sorriso, piccolo e ammiccante.

Si, decisamente, avrebbe voluto fosse tutto diverso.

 

"...L'ATOMICA!" Stark si puntella sui gomiti, alzando la schiena dal fondo dell'elicottero. "Quei figli di puttana questa volta l'hanno lanciata!"

Clint si piega sulla lettiga di emergenza che trasporta Natasha, a farle da scudo con il suo corpo. Sente le mani di lei che si aggrappano alla stoffa della divisa e il suo fiato caldo sul collo dove tuffa il viso. Sul ponte dell'Helicarrier le squadre di soccorso si sono tutte accovacciate a terra, pronte ad una ondata incendiaria che non arriva.

"No...!" Hill è la prima a rialzarsi sulle ginocchia facendosi schermo con la mano. "Il vento... guardate! non viene dalla luce, va verso la luce!"

Steve si rialza da terra, guarda con gli occhi socchiusi quel bagliore gelido, e riconoscendolo un brivido gli percorre la schiena. "E' il Tesseract!"

E la luce, così come è arrivata, scompare.

 

I piedi di Thor colpiscono il suolo un istante dopo. Accecato dalla luce che lo ha avvolto improvvisamente, ci mette qualche secondo per recuperare la vista, sfregandosi gli occhi.

Sbatte le palpebre diverse volte, cercando di mettere a fuoco ciò che trova attorno a sè. Ghiaia. I suoi piedi stanno calpestando un fondo ghiaioso, non l'asfalto della strada. Percorre qualche metro, confuso e stordito. Eppure quella è una delle strade principali della città. Lo sguardo percorre i muri rovinati dei palazzi: neppure un vetro si è salvato.

Neppure nelle carcasse annerite dei veicoli.

E non c'è neppure un filo di fumo o un velo di polvere, nulla.

L'aria è tersa ed inodore, la luce del sole uniforme.

Deglutisce, il peso sullo stomaco aumenta e la gola si stringe in un nodo, ma continua a camminare.

In un punto della strada, appena dopo una colonna di resti di lamiere d'auto, la ghiaia si è accumulata in una montagnola.

Prova a scalarla con fatica, è molto friabile e scivola più volte indietro, sino a che non scorge qualcosa emergere. Scosta la ghiaia con una mano: è uno stivale.

Scava con più foga a mani nude, libera la gamba, poi l'altra.

Dissotterra la schiena, il tessuto lacerato delle vesti, l'armatura ammaccata e tagliata. Le braccia nude e le mani annerite. Le ciocche scomposte ed impolverate del capo.

Il peso sullo stomaco esplode e Thor sente solo un dolore sordo che si accumula nel petto e gli schiaccia i polmoni. Trema nel voltare delicatamente il corpo di suo fratello.

Gli occhi verdi, fissi e vuoti, sono aperti verso il cielo. Così lucidi che quando Thor li chiude due lacrime scivolano sulle guance più pallide e fredde del solito.

 

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E dopo questo, credo che prenderò un biglietto per le Galapagos e scapperò alla velocità della luce.

Che forse ho esagerato, a questo giro.

O forse no, il mio sadismo è quasi illimitato. (segue bassa risata malvagia).

Ad ogni modo, manca solo l'Epilogo, ed ho il groppo in gola a terminare - davvero- questa storia.

Non ringrazierò mai abbastanza chi ha sostenuto, consigliato, commentato, apprezzato, letto ed aiutato in questa avventura.

Sono in debito con voi - con tutti voi.

Resto a vostra disposizione per venire bersagliata da minacce feroci. Fatemi sapere cosa ne pensate di questa follia.

Grazie, Grazie, Grazie.

Vostra - sempre, comunque, dovunque

EC

 

PS: Citazione iniziale tratta da In The End dei Linkin Park.

 

 

   
 
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