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Autore: AthenaSkorpion    05/10/2012    4 recensioni
E se Teti fosse riuscita a salvare nella sua integrità il corpo del futuro eroe che sarebbe stato Achille?
Se il tallone che lo portò alla morte fosse stato immortale esattamente come tutto il resto?
Gli Dei avrebbero tremato.
P.S. Questa storia è in collegamento fuori trama con "La mela di Eris".
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Teti tentò di calmarlo. Non aveva mai visto quel suo bello e imponente figlio piangere così. No, non lo aveva mai visto piangere.
Sembrava che tutte le lacrime trattenute in una vita fossero uscite in quel momento e avessero ossidato e rotto gli argini d'argento che l'eroe aveva creato nella sua vita per rimanerne estraniato.
In un impeto di rabbia Achille travolse le suppellettili nella tenda e Teti sobbalzò.
- Figlio mio, controllati. A mente lucida la vendetta è più efficace.
Achille guardò stordito la madre. Quella esile, bellissima figura, sfavillante di grazia e giovinezza, sembrava improvvisamente una Furia. La vista del suo bambino tanto sconvolto l'aveva accesa.
- Ho già parlato con Efesto.
Batté le mani una volta sola. Dalla coppa d'acqua che Achille teneva accanto al letto, una piccola donna apparve eterea. Con sé, come apparsa dal nulla, portava un'armatura dalla bellezza sconcertante. Oro e bronzo di mescolavano in fiammate che partivano dai pettorali per congiungersi, intrecciarsi e proseguire poi verso le spalle in forma di ali d'aquila.
L'elmo era di una tecnica stupefacente, proteggeva tutto il capo senza limitare la comodità.
Achille non esitò un istante, e in poco i ferri gli calzarono indosso conferendogli una potenza che lasciò interdetta anche la madre. Gli occhi arrossati dal pianto e intensi di rabbia, rancore e desiderio di vendetta apparivano disumani sul suo volto angelico incorniciato dai ricci biondi che ormai parevano una criniera.
- Achille, adempi al tuo destino, fagliela pagare-sibilò Teti.
E il figlio obbedì con piacere.
 
 
Atena osservava il campo di guerra dall'alto. Teti apparve all'improvviso emettendo lampi dagli occhi.
- Atena, Atena, amica mia. Invoco il tuo aiuto. Non posso allontanarmi a lungo dal mare, né impugnare armi, ma tu puoi! Ti prego, guida la lancia di mio figlio, concedigli la vittoria.
Atena, senza distogliere lo sguardo dal campo, socchiuse gli occhi e inspirò profondamente.
- Teti... Achille non ha bisogno di me. Tu temi troppo... l'hai reso immortale, ricordi?
Teti si torse le mani, temendo di non trovar consenso in Atena, che carezzava la sua egida dove incastonata vi era la testa di Medusa.
- Gli Dei sono divisi, alcuni potrebbero dargli problemi... Apollo...
Atena la interruppe con un gesto della mano. Lei non era madre, non lo sarebbe mai stata, non avrebbe mai voluto esserlo. Però non significava che non avesse emozioni. E poi gli eroi Danai le stavano simpatici. Tutti orgogliosi, ma in fondo lo era anche lei. Ma soprattutto, erano tutti degni della sua ammirazione.
- Lo aiuterò. Ma tu mi devi promettere che placherai le tue ansie materne, anzitutto per il bene di Achille.
Teti abbassò lo sguardo e annuì.
 
 
Achille si trovava di fronte al suo peggior nemico. Gli aveva tolto tutto ciò che aveva. E lui avrebbe fatto lo stesso.
Si era ripromesso di ucciderlo in duello già alla morte di Iolao, ma allora non aveva idea di quale rabbia avrebbe provato nei suoi confronti.
Indossava le sue vecchie armi. E questo non faceva che alimentare le sue manie di vendetta.
Tirò la prima asta con tutta la forza di cui era capace, ma Ettore la schivò prontamente. Achille sentì l'irritazione gorgogliare alla bocca dello stomaco.
Lo stava stuzzicando.
Atena, alzando una mano in segno di amicizia, si mostrò al Pelide e gli restituì l’arma, per poi svanire.
Continuarono un mortale gioco di tiri, ignorando del tutto gli spettatori che guardavano gli intrepidi duellanti battersi per la vita loro e della patria.
Achille notò che Ettore era calmo e placido, a malapena affaticato e per nulla arrabbiato. Anzi, sembrava triste.
Nei suoi occhi non c’era alcuna scintilla, solo un’arcana stanchezza che sembrava più mentale che fisica. Il duellante lanciò uno sguardo laddove probabilmente i genitori lo stavano osservando in pena. Achille comprese. Sapeva che stava per dire addio alla vita. E non sarebbe riuscito a salvare l’onore di Troia.
All’improvviso una nebbia quasi palpabile si sollevò tra i due sfidanti e Achille con le mani tentò di scorgere al di là di quella tenda che nella sua inconsistenza era ancor più irritante. Voleva finire il suo lavoro.
Lanciò invano altre tre aste, gridando sempre più forte, finchè non ruggì e disse:- Ettore, qualche dio veglia su di te, non mi è concesso di attaccarti e tu non ti mostri. Rifugiati, per oggi. Ma non è il nostro ultimo incontro!
 
