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Autore: OnlyHope    16/04/2007    8 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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BUTTERFLY

CAPITOLO 25

Labirinti
 
 
 

"Finalmente, Sanae!"
Yayoi Aoba mi accoglie con un sorriso accattivante, proprio sulla soglia di casa sua.
"Mi dispiace averti avvertita all'ultimo minuto! Ma se perdevo quest'occasione, non sarei più riuscita a venire!" esclamo, abbracciandola affettuosamente.
"Sei qui a Tokyo ormai da sei mesi! Dopo tutto questo tempo, mi ero rassegnata a non vederti, sai?"
"Scusami, Yayoi… Hai perfettamente ragione... " tento di giustificarmi, sentendomi davvero imbarazzata.
"Ma ora che si stanno avvicinando gli esami, il mio insegnante privato è ancora più un mastino! Così ho sempre meno tempo libero, per non parlare poi di Mendo! A volte sembra proprio mia madre!" sbuffo, stanca e un po' avvilita.
"Ma se avete finito di registrare, perché non sei tornata a casa con Yukari?"
Casa...
E non riesco a trattenere un sospiro mentre fisso la mia amica per un secondo.
"Ho sempre comunque qualcosa da fare o qualcuno da incontrare. Mancano ancora le foto per la copertina e la promozione dell'album, quindi sono dovuta rimanere qui, perché viaggiare facendo la spola di continuo da casa, dovendo anche studiare per il diploma, non era proprio il caso… Sono già stanchissima così!"
Yayoi si stringe al mio braccio mentre saliamo le scale per raggiungere camera sua.
Incoraggiata dalla sua presenza amica, torno a dare sfogo alla mia frustrazione.
"Quando torno in albergo ogni sera è un dramma. Finché Yukari era qui, riuscivo a sentirmi un po' più serena ma ora, stare da sola comincia ad essere davvero deprimente!" e detto questo, mi butto a sedere sul letto ricoperto di cuscini.
"Mi dispiace, Sanae. Stringi i denti, manca poco ormai!"
Yayoi cerca d'incoraggiarmi, sorridendo dolcemente e a me non resta altro che rispondere al suo sorriso, anche se non riesco a farlo con la stessa convinzione.
Perché in cuor mio so che pur tornando a casa, niente sarà più come prima.
Il tempo è passato e non siamo più bambini…
In questi mesi passati a Tokyo, ho raggiunto la consapevolezza che sia arrivato il momento di pensare sul serio a diventare grandi.
E questo mi spaventa un po'…
Perché tutto sembra accadere in una volta e all'improvviso ci si sente come davanti a un bivio.
Una fase della propria vita si sta chiudendo mentre un'altra completamente nuova inizia a prendere forma, totalmente inesplorata.
Ma non credo che questa sensazione dipenda dalla mia scelta, dalla mia decisione di cantare…
Credo che avrei avvertito questa confusione, anche se non fossi stata a Tokyo ad incidere un disco ma a casa, china sui libri, in camera mia.
"Tornare a Fujisawa mi farà sicuramente bene…" esclamo ad alta voce, prima di dedicare le mie attenzioni alla mia amica, che mi osserva sempre sorridendo.
"A te invece, come vanno le cose?" le chiedo, decisa a voler cambiare discorso.
"Non faccio altro che studiare, una noia! E quando mi vedo con Jun, finiamo sempre a parlare degli esami e dell'ammissione all'università! Stiamo diventando davvero monotoni!"
Yayoi pronuncia queste parole alzando gli occhi al cielo, ma il suo sorriso tradisce i suoi veri sentimenti, che non hanno niente a che fare con il fastidio.
Le sorrido, provando un pizzico d’invidia, perché vorrei tanto avere io, questo genere di tedio…
Imbarazzata dal mio sentimento poco edificante, distolgo lo sguardo, che si posa sul cassettone vicino alla finestra.
Il ripiano del mobile è coperto per tutta la sua superficie da cornici di ogni dimensione e colore.
Incuriosita, mi alzo in piedi per osservarle meglio da vicino e scopro che in ogni foto, sono ritratti Yayoi e Misugi nel corso di vari anni.
