Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: EmaEspo96    06/10/2012    1 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mugolò appena quando si mosse su quella pavimentazione fredda ed umidiccia, sicuramente non era la dimora dei Salvatore quella. La testa ancora le faceva male mentre si muoveva lentamente, fra un lamento e l'altro, per portarsi a gattoni. Aprì gli occhi riuscendo ad avere una visione sfocata di quella che sembrava la cantina vuota di una casa. Il pavimento era freddo, era bagnato e sporco di polvere. Vi era poca luce lì dentro, probabilmente fuori era notte o comunque non era pieno giorno, il sole ancora non c'era. Ma c'era una figura lì dentro con lei. Se ne stava inginocchiata col capo chino ed i polsi raccolti da delle catene che la tenevano legata al muro: era Damon. Sgranò gli occhi al vederlo lì, esposto di fronte alla piccola finestrella che c'era in quella cantina.
<< Damon! >> esclamò Elizabeth facendosi forza in entrambe le mani per portarsi in piedi, ma non riusciva nemmeno a farlo.
Si sollevò e cadde subito dopo. Damon sollevò lo sguardo ed accennò un sorriso beffardo.
<< Non agitarti dormigliona, ti hanno prelevato molto sangue. >> sussurrò lui con un fil di voce.
Era ferito, non aveva più l'anello che lo proteggeva dal sole e soprattutto sembrava addirittura incapace a muoversi. E dato che lei non riusciva a tenersi adeguatamente in piedi, trascinò quel corpo debole e minuto verso Damon portandoglisi proprio davanti e raccogliendogli il polso con una mano.
<< Oh mio Dio...Damon... >> piagnucolò.
Lui la guardava, le sorrideva e poi mosse debolmente una mano.
<< Scappa. >> le sussurrò Damon.
Lei scosse il capo prepotentemente e s'aggrappò alle catene che lo tenevano legato come un animale. Si sforzò a toglierle in qualsiasi modo, senza ottenere risultati. Cercò addirittura una qualsiasi chiave che potesse aiutarla o un oggetto per rompere quella catena, ma non trovò nulla.
<< Non scappo senza di te, Damon. >> lei gli rispose, intensamente. Lo guardò, lui era in una situazione pietosa ed aveva bisogno di aiuto. << Ti offrirò un po' del mio sangue, ti riprenderai. >> gli disse, sollevando e porgendogli un polso.
Lui la guardò stranito, poi ridacchiò.
<< Ma sei stupida? Hai visto come mi sono comportato prima? Non riuscivo più a staccarmi Elizabeth. >> e l'espressione di Damon si fece pian piano più seria << E poi ti hanno preso di già troppo sangue. >> aggiunse.
Lei rabbrividì, si portò istintivamente una mano al collo lì dove aveva sentito i canini di Damon morderla, ma i segni non c'erano più. Tremò appena ed abbassò lo sguardo senza accorgersi che Damon mutò la sua espressione in un volto minaccioso. Qualcuno era apparso dietro Elizabeth e lei non l'aveva nemmeno sentito arrivare, almeno fino all'istante in cui fu proprio lei a sentire una mano posarsi su una propria spalla che la tirò indietro lontano da Damon con una certa brutalità. Non riuscì nemmeno ad urlare, si ritrovò lontana spaventata, distesa al suolo dopo il dovuto impatto doloroso. Tremava, lo fissava con occhi sgranati. Quell'uomo...no, era un ragazzo. Un ragazzo nemmeno troppo adulto, poteva addirittura essere ancora minorenne. La fissava con un'espressione dispiaciuta mentre si posizionava tra lei e Damon. Aveva dei corti capelli scuri, gli occhi di un marrone tanto diverso da sembrare rosso ed una carnagione pallida, ma soprattutto era alto.
<< Chi...Chi diavolo sei tu!? >> gridò lei spaventata mentre Damon, dietro l'uomo, voleva dimenarsi per azzannarlo, ma nemmeno riusciva a muoversi a causa della verbena.
Il ragazzo la guardò infinitamente triste poi si chinò davanti a lei allungando una mano a carezzarle il viso, poi il collo.
<< Allora è vero che non ricordi proprio niente, Elisabetta? >> domandò l'uomo, abbassando lo sguardo.
