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Autore: Miss Fayriteil    04/10/2012    2 recensioni
Questa raccolta di shot, l'abbiamo decisa insieme io e una mia amica pazza quanto me. Siamo entrambe delle calzoniane quindi mi rivolgo ai fan, non spaventatevi! Dovevano essere due, ma ci sono venute altre idee.
Abbiamo pensato cosa sarebbe successo se le cose a Callie e Arizona fossero andate diversamente.
La prima storia parla di cosa sarebbe successo se Callie avesse ceduto a Sadie, ma per quanto riguarda le altre è una sorpresa. Buona lettura!
1: Callie/Sadie
2: Arizona/Cristina
3: Callie/Teddy
4: Arizona/Lexie
5: Callie/Izzie
6: Arizona/Addison
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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CRIZONA

 
Non l’avevo mai vista davvero, prima d’ora, è l’unica spiegazione possibile, per non essermi mai accorta di lei, neanche durante quel breve periodo in cui abbiamo lavorato insieme in pediatria.
  Non saprei nemmeno dire com’è cominciata perchè è stato tutto così strano, è stata una cosa improvvisa e non mi pento neanche un po’ della scelta che ho fatto. Ovviamente Calliope mi manca, ma non riesco a non pensare al motivo per cui abbiamo rotto.
  Non mi spiego di non essermi mai accorta di quanto gli occhi a mandorla fossero sexy. O forse sono solo i suoi ad esserlo, comunque. Cristina Yang. Sembra assurdo anche a me quando ci penso. Non avrei mai pensato che avrei potuto mettermi con lei, anche se solo per poco. Cioè so già che questa storia durerà finchè non ci riprendiamo, lo sappiamo entrambe. Però è un modo come un altro di consolarsi. Io e Calliope abbiamo rotto per il fatto che lei vuole dei figli e io no. Forse sono stata un po’ precipitosa, in fondo la sua era solo un’idea, ma è un’idea che potrebbe condizionare tutta la mia vita in un modo che non mi piace. Mi piacciono i bambini, ovviamente, ma non ne voglio di miei. Non c’è una spiegazione razionale.
  Invece Cristina era in crisi con Owen per la storia di Teddy, il nuovo cardiochirurgo. Non so se loro due siano stati insieme, erano nell’esercito, ma sicuramente Teddy ha una cotta pazzesca per Owen. Per questo l’ho invitata fuori nella serata tra amiche. Teddy non Cristina. Però era venuta anche lei, insieme a Meredith. C’era anche la Bailey e mi hanno portata con l’inganno a giocare a baseball, anche se non avrei voluto. Comunque non è stato così male.
  Sto divagando.
  Con Cristina... non so, è stata una cosa così improvvisa, inaspettata soprattutto. Non posso dire di essermene innamorata. Non ho per niente dimenticato Calliope, la amo ancora e continuerò ad amarla, non importa se non stiamo insieme. Però... cioè con Cristina è una cosa semplice, anche lei non vuole pensare a Owen per un po’. E credo che lei pensi lo stesso di me. Comunque mi piace. Ho scoperto un nuovo lato del suo carattere. Sa essere molto dolce quando vuole.
  È piuttosto inquietante quello che sto pensando.
 