Da poco più che bambini fino a quelle più recenti, non lontane nel tempo.
Un'altra cosa che salta subito all'occhio, è l'assenza del calcio nella maggior parte degli scatti.
Il collegamento con la malattia di Misugi sorge spontaneo, ma posso notare che il suo volto è comunque sereno e sorridente in ogni immagine, probabilmente per la presenza costante di Yayoi al suo fianco.
Un sorriso divertito distende le mie labbra, quando un altro pensiero mi balena nella mente.
Jun Misugi è senza ombra di dubbio un bel ragazzo e negli anni non ha fatto altro che migliorare!
"Che hai da ridere sotto i baffi?" mi domanda Yayoi, prima di avvicinarsi a me e appoggiandosi al mobile.
"Niente… Hai un sacco di foto con il Capitano!" esclamo, sorridendo un po' imbarazzata.
"Beh, perché tu no?" mi chiede, sempre più incuriosita e divertita dal mio comportamento.
"Sì, qualcuna... " esito un secondo, facendo la vaga.
"Oh insomma, Yayoi! Misugi è proprio bello! Non sei mai gelosa?" ammetto infine mentre la mia amica mi osserva sorpresa, prima di scoppiare a ridere.
"Sarò sincera, Sanae… Spesso mi capita di esserlo. Come hai notato anche tu, Jun non è certo un tipo che passa inosservato e non tutte si fanno scrupoli ad avvicinarlo. Ma lui non fa mai niente per attirare tutta questa attenzione, anzi! Quindi riesco a stare tranquilla… Anche se a volte faccio una fatica enorme con quelle più insistenti!"
L'idea di Yayoi Aoba, che mette in atto una vera e propria scenata di gelosia, mi strappa un sorriso, perché non mi sembra proprio realizzabile.
Lei è sempre stata così dolce e calma.
"Tu hai dalla tua parte tutti questi anni trascorsi al suo fianco, nella gioia ma anche nelle difficoltà. Un legame come il vostro non può essere scalfito di certo dalla prima che capita!" esclamo, tornando a guardare le cornici colorate avanti a me.
Yayoi rimane in silenzio, anche il suo sguardo si posa sulle immagini, che la ritraggono con il suo grande amore.
"Ogni tanto aggiungo qualche nuova foto, per scandire il tempo che passa. Ma ogni volta che mi soffermo a guardarle, mi meraviglio sempre di quanto ne sia passato. Questo è Jun da bambino, com'è facile intuire…" e indica una cornice piccola e gialla.
"Quest'altra è stata scattata durante la convalescenza, subito dopo l'operazione… Guarda com'è tirato il suo sorriso!" mi indica un'altra foto, bordata di rosso.
"Qui invece sono passati anni!"
Il mio sguardo si sofferma sull'ultima foto elencata dalla mia amica, che deve essere stata scattata in un momento spensierato e felice.
Entrambi infatti sorridono radiosi ed è palese quanto siano innamorati.
"Ogni immagine corrisponde a un ricordo racchiuso dentro di me. Quando guardo queste foto, mi sento fortunata ad avere tutto questo... " mormora infine, con un tono davvero dolce, quasi commosso, prima di prendere in mano la cornice e sorridere felice.
Come in un flash improvviso, un ricordo affiora prepotentemente anche nella mia mente.
Una camera, delle foto appese al muro e una voce che pronuncia delle parole, molto simili a quelle di Yayoi.
"Tsubasa ha tappezzato la sua camera in Brasile, con decine di mie fotografie. Quando sono stata da lui, mi ha detto che l'aveva fatto, perché temeva che il tempo potesse cancellare dalla sua memoria, anche solo un piccolo particolare del mio volto…"
Non mi rendo conto di aver parlato ad alta voce, tanta è la nostalgia, che grava sul mio petto.
"Come vanno le cose tra voi, Sanae?" mi chiede seria Yayoi, mutando completamente espressione, perché deve aver colto al volo il mio stato d'animo.
Alzo le spalle prima di sospirare, rassegnata.
"Come sempre. Lui in Brasile ed io sola, qui in Giappone. Va come sempre..."
