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Autore: Out of this world    19/04/2007    34 recensioni
« Papà, ma perché tu e la mamma non invecchiate? »
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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INNOCENT
epilogo







 

- Dove ci state portando mamma?
- Già, perché siamo in città papà?

Continuo a camminare imperterrito, il giaccone nero sulle spalle che si mimetizza perfettamente con la notte intorno a noi. Fisso di sottecchi Bella di fianco a me, anch’essa coperta con un pesante giubbotto scuro. Ormai siamo ai primi di Dicembre, e la neve è già scesa da un po’. Fa freddo. Tremendamente freddo. Ma non ci do caso, e continuo la mia marcia secca lungo le strade illuminate solo da qualche lampione qua e la.

- Perché siamo a Port Angels a quest’ora? Sono le undici papà, io ho sonno!

Evito di girarmi verso Will, che dopo aver sbadigliato sonoramente mi rivolge quelle parole stanco. Ma non è il momento di fermarsi e tornare indietro.

Guardo il nome della via che stiamo per percorrere. Ventidue, ventitre…
I numeri civici mi passano davanti agli occhi, e qualcosa in fondo al cuore mi dice di non andare oltre il ventitre. Perché so che li sarà il principio della fine. L’inizio di una vita crudele e di un passato fin troppo lontano dalla tranquillità. Una vita predestinata all’inferno, un destino già prescritto da chissà quale legge spietata. E niente mi potrà salvare dall’oblio. Nessun ricordo, nessun oggetto. Solo una persona. Ma quella persona sta passando il mio stesso inferno, e quindi so già che non mi potrà rincuorare, perché ci ritroveremo entrambi a fissarci doloranti nel nostro dolore senza spiccicare parola. E’ questa la fine che spetta ai mostri, alle creature deplorevoli che siamo. E’ questo il destino per i malvagi. Soffrire, soffrire e basta. E se c’è qualcuno a questo mondo che afferma il contrario, allora non capisce il mondo orribile che lo circonda.
Tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze… questa è l’unica certezza che ho nel mio piccolo cuore freddo come il marmo. E so che l’errore che abbiamo fatto io e Bella nel dare alla luce quei bambini ora ci cadrà addosso pesantemente e crudelmente. Solo e soltanto per il loro bene.
M’ irrigidisco di fronte ad una porta in legno antico, seguito a ruota dalla mia compagna.

- Cosa sta succedendo?

La voce accusatoria di Sydney mi arriva distante. E io, mantenendo il sangue freddo, le rispondo pacato:

- Da questa sera voi vi dovrete dimenticare di noi. Dovrete rimuovere dalle vostre memorie ogni singolo frammento della vostra vita insieme alla nostra famiglia. Non veniteci a cercare, non chiedete di noi e soprattutto odiateci, odiateci dal più profondo del cuore per quello che stiamo per fare. Ma sappiate che vi amiamo.

Schiaccio il campanello della casa, mentre so per certo che i miei figli mi staranno fissando preoccupati. Ma non posso permettermi di perdere il controllo. Non ora, non in questo momento. All’istante si apre la porta e mi ritrovo di fronte ad una donnetta sui trent’anni dalla sguardo dolce e sereno.

- Che piacere rivedervi Signori Cullen.

Già ci conosciamo. Ormai sono due settimane che progettiamo tutto. Questa donna non può avere figli. Lei e il suo compagno hanno appreso la notizia dal loro medico. E per questo cercavano qualche bambino da adottare.

- Buona sera, scusi l’ora. – mormoro distaccato.
- Non si preoccupi. – mi dice quasi impaurita dal mio sguardo freddo. Ma io non posso far altro che porgerle una lettera fra le mani.
- Tenga. Gliela legga quando ce ne saremo andati. – mormoro a voce bassa in modo che mi senta solo lei. Annuisce saggiamente. Faccio un sospiro profondo e mi giro finalmente verso i miei figli che impietriti mi fissano terrorizzati. Hanno forse capito le nostre intenzioni?
In men che non si dica mi vengono alla memoria i ricordi dell’estate di quest’anno – l’ultima che ho passato con loro sapendo che un giorno non molto lontano li avrei lasciati – e non posso che sentirmi un verme. Gli ho fatto credere dopo che gli ho detto tutta la storia che sarebbero stati con noi per sempre. L’ennesima bugia uscita dalle mie labbra di marmo freddo. Ma ora non posso abbandonarmi a quei ricordi così dolorosi. Li sorpasso seguito da Bella. Fisso per un’ultima volta i loro volti: Sarah, William e Sydney. Così uguali e così diversi; così vivi e così liberi; così dannatamente fragili. I miei bambini. Il sangue del mio sangue. Il frutto del mio amore con la mia compagna. I miei tre miracoli: i miei figli.

- DOVE STATE ANDANDO?!
Sydney scoppia in lacrime terrorizzata, mentre io e Bella acceleriamo il passo lontano da loro. Presumo che sia sopraggiunto anche il marito della donna a tenerli stretti a loro, perché non sento nessuno correrci dietro.
- PAPA’! MAMMA!
Li sento urlare in coro i nostri nomi, e il mio cuore mi rimbalza nel petto. Vi stiamo abbandonando, non ve lo dimenticate. Ma non dimenticatevi neanche che lo stiamo facendo per voi, per garantirvi un futuro. Per far sì che crescerete, che avrete tutto quello che io e Bella non potremo mai avere: una vita normale. Pensate a noi come quelli che vi hanno fatto nascere e a quelli che vi amano. Pensate a noi come quelli che vi hanno salvato dalla morte di diventare un vampiro.

***


Sono passati venti anni. E ancora ricordo chiaramente cosa ho provato quando Bella mi è svenuta fra le braccia appena siamo tornati a casa dopo aver lasciato i nostri figli in custodia a quelle persone. Non aveva più forze. E appena ha riaperto gli occhi, tre ore dopo, è impazzita. Urlava, si dimenava, cercava di farsi del