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Autore: EmaEspo96    04/10/2012    1 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Correva. Correva con tutte le sue forze scansando alberi ed inciampando in piccoli cespugli. Ma nonostante tutto si rialzava, non preoccupandosi di rovinare il vestito ottocentesco che la vestiva. Quella lunga gonna le intralciava il cammino, spesse volte se l'è tirata su maggiormente, spesse volte ci è inciampata su impattando direttamente col corpo su quel terreno sporco che caratterizzava il bosco. Ma non correva per scappare da qualcuno, lei correva per raggiungere qualcuno. Nonostante non ne conoscesse il motivo aveva paura, era disperata, avrebbe voluto piangere. Iniziò ad intravedere la fine di quegli alberi, iniziò ad intravedere le luci che brandivano gli abitanti di quella piccola cittadina ottocentesca, poi si affacciò oltre quei cespugli bloccando immediatamente il suo passo. Vi erano tre persone poco più in là ed una sorta di carrozza. Una delle tre era distesa al suolo, le altre due parevano chinate su di lei. Fu nello stesso momento in cui si udì uno sparo ed una delle due figure cadde al terra, passarono pochi istanti prima che il secondo sparo gettasse al suolo anche la seconda figura. Gli occhi della ragazza si sgranarono, avrebbe voluto gridare, avrebbe voluto correre ancora per cercare di salvarli, ma qualcosa la cinse da dietro. Due braccia la afferrarono, una mano le tappò la bocca impedendole di gridare e poi venne trascinata verso l'interno di quel bosco, in quel buio pesto fatto di natura.
<< Elizabeth? >> la chiamava una voce, prima che lei saltasse dal sonno.
S'aggrappò alla figura di Elijah che se ne stava seduto sul bordo del letto, voleva svegliarla con calma eppure, a quanto pare, non c'era riuscito. Gli si aggrappò con entrambe le mani tremando appena, aveva un'espressione spaventata prima di rendersi conto di ritrovarsi nella sua stanza, nella dimora dei Mikaelson. C'era un silenzio spaventoso in quella casa, la maggior parte erano andati via ed in quell'istante c'erano soltanto lei ed Elijah.
<< Va tutto bene? >> le chiese lui preoccupato, sebbene andasse a guardarle il collo coperto da una fascia bianca causata da un morso di vampiro.
Lei si prese qualche istante prima di calmarsi, rilassandosi. Lo guardava, deglutì e poi si scostò carezzandosi la fascia bianca al collo.
<< Ho fatto un sogno. >> ammise lei con un tono di voce rattristito, e lui la guardò incuriosito.
<< Un sogno? >> domandò Elijah di rimando, non riuscendo a non preoccuparsi nemmeno per simili piccolezze.
<< Si. Ho assistito a due omicidi. Due persone sono state sparate davanti ad i miei occhi. >> aggiunse Elizabeth, abbassando lo sguardo.
Ma in quell'istante è come se Elijah avesse avuto un'illuminazione. Raccolse una mano della ragazza dai capelli rossi, la guardava intensamente.
<< Non sei riuscita a vedere queste due persone? >> domandò lui, cercando di non forzarla.
<< No, non sono riuscita a vederle. Ma nel mio sogno, io le conoscevo. Ero molto triste per quello e quando avrei voluto soccorrerli, qualcuno mi ha trascinata via. >> continuò, sollevando lo sguardo verso Elijah.
Lo guardava, era spaventata, era confusa. In quel periodo non faceva altro che fare sogni del genere, incontrava persone che sembravano conoscerla, le streghe la volevano viva, i vampiri l'avevano aggredita e salvata allo stesso tempo. Sospirò, Elijah non rispose e lei non riuscì nemmeno a capire perché, in realtà nemmeno se l'era chiesto. Si limitò ad avvicinarsi a lui, su quel letto, abbracciandolo. Lui fece altrettanto, passandole una mano tra i capelli rossi. Quella ragazza era una maledizione, la sua maledizione.
 
Erano tutti riuniti nella dimora dei Salvatore. Damon, Stefan, Elena, Bonnie, Abby, perfino Alaric e Jeremy. C'era tutto il gruppetto disperso per il salone, tutti uno più pensieroso dell'altro.