"Deve mancarti moltissimo..."
"Non immagini quanto… Vorrei vederlo più di qualsiasi cosa al mondo... Rinuncerei a tutto, pur di avere del tempo con lui! A volte ho la sensazione di correre in un labirinto e di arrivare sempre a un vicolo cieco. Mi domando cosa succederà d'ora in poi..."
"Che vuoi dire, Sanae?" avverto nella sua voce un po' d'esitazione.
Alzo di nuovo le spalle e abbassando lo sguardo, cerco in tutti modi di non piangere.
"Quello che ho detto. Non so, è come se mi fossi svegliata all'improvviso ed avessi capito solo ora, che la situazione tra noi andrà avanti così per anni ed anni... E questo mi spaventa… Mi spaventa da morire!"
I miei occhi si posano sul soffitto mentre deglutisco per ricacciare indietro le lacrime.
Yayoi rimane in silenzio, perché non c'è nulla da dire.
Le cose stanno esattamente così.
E non c’è niente che possa dirmi per dissuadermi o per rendere meno amara la pillola.
La sento trarre lungo respiro, prima di posare una mano sulla mia spalla.
"Dai, non fare quella faccia!" le rispondo, cercando di darmi una scossa e di reagire.
"E non fare caso a quello che dico! Sono un po' confusa, ora… Sarà colpa di tutti i cambiamenti degli ultimi mesi… Quando tornerò a casa per un po', mi sentirò sicuramente meglio e ritroverò un po' di ottimismo!" aggiungo, cercando di sorriderle, perché non voglio che si preoccupi per me.
Yayoi infatti ha gli occhi lucidi, posso notarlo prima che mi abbracci forte.
E il suo affetto sincero sgretola la mia resistenza, facendomi abbassare ogni difesa.
E inizio inevitabilmente a piangere.
"Non perdere mai la fiducia e la speranza, Sanae. Aggrappati con tutte le tue forze ai tuoi sentimenti..." la sento mormorare sopra la mia spalla.
Chiudo gli occhi, per cercare dentro di me il posto dove conservare le sue parole.
"Tieniti stretta tutto ciò che hai..." è l' unica cosa che riesco a dire, continuando a piangere, nascosta nell'incavo del suo collo.
 
 

"Ok! E con questa abbiamo fatto!"
Le luci dei riflettori diventano più basse mentre il ventilatore smette di girare, lasciando che i miei capelli si abbassino, di nuovo attratti dalla forza di gravità.
Sollevata, cerco di riordinare alcune ciocche, spostandole dal mio viso fin dietro le orecchie, prima che una mano ben curata si tenda avanti a me, per aiutarmi a lasciare il set fotografico.
La stringo forte quando scavalco i cavi elettrici coperti da tubi, facendo molta attenzione a non calpestarli con i tacchi.
"Siediti qui e copriti! Vado a prenderti qualcosa da bere!"
Mendo mi porge una vestaglia bianca, che poggio sulle spalle lasciate scoperte dal top color bronzo mentre lo vedo dirigersi all'angolo bar.
Sfinita, mi abbandono sullo schienale della sedia e chiudendo gli occhi, tento di rilassarmi un momento.
Finalmente il servizio fotografico è finito!
Ed è un vero sollievo, nonostante mi fossi abituata al set, una volta superato l'imbarazzo iniziale.
L'idea di trovarmi di fronte a un fotografo professionista, abituato a lavorare con delle vere modelle, mi aveva messo così in agitazione, da non permettermi di dormire nemmeno per un'ora la notte scorsa.
E quando sono arrivata qua, il mio nervosismo non è di certo sfuggito al suo occhio esperto.
"Rilassati!" mi ha rassicurato, prima di darmi istruzioni.
"E non pensare a me ma guarda nell'obbiettivo, come se avessi davanti qualcuno che ti piace! Capito cosa intendo?"
Credo di essere diventata di mille colori mentre accentuava il concetto facendo addirittura l'occhiolino, per non parlare poi del sorriso divertito che ha disteso le sue labbra, una volta dietro la macchina fotografica.
