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Autore: Eridani    03/10/2012    3 recensioni
[INCOMPLETA] L'Enterprise accoglie a bordo un noto scienziato vulcaniano. Lui e Spock si erano già incontrati.
NB: Primi 4 capitoli leggermente modificati e corretti.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Appena mise piede nel suo alloggio, una ventata di calma lo investì; gli anni di servizio lo avevano abituato alla costante presenza dei suoi colleghi umani e ormai per la sua mente era normale trovarsi in quello stato di allerta e difesa necessario ogniqualvolta si trovava a dover conversare con i colleghi e a proteggersi dalla loro euforia. Eppure, doveva ammetterlo, le ultime ore lo avevano disturbato più del solito. E ne sapeva la ragione. Ma nulla poteva fare, se non tentare di calmarsi e rinforzare quanto più possibile la sua stabilità mentale e la sua fermezza. La nuova missione che era stata assegnata all'Enterprise sarebbe durata ancora per minimo tre giorni, se non ci fossero stati attacchi imprevisti o guasti ai motori. Lui era il Primo Ufficiale e come tale non poteva permettersi debolezze; la nave e il suo Capitano avevano bisogno del suo aiuto e della sua esperienza; doveva eseguire gli ordini al meglio, e ciò richiedeva un assoluto controllo da parte sua e distacco ancora più elevato.
Liberatosi dell'uniforme, indossò la comoda tunica nera che utilizzava durante le sue sedute di meditazione. Si inginocchiò di fronte alle candele e si lasciò avvolgere dal fumo dell'incenso.
Con difficoltà maggiore del dovuto, riuscì ad entrare nello stadio più profondo, in cui lasciò che la sua mente si svuotasse di ogni pensiero, immagine e rumore, in cui ciò che percepiva non era altro che un buio incolore e privo di consistenza. E lì si lasciò levitare.
Ma dopo poco qualcosa lo disturbò.
Da lontano giunse un suono. Un suono lieve. Un suono incalzante.
Si riscosse dallo stato profondo di meditazione; il cicalino continuava a squillare. Spock si alzò lentamente e si diresse alla porta del suo alloggio. Aprì.
«Buonasera, Signor Spock. Disturbo?» chiese Sakar, con un sorriso nascosto negli occhi.
«Stavo meditando.» rispose, cercando di mantenere un tono distaccato.
«Mi dispiace averla interrotta. Posso entrare?»
«Prego.» Spock si spostò in modo da lasciare spazio all'altro vulcaniano.
«Un alloggio davvero confortevole ed essenziale.» osservò questi guardandosi intorno.
«Non ho bisogno d'altro.»
«No, immagino di no.» affermò Sakar, continuando a guardarsi attorno e assorbendo e memorizzando ogni particolare.
«Potrei sapere a cosa devo la sua visita?» chiese Spock, mentre gli si avvicinava e gli si poneva di fronte, come a voler fare da barriera tra quell'uomo ed il suo alloggio, il suo spazio personale.
«Ero venuto per parlare un po'.»
«Sono occupato in questo momento.»
«Non puoi dedicare nemmeno qualche minuto ad un amico di vecchia data?» domandò con un filo di ironia malcelata nella voce.
«Non credevo di doverla ritenere un “amico”, Dottor Sakar.»
«Dai, Spock, provi ancora così tanta rabbia?»
«Io non provo nulla.» rispose l'Ufficiale, raddrizzando, se possibile, ancor di più la sua postura «Semplicemente non ritengo di aver passato con lei abbastanza tempo da poterla considerare un “amico”.»
«Spock, non darmi del lei. Penso che dopo ciò che è successo, il lei sia quantomeno superfluo.»
«Ritengo che dopo ciò che è successo, lei non dovrebbe nemmeno trovarsi qui.» gli rispose con forza, perdendo per un attimo il suo pieno controllo.
«Spock, Spock...» Sakar portò la mano a lambire una guancia dell'Ufficiale, giusto un lieve tocco, giusto il tempo di sfiorare con le dita la tempia sinistra.
Spock gliela afferrò con fermezza e la ricondusse al suo posto «La prego di non toccarmi.»
«Non mi trattare così male. Dopotutto sono un ospite.»
«E come tale non le è permesso prendersi certe confidenze. Ora la prego di lasciare immediatamente questa stanza. Ho del lavoro da portare a termine.»
«Ma non abbiamo ancora parlato...»
Spock lo interruppe «Lei è nostro ospite e pertanto devo rispettarla. Ma ciò non vuol dire che io sia costretto a trascurare i miei compiti per intrattenerla.» lo guardò fisso negli occhi «Ora, se non le dispiace, gradirei molto che se ne andasse.»
Sakar indugiò ancora qualche secondo. Poi si voltò ed uscì, lasciando Spock ancora in piedi al centro dell'alloggio.

