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Autore: Eridani    01/10/2012    5 recensioni
[INCOMPLETA] L'Enterprise accoglie a bordo un noto scienziato vulcaniano. Lui e Spock si erano già incontrati.
NB: Primi 4 capitoli leggermente modificati e corretti.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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«Signor Spock, si sente bene? È di poche parole da quando siamo usciti dalla sala riunioni.»
Il briefing si era appena concluso e la loro nuova missione era stata assegnata. Dopo le ultime settimane ricche di azione, pericoli e, a malincuore, anche morti, per una volta il Capitano era contento di avere tra le mani un incarico che consentisse all'intero equipaggio il dovuto riposo.
Ci fu qualche secondo di silenzio, scandito dai loro passi lungo il corridoio che portava al turboascensore. Poi il Vulcaniano girò lievemente la testa verso il suo superiore.
«Stavo solo riflettendo.» fu la risposta secca dell'Ufficiale.
«Sulla nostra prossima missione?» chiese il Capitano, tentando di portare avanti il dialogo.
«Esattamente.»
«Qualcosa la turba? Pensavo che ospitare un altro vulcaniano sulla nostra nave le avrebbe fatto piacere.»
Qualche altro secondo di silenzio. Le porte del turboascensore si aprirono.
«Sakar è un ottimo scienziato.» rispose poi brevemente l'Ufficiale scientifico.
«Sì, ne sono al corrente. La sua fama è nota nell'intero quadrante. Se non sbaglio, ha svolto delle importanti ricerche nell'ambito dei viaggi spazio-temporali; ma non saprei dire esattamente quali progressi abbia raggiunto.» cercò di continuare, speranzoso che Spock, spostato l'argomento su un piano prettamente scientifico, fosse maggiormente incline alla conversazione.
«Credo che Sakar sarà lieto di parlarle delle sue ricerche a cena.»
Kirk, rendendosi conto dell'atteggiamento stranamente distaccato del suo Ufficiale e della sua riluttanza a portare avanti il discorso, lasciò andare la presa.
Il turboascensore si aprì sul ponte e i due uomini si diressero alle rispettive postazioni.

Il Capitano e il Primo Ufficiale si trovavano in piedi davanti alla pedana del teletrasporto, indossando la divisa dovuta agli ospiti di maggiore importanza e aspettando il consueto scintillio delle particelle del corpo in formazione.
Ancora qualche secondo di attesa e i due uomini si ritrovarono ad osservare una figura snella e regale, ricoperta di una tunica bianca quasi monacale. L'Enterprise aveva ormai ricevuto a bordo numerosi vulcaniani da quando aveva lasciato il suo porto, ma Kirk si stupiva ogni volta di quanto la loro apparizione potesse essere paragonata alla venuta di un angelo, tanta era la grazia che li accompagnava. Molte volte aveva cercato di farlo notare al Dottore, ma questi si era sempre trovato in disaccordo con l'amico, affermando che la sua immagine di un angelo, oltre ad avere le ali, necessitava di un ben cespuglio di riccioli biondi e guanciotte rosee, non di un cesto di capelli scuri quasi corvini e una coppia di diaboliche orecchie a punta.
«Dottor Sakar.» lo salutò Kirk con un lieve cenno del capo.
«Capitano, sono lieto di fare la sua conoscenza.» ricambiò l'alieno.
«Benvenuto.» si intromise Spock, alzando la mano destra nel tipico saluto della sua razza.
«La ringrazio.» rispose, emulando il gesto dell'Ufficiale.
«Dottor Sakar,» continuò Kirk «spero si troverà a suo agio a bordo dell'Enterprise. Parlo a nome dell'intero equipaggio quando le dico che siamo onorati di averla a bordo. Il suo alloggio si trova sul ponte cinque; il guardiamarina Sanders sarà lieta di accompagnarla. Quando si sarà sistemato, gradirei molto che lei partecipasse alla festa di benvenuto organizzata apposta per il suo arrivo.»
«Con molto piacere. Posso sapere chi vi prenderà parte?»
«Tutti gli ufficiali superiori, ma non sarà nulla di troppo sfarzoso.»
«Bene.» annuì «Mi dia solo qualche minuto per cambiarmi d'abito.»
Detto ciò, il vulcaniano seguì la donna in divisa rossa ed uscì dalla sala del teletrasporto.
«A quanto pare siamo tutti di poche parole oggi.» osservò Kirk rivolgendosi all'Ufficiale Scientifico che gli stava di fianco.