Ma credo di essere arrossita anche di più, quando Mendo ha deciso di mettermi ancora più in imbarazzo.
"Beh, contando chi le piace… Adesso le verrà anche fin troppo facile! E non ci sarà una ragazza più sexy di lei in circolazione!"
Ecco, ripensandoci sento che sto arrossendo anche adesso!
Mamma mia, che figura!
"Eccoti del caffè macchiato con tanto zucchero, proprio come piace a te!"
La voce su di giri del mio assistente mi costringe a riaprire gli occhi mentre mi porge una tazzina, prima di sedersi accanto a me.
"Sei stata favolosa, tesoro! A parte un pizzico d'incertezza iniziale... Non vedo l'ora di vedere i provini!"
Rimango in silenzio, sorseggiando il mio caffè, perché voglio fargli pesare un po', l'avermi messa in imbarazzo.
"Che hai? Non sei curiosa anche tu?" m’incalza, fissandomi e sbattendo le ciglia, sorpreso dal mio mutismo.
"Sì, ovvio... Però anche tu, uscirtene con quella battuta!"
Mendo continua a fissarmi con gli occhioni stupiti.
"Mm... Ma di che battuta parli, tesoro?" mi chiede ed io per poco non cado dalla sedia.
Lo fisso seria, arcuando le sopracciglia.
"Ah! Credo di aver capito!" esclama all'improvviso, non trattenendo un sorrisetto furbo.
"Ma mia incredibile creaturina bella! Non ho fatto nome e cognome! Poi sei diventata davvero terribilmente sexy mentre posavi davanti all'obbiettivo! Scommetto che stavi pensando a lui! Non ho dubbi!"
"Ehm... Sì... " ammetto, sentendo che sto arrossendo di nuovo.
"Ho accettato il consiglio, perché non sapevo come comportarmi e cosa fare!"
"Sei stata incredibile, davvero! Una vera professionista!" mi rassicura Mendo, annuendo con movimenti decisi della testa.
"Bella davvero, sublime!" continua e i suoi occhi brillano di eccitazione.
"E smettila!" lo rimprovero, prima di assestargli un gomitata sul braccio, scoppiando a ridere.
"La signorina Nakazawa ha perfettamente ragione! Proprio una battuta fuori luogo la tua, Mendo!"
La voce autoritaria ed inflessibile di Akane Minase, pone fine in maniera netta e categorica al buonumore del mio assistente personale, che automaticamente irrigidisce i muscoli delle mascelle, contraendoli.
Cala il silenzio.
La mia addetta stampa continua a fissarlo con rimprovero mentre Mendo la squadra con sufficienza dall'alto al basso.
Se fossi in un cartone animato, ora saetterebbero fulmini dai loro occhi e nelle pupille brucerebbero fiamme rosse come l’inferno.
Grattandomi una tempia, cerco di allentare la tensione, sfoderando uno dei miei sorrisi migliori.
"Andiamo, non è successo niente! Non me la sono nemmeno presa troppo! Sono solo un po' timida in certe faccende e m’imbarazzo facilmente!" cerco di minimizzare, rivolgendomi proprio alla mia addetta stampa.
"Mendo dovrebbe imparare a chiudere quella bocca da forno che si ritrova! Quando lei sarà un personaggio pubblico, toccherà a me smentire le voci che circoleranno sul tuo conto, non di certo a lui!"
Akane Minase mi risponde in maniera lapidaria ed io capisco che il suo fastidio non riguardava la sottoscritta ma strettamente una questione professionale.
Preoccupata, abbozzo un altro sorriso prima di voltarmi verso il mio assistente, che fuma dalla rabbia.
"Figuriamoci! Io che metto in una situazione imbarazzante la mia adorabile Sanae! Sono un professionista! Uno dei miei primi compiti è tutelare in toto, la persona che mi è stata affidata!"
I due si guardano ancora in cagnesco poi Mando inizia a sogghignare, beffardo.
"Dovresti essere un pochino meno acida, Akane… Se continui così, nessun uomo vorrà mai avere a che fare con una pazza isterica come te!"
Poggio una mano sulla fronte mentre la signorina Minase si avvicina a grandi falcate a lui.