Elizabeth rabbrividì ancora una volta, restò immobile e perplessa a quel nome, a quelle parole. Un'altra persona che sembrava conoscerla, un'altra persona di cui lei non aveva più memoria.
<< Chi...Chi sei tu? >> domandò ancora lei, mentre il ragazzo ritornò a guardarla.
<< Sono io. Sono Lapo, Elisabetta. Come puoi non ricordarti più di me? >> le chiese lui, stringendole i capelli tra le mani in una morsa dolorosa che le strappò un gemito di dolore.
<< Lasciami! >> gridò lei, dimenandosi.
Era una presa forte, molto forte per essere una stretta umana. Lui la guardava sempre più triste, Damon iniziò a dimenarsi e ad urlare di lasciarla non riuscendo, però, a liberarsi da quelle catene. Poi, improvvisamente, una porta in cima alle scale presenti in quella stanza si aprì. Lapo mollò la presa su Elizabeth e si riportò in piedi guardando verso le scale.
<< Fratello. >> disse, verso la figura che iniziò a scendere le scale elegantemente.
Era anch'egli alto, simile a Lapo, solo palesemente più grande. Avevano entrambi un aspetto incredibilmente elegante, i capelli scuri e gli occhi dello stesso colore. L'uomo si fermò ai piedi delle scale sorridendo verso Elizabeth.
<< Lapo, cosa stavi facendo? >> domandò l'uomo verso Lapo, mentre Elizabeth trascinava debolmente il corpo indietro fino ad incontrare un muro che impattò dietro la propria schiena.
Il cuore le batteva forte, davvero forte, tremava da capo a piedi e Damon digrignava i denti ferocemente. Lapo s'inchinò dinnanzi alla nuova figura, abbassò la testa umilmente.
<< Ti chiedo scusa, Tristano. Speravo solo che lei si ricordasse di noi, mi fa rabbia sapere che ha dimenticato tutto quanto. >> disse.
A quel nome, Elizabeth sgranò gli occhi. Era familiare, maledettamente familiare. Ma non era piacevole, le entrò in testa come un pugnale, faceva male. Si paralizzò contro la parete e Damon non riuscì a non notare la sua reazione. Lo sguardo della ragazza puntò verso l'uomo, verso Tristano, che avanzò di qualche passo verso di lei. Le regalava un'espressione dispiaciuta, ma che agli occhi di lei nascondeva un'insana pazzia.
<< Ne abbiamo già parlato, Lapo. Lei non ricorda niente ma io conosco il modo per farla ritornare in sé. >> sussurrò verso il fratello, accovacciandosi davanti ad Elizabeth che continuava a tremare. << Però sai perfettamente che voglio essere io a farle rinvenire ogni ricordo. Sarò io, vero Lapo? >> domandò Tristano al fratello.
<< Certamente, fratello. Non oserei mai toglierti tale onore. >> affermò Lapo, andando a guardare Damon. << Per quanto riguarda lui, lo lasceremo morire appena sorgerà il sole? >> domandò.
<< Si, lui morirà. Non ne abbiamo bisogno. Abbiamo altri cento vampiri di là che ci aiuteranno. Anzi, Lapo... >> e Tristano si sollevò in piedi andando a guardare il fratello << ...vai a controllarli, non vorrei facessero qualcosa di sbagliato. >> ordinò.
Lapo annuì, lanciò un'ultima occhiata ad Elizabeth che si accompagnò con un sorriso e poi si avviò lentamente di sopra, sparendo dalla vista dei presenti. Tristano guardò Elizabeth, le sorrise e poi si voltò verso Damon sorridendo alla stessa maniera. Si avvicinò all'unico armadio che vi era lì dentro e lo aprì, rivelando una grande quantità di armi. Ne raccolse una a caso, un pugnale la cui lama bagnò nella verbena prima di voltarsi verso Damon ancora una volta e ghignare. Entrambi gli altri due presenti capirono al volo le sue intenzioni ed Elizabeth si fece forza per riportarsi in piedi.
<< No, non farlo... >> sussurrò lei supplicando e scuotendo il capo.
<< Perché non dovrei? >> domandò Tristano, mutando la sua espressione. La guardava serio, vagamente infuriato.