 
Achille non si trattenne affatto. Iniziò a far strage tra le file Teucre, ogni cadavere che cadeva per la sua spada luminosa era un premio per l’amico che tanto lo aveva sostenuto e che aveva perso la vita per lui. La verità era che non era arrabbiato con i Troiani. Era arrabbiato con sé stesso. Aveva aderito lui all’idea malsana di Patroclo. L’aveva condannato lui a morte. E se solo ci pensava lo stomaco si irrigidiva e doveva trattenersi dal vomitare. Cosa avrebbe detto Chirone? Aveva un disperato bisogno di avere supporto, evadere da quella situazione.
Ma la verità era che non l’aveva causata lui quella guerra. Uno stupido dissidio aveva portato a una carneficina disumana. Solo per colpa degli Dei.
Il Pelide non ascoltava nessuno, non parlava con nessuno, perfino Teti ormai non poteva dir nulla.
Ogni cadavere era un premio per Patroclo. E un obolo per la sua coscienza, che però sembrava appesantirsi ancor di più.

 
Le porte vennero chiuse, i Troiani fuggirono al suo passaggio, l’automa che era diventato si riscosse dal torpore non appena vide che l’unico rimasto fuori era Ettore.
Un ghigno stonato distorse i suoi lineamenti perfetti. Ettore si voltò in sua direzione e da quella calma serafica sembrò fuoriuscire una sorta di cauto panico. La spada prese a penzolare al suo fianco.
Achille fece un passo ed Ettore iniziò a correre come una lepre, in fuga. Achille rimase per un istante attonito nel vedere quell’eroe comportarsi con così tanta vigliaccheria. Poi lo seguì.
-Ettore! Codardo! Affronta la mia ira! Hai ucciso Patroclo e ti sei beato di indossare le mie armi senza avermi ucciso, hai approfittato della divina nebbia e ora fuggi come una cagna che teme la verga! Ti prenderò e allora sarà la tua fine!
I suoi piedi toccavano così raramente terra che gli parve di volare. Greci e Troiani osservavano la scena ammutoliti. Priamo pianse un’amara lacrima solitaria nel vedere il figlio fuggire a quella che sarebbe stata morte certa. L’avrebbe perso nei peggiore dei modi, lo sentiva fin nelle viscere.
Tre giri completi, sorvolati come un’aquila. Atena osservava rapita.
Alla fine scese tra i duellanti e fermò Achille.
-Eroe, sono con te. Fidati e vincerai. Concediti alla foga e sarai vinto dalla vergogna. Attendi che Ettore nomini Deifobo. A quel nome potrai star certo di avere la vittoria in mano.
La dea guardò ammirata Achille, gli posò una mano sulla spalla, batté la sua egida contro lo scudo del Pelide e scomparve.

 
Ettore si fermò poco più avanti. Un giovane parlava con lui con occhi pieni di fedeltà. Ettore annuì poche volte, poi lasciò che il ragazzo andasse via.
-Achille, ti affronterò. - Achille, io ti onorerò se morirai. Spero tu faccia...
Achille si sforzò di non ridere. Povero ingenuo.
-Hai mai incontrato leoni che trattassero con le loro prede per dettare i termini della loro sepoltura. Non hai speranza né hai da averla. E non puoi dirmi come devo trattarti. Sarai ucciso e ridotto in brandelli come se tu non fossi umano. E forse non lo sei.
Ettore parve colpito dalle dure parole dello sfidante.
-Deifobo! Deifobo!
Ettore si guardò intorno e capì che era stato turlupinato.
-Dunque gli Dei non mi vogliono così bene…-mormorò abbattuto e pronto a morire. Una nuova luce si accese nei suoi occhi neri.
Achille rise, già pronto a gustarsi la vittoria.
-Achille, sapermi già morto non vuol dire nulla. Darò fondo ad ogni mia forza per ripagare gli uomini che hai trucidato coprendoti di gloria immeritata.
Achille tirò ed Ettore schivò per poi attaccare fulmineo, prontamente parato con il mitico scudo di Efesto. La scena parve ripetersi come la prima volta. Atena restituì l’arma ad Achille.
Ettore tirò fuori la spada e Achille si concentrò, incurante del resto, al collo dell’avversario.
Lui era un leone. Ogni leone attacca al collo la sua preda. Facile, potente, glorioso. Come Achille. Lui sarebbe stato il re anche tra gli altri leoni.
E senza pensarci due volte, vedendo nei tristi occhi di Ettore quelli di un cerbiatto pietoso, chiuse gli occhi e lasciò che l’istinto lo guidasse e non potesse esserne preso in compassione. Lui era l’assassino di Patroclo. Meritava la morte.
Ma la meritava davvero?
Nessun uomo aveva portato la guerra sulla Terra all’infuori di Paride, che stava al riparo tra le mura di Troia. Patroclo era uno degli ingranaggi insanguinati e marci di quel conflitto. Ettore stava solo difendendo il suo onore e la sua famiglia.
La lancia era già in volo, non poté riafferrarla. Ettore, consapevole della morte che giungeva, abbandonò il braccio al fianco, lasciando cadere l’arma e sussurrò una parola.
Anche nella sua foga, nel rumore delle due truppe in osservazione, perfino nell’orrido rumore delle carni lacere, quella parola mimata risuonò nelle orecchie di Achille come una campana, un capogiro lo colse e il cuore fu preso da uno spasmo tanto simile ad una stilettata.
-Andromaca.
 
 
Dunque, questo capitolo è stato una FATICACCIA!!!  Le innumerevoli e discordanti versioni dello stesso episodio mi hanno spinto a credere che fosse meglio “inventare” almeno i particolari perché mi stavo esasperando.
Achille capisce di avere un cuore! Vi rendete conto?!
Con questo episodio capisce un particolare che poi lo porterà al suo vero destino. Non quello che Teti abolì, ma quello che Achille stesso costruirà mattone per mattone.
L’incontro del prossimo capitolo segnerà la svolta rispetto alla trama originaria, perciò tenetevi forte perché da lì in poi la storia sarà accidentata!
Ringrazio tutti per la pazienza, sono stata piuttosto lenta, ma spero di accelerare con le prossime vicende! 

   
 
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