Il suo viso è una macchia color viola.
In un ultimo tentativo disperato, cerco d'intervenire, per evitare che la situazione degeneri.
Uffa! Sembrano due bambini capricciosi!
"Signorina Akane, non credo che..." ma non faccio in tempo a terminare la frase.
"CHE COSA HAI DETTO?"
"Oh, te lo dirò in maniera molto più semplice, visto che il mio linguaggio forbito è di difficile comprensione per te: SEI UNA ZITELLA ACIDA!"
Con costernazione, osservo la situazione precipitare, senza poter rimediare.
"Ragazzi, calmatevi..." esclamo ma è tutto inutile, non fanno che ignorarmi.
Akane Minase socchiude gli occhi fino a farli diventare due fessure poi inizia a pronunciare dei borbottii, simili ad una macuba, detta a labbra quasi serrate.
"Signorina Sanae, noi ci rivedremo al suo rientro a Tokyo. Si rilassi e passi delle belle giornate nella sua città natale. Le auguro che il viaggio di domani non la stanchi troppo..."
La mia addetta stampa si congeda da me così e la sua è una calma sinistra, da far venire i brividi.
"Gr-grazie..." borbotto, strofinando l'indice sotto il naso.
"E per quanto riguarda te..." si volta ora in direzione di Mendo.
"Preparati, perché nei prossimi mesi rimpiangerai di essere nato! Arrivederci!" e ci sorpassa, allontanandosi velocemente.
Il mio assistente deglutisce nervoso, quando la vede sparire oltre la porta scorrevole del set.
"Hai proprio esagerato stavolta, Mendo!" lo rimprovero, posando le mani sui fianchi e senza risparmiargli uno sguardo accigliato.
"Temo di sì..." è la sua risposta pensierosa.
"Speriamo di sopravvivere, Sanae!" aggiunge, visibilmente preoccupato.
Lo guardo perplessa ma prima che riesca a chiedergli il motivo dell'astio tra lui e Akane Minase, Mendo m'interrompe, cambiando discorso, come nulla fosse.
"Visto che domani te ne torni a casa, stasera ti porterò a cena in un posticino very, very glamour!" e il suo sorriso torna quello accattivante di sempre.
Scuoto la testa, abbozzando un sorriso.
"Ok, vada per questo posto very, very glamour!"
"Molto bene, però poi a letto presto! Ora cambiati principessa, io ti aspetto fuori!" e dopo avermi dato un buffetto sulla guancia, si dirige anche lui verso la porta.
Non trattengo una risata quando lo vedo sporgersi titubante, per guardare fuori.
Quando si rende conto che la via è libera e che la signorina Minase non è pronata a nessuna imboscata nei suoi confronti, torna a guardarmi.
Sorridendomi, si passa una mano sulla fronte prima di sospirare ostentatamente.
E quando oltrepassa l'uscita del set, lo sento distintamente cantare in falsetto!
"I will survive
as long as i know how to love
I know I will stay alive
I've got all my life to live
I've got all my love to give
and I'll survive
I will survive!"*
 


Rientrare a Fujisawa è stato meglio di quanto avessi mai immaginato.
Stare di nuovo a casa con i miei e dormire nel mio letto…
Girare per le vie della mia città ed incontrare le persone che conosco da una vita, che mi salutano allegramente.
Una parte del mio cuore è riuscita a ritrovare un po' di pace…
Ma una parte piccolissima però, perché la mancanza di Tsubasa risucchia ogni mia energia positiva, come se fosse un buco nero.
Questa mattina ho rincontrato sua madre con il piccolo Daichi.
Ora il suo fratellino cammina traballante e parla, mischiando parole vere a quelle storpiate dalla sua memoria.
E questo incontro ha scaldato un'altra piccola parte di me e il buco nero nel mio petto, si è fatto leggermente più piccolo.
Ho trattenuto a stento le lacrime mentre sua madre mi parlava di lui.
Ho cercato di nascondere il mio dolore a quel viso familiare, che ricordata tanto il suo.
Ma non credo di esserci riuscita…
Non credo di essere stata brava a fingere che vada tutto bene, perché la signora Natsuko mi ha abbracciata forte all'improvviso.