<< Come dovremmo agire? >> domandò Alaric per primo, spezzando immediatamente quel silenzio.
<< Quell'individuo, Sebastian, diceva che non era finita lì. >> aggiunse Abby, stringendosi timorosamente le braccia al petto.
Stefan guardò Elena che se ne stava seduta sul divano, al suo fianco c'erano Jeremy e Bonnie mentre proprio dietro il divano c'erano Alaric ed Abby. Damon girava avanti ed indietro come un matto, cercava una qualche soluzione ma il suo unico problema era il non sapere cosa stava accadendo precisamente.
<< Ma soprattutto, cosa volevano da Elizabeth? >> domandò Damon impaziente, guardandoli tutti uno ad uno.
Elena sollevò lo sguardo, si passò una mano tra i capelli e sospirò, stringendo le gambe.
<< Mi dispiace che Elizabeth sia stata coinvolta in tutto questo. >> sussurrò chiaramente.
<< No, Elena! Non deve dispiacerti! Sbaglio o il suo ragazzo ti ha mandata sottoterra insieme alla sua adorabile sorellina? >> intervenne Damon, non controllando il tono della sua voce.
Lei non rispose più, non provava alcun rancore nei confronti di Elijah sebbene ciò che avesse fatto. Lei gli aveva mentito, aveva mentito e si era intrufolata negli affari della loro famiglia, in fin dei conti meritava pienamente quello che l'Originario aveva fatto. Nel frattempo qualcuno bussò alla porta, tutti si voltarono in quella direzione incuriosendosi; non aspettavano nessun altro. Stefan guardò Damon e poi mosse alcuni passi verso la porta aprendola. Rimase sorpreso al vedere Elijah ed Elizabeth che attendevano fuori. La ragazza sorrise, eppure al vederlo provò una sorta di fitta al cuore che non riuscì a nascondere.
<< Stefan. >> disse Elijah, riusciva a sentire la presenza di tutti gli altri all'interno << Sapevamo di trovarvi tutti qui. >> aggiunse.
Elizabeth lo guardò poi ritornò a guardare Stefan.
<< Voleva... >> scosse il capo << ...Volevamo chiedervi scusa. >> corresse, sorridendogli.
Stefan si scostò dall'ingresso guardandoli un po' perplesso e li fece accomodare. Elijah camminava timorosamente pochi passi più indietro rispetto ad Elizabeth. Tutti quelli presenti nella stanza videro quella fascia intorno al collo, pochi avevano ben in testa il sangue che le ferite avevano perso al seguito del morso. Elizabeth guardò Elena e poi si fermò, guardando Elijah. Lui sospirò, l'aveva convinto, obbligato a farlo, ma era anche nella sua natura infondo.
<< Elena Gilbert. >> lei si alzò in piedi lentamente, guardandolo dritto negli occhi, ma non gli diede nemmeno l'opportunità di continuare.
<< Elijah, mi dispiace averti mentito. Non avevo alcun diritto di decidere per te la tua vita, di tenerti nascosta una cosa del genere. >> scosse il capo, voleva continuare ma poi fu lui a parlare.
<< Mi devo scusare anch'io per come mi sono comportato. Trattarti in quel modo...è stato mostruoso. >> le disse, serio.
Damon li guardava, ma più di tutti guardava Elizabeth. Non riusciva a togliersi dalla testa quelle parole pronunciate da Sebastian, il nome con cui l'ha chiamata.
<< Elisabetta. >> disse, fissandola.
In pochi istanti tutti si voltarono verso di lui incuriositi, anche Elizabeth si voltò. Strinse le mani ed Elijah mutò l'espressione in un volto minaccioso.
<< Perché ti ha chiamata in quel modo? Perché diceva di conoscerti? Lo conosci? >> continuò a chiedere Damon verso la rossa, ma non le diede nemmeno il tempo di risponderle << Chi sei in realtà, Elizabeth? Cosa hanno a che fare le streghe con te? Perché... >> si fermò, per un istante, deglutì pesantemente < ...non riesco a mantenere il controllo quando sento l'odore del tuo sangue? >> le domandò.