Era una domanda facile eppure Elizabeth non sapeva cosa rispondere. Teneva a lui? L'aveva conosciuto da poco, eppure lei teneva a Damon. Avanzò di qualche passo verso Tristano che le sembrava sempre più minaccioso. Ma lui scattò velocemente, come un vampiro, ed infilzò il pugnale con la verbena in un braccio di Damon che, di conseguenza, urlò dolorosamente, tramortito.
<< Damon! >> urlò Elizabeth prima di correre verso Tristano e lanciandosi letteralmente contro di lui.
Ma lo costrinse a scostarsi da Damon lasciandogli il pugnale conficcato nella spalla che strappava al vampiro lamenti ed urla sempre più strazianti. Tristano, però, non indietreggiò di molti passi dopo l'impatto con Elizabeth e la afferrò con entrambe le braccia. Ghignò in maniera sadica, mostrò due occhi iniettati di sangue e azzannò la ragazza direttamente al collo. Lei urlò, urlò dolorosamente mentre si dimenava sotto quella stretta. Succhiò via del sangue, lui, prima di estrarre quei canini dalla carne di lei e gettarla ai piedi di Damon, con le ferite ancora aperte. Damon la guardò, si sentì incredibilmente attratto ma non riusciva a muoversi e soprattutto si preoccupava per lei.
<< Elizabeth... >> sussurrò lui, ma sembrava piuttosto un ringhio.
<< Damon...scusami... >> rispose lei, piagnucolante.
Stava piangendo, singhiozzava, aveva paura. Si teneva le ferite con una sola mano mentre l'odore del sangue si andava espandendo per la stanza. Perfino per l'olfatto di Tristano era qualcosa di divino e Damon, secondo lui, provava la stessa sensazione che provava Stefan praticamente ogni volta che si trovava davanti a del sangue umano. Lui strinse i denti e Tristano guardava la scena compiaciuto.
<< Damon, giusto? >> disse verso il Salvatore. << Vorresti assaggiare quel sangue? >> domandò, avvicinandosi a Damon ed estraendo brutalmente il pugnale dal suo braccio.
Lui strinse i denti e poi guardò Elizabeth che cercava di rimettersi in piedi tenendosi il collo con una mano. Nonostante fosse per tutti facile, in quel momento le sembrò la cosa più difficile del mondo.
<< Sai Damon, se non la mangerai tu, morirà sbranata da ben cento vampiri. Vuoi che succeda questo? >> domandò Tristano, sussurrandolo a Damon come un pazzo psicopatico. Sorrideva, lui era felice di quello che stava accadendo.
Sia Elizabeth che Damon restarono sconvolti e portarono di fretta lo sguardo su Tristano che, intanto, giocherellava col pugnale sporco del sangue di Damon. Elizabeth tremava, aveva perso il conto delle lacrime perse tra un atto di coraggio e l'altro, tra un urlo di dolore ed una supplica fatta in quegli ultimi istanti. Ma proprio mentre stava per dire qualcos'altro, di sopra si udì un forte rumore. Tristano si fermò, sollevò lo sguardo così come fecero gli altri due e strinse la presa sul pugnale.
<< Lapo. >> sussurrò.
Lanciò un'ultima occhiata ai due.
<< Io torno subito, non muovetevi da lì. >> ordinò minacciosamente e poi corse via, con la stessa velocità di un vampiro.
Di sopra i rumori si facevano sempre più forti, come fossero tanti passi veloci, come se fossero mobili rovesciati. Si iniziarono ad udire delle urla, erano numerose e non erano tutte maschili o tutte femminili. C'era qualcuno di sopra e non erano pochi, erano cento. Elizabeth guardò Damon approfittando di quel momento di solitudine e si portò in piedi, si sforzò. Passò la mano sulla ferita che rilasciava sangue e se la sporcò dolorosamente. S'aggrappò su Damon per reggersi in piedi e poi stampò velocemente quella mano sulle sue labbra.
<< Muoviti, prendi. Annullerà l'effetto della verbena. >> disse Elizabeth verso Damon, con poca forza.