Lei sa quanto amo Tsubasa, senza che ci sia mai stato bisogno di dirlo a parole...
Credo che lei sappia anche molte altre cose, tra cui il vivere lontani da chi si ama...
In quel momento sono stata sul punto di cedere al pianto, ma Daichi ha attirato la mia attenzione, tirando la stoffa dei miei pantaloni.
Quando mi sono abbassata in ginocchio, per essere alla sua altezza, mi ha sorriso dolcemente, dopo aver tolto il ciuccio dalla bocca, con una mano paffutella.
Poi le sue braccia morbide hanno cinto il mio collo mentre rideva, ripetendo il mio nome così tante volte, da sembrare una cantilena.
Ed è stato allora che non sono riuscita a trattenere una lacrima, che però ho mischiato al riso, perché ho sentito che sarei riuscita a superare tutto...
E che sarei riuscita ad andare avanti così, ancora a lungo...
Anche per sempre.
"Allora Anego, come si sta a Tokyo?" mi chiede Ishizaki, avvicinandosi.
Lo fisso mentre sorseggia una bevanda, che ha proprio l’impressione di essere un po' alcolica e la sua espressione è ancora più buffa del solito, ammesso sia possibile.
"Bene. Perché Yukari non ti ha detto nulla? E poi cosa stai bevendo?"
"Oh, è una cosa innocua, non preoccuparti. Ora che stiamo per diplomarci, possiamo concederci qualcosa di più corposo delle solite bibite!" mi risponde, guardandosi intorno, nella festa organizzata nei locali della scuola, per celebrare il mio ritorno.
"Cosa avrebbe dovuto dirmi Yukari? Se in un posto manco io, non c'è magia!"
"Se lo dici tu... " esclamo ridendo mentre alzo vistosamente gli occhi al cielo.
Ishizaki fa per rispondermi, posando un braccio sulle mie spalle, ma qualcosa, o meglio qualcuno non molto distante da noi, attira completamente la sua attenzione.
Il suo sguardo si rabbuia, assumendo un'espressione assolutamente accigliata.
"E questo… Che cavolo è venuto a fare?!" lo sento borbottare, come se non fossi più qui, accanto a lui.
Mi volto curiosa e scopro con stupore, che si sta riferendo a Takeshi Seii.
"Ishizaki... Avete invitato a questa festa tutta la scuola! Perché non sarebbe dovuto venire? Ha collaborato addirittura al mio disco!" gli rispondo, facendo volutamente finta che il ragazzo in questione, sia solamente una persona qualunque.
Il mio amico si volta a guardarmi mentre alza un sopracciglio.
"Quello cerca solo una cosa in questa posto… Anzi, solo una persona..."
"So gestire benissimo la situazione, senza che tu o altri dobbiate preoccuparvi!" ribatto con un tono severo.
"A proposito! Vorrei proprio sapere cosa vi ha spinto a parlare di Seii con Tsubasa!"  esclamo, fissandolo seria negli occhi.
"Era la cosa giusta da fare. Doveva sapere che c’è uno, pronto a mettere le mani sulla sua ragazza. Doveva essere avvertito, punto!"
Non prendo molto bene la sua spiegazione, che fa molto pulzella indifesa da salvare.
"Ti sembro una pronta a farsi intortare dal primo che capita?" gli chiedo serrando le palpebre, sentendomi offesa.
Ishizaki comprende subito l'equivoco e prende a scusarsi.
"Non è per te, Sanae! Ti conosco da una vita e so che tipo di ragazza sei. Solo che questo qui sembra non recepire il concetto, è proprio recidivo!"
Abbozzo un sorriso, commossa dalle intenzioni protettive del mio amico d'infanzia poi per distrarlo dalla sua arrabbiatura, cerco di sviare il discorso.
"E tu, che faresti se qualcuno non comprendesse il concetto con Yukari?"
Ishizaki si volta a guardarmi stupito, facendo una smorfia con le labbra.
"Tsé! Ci devono solo provare ad avvicinarsi, allora..."
