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Autore: Snafu    03/10/2012    1 recensioni
AAA Fashion stylist cerca amore della sua vita. Astenersi se il sesso non è fantastico. Si accettano anche look discutibili.
AAA Musicista oscuro cerca padrona di un gatto con il nome della sua ex-moglie. Se è fotogenica è meglio.
AAA Cantante affermato cerca anima gemella pratica con le mazze.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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7
„ Tomorrow you’ll have to cross bridges that you burned today. “


Sixx:A.M.- ‘Tomorrow.


Danielle stava armeggiando con i suoi ciottolini, mentre Anita si grattava la poltiglia che aveva in testa con uno stuzzicadenti. Brandi, una bella gatta nera con il pelo lucido e gli occhi dorati, si era comodamente accomodata su di lei e si stava facendo coccolare.
«Ah, non ti ho raccontato questa. Stamattina prima di andare al club sono passata dal supermercato a comprare le scatolette per Flash, sono aumentate un casino! Non lo so, devo accendere un mutuo per comprare del cibo decente al mio gatto?!»
«Sì, ma anche la lettiera, io ho quella che assorbe gli odori, ma dai retta che la pago cara!»
La mora diede un’occhiata al telefono per vedere che ora fosse, in una decina di minuti avrebbe dovuto sciacquare la testa dell’amica.
«Domani Love ci farà una testa enorme:» sentenziò, con rammarico «stamani mi ha mandato un messaggio con sei parole: ce l’ho ancora marchiate a fuoco nel cervello. ‘Sesso. Orale. Ashba. Lingua. Piercing. Love.’ E l’ultima non ho capito se era la firma o cosa...»
«Sì, l’ha mandato anche a me, ma non ho avuto il tempo di risponderle. Ero troppo impegnata a mettere a repentaglio la mia vita con gli aspiranti golfisti...»
«Io sinceramente non avrei trovato altre parole da aggiungere alla catena, né altre per commen...» la mora fu interrotta da un gran fracasso che proveniva dallo zainetto di Anita, appoggiato da una parte nel corridoio d’ingresso. «Si può sapere che razza di suoneria di merda hai messo?» riprese.
«Scherzi?! Questa roba non è mia. Sarà il tuo vicino.»
«Il mio vicino ha novantasette anni...»
«Ok, vado ad indagare sulla provenienza di questo rumore infernale.»
La rossa afferrò il suo zaino e lo aprì a colpo sicuro, realizzando in quell’esatto momento che quello non era il suo zaino.
«Merda. Questo non è il mio zaino!» gridò all’amica, che si affacciò dalla porta nel corridoio.
Anita afferrò rapidamente il telefono che strillava peggio di un allarme antincendio e vide impresso sullo schermo il suo numero di telefono.
«Pronto?» si affrettò a rispondere, prima che l’altro cambiasse idea.
«A-anita? Sei tu?»
«James?»
«Temo che sul cart ci siamo accidentalmente scambiati gli zainetti.»
«E io me ne sono accorta soltanto adesso... accipicchia, non sai quanto mi dispiace!» si scusò, sbattendo la mano contro la fronte più e più volte.
«Puoi tornare qui a portarmi il mio? Perché ci sono le chiavi della macchina e altrimenti rimarrò bloccato qui per sempre... e non sono sicuro che Nikki la prenderà bene se non mi vedrà arrivare domani mattina a lavoro.»
«Cerco di fare prima che posso, davvero!»
«Ti aspetto nel parcheggio. Tanto quando arriverai credo ci sarà solo la mia auto, ahah!»
«Ok, a dopo.»
Anita rimise immediatamente a posto il telefono e corse verso il suo padre confessore, vale a dire Danielle, che non aveva ancora fatto un fiato, certa che presto o tardi l’amica le avrebbe rivelato l’arcano. Non si sbagliava.
«Ho fatto un casino, Dan: ho scambiato la mia borsa con quella di James Michael.»
La mora la guardò sconvolta.
«James Michael ha una tracolla con la patch dei Ramones uguale alla tua? Non l’avevo vista l’altra sera!»
«Ma quale Ramones, senti intanto sciacquami e nel frattempo ti racconto. Non ero ancora arrivata a quel punto della giornata.» le due si spostarono in bagno, dove iniziò il lavaggio. «In pratica oggi l’ho incontrato al circolo del golf e abbiamo fatto due chiacchiere e poi mi ha dato un passaggio sul golf cart: siccome avevamo tutti e due gli zainetti del club dobbiamo averli scambiati senza rendercene conto.»
«E tu non ti sei accorta di nulla?»
«No, perché per venire qui ho preso l’autobus, quindi non ho dovuto tirare fuori né il badge dei trasporti né le chiavi della macchina. Poi sono venuta da te, quindi non mi servivano le chiavi di casa... e il cellulare non ha mai squillato.»
«Sei un caso disperato, lo sai, vero? Quindi adesso tu sei in possesso di tutti gli effetti personali di James Michael?»
«Di certo del telefono e delle chiavi della macchina.»
«E non hai intenzione di vedere il resto del contenuto?»
«Non sarebbe carino... mi appello al fatto che se io non lo farò, neanche lui lo farà...»
Danielle la guardò preoccupata, sebbene lei non potesse vederla e mentre finiva di pulire gli angoli del suo collo dal sapone trovò il coraggio di domandare.
«Anita... cosa c’è nel tuo zaino?»
«Cibo per gatti, un pacco di assorbenti, una bottiglia d’acqua, tre carote, due zucchine, cinque pomodori, le chiavi di casa, il portafogli, un ombrellino, le salviette umide, i fazzolettini, una penna... credo basta.»
«Quindi in pratica, a meno che lui non vada in giro con i sassi nel suo zainetto per il puro gusto di farlo, si starà chiedendo cosa ci sia là dentro.»
«Non spaventarmi... ci ha già pensato il dottore oggi. Mi ha fatto mettere il tutore se non te ne sei accorta, e mi ha segnato le infiltrazioni, così per due settimane devo anche alzarmi all’alba per andare a farmele fare.»
Danielle rise, poi l’aiutò ad asciugarsi velocemente la testa e l’accompagnò alla fermata dell’autobus.