Lui non avrebbe voluto farlo, ma non riuscì nemmeno ad obbiettare. Non era tanto sangue e per quanto viscido fosse, raccolse quel sangue dalla mano di Elizabeth. Iniziò a sentirsi più forte, alcune ferite si rimarginarono quasi immediatamente mentre Damon si spingeva contro Elizabeth portando il viso verso il suo collo. Lei si sentì spaventata, dopo quello che era successo alla dimora dei Salvatore, ma lui ne aveva bisogno.
<< Non mordermi. >> chiese, donandogli il collo.
Lui la guardò per lunghi istanti, gli occhi erano ormai iniettati di sangue. Le mani della ragazza si strinsero sulla camicia ormai sporca di Damon mentre sentiva il suo respiro contro la propria pelle nel frattempo che si nutriva di quel sangue. Non servì molto affinché Damon ritornasse di nuovo in forze e con un unico movimento delle braccia strappò le catene dalle pareti. Elizabeth lo scostò da lei con forza, una forza debole tra l'altro alla quale lui, inizialmente, obbiettò. Ma poi riuscì a calmarsi, riuscì a controllarsi quanto bastava per allontanarsi da lei e ripulirsi la bocca dal sangue della ragazza. Era pallida, era debole, aveva perso troppo sangue ma non poteva di certo abbattersi proprio ora. Guardarono entrambi verso le scale, di sopra vi erano ancora rumori mentre Damon si liberò definitivamente da quelle catene.
<< Devo trovare l'anello. >> disse verso Elizabeth.
Si guardò intorno velocemente, correva con una velocità disumana per la stanza mettendo a soqquadro qualsiasi angolo, qualsiasi oggetto trovasse sino a quando riuscì finalmente a trovare l'anello. Elizabeth rimase ferma lì, barcollando. Non riusciva a muoversi mentre teneva con una mano la ferita sul collo. Poi Damon le si avvicinò, strappò un lembo di quella camicia e la avvolse delicatamente intorno al collo di lei così da evitare l'ulteriore fuoriuscita di sangue.
<< Non allontanarti mai da me. Evidentemente di sopra c'è il finimondo. Se le parole di quel tizio erano vere, ci sono almeno cento vampiri affamati ad attenderci ed il tuo sangue è irresistibile perfino per me. >> le disse guardandola intensamente.
Elizabeth si voltò, era spaventata, stava piangendo in silenzio e la ferita le faceva male. Tristano l'aveva morsa con forza e le avevano preso troppo sangue anche prima, ogni punto del suo corpo le faceva male.
<< Elizabeth. >> sussurrò Damon, guardandola serio << Io ti proteggerò. >> aggiunse, deciso.
Lei annuì e poi gli sorrise debolmente, un sorriso che Damon ricambiò pienamente per pochi istanti. Si guardò intorno scostandosi da lei per qualche istante, vigile su qualsiasi rumore sentiva provenire dai piani superiori. Raccolse il pugnale sporco di sangue e verbena che Tristano aveva usato attimi prima contro di lui, stando attento a non toccarne la lama, lo porse verso Elizabeth.
<< Tienilo. Non permettere a nessuno di avvicinarsi, colpisci senza indugiare nemmeno un istante. Di sopra sono tutti nemici. Okay? >> domandò Damon verso di lei, serio.