Elizabeth impallidì, sollevò di scatto una mano e se la portò al collo.
<< Damon! >> esclamò Elena.
Stefan lo guardava, si sentiva maledettamente d'accordo, perfino in quel momento. Le ferite erano ancora fresche, erano ancora aperte, bastava infilarvi i canini all'interno, bastava succhiare per poter nutrirsi. Restava a debita distanza per evitare di saltarle addosso martoriandosi mentalmente. Alaric si scostò dal divano vedendo la stanza nuovamente crollata in un silenzio innaturale, notò addirittura gli sguardi minacciosi che Elijah donava a Damon per quello che aveva detto. Fu proprio quest'ultimo a voltarsi, come se per un istante non fosse stato padrone di sé stesso. Bonnie si alzò dal divano e si avvicinò ad Elizabeth.
<< Ehi, Elizabeth. >> la chiamò, e lei si voltò verso la strega.
<< Bonnie. >> sussurrò appena.
<< Forse ti potrà sembrare un po' strano, ma siamo tutti curiosi di conoscere le risposte alle domande fatte da Damon, eccetto l'ultima. >> e quando Bonnie pronunciò l'ultima parte di quella frase, quasi fulminò Damon.
Elizabeth lanciò un'occhiata ad Elijah, come se gli stesse chiedendo aiuto.
<< Purtroppo non le conosce. E non le conosco nemmeno io. >> rispose Elijah al posto suo.
<< Il fatto è che...Bonnie, io non ricordo nulla. Nulla di quello successo prima che incontrassi Elijah. O meglio...Prima che Elijah mi trovasse. >> rispose Elizabeth, sebbene tradisse il tono di chi non vorrebbe per niente toccare un argomento del genere.
Fu un momento in cui tutti restarono abbastanza perplessi, poi Alaric si avvicinò ad Elizabeth e la incitò ad accomodarsi.
<< Suvvia, suvvia. Non preoccuparti. >> la rassicurò mentre lei si accomodava un po' incerta.
<< E' una situazione strana anche per me. Quell'uomo...io...sono sicura di non averlo mai visto. >> aggiunse lei, riferendosi a Sebastian.
Elijah si voltò nascondendo le mani nelle tasche, sembrava guardare altrove. Non che l'argomento non gli interessasse, solo che si dedicava ai propri pensieri.
<< Elizabeth. >> la chiamò Elena, sorridendole. << Per adesso dedichiamoci ad un'altra parte di te. >> aggiunse ed Elizabeth la guardava incuriosita. << Come ti senti? >> le domandò, riferendosi ai segni sul collo.
<< Ah...quelli. Fanno un po' male, sempre. Ma penso stiano guarendo. >> affermò in risposta portando una mano verso la fascia bianca che avvolgeva il collo.
Iniziò a sfilarla piano piano, rivelando sempre più la pelle nuda del collo. Si aspettava del dolore, ma non arrivò niente. Sulla fascia vi erano i segni delle ferite, eppure il collo era liscio e limpido. Nessuna ferita, niente era rimasto di quel morso che le era stato dato il giorno prima. Tutti in quella stanza restarono perplessi, perfino Elijah nonostante sapesse molte più cose di chiunque altro. Elizabeth toccò il collo più e più volte, come fosse incredula, spaventata.
<< Non ci sono... >> sussurrò. << Non ci sono più... >> aggiunse ed istintivamente sollevò lo sguardo verso Elijah.
E se lui le avesse dato da bere il suo sangue senza che lei se ne accorgesse? Era possibile, se lui l'avesse fatto mentre dormiva. Dopotutto, era lì accanto a lei quando si è svegliata.
<< Elizabeth, calmati. E' possibile che...tu le abbia fatto bere il tuo sangue? >> domandò immediatamente Alaric a Elijah.
Lui si limitò a scuotere la testa mentre la guardava con occhi perplessi, tanto quanto quelli degli altri. Elizabeth si sollevò in piedi cercando freneticamente uno specchio dentro il quale riflettere la propria immagine. Mise in mostra il collo vuoto di segni ed il respiro si fece quasi più pesante.