 
Insomma, tutto è cominciato per caso, ieri sera. Ero andata da Callie e Cristina a riprendere le mie cose, piuttosto depressa com’è facile immaginare. Sono entrata con le mie chiavi, che avrei poi restituito a Calliope e all’inizio pensavo che in casa non ci fosse nessuno. Poi in cucina ho visto che Cristina era seduta al bancone con un bicchiere di vino e aveva la stessa espressione che sentivo di avere io. “Owen” ho pensato. Ho fatto per andare nella stanza di Callie, per lasciarla sola con i suoi pensieri, ma lei mi ha vista. «Ehi, Arizona» mi ha chiamata. «Che ci fai qui?»
  «Oh, sono solo venuta... sai... a riprendere le mie cose» le ho risposto. «Credo che tra me e Calliope sia finita per ora». Ho iniziato a togliere le mie cose dai cassetti e a metterle in una sacchetto di plastica. Lei si è appoggiata alla porta della camera da letto. «Sarà strano non vederti più girare qui intorno o vedere la piccola Grey uscire urlando dal bagno perchè vi ha viste sotto la doccia».
  Scoppiamo a ridere, quella vicenda è rimasta negli annali. Poi torniamo serie. «Già. Anche per me. Però sai come vanno le cose ogni tanto» rispondo con un’alzata di spalle. Lei annuisce e fa: «Sì lo so. Ti capisco benissimo». Non dice altro, rimane impenetrabile, tipico di Cristina.
  È in questo momento che mi accorgo. Lei fa per andarsene ma io la fermo. «Aspetta. Resta qui con me, fammi compagnia». Entra in camera e si siede sul letto. Io finisco di mettere via i miei vestiti poi mi siedo sul letto accanto a lei. Non si sta tanto male.
  Ma cosa mi sta succedendo? Cristina? Cristina Yang?
  Cioè Cristina è solo la coinquilina della mia ragazza, ex adesso, che aveva finto di amare pediatria per non essere licenziata con la fusione. Non so se sia stato per quello, ma non è stata licenziata. Comunque. Il fatto è che stare seduta con lei è piacevole, ma non so bene in che senso.
  «Andiamo in soggiorno? Magari vuoi qualcosa da bere? Sai, per tirarti su di morale». Io annuisco. Mi siedo sul divano e Cristina arriva poco dopo con una bottiglia di vodka in mano. Si siede e me la passa. «Niente bicchieri?» le chiedo. «Niente bicchieri, niente regole!» esclama lei.
  Bevo un sorso e gliela passo. In dieci minuti facciamo fuori mezza bottiglia e io inizio a essere seriamente ubriaca. Oh, ma chi se ne frega?
  Cristina si volta verso di me. «Ora proverò a parlare di sentimenti» mi fa. «Cioè seriamente cos’è successo tra la Torres e te? Insomma sembravate la coppia perfetta!»
  «Lei vuole avere dei figli e io no» le rispondo stringendomi nelle spalle. «Abbiamo provato a far funzionare la cosa, ma nessuna delle due era disposta a cambiare idea, quindi abbiamo preferito chiudere. E invece con Owen? C’entra sempre Teddy?»
  «Sì» risponde lei, voltandosi di nuovo verso la parete. «Pare di sì». Okay è tornata la solita Cristina. Ora non parlerà più di sentimenti. Beve ancora un sorso di vodka, poi me la passa, senza guardarmi.
  «Non dovevo chiederti di Owen? Ti sei offesa?»
  «No, non dovevi. Ma non importa» mi dice a questo punto con voce impastata. Ha bevuto più di me. «Sai una cosa Robbins? Dovremmo lasciarli perdere. Dovremmo smetterla di pensare all’amore. Siamo chirurghi! Il nostro vero amore dovrebbe essere la chirurgia, non delle persone che ci fanno soffrire! Giusto?»
  «Sì, immagino che tu abbia ragione, Cristina. È molto meglio restare single, in fondo. Già». Sospiro e mi volto a guardarla e scopro che lei ha deciso di fare la stessa cosa nello stesso momento. All’improvviso mi scopro a perdermi in quegli occhi allungati e mi rendo conto di avere il folle desiderio di baciarla.
  Baciarla? No, no frena, aspetta un attimo. Trovare piacevole la sua compagnia d’accordo, ma desiderare di baciarla, no. È una faccenda completamente diversa. Insomma, è la Yang non posso seriamente desiderare di baciarla. Allora perchè un milione di mani invisibili sta spingendo tutto il mio corpo verso di lei? Cerco di frenare questo impulso con il risultato che mi contorco e quasi cado dal divano. «Che stai facendo?» mi chiede Cristina con aria perplessa. Io mi raddrizzo sperando di non essere arrossita. «Niente. Un... un crampo. È passato».
  Wow. Ma che cavolo mi succede? Sento di nuovo le mani che mi spingono. Prendo un altro sorso di vodka, e scopro che la bottiglia ora è vuota. «Oh, l’ho finita mi spiace». Cristina prende in mano la bottiglia e la esamina. «Non fa niente». Mi guarda negli occhi e io di nuovo mi perdo nei suoi. Dio! Devo smetterla! Sento di nuovo le mani che mi spingono e questa volta non mi oppongo. Tanto sarà lei a fermarmi. Oh, non mi ferma, mi sto avvicinando, le mie intenzioni sono chiare, perchè non mi ferma? È ubriaca, è ovvio.
  Smetto di pensare e all’improvviso mi rendo conto che la sto baciando. La sto baciando! Mi stacco subito e mi giro a guardare il muro. «Mi dispiace tanto» mormoro imbarazzata. Lei evitando il mio sguardo risponde: «Sì, beh, anche a me». Mi volto di scatto verso di lei.
  «Che intendi dire?» le chiedo. Lei risponde, rivolta alle proprie ginocchia: «Anche io ti stavo baciando. Forse ho bevuto troppo, non lo so».
  «Cristina, che stiamo facendo? Io amo Calliope e tu ami Owen. Stiamo impazzendo?»
  «Probabile. Ma ogni tanto impazzire è bello. Ascolta, Robbins, sei single di che ti preoccupi? Un bacio non è niente».
  Ci guardiamo. Cavolo ho bevuto davvero tanto. Mi sento la mente un sacco annebbiata. Ci alziamo in piedi e dobbiamo sostenerci l’una con l’altra per non cadere.
  «Ma Callie non torna stasera?» le chiedo a bassa voce.
  «No è di turno» risponde Cristina. «E anche Owen. Siamo a casa da sole». Ci guardiamo e scoppiamo a ridere nello stesso momento. Così senza motivo. Siamo davvero fuori di testa. Nella follia del momento la bacio ancora una volta. Ora mi sembra meno strano. Ci spostiamo verso la stanza di Cristina. Poi non mi ricordo più niente.
 