@@@


Il sole stava lentamente tramontando quando Anita scese dall’autobus. La scena ricordava vagamente l’intro del video ‘Welcome to the Jungle’ dei Guns n’ Roses, giusto per restare in tema, con l’unica differenza che lei, con il suo zainetto, anzi, con quello di James, non scese le scalette con la baldanza di Axl Rose, ma con quella di un paraplegico.
Avrebbe voluto sbrigarsi, ma il ginocchio implorava pietà, così quando arrivò nel parcheggio del club, trovò veramente soltanto l’auto del cantante, con lui seduto per terra con la schiena appoggiata al cofano. Non appena il cantante la vide si drizzò e si mise a sbracciare, come se lei non avesse potuto notarlo, in quella desolazione.
«Parrebbe proprio che noi due siamo destinati ad incontrarci spesso!» gridò.
Lei lo raggiunse e si tolse lo zaino dalle spalle, porgendoglielo immediatamente.
«Ho avuto la stessa impressione anch’io.» confessò, mettendosi a ridere.
Dopo lo scambio di borse, James si offrì di accompagnarla a casa e lei accettò, anche perché il pullman successivo passava in due ore e sinceramente non vedeva l’ora di buttarsi a letto. In auto non ci volle molto, anche perché il cantante aveva il piede piuttosto pesante. Una volta sotto casa, lui si fermò e l’imbarazzo calò sui due non come un velo, ma come un tendone da circo.
«Ti inviterei a salire, ma non vorrei che qualcuno ti paparazzasse...» si scusò lei, assicurandosi di aver preso lo zaino giusto, stavolta.
«E io salirei, ma sono sudato fradicio e sarei decisamente un appuntamento appiccicoso...» replicò lui con il solito sorriso da cretino stampato sulla faccia.
«Vorrei ringraziarti per quest’immagine idilliaca,» Anita si sforzò di sorridere «ma penso che mi limiterò a farlo per il passaggio.»
«Tanto ci vediamo in giro!»
«A presto.»
   
 
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