<< Elizabeth, calmati. >> disse Elijah, quasi insieme ad Elena che lo disse poco dopo di lui.
Lei si voltò verso entrambi scuotendo il capo, poi Elijah intervenne.
<< Potresti aver involontariamente bevuto il sangue di quel vampiro, ieri, quando ti teneva in ostaggio. Stai tranquilla, non è niente. E' comunque un bene che siano guarite così presto. >> e le sorrise, cercando di essere rassicurante.
<< Io sono sicura di non aver bevuto nemmeno una goccia di sangue ieri! >> esclamò Elizabeth verso lo stesso Originario.
<< Potrebbero essere state le streghe. >> affermò Abby, guardandoli tutti seriamente.
Per un attimo Bonnie si fermò a riflettere, era possibile che le streghe morte, che a quanto pare proteggevano Elizabeth, fossero in grado di sfruttare incantesimi curativi e curarla? Abbassò lo sguardo, si chiuse in un silenzio tombale mentre tutti gli altri erano concentrati su Abby.
<< Si è ormai capito che le streghe tengono molto a te, per un motivo che per adesso ignoriamo. >> continuò Bonnie, fermandosi a guardare Elizabeth.
Tirò un sospiro e poi si sollevò in piedi.
<< Per qualsiasi cosa, non c'è bisogno di allarmarsi tanto. Dopotutto, l'importante è che siano guarite, no? >> affermò Alaric, guardando Elizabeth sorridente.
Tutti lì dentro si chiedevano cosa mai stesse succedendo, troppe domande assillavano le menti di ognuno di loro mentre Elizabeth carezzava, grattava quel punto del collo in cui aveva sentito i denti del vampiro. Restò in piedi a pochi passi dallo specchio prima che Elena si sollevasse in piedi.
<< Forse per stasera è meglio se restiamo tutti qui. Quel tipo di cui avete parlato aveva detto che non era finita per nessuna di noi, no? Quindi verrà sicuramente a cercarci e la cosa migliore è restare uniti. >> disse, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Si guardarono un paio di volte donandosi occhiate veloci che volevano cogliere eventuali risposte da parte di tutti, ma poi fu sempre Alaric a rompere il silenzio sospirando pesantemente e poi battendo le mani tra loro.
<< E sia. Dopotutto, questa casa ha davvero molte stanze e noi non siamo tanti. Dobbiamo solo recuperare le cose adatte per trascorrere una nottata fuori casa. >> disse il professore di storia, guardandoli tutti.
Più o meno tutti acconsentirono e si sollevarono dalle loro sedie o poltrone, chi già era in piedi mosse qualche passo verso l'ingresso. Stefan, invece, guardò Damon che non sembrava molto d'accordo con questo. Ma Damon non ricambiava lo sguardo del fratello, guardava Elena con amarezza. Avrebbe dovuto odiarla per quello che lei gli aveva detto durante la festa dei Mikaelson, eppure non riusciva nemmeno a mentire a sé stesso. Si accorse di Stefan che lo stava guardando solo nel momento in cui lo vide avvicinarsi.
<< Allora, io accompagno Elena a casa insieme ad Alaric e Jeremy. Tu resti qui? >> domandò Stefan a Damon.
Damon annuì e nel momento stesso Elizabeth li guardò.
<< Resto anch'io. >> affermò lei con una certa fermezza, incuriosendo Elijah.
<< Resti qui? Non dovresti tornare a casa a prendere la tua roba? >> le domandò Elijah avvicinandosi a lei.
Elizabeth abbassò lo sguardo mentre Bonnie ed Abby erano già fuori, Alaric e Jeremy insieme ad Elena attendevano Stefan sotto l'uscio e la Gilbert non faceva altro che guardarlo. Damon fissò perplesso e stupito Elizabeth e lei scosse il capo in risposta alla domanda di Elijah.
<< Sai più o meno cosa potrebbe servirmi per stare qui. >> sussurrò la rossa in risposta.