 
Il mio cercapersone suona svegliandomi. Apro gli occhi. Sono in un letto e sono decisamente mezza nuda. Okay. No aspetta, non è per niente okay. Che è successo? Guardo verso destra. Cristina sta ancora dormendo accanto a me e anche lei è decisamente mezza nuda. Oddio, ti prego dimmi che non è successo! Il cercapersone suona di nuovo e questa volta si sveglia anche lei. Si gira a guardarmi, poi si sdraia sulla schiena con la faccia tra le mani. «Oddio ti prego dimmi che non è successo» geme. Fantastico pensiamo le stesse cose. «Devo andare» le dico alzandomi di corsa e iniziando a vestirmi.
  «Certo» fa lei. «Ti stanno chiamando, devi andare». Finisco di vestirmi, poi le lancio uno sguardo implorante. «Non dirlo a nessuno. Neanche a Meredith».
  «Ma sei pazza?! Certo che non glielo dico! Se poi lo viene a sapere Owen, sai che casino?»
  «Giusto. Okay, sarà il nostro segreto» le dico annuendo.
  Esco di casa e corro in ospedale, dove la mia giornata inizia. Nonostante tutto però continuo a pensare alla scorsa notte, di cui non ricordo niente. La cosa che mi sorprende di più è che mi dispiace di non ricordarmi niente.
  Quando la vedo nei corridoi durante il giorno cerco di evitarla, anche se ho l’impressione che lei mi stia seguendo. È tutto molto imbarazzante, ma per fortuna nessuno sembra farci caso. Più difficile da evitare è Calliope che quando mi vede, almeno succede solo due volte, mi lancia feroci sguardi accusatori come se fosse solo colpa mia. Stronza. Okay mi è proprio scappato. In realtà non lo penso. Per tutto il giorno il ricordo mi perseguita. Mentre visito i miei piccoli umani, durante i due interventi, non faccio che pensare alla fantomatica notte passata con Cristina e penso che non mi fa impressione, però è strano. Molto strano. E nonostante tutto ho voglia di rivederla. Ma perchè? A parte che non doveva proprio succedere, pensavo che sarebbe stata la cosa di una notte. E allora perchè ho voglia di rivederla?
  È tutto così strano. All’ora di pranzo, mentre sto prendendo da mangiare, una mano mi afferra all’improvviso il braccio sinistro. «Ma che ca... Cristina! Che cosa c’è?» 
  «Arizona tu mi stai evitando». Be’ questo non posso negarlo. «Senti la Bailey mi ha assegnata a te, oggi e dobbiamo operare insieme un bambino, quindi non puoi continare a evitarmi e a non volermi parlare». La guardo. Ha ragione, perchè in effetti sul tabellone avevo letto il nome di Cristina e la Bailey me l’aveva detto, ma diciamo pure che ho fatto finta di niente.
  «Okay, Yang, hai ragione» le dico ad alta voce. «Va bene ci vediamo in sala operatoria alle tre. Mi raccomando, so che ti ricordi dell’altra volta che abbiamo provato a lavorare insieme».
  «Yang? Perchè improvvisamente mi chiami Yang?» mi chiede lei.
  «Era il nostro segreto giusto? Questo vuol dire che in pubblico ti tratto normalmente. O preferiresti che lo dica in giro, così posso chiamarti Cristina?»
  «No, va bene, dottoressa Robbins. Ci vediamo in sala operatoria». Si volta e se ne va. La guardo allontanarsi, un po’ dispiaciuta. Ancora una volta non capisco perchè mi sento così. Mi siedo al tavolo e inizio a mangiare. Dio che brutto stare qui da sola. Quasi quasi vorrei... no no, ma che cosa sto pensando? Se mi sedessi al tavolo con lei e qualcuno ci vedesse potrebbe farsi strane domande e chissà cosa succederebbe.
 