«Davvero cortese il nostro ospite, non ti sembra?» chiese Kirk, fissando la superficie increspata del liquore dentro il suo bicchiere.
«Sì, davvero molto. È la prima volta che trovo piacevole conversare con un Vulcaniano.» rispose McCoy «Se tralasciamo il nostro Primo Ufficiale.»
“Piacevole?” si ritrovò a pensare Kirk. Lui non avrebbe mai abbinato una tale aggettivo alle conversazioni che quasi ogni giorno sentiva uscire dalle bocche dei suoi due amici. Ma ognuno ha il suo carattere e i suoi gusti; Bones talvolta poteva essere fin troppo scorbutico e brontolone, ma finché sia lui, sia Spock ritenevano il loro rapporto soddisfacente, Kirk avrebbe lasciato che si arrangiassero. Dopotutto, ed era il primo ad ammetterlo, era divertente ascoltarli.
Lasciando trasparire il cenno di un sorriso, abbandonò il filo dei suoi pensieri e tornò alla conversazione, riacquistando serietà.
«Fin troppo cortese.» aggiunse il Capitano.
Kirk cominciò a muovere il bicchiere in piccoli cerchi, osservando le onde rubine che si infrangevano contro il vetro. McCoy gli diede una rapida occhiata, quanto gli bastava per capire che qualcosa non andava.
«Jim, tutto bene?»
«Non ne sono sicuro. C'è qualcosa che non mi convince in Sakar.» disse aggrottando le sopracciglia.
«Sei sicuro di quello che dici? Io non ho notato nulla di strano, a parte qualche complimento di troppo.» sorrise il Dottore.
«Sai perché il Comando ha chiesto a noi di accompagnarlo alla base stellare cinque?» gli chiese Kirk, alzando per la prima volta lo sguardo dall'oggetto che teneva in mano e guardando fisso negli occhi l'amico.
«No. Io sono al corrente solo di quello che è stato detto durante l'ultima riunione.»
Kirk si sedette e si chinò fino ad appoggiare i gomiti sulle ginocchia, e rimase così a guardare il pavimento.
«Volevano essere sicuri che vi arrivasse sano e salvo.»
«Jim, non ci vedo niente di strano: è uno degli scienziati più brillanti di questo secolo e le sue ricerche interessano molto alla Federazione. Diciamolo: chi non vorrebbe carpire il segreto dei viaggi nel tempo? E da ciò che so sulla sua carriera, lui vi è molto vicino.» argomentò il Dottore, cercando di tranquillizzare l'amico seduto accanto a lui, visibilmente pensieroso e inquieto.
«Molto più vicino di quanto pensi.» commentò Kirk prima di mordersi la lingua. L'argomento era indicato come “Top secret” nei fascicoli della missione; nemmeno gli ufficiali superiori, ad eccezione del capitano, potevano venirne a conoscenza. Per la sicurezza della Federazione stessa. «Non ti è passato minimamente per la testa quanto sia strano il fatto che non sia stata una nave vulcaniana a prenderlo a bordo?» gli fece notare il Capitano.
«Beh, non ci ho fatto caso, a dire la verità. Ho solamente pensato che fossimo i più vicini al luogo dell'incontro. Non è la prima volta che la Flotta ci usa come “nave da crociera”.» osservò il Dottore.
«I vulcaniani sono molto riservati.»
«Questo è vero, Jim, ma non capisco dove tu voglia arrivare.»
«E la nave vulcaniana Seleya era a poco più di un'ora da noi.»
«Jim, vieni al punto.» gli ordinò McCoy, stanco di girarci attorno.
«Sai bene quanto me che i vulcaniani vanno molto fieri dei loro scienziati e che, se avessero voluto, avrebbero benissimo potuto accompagnare loro stessi Sakar alla base stellare. Come hai detto tu, è uno dei migliori in circolazione; eppure non si sono dati un gran da fare per assisterlo.»
«Jim, ti stai facendo troppi problemi. Abbiamo a bordo un educatissimo vulcaniano a cui piace conversare amabilmente e a cui la Federazione ha dato ordine di imbarcarsi sull'Enterprise. Il tuo istinto, è vero, non ti ha mai tradito, ma questa volta non riesco a capire tutte queste tue apprensioni.»
Kirk rimase qualche istante a riflettere; McCoy non aveva mai sbagliato nel giudicare una persona, e non aveva mai sbagliato nel dargli qualsiasi consiglio. Eppure qualcosa non andava, il comportamento di quello strano vulcaniano era fin troppo garbato.
«Jim, se ci fosse davvero qualcosa che non va, il Comando di Flotta ti avrebbe di sicuro informato.»
«Spero tu abbia ragione.» disse Kirk dopo un momento ancora di silenzio, ponendo fine alla discussione.