«Non conosco abbastanza a fondo Sakar per formare un'opinione; non saprei dirle se è una sua predisposizione naturale o se semplicemente si stia ambientando. È probabile che, saputo della festa in suo onore, abbia preferito non intavolare qui una conversazione: avrete molto più tempo in seguito per discutere di qualsiasi argomento vorrete.»
«Parla come se lei non avesse intenzione di partecipare.»
«Il regolamento richiede anche la mia presenza, in caso di un ospite così illustre.»
Kirk lo osservò per qualche momento: nel volto normalmente controllato dell'Ufficiale si era fatta strada un'ombra che il Capitano non riusciva a decifrare. Ma forse la sua immaginazione lo stava ingannando, forse la stanchezza causata dalle passate missioni gli stava annebbiando la mente, forse era solamente colpa delle luci. Non si azzardò a fare domande.
«Come Primo Ufficiale, suo compito sarà quello di mettere a suo agio il nostro ospite e di assisterlo. Mi aspetto che lei sia a sua completa disposizione.»
«Ricevuto.» affermò Spock con tono fermo.
«Bene. Ora andiamo, non vorrei arrivare in ritardo e rischiare di far aspettare il nostro ospite. Come vulcaniano, penso abbia la sua stessa puntualità, o sbaglio?»
«Il mio popolo è molto preciso. Ho notato invece che voi umani raramente rispettate i vincoli orari.»
«Uno dei nostri tanti piccoli difetti.» ammise il Capitano.
E insieme si diressero alla sala in cui avrebbe preso vita l'evento.

«Dottor Sakar, sono a conoscenza delle sue ricerche nell'ambito della fisica, ma se non sbaglio lei ha svolto numerose ricerche anche in ambito biologico.»
«È esatto, Dottor McCoy. Ho avuto la fortuna di avere a mia disposizione un gruppo di scienziati molto attivo e preparato, così mi è stato possibile lavorare contemporaneamente su più campi.»
«Sapete,» disse il CMO dell'Enterprise rivolgendosi a tutti coloro che gli stavano intorno «il dottor Sakar ha scritto parecchi libri sull'anatomia di specie quali klingon, andoriani, tellariti, vulcaniani ed umani, addirittura. Direi, anzi, che la sua conoscenza riguardo la nostra specie eguaglia persino quella dei nostri migliori esperti.»
Kirk non si stupì molto della notizia: aveva studiato il profilo del loro ospite presente nella banca dati della flotta ed era conscio dell'indubbia preparazione che ogni vulcaniano riceveva sin dalla minore età. Quello che lo stupì, invece, era l'atteggiamento del suo Dottore, che sembrava quasi ammirare l'alieno.
«La prego, non esageri. Quello che ho potuto imparare su di voi deriva da vaste letture e numerosi interventi sul campo, e soprattutto da discussioni e convegni tenuti dai vostri mirabili dottori. Io non ho fatto altro che mettere tutto ciò per iscritto.»
«Non credevo che esistessero vulcaniani così modesti.» osservò McCoy volgendo lo sguardo verso l'Ufficiale Scientifico dell'Enterprise «Quelli di mia conoscenza sono per la maggior parte delle volte molto saccenti.»
«Dottore, non ho mai avuto intenzione di apparire in tal modo ai vostri occhi. Ho sempre e solo voluto porgervi il mio aiuto. Inoltre, potrei osservare che se lei leggesse e si documentasse di più, invece di passare gran parte del suo tempo libero a conversare amabilmente con un bicchiere di brandy in mano, la sua cultura sarebbe molto più vasta e i miei interventi sarebbero, quindi, meno frequenti.» gli rispose Spock, notando il calice colmo di un liquore pregiato terrestre che il Dottore reggeva in mano.
«Ed io potrei notare che se lei passasse un po' meno tempo immerso sui libri e si dedicasse a cose che lei ritiene futili, quali una normale conversazione durante le pause pranzo, il suo caratteraccio ne gioverebbe!» gli rispose a tono il Dottore, alzando il bicchiere e portandoselo alla bocca.
«Come vede, non vanno sempre d'accordo.» disse il Capitano rivolgendosi a Sakar e cercando di mettere così fine al battibecco.
«Posso capire: la convivenza tra umani e vulcaniani può rivelarsi alquanto complicata, soprattutto quando sono presenti umani così calorosi.»