"Avvicinarsi a cosa?" la voce della mia migliore amica lo interrompe e il mio amico inizia subito a balbettare frasi incompiute, completamente imbarazzato.
"Allora, Ryo? Avvicinarsi a cosa?" lo incalza senza tregua, vedendolo in difficoltà.
"Non preoccuparti, Yukari! Le sue erano intenzioni più che buone, da vero cavaliere!"
Ishizaki annuisce sollevato mentre la sua ragazza continua a guardarlo perplessa, finché il suo sguardo non si abbassa sul bicchiere stretto tra le sue mani e quando glielo strappa di mano per annusarlo, la sua espressione diventa furibonda.
"Ryo Ishizaki, questo è alcol! Maledetto cretino! Ma che hai nella testa? Sei in preparazione atletica!"
"Andiamo, non esagerare! Vogliamo solo divertirci un po'!"
Ishizaki cerca di minimizzare facendo il gradasso, ma in realtà è seriamente intimorito dal tono di voce della mia migliore amica.
"E poi io sono pure il più sobrio!" aggiunge per giustificarsi, indicando gli altri ragazzi della squadra, tutti con un bicchiere in mano.
Yukari non si lascia abbindolare e lo prende per un orecchio.
"Sanae, ci vediamo tra un po'… Il tempo di rinfrescare le idee a questo qui!" e lo trascina via con fare minaccioso.
Mi scappa una risata vedendola allontanarsi, senza smettere di rimproveralo.
Il mio sguardo poi si posa su Taro, dall'atra parte della stanza ma quando decido di raggiungerlo, per vedere se è un po' brillo anche lui, intravedo con la coda dell'occhio Seii, che si sta dirigendo verso di me.
Una sensazione di disagio torna a farsi strada nel mio petto, come ogni volta che mi capita di trovarmi sola con lui.
Ho cercato di evitarlo accuratamente negli ultimi tempi, sin da quando ero a Tokyo, per la verità.
Ma stavolta è diverso, non posso alzarmi ed andarmene senza attirare di più la sua attenzione, quindi faccio buon viso a cattivo gioco, rimanendo ferma sul mio sgabello.
"Ciao!" mi saluta sorridendo, una volta che mi ha raggiunta.
I suoi occhi mi fissano senza la minima esitazione.
"Ciao..." rispondo educatamente, ricambiando il sorriso anche se in modo meno ostentato.
"I tuoi amici hanno organizzato proprio una bella festa, vero? Ti stai divertendo?"
Rispondo laconicamente di sì.
Seii non si lascia scoraggiare dalla mia reticenza ad avere una conversazione e prende uno sgabello, trascinandolo fino a sedersi proprio difronte a me.
Ostinatamente, il mio sguardo si sposta di lato, per evitare di guardare nella sua direzione.
"Ozora come sta?" mi chiede però con un tono così sarcastico, da farmi girare di scatto per fissarlo negli occhi.
"Oh, finalmente! Sapevo che usare la parolina magica avrebbe attirato la tua attenzione!" e mi sorride ancora, sicuro di sé.
"Sai... Quando sono tornato in città e tu sei rimasta a Tokyo, ho avuto un'illuminazione su ciò che provi ogni giorno senza di lui. Mi sei mancata, Nakazawa."
Rimango in silenzio, completamente avvinta dal senso di disagio.
Vorrei tanto andarmene il più lontano possibile.
"Mentre non eri in città poi, una ragazzina del primo anno si è dichiarata… Sono uscito un paio di volte con lei, per distrarmi un po' dalla tua assenza ma anche perché… Beh, a certi richiami non si può dire di no in eterno, solo perché il cuore è da un'altra parte, non ti pare?"
Lo fisso sempre senza rispondere, non capendo dove voglia andare a parare.
Il suo tono è volutamente provocante, mi domando se voglia farmi ingelosire.
Una cosa è certo però…
Ishizaki ha ragione sul suo conto, Seii è davvero recidivo sull'argomento.