Mentre il Capitano stava tornando al suo alloggio, vide il loro ospite uscire dalla stanza del Primo Ufficiale ed allontanarsi con passo svelto e deciso, le mani incrociate davanti al petto e la testa china. Kirk si avvicinò all'alloggio del vulcaniano; la porta ancora aperta e l'Ufficiale in piedi immobile a qualche metro dall'uscita.
«Spock, è successo qualcosa? Ho appena visto Sakar e mi sembrava in qualche modo contrariato; cioè, lo definirei in questo modo se non fosse un vulcaniano.»
«È stata solo un'incomprensione.»
«Potrei sapere di cosa si tratta?» chiese, facendo due passi in avanti e lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle.
«È una vecchia storia, fa parte del passato.»
«Qualcosa di grave?» chiese con un filo di preoccupazione nella voce.
«Jim, preferirei non parlarne.»
Kirk guardò il suo Ufficiale negli occhi, e in quegli abissi marroni notò un'ombra. Un'altra ombra. Non poteva essere una coincidenza, non poteva trattarsi di un'altra creazione della sua mente. Conosceva quegli occhi, e prima d'ora non vi aveva mai scorto nemmeno un briciolo di oscurità. Ma ora c'era. E Kirk non riusciva a capire cosa potesse averla provocata, quali emozioni essa celasse dietro la sua apparizione. Non era paura, non era rancore ciò che vi si nascondeva dietro.
Un velo di rimpianto, forse vergogna?
«Spock, sai che se qualcosa non va puoi venire da me, vero?»
«Jim, ti assicuro che è tutto a posto.»
Kirk lasciò andare la presa. Aveva ormai imparato, dopo tutti quegli anni di lavoro a stretto contatto con il vulcaniano, che non bisognava assolutamente forzarlo; l'unico risultato sarebbe stato quello di farlo richiudere ancor di più in se stesso. Se Spock l'avesse voluto, sarebbe andato da lui, nel momento che avrebbe ritenuto più opportuno.
«Visto che siamo in argomento,» cambiò discorso il Capitano «vorrei farti una domanda riguardo Sakar.»
«Chiedi pure.»
«È apprezzato su Vulcano?»
«Come ti ho già detto mentre eravamo nel turboascensore, Sakar è un ottimo scienziato.»
«Sì, questo l'avevo capito. È solo che mi sembra strano che la Flotta abbia richiesto il nostro aiuto, invece di affidare la missione alla nave Seleya.»
«Sul nostro pianeta tutti riconosciamo il suo lavoro.» Spock fece una pausa, e poi continuò «È il suo stile di vita che non appoggiamo.»
«Potresti spiegarti meglio?» chiese Kirk, che in questa affermazione aveva visto uno spiraglio, un piccolo indizio a favore dei suoi presentimenti. Parlare con McCoy si era sempre rivelato utile e la maggior parte delle volte aveva portato alla soluzione del dilemma; peccato che proprio questa fosse una delle poche volte in cui nemmeno le parole del Dottore erano riuscite a calmare il suo animo.
Doveva esserci qualcosa. Ne era convinto.
«Ha rifiutato di seguire il cammino della logica, ed in passato si è lasciato spesso guidare dalle emozioni. Ora non vive più su Vulcano. E, come potrai ben capire, sono pochi i vulcaniani disposti a stare a stretto contatto con lui.»
Questo era un passo in avanti; spiegava il comportamento stranamente aperto del loro ospite e perché Bones sembrava riuscire a relazionarsi a lui più semplicemente rispetto ai vulcaniani che avevano avuto a bordo precedentemente.
Ma il suo istinto ancora non era soddisfatto.
«Ora comincio a comprendere il suo comportamento.» disse in tono pensieroso. Poi, come se scosso da una lieve scarica elettrica, si rianimò e si rivolse nuovamente all'Ufficiale «E tu? Non ti disturba averlo a bordo?»
«Non conta ciò che penso io: la Flotta ci ha dato un incarico da portare a termine; io eseguo solamente gli ordini.»
«Se lo desideri, posso incaricare qualcun altro affinché lo assista.» propose. Forse lo strano comportamento dell'amico e quella lieve ombra nel suo sguardo erano causati dalla presenza di Sakar. Se così fosse, Kirk avrebbe fatto tutto il possibile per alleviare le pene del suo Ufficiale.
«Non ho intenzione di farmi guidare da emozioni o pregiudizi: è vero, non gradisco la sua compagnia, ma ritengo di essere il più adatto per tale compito.»
«Come preferisci. Ma se ci fossero problemi, non esitare ad espormeli.»
«Lo farò.»
Detto ciò, il Capitano salutò il suo Primo Ufficiale e, auguratogli un buon riposo, uscì.

   
 
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