 
Alle tre sono in sala operatoria, pronta. Cristina mi raggiunge pochi secondi dopo. Sul tavolo operatorio Thomas Rey, che deve essere operato per una stenosi del giunto. Devo prendermi un momento come sempre quando opero un neonato.
  «Va bene, dottoressa Robbins, è tutto a posto. Quando vuole può cominciare» dice Cristina. Io la guardo freddamente. «Dottoressa Yang, ricontrolli la cartella, prima. Ormai lo dovrebbe sapere che prima di cominciare deve sempre esporre il caso».
  «Mi scusi, lo faccio subito» fa lei, restituendomi l’occhiata torva. Saranno le cinque ore più lunghe della mia vita, già lo prevedo. «Thomas Rey, trentadue giorni, gli è stata diagnosticata una stenosi del giunto-pieloureterale, sarà sottoposto a una pieloplastica per via laparoscopica… oggi».
  «D’accordo procediamo. Yang, insuffla CO2 nell’addome del bambino per avere lo spazio necessario ad operare». Dopo che lei ha eseguito, io pratico cinque piccole incisioni nell’addome del bimbo e inserisco gli strumenti. È difficilissimo operare quando il paziente occupa così poco spazio.
«Yang rimuovi il tratto di pelvi renale esuberante. Stai attenta a non lesionare i visceri addominali».
  «Non si preoccupi dottoressa, sono in grado di farlo». È un attimo. Mentre Cristina sta rimuovendo il tratto di pelvi, il mio sguardo passa e si ferma dallo schermo del computer a lei, che alza gli occhi e mi guarda. E mi guarda. Vedo le infermiere scambiarsi un’occhiata perplessa. Oddio che abbiano intuito qualcosa? All’improvviso il monitor inizia a lampeggiare e il regolare pigolio inizia ad aumentare di velocità e volume. Io abbasso subito lo sguardo sul paziente. C’è un’emorragia, l’intestino  si è lacerato.
  «Dannazione Yang, guarda che hai fatto!» esclamo furiosa. Cos’è adesso non riesce nemmeno più a concentrarsi durante un intervento? Lei, con aria leggermente offesa, fa: «Mi dispiace, è stato accidentale. Ora dovrà aprire per rimediare?»
  «No, Yang, non dovrò aprire» le rispondo secca. «Perchè io a differenza tua so fare il mio lavoro. Dammi gli strumenti, avanti». Lei mi passa gli strumenti e io fortunatamente riesco a riparare il danno. A questo punto gli inserisco uno stent interno, sempre in laparoscopia e mi rivolgo di nuovo a Cristina. «Va bene Yang, inseriscigli il catetere vescicale, vediamo se almeno questo sei in grado di farlo». Il mio sarcasmo non sfugge a Cristina, che mi lancia un’occhiata storta. A questo punto esco dalla sala, distrutta e mentre sto per aprire la porta automatica, sento Cristina dire a bassa voce: «Un catetere vescicale? Ma che vuole questa, io sono un chirurgo, accidenti!»
  Mi volto di scatto. Vorrei dirle qualcosa, ma non saprei che cosa, senza rivelare il nostro segreto, perciò rinuncio. Mi lavo e vado a controllare Thomas, per il post operatorio. Per fortuna sta bene, l’errore di Cristina non è stato niente di grave. Dopo averlo visitato mi dirigo finalmente verso la stanza del medico di guardia, sperando di poter riposare un po’. Sento dei passi dietro di me e mi volto. È Cristina e come mai non ne sono sorpresa? La guardo male e le dico: «Che ci fai qui? Ti avevo assegnato un compito».
  «Se n’è occupata un’infermiera, non è un compito da chirurghi e io sono un chirurgo! Noi due dobbiamo parlare».
«E di che cosa? Non dobbiamo parlare di niente. Ti avevo assegnato un compito e non hai voluto fare nemmeno quello. Che cosa vorresti fare adesso?»
  «Vorrei baciarti» fa lei. Mi salta letteralmente addosso e mi fa sbattere contro la porta. Io cerco a tentoni la maniglia, la abbasso, la porta si apre e noi due finiamo su uno dei letti.
  Wow! Okay questo è veramente sorprendente. Credevo che volesse solo dimenticare tutto. Oh, mio Dio, questo bacio mi ha fatto tornare in mente quello che è successo stanotte. Tutto quello che posso dire è che... non conosco affatto Cristina Yang. Cioè, se i ricordi corrispondono davvero a stanotte, è veramente incredibile quello che abbiamo fatto. Spero solo che Calliope non lo venga mai a sapere. Ma che sto dicendo, non lo verrà mai a sapere, perchè Cristina non parlerà!
 