Damon sospirò avvicinandosi alla ragazza ed avvolgendo le sue spalle col proprio braccio in una sorta di semi abbraccio al quale Elijah assottigliò appena lo sguardo.
<< Forza forza Elijah, va pure. La controllerò io. >> affermò Damon leggermente ghignante.
Elijah gli si avvicinò stando a pochi centimetri dal viso del Salvatore.
<< Bada bene a quello che fai, Damon Salvatore. >> minacciò l'Originario, con un tono maledettamente serio e spaventoso. Poi si voltò guardando Elizabeth per un'ultima volta e si avviò verso la porta insieme a Stefan. Elizabeth e Damon li guardarono uscire uno alla volta, fino a vedere Stefan che lanciò un'ultima occhiata a Damon, come a dirgli di stare attento. Damon annuì sorridendo beffardo, poi si scostò da Elizabeth guardandola e lei fece altrettanto. Lo fissò per alcuni istanti come se leggesse in lui qualcosa di familiare, poi si voltò e si avviò verso il divano accomodandosi lì, con ancora la fascetta bianca fra le mani. Era rimasta sconvolta.
<< Ehi, chi ti ha detto che potevi accomodarti sul mio divano? >> domandò Damon. Era una presa in giro, ovviamente, ma lo disse in una maniera seria.
Tanto che Elizabeth lo guardò e poi si sollevò ancora una volta riportandosi in piedi dinnanzi al divanetto. Damon inarcò un sopracciglio e poi rise, scuotendo il capo.
<< Hai un aspetto quasi tenero, Elizabeth. Ti prendevo in giro, puoi accomodarti. >> le disse, sorridendole affabile.
Per quanto fosse ferito, cercava di non darlo assolutamente a vedere. Elizabeth non si accomodò, si limitò a fissarlo scoprendo il collo pallido.
<< Damon, mordimi. >> gli disse.
Il vampiro restò sorpreso, o per meglio dire, restò sconvolto da quelle parole. Muto a fissarla per qualche secondo, nonostante non potesse fare a meno di portare lo sguardo su quel collo che lo provocava.
<< Cosa stai dicendo? >> le chiese, facendosi forza.
Lei si carezzò il collo tradendo un leggero spavento per quello che aveva appena chiesto, ma poi annuì leggermente col capo guardandolo intensamente. Nonostante ne fosse spaventata, era convinta di quello che gli aveva chiesto. Voleva che Damon la mordesse in quel preciso istante.
<< Voglio che mi mordi Damon. Non è stato Elijah a darmi il suo sangue, allora perché sono guarita così velocemente? Non c'è nemmeno un singolo segno, come se io non fossi mai stata morsa. >> insistette. L'espressione di Elizabeth era determinata ma allo stesso tempo spaventata.
Damon la guardò per altri lunghi istanti poi si rilassò passandosi una mano sulla faccia e guardandosi intorno. Non sapeva che fare. Una parte di lui voleva morderla, il solo odore di quel sangue lo aveva reso una delle più grandi bramosie di quel vampiro. L'altra parte, però, sapeva perfettamente che se l'avesse fatto Elijah si sarebbe vendicato, Stefan non sarebbe stato d'accordo ed Elena gli avrebbe fatto la predica. Ma nonostante questo, nonostante Elizabeth lo sapesse, lei gli stava chiedendo di farlo.
<< Oh, al diavolo tutti quanti. >> commentò Damon rassegnato e poi corse verso di lei come solo i vampiri sanno fare.
In pochi secondi Elizabeth se lo ritrovò addosso. Si ritrovò spaventata sul divano e lui le era addosso come un animale. Gli occhi di Damon si iniettarono di sangue, le labbra si spalancarono a mostrare i canini, era pronto a morderla. Lei tremava, lui la sentiva tremare sotto di sé, riusciva a sentire il battito del suo cuore farsi sempre più forte. Le stringeva le spalle con delicatezza per tenerla premuta sul divano.
<< ...Ti fermerai vero? >> gli domandò lei, con un fil di voce.