"Ogni tanto dovresti farlo anche tu, distrarti intendo. Magari ti sentiresti meno sola, appagando il tuo corpo. Forse Ozora usa proprio questa tattica in Brasile e... "
"VAI AL DIAVOLO, SEII!" esclamo con rabbia, senza distogliere lo sguardo dal suoi occhi mentre il mio cuore pulsa violento contro il petto e il respiro gonfia in maniera accelerata i miei polmoni.
Seii non distoglie lo sguardo e dalla sua espressione non traspare nessun tipo di pentimento per la sua insinuazione né per avermi invitato, tra le righe, a distrarmi con lui.
"Tiriamo fuori le unghie se si tocca il caro Capitano, eh?" continua a provocarmi, sarcastico.
"Oppure ti alletta la mia proposta e ti senti turbata per questo?" aggiunge, abbassando volutamente lo sguardo sulla scollatura della mia maglietta.
E questa volta alla rabbia si aggiunge la delusione…
Perché questo ragazzo sfrontato davanti a me, non ha nulla a che fare con quello che ho conosciuto tre anni fa al club di musica.
Nulla a che vedere con il musicista di talento, che sa tradurre così bene sentimenti ed emozioni in note.
Meglio chiudere qui…
Decisa a non portare oltre questa conversazione e con la consapevolezza che non è ribattendo alle sue provocazioni che possa riuscire a farlo, cerco di non assecondare i miei istinti, che mi suggerirebbero di prenderlo a schiaffi.
"Forse hai bevuto troppo, Seii. Ne riparliamo quando sei tornato in te..." e con calma, scendo dallo sgabello per andarmene, distogliendo lo sguardo da lui.
Quando sto per oltrepassarlo però, mi sento afferrare per le braccia.
Le mie spalle sono costrette contro la parete.
E sento le sue labbra premute con decisione contro le mie!
Non riesco a capacitarmi che tutto questo stia accadendo sul serio, finché la rabbia che ho cercato di reprimere, non esplode in un gesto inevitabile.
Lo colpisco forte al viso.
Con tutta la forza che ho in corpo, con tutto il rancore e il risentimento, che mai avrei pensato di provare in vita mia.
Il mio polso pulsa per il dolore.
Seii porta una mano al viso, posandola sulla guancia.
"Non avvicinarti mai più a me... " sibilo mentre una lacrima solca il mio viso.
Nella mia mente il nome di chi amo di più e con tutto il cuore, si ripete incessantemente.
Come se volessi scusarmi con lui, per non essere stata capace di evitare tutto questo.
Quello che succede nel frattempo intorno a me, è solo caos.
Tutta la squadra mi circonda.
Yukari mi prende per un braccio e mi trascina via con sé.
Allontanandomi, scorgo Ishizaki aggrappato al collo di Seii mentre gli urla in faccia di tutto.
Taro cerca di separarli, tirandolo per le braccia.
Il resto delle persone fissa la scena a bocca aperta.
Mi volto, sentendo le lacrime che mi rigano il volto.
E i singhiozzi scuotono il mio corpo mentre mi sorreggo a Yukari, che mi accarezza dolcemente i capelli, cercando di calmarmi.
 
 
 
 
 
* "I Will Survive" di Gloria Gaynor Parole & Musica: Freddie Perren, Dino Fekaris
 
Dopo tantissimo tempo, eccomi di nuovo qua brevemente per un saluto a tutte voi.
In particolare vorrei salutare chi ha recensito o mi ha contattata personalmente.
Mi scuso semplicemente, per non essere noiosa e ripetitiva, ma il problema è e rimane sempre lo stesso: non ho tempo.^^'
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, lo spero di cuore... Sempre ammesso che ci sia ancora qualcuno disposto a leggerlo! XD
Come spero di non impiegare troppo a mettere on line gli altri...^^'
Vi mando un abbraccio caloroso, a presto...
OnlyHope^^
 
P.S. Vorrei fare due dediche speciali in questo capitolo: a Sakura che mi manca tantissimo e alla quale voglio un mondo di bene (tesssoraaa!^^) e ad Alessia, la scena di Sanae e del piccolo Daichi è dedicata a te... ( e perdonami se ho peggiorato il carattere di Seii in questo capitolo! So già che non apprezzerai!^^)
Un bacio, Elisabetta.

   
 
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