 
Mi sveglio di soprassalto. Non so bene perchè, poi mi rendo conto che Cristina sta arrotolando uno dei miei riccioli attorno al suo dito. La guardo, sta dormendo. Interessante, farà sempre così? Beh, no, con Owen non può farlo. Dalla finestra entra una luce strana, inusuale. Per curiosità guardo l’orologio. Sono le cinque e mezza. Oh, maledizione, abbiamo dormito qui! In preda al panico, inizio a scuotere Cristina per una spalla. «Svegliati!» sibilo. «Cristina, svegliati, forza!»
  «Che cosa vuoi? Owen che c’è?» poi apre gli occhi e mette a fuoco la mia faccia. L’espressione del suo viso passa da assonnata a inorridita in un nanosecondo. «Arizona, che ci fai qui? Che ci faccio qui? Che ci facciamo qui? Devo andare, devo andare, devo andare». Si alza e si veste, poi senza una parola esce correndo dalla stanza. Perfetto. Spero che non arrivi in ritardo, perchè questo potrebbe portare a strane domande, magari qualcuno ci ha viste e la Bailey lo verrebbe a sapere e tutti lo verrebbero a sapere e Calliope mi odierebbe e chissà cos’altro potrebbe succedere.
  Okay, una cosa è chiara, niente e nessuno può farmi dimenticare Calliope. Però devo dire che Cristina mi fa stare molto meglio. Oddio, ne sto parlando come un oggetto, mi sembra di essere ritornata a com’ero da giovane. Molto lentamente mi alzo anche io. Mi vesto sempre più lentamente poi apro con molta calma la porta. Voglio ritardare il più possibile il mio ritorno alla civiltà. Guardo fuori, bene non c’è nessuno. Esco in punta di piedi e raggiungo il mio reparto preparandomi a cominciare un’altra giornata di lavoro.
 
 
La giornata è passata tranquilla, non ho mai incontrato Callie, ho parlato un paio di volte con Cristina, questo è stato molto piacevole e ora mi preparo a tornare a casa. Dopo essermi cambiata, vado a prendere l’ascensore. Schiaccio il pulsante e quando si aprono le porte, trovo una sorpresa. Delle persone escono e alla fine Calliope è lì di fronte a me. Oh. Entro e non sapendo che altro fare la saluto. «Ciao...»
  «Ciao!» risponde lei, quasi senza fiato. Le volto le spalle, mentre l’ascensore inizia a muoversi, ma sento il suo sguardo sulla schiena. Sono molto nervosa, non so bene se voltarmi e baciarla oppure continuare a cercare di ignorarla. All’improvviso la sua voce. «Arizona...»
  Il modo in cui pronuncia il mio nome fa scattare qualcosa. Mi volto e la bacio con passione, quasi come se tra noi non fosse successo niente. Ci separiamo e io faccio per baciarla ancora, ma l’ascensore si ferma e le porte si aprono. Esco e inizio a camminare lungo il corridoio. Okay ora devo fare una scelta. Anzi no, l’ha scelta l’ho già fatta. Devo parlare con Cristina ma penso che capirà. Credo comunque che sia ancora innamorata di Owen o almeno lo spero. Comunque non credo che tornerò con Callie, almeno per ora. Non ho ancora cambiato idea sul motivo per cui ci siamo lasciate. Comunque per quanto mi riguarda io amo Callie, la amo terribilmente e so che questo non cambierà, ma se voglio avere un futuro con lei, ed è quello che voglio, dovremo superare molte difficoltà.

 
    
 
N.d.A Okay lo so adesso mi odierete. Questa era davvero grossa. Però era un’idea troppo folle per non metterla in pratica, quindi abbiamo provato a correre il rischio.
Per la scena dell’intervento devo ringraziare Lara, l’altra mente criminale dietro a tutto questo e senza la quale sarei ancora a brancolare nel buio. Spero vi sia piaciuta e attendiamo con ansia le vostre opinioni! :)
 
  
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