<< E' questo che vuoi? Vuoi che ti morda e poi smetta subito? >> le chiese Damon di rimando. Non era d'accordo, ma non voleva di certo ucciderla.
<< Riuscirai a fermarti? >> rispose lei porgendogli un'altra domanda.
Erano così vicini, la mano di Damon iniziò a salire carezzandole il collo con i soli polpastrelli delle dita. Lei rabbrividì a quel tocco. Nonostante con quegli occhi, quei canini ben in mostra, quell'espressione da animale in procinto d'azzannare la sua preda, Damon riusciva ad essere attraente, magnetico, sensuale. Lui le sorrise, nascondeva un animo gentile almeno in quell'istante e poi annuì. Allungò una mano verso un tavolino lì nei pressi del divano senza preoccuparsi di farsi di più su di lei, sebbene la mettesse a disagio, afferrando una delle armi di Alaric che aveva lasciato lì e che Damon le diede stando attento a non farle del male.
<< Sarò buono questa volta. Tienilo per sentirti più al sicuro, attaccami in caso non mi staccassi alla tua prima richiesta, stai ben attenta a dove miri perché non voglio morire. >> iniziò a dirle dolcemente << Bada bene che se mi uccidi, tornerò dal mondo dei morti solo per vendicarmi. >> disse in modo giocoso, ma nonostante questo la spaventò.
Le carezzò leggermente una guancia così da rassicurarla e poi lei annuì. Damon spalancò la bocca mostrando i canini e lei strinse immediatamente gli occhi. Il vampiro ruggì calando velocemente la testa ed infilzando quei canini aguzzi e pallidi nella carne della ragazza. Lei gemette al sentire quella scarica di dolore, stringendo la mano libera dall'arma sulla camicia di Damon. Sentì pian piano il sangue venir tirato via dal vampiro.
<< D-Damon...basta. >> gli sussurrò.
Eppure sentì Damon gemere goduriosamente, le si stirngeva addosso sempre di più, strinse gli occhi inebriato dal sapore di quel sangue. Era diverso, era più buono, lo saziava come nessun altro tipo di sangue aveva mai fatto ma alla richiesta di lei, lui non si scostò.
<< Damon! >> esclamò lei, non voleva fargli del male.
Lo spingeva debolmente, si sentiva sempre più debole man mano che lui si nutriva di lei.
<< Damon! >> urlò Elizabeth ancora, stringendo l'arma e poi sollevando la mano con l'intenzione di colpirlo. Strinse i denti per trattenere il dolore che provava mentre Damon la privava del suo stesso sangue e nel momento stesso in cui stava quasi per colpirlo, qualcuno afferrò Damon per le spalle allontanandolo brutalmente dal corpo minuto di Elizabeth. I canini le graffiarono ulteriormente la pelle mentre Damon veniva lanciato per la stanza. Rotolò su di un tavolo trascinandosi tutto ciò che poggiava su di esso e poi finì a terra con un tonfo ed un gemito di dolore. Elizabeth restò perplessa con la mano sospesa a mezz'aria, cingente l'arma, e l'altra che premeva sulla ferita che perdeva sangue. Non riuscì inizialmente a capire, ma cercò la figura che aveva afferrato Damon e...non era Elijah. Non era nessuno di quelli che loro conoscevano, era un volto totalmente sconosciuto, bello, giovane, moro, elegante. Si voltò di scatto verso di lei che tremava sul divano e poi le sorrise avviandosi verso Damon che nel frattempo si stava rialzando. Quando il Salvatore scattò ringhiando verso lo sconosciuto quest'ultimo estrasse una siringa che piantò direttamente nel collo del vampiro, iniettando una grande quantità di verbena nel corpo di Damon. Si sentì mancare, poi cadde al suolo tra gemiti e lamenti ed infine perse i sensi.
<< Damon! >> gridò Elizabeth alzandosi dal divano.
Ma non ebbe il tempo di soccorrerlo, qualcosa la colpì dietro la nuca, o meglio...qualcuno. Un unico impatto e lei si sentì mancare, la vista s'appannò e poi cadde al suolo macchiando il pavimento della casa del proprio sangue, ormai priva di sensi.
   
 
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