Lei continuava ad annuire, si sentiva stanca addirittura per parlare. Strinse l'arma tremando, aveva paura. Non sapeva cosa avrebbe potuto incontrare una volta sopra, ma si fidava di Damon. Perché si fidava di Damon così tanto? Non riusciva nemmeno a spiegarselo, era come conoscerlo da sempre, era come sapere ogni suo comportamento in qualsiasi situazione. O era semplicemente il fatto che lui non l'aveva dissanguata qualche attimo prima per curarsi nel migliore dei modi, o ancora era solo che quell'individuo nascondeva, in realtà, un animo buono. Fatto sta che Damon la strinse con entrambe le braccia, la sorreggeva e la guidò verso le scale senza forzarla troppo. Dopotutto lei era debole. Salirono al piano di sopra. Era una casa, una vecchia ma grande casa. Alcuni mobili erano distrutti, sedie sparse sul pavimento, c'era addirittura del sangue. I rumori andavano allontanandosi. Elizabeth tremava tra le braccia di Damon, lui era attento a qualsiasi cosa e la stringeva per trasmetterle sicurezza. La capiva perfettamente, o almeno comprendeva il motivo di tutta quella paura. Si guardarono intorno ed iniziarono a muoversi cercando una via d'uscita da quel posto, visto che era la cosa più importante: uscire di lì sani e salvi. Accompagnava la ragazza dai capelli rossi in qualsiasi movimento, percorsero corridoi, cercarono addirittura finestre. Si accorsero troppo tardi di qualcuno che li aveva trovati, un vampiro. Si bloccarono e questa donna, questa vampira, sbucò dal nulla mostrando canini e bocca sporca di sangue. Damon ringhiò verso ella mostrando anche i suoi di canini, la afferrò con entrambe le braccia lanciandola indietro. Non poté non notare che puntava direttamente ad Elizabeth e quest'ultima si paralizzò dal terrore non intralciando, però, Damon che combatteva. All'improvviso sentì due braccia stringerle le spalle, erano due braccia spesse, forti. Sussultò lasciandosi scappare un urlo mentre qualcuno ansimava famelicamente al proprio orecchio. Puntava al proprio collo, lo sentì cercare di sfilare via quel pezzo di camicia dal proprio collo coi soli denti. Iniziò a dimenarsi mentre il Salvatore ficcò la sua mano nel petto della vampira, estraendone il cuore. Si sollevò di scatto mentre Elizabeth piantava gomitate sempre più forti nello stomaco del vampiro che l'aveva presa, sino a quando questo non la mollò. Si voltò di fretta e non esitò, caricò il pugnale con entrambe le mani e lo ficcò nel petto del vampiro, più di una volta. Non si preoccupò di sporcarsi o di apparire brutale, aveva paura, voleva andarsene. Sentì il vampiro sputare fuori il suo ultimo respiro e poi sembrò essiccarsi. Cadde d'un pezzo al suolo e lei venne trascinata dal suo peso, cadde in ginocchio con ancora il pugnale tra le mani. Lo estrasse dal suo petto mentre Damon corse verso di lei.
<< Va tutto bene, Elizabeth. Va tutto bene. >> le sussurrò aiutandola a riportarsi in piedi.
La strinse di nuovo a sé e si guardò intorno più attento, non sarebbe dovuto più capitare un attacco del genere. A quanto pare, erano tanto intelligenti da saper attaccare in gruppo. C'erano corpi al suolo: bruciati, alcuni avevano dei paletti conficcati nel cuore, altri erano privi di testa. Passarono tra quei cadaveri puntando direttamente verso quella che sembrava essere la porta d'uscita. Damon non pensò alle buone maniere, quando fu abbastanza vicino ad essa piantò un calcio fino ad abbatterla, portando Elizabeth all'esterno. La situazione fuori era addirittura peggio.
<< Corri, corri! >> disse Damon verso Elizabeth.
Lei si fece forza ed iniziò a correre, per quanto le era possibile, insieme al Salvatore. Superarono un gruppo di vampiri che sembravano zombie affamati per i loro movimenti, per il loro aspetto ed il loro modo di presentarsi. Nuovamente un vampiro sbucò dal nulla. Damon si staccò da Elizabeth ed afferrò il vampiro per le braccia, lanciandolo. Poco più in là Lapo brandiva una balestra, come quelle che possedeva Alaric, pronto a sparare un paletto di legno ben affilato. Elizabeth sgranò gli occhi, quel paletto non era destinato a lei ma a Damon.
<< NO, DAMON! >> urlò.
Lui si voltò di scatto, Lapo fece partire il paletto. Non poteva sopportarlo, l'aveva già visto. Aveva già vissuto una situazione del genere ed in quel momento si sentì assolutamente inutile. Non poteva permettere che Damon morisse. Si mosse frapponendosi velocemente fra Damon ed il paletto impedendo a quest'ultimo di raggiungere Damon, ma raggiunse lei. Si conficcò direttamente nel suo petto, riuscì a sentire lontanamente Damon che urlava, ringhiava. Gli altri vampiri si paralizzarono, videro la loro cena cadere all'indietro, mollare quel pugnale al suolo ed essere afferata dal Salvatore. Il cuore cessò immediatamente il suo battito, era stato preso in pieno, e lei morì.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: EmaEspo96