McCoy si voltò verso l'ospite, sentendosi chiamato in causa.
«Oh, mi scusi Dottore, non intendevo offenderla. Forse mi sono espresso male; volevo solo dire che per un vulcaniano non è abitudine avere a che fare con un numero così elevato di emozioni. E voi umani siete soliti impregnare le vostre parole con numerose di esse. Lei, soprattutto, mi sembra molto incline a farlo.»
«Non si preoccupi: io vado fiero della mia umanità. Non vorrei mai rischiare di finire come il nostro Primo Ufficiale.» tentò nuovamente di pungere il Dottore, che si sentiva lievemente soddisfatto ogni volta che riusciva a scalfire la dura corazza del Primo Ufficiale e a causare una reazione.
«Dottore, la prego, siamo qui per festeggiare, non per discutere.» lo rimproverò bonariamente il Capitano, conscio che il rapporto tra i due amici si basava proprio su questo gioco di piccole accuse e diverbi, ma conscio anche del fatto che era meglio preservare le possibili ulteriori battute per un altro momento, quando sarebbero stati loro soli e, cosa più importante, non in presenza del vulcaniano più anziano. «Spock, non se la prenda.» disse poi rivolgendosi all'Ufficiale.
«Non ne ho motivo. Nemmeno io gradirei assomigliare al nostro caro Dottore.»
«Sono lieto di constatare che per una volta siamo d'accordo.» disse McCoy, bevendo un altro sorso.
Alla breve discussione seguì un altrettanto breve momento di calma. La tensione che si era prima accumulata cominciava ora a dissolversi e ad essere rimpiazzata dai profumi delle bevande. E la voce di Uhura riempiva la stanza e donava un piccolo angolo di pace agli ascoltatori. Tutti gli occhi erano puntati su di lei e le orecchie di tutti i partecipanti si rallegravano del suono della sua voce cristallina, che molte altre volte era riuscita a portare sollievo all'intero equipaggio durante quei brevi momenti di pausa tra una missione e l'altra, quando la fatica si faceva sentire e ciò di cui gli uomini avevano bisogno era un po' di tranquillità. Kirk aveva ringraziato numerose volte i progettisti dell'Enterprise per aver installato un interfono, utile in caso di attacco, ma utilizzato anche molte volte per far echeggiare la voce dell'Ufficiale alle comunicazioni in ogni reparto della nave.
Quando Uhura ebbe terminato la canzone, Kirk le fece cenno di unirsi al loro gruppetto.
«Sakar, vorrei presentarle il nostro Ufficiale alle comunicazioni.»
«Benvenuto a bordo, Dottore. Spero di non averla disturbata con questa mia breve esibizione.»
«No, al contrario: l'ho gradita molto. Le faccio i miei più sentiti complimenti, lei possiede davvero una voce sublime.»
«Oh, la ringrazio.» rispose lei, arrossendo lievemente e sorridendo impacciata al vulcaniano così cortese ma dal volto serio che le stava di fronte.
«Capitano, è veramente fortunato ad avere a bordo un tenente di così gran talento.» continuò a lodare.
«Oltre ad avere una gran voce, la nostra Uhura è anche un ottimo ufficiale, serio ed efficiente. La Flotta è onorata di averla tra le sue fila.» disse Kirk sorridendo, provocando così nella donna un senso di onore, lealtà e gratitudine verso il suo superiore.
«Sì, ne sono certo.» rispose il vulcaniano, chinando lievemente il capo in direzione della swahili «Ora, Capitano, se non le dispiace sarei un po' stanco. Gradirei riposare.»
«Certo. Vuole che l'accompagni al suo alloggio?» offrì, lasciando libera Uhura di tornare a deliziare gli altri presenti alla celebrazione.
«Non serve, la ringrazio. Vi auguro una buona serata.»
«Anche a lei.» rispose Kirk, mentre il vulcaniano si era già voltato e si stava dirigendo con passo lento e leggero verso l'uscita.
Quando la porta si richiuse dietro l'ospite d'onore, fu il momento di Spock di congedarsi «Ora che Sakar non è più qui presente, le chiedo il permesso di ritirarmi, Capitano. Ho adempiuto al mio dovere.»
«Certo, Signor Spock. E si riposi, oggi mi sembra più stanco del solito.»
L'Ufficiale appoggiò il bicchiere ancora colmo d'acqua sul tavolo e se ne andò. Durante l'intera serata non aveva toccato cibo.

   
 
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