CAPITOLO VII
Grandi Errori
-Vorrei
che tutto questo non fosse mai successo- disse Emma scostandosi da Daniel e
asciugandosi le lacrime, ancora scossa da singhiozzi.
-Cosa
vuoi dire?- chiese Dan. La paura era rientrata ad
offuscare i suoi occhi.
-Quello
che ho detto: se non ci fossimo più incontrati, se non ti avessi
più visto, se…-
-Saresti
stata più felice?-. la interruppe Dan,
abbassando lo sguardo, nascondendosi sotto la frangia scura.
Emma
non parlò: che cosa aveva
fatto?! Aveva appena dichiarato all’uomo che amava che forse
sarebbe stata meglio senza la sua presenza. Lei sapeva che non era vero. Sapeva
che le parole le erano uscite di getto dalle labbra, che non era riuscita a
fermarle, a distruggerle in tempo.
Dopo
pochi attimi di assoluto silenzio, Dan si alzò dal
divano, dirigendosi verso la porta d’entrata e afferrando il cappotto con la
mano destra.
Uscì
sbattendo la porta. E non si voltò neppure per un attimo verso Emma.
La
ragazza attese, immobile, che Daniel rientrasse. Emma
sperava che sarebbe rientrato. E restò pietrificata a osservare l’uscio di
casa, mentre i singhiozzi passavano e le lacrime continuavano a sgorgarle dagli
occhi, bagnando appena il jeans scuro che indossava.
Silenziosa,
sconvolta e amareggiata si diresse verso la terrazza. Il tramonto le regalava
un’immagine di Bolton unica. Il rosso regnava sovrano
sui palazzi e sul traffico cittadino. Emma si perse in quel colore: chiuse gli
occhi e in un attimo rivisse tutti gli anni trascorsi con Dan.
Il primo incontro. Il primo abbraccio. Le dichiarazione
lasciate alla stampa. Le mani che univano alle premiere per non fare vedere
quanto agitati fossero. Poi, l’incontro dopo tanto tempo. Il primo bacio. La
convivenza. E ora… la rottura. Quella seria. Quella vera.
La
ragazza poggiò le mani sulla ringhiera della terrazza. Emma fissò dritto
innanzi a sé l’orizzonte affocato, mentre il vento le spostava indietro i
riccioli castani. E mentre essi volavano anche le lacrime lasciavano la propria
scia sulle guance della giovane donna.
-Pronto.-
-Dan,
sono Lucas. Allora per quel film hai finalmente
deciso?-
-Lucas,
non è il momento.-
-Sì,
ma…-
-Ti
richiamo io.-
Dan
chiuse la conversazione, mentre camminava per i viali di Bolton.
Le mani in tasca, lo sguardo verso il pavimento e il passo spedito verso chissà
quale meta, denotavano in Dan l’apprensione che stava
provando. La sua Emma lo aveva messo da parte: proprio
nel momento in cui lei avrebbe avuto più bisogno di lui, lo aveva scartato. E
non c’erano spiegazione da dare. No, era tardi. Nessuna ragione al mondo
avrebbe portato indietro Dan.
D’un
tratto si arrestò di colpo.
“Il
bambino…” pensò. Già. Ora c’era un legame indissolubile tra lui ed Emma: un
figlio, una piccola creatura che sarebbe cresciuta e che avrebbe donato loro
tanto, tanto amore. Ma il loro vero amore, dov’era? Dov’era finito? Forse era
solo finzione: d’altronde erano giovani lui ed Emma. Poteva essere stato tutto
un errore dettato dalla gioventù.
Riprese
a camminare. Ma a che stava pensando?! Emma? Un
errore? No. Questo mai.
Di
nuovo il cellulare:
-Si?-
-Avevi
promesso.- la voce di Maredith.
-Non
è un buon momento, Mary. Parleremo un altro giorno.-
-Senti,
ho appena finito il servizio fotografico. Vorrei vederti.-
-Anch’io,
credimi, ma davvero non posso. Ho mille impegni, devo parlare con Emma e ho
anche bisogno di dare risposte immediate al mio agente e…- s’interruppe,
ridacchiando, -… e ti sto annoiando con i miei problemi.-
Dall’altro
capo del telefono Maredith sorrise mentre stringeva
con una mano l’accappatoio rosa:
-Che
ne dici di vederci tra qualche ora?-
Daniel
rifletté per un attimo:
-Va
bene. Dove?-
-Conosco
un bar a metà strada tra Londra e Bolton. Ti manderò
l’indirizzo tramite messaggio tra poco.-
-Ok.
A dopo allora.-
-A
dopo Dan.-
_Ciao, avete chiamato Toby. Al momento o sono molto occupato, o il mio cellulare
si è scaricato, o mi hanno rapito gli alieni. Vi richiamerò, lasciatemi un
messaggio._
-Toby,
sono Emma… ehm… Non so perché ti ho chiamato, veramente, ma… Eravamo d’accordo
di vederci per il matrimonio, ricordi?... Ecco… no,
non è per questo che ti ho chiamato… Solo… Ho bisogno di vedere qualcuno e so
che tu ci sei sempre stato per me…e … e ci sei ancora, si… Se ti va, insomma…
Richiamami.-
Emma
riattaccò, gettando il cellulare sul tavolino del soggiorno posto in fronte al
divano sul quale era seduta. Poi, portò le mani in fronte, spostandosi i
capelli da davanti agli occhi.
-Cosa
ho fatto…-
Salve a tutti! Purtroppo ci
vuole tempo per aggiornare e ho qualche problemino
con i codici html (che hanno sempre funzionato alla
grande! Chiedo ancora scusa per il mio lungo periodo di assenza, ma rimedierò,
promesso.
Come sempre il capitolo è
dedicato a quella che considero ormai una amica, che
mi perseguita ovunque! ^__^
A Sé.
Molte grazie a :
emma – scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami,
scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami,
scusami, scusami, scusami, scusami, scusami, scusami. Un baciooooooooone!
Elenuccia91 – hehehehe… vedremo, vedremo, cara…
@4everDANIEL-EMMA@ - continua, continua... grazie mille per la recensione! Baci!
Apple – lo sarà, lo sarà. Un baciuz!
hermionegranger – Ci sono!!!
Sono qui e ho aggiornato. Ti chiedo scusa per il ritardo, ma un problema tira
l’altro. Un bacio!
Hermione - *arrossisce* Grazie a te e a tutti voi che leggete!!!
SMACK!
Buffy86
– spero tu abbia ancora voglia di leggere. Un grande grazie e un bacio!
Grazie ancora
a tutti coloro che leggono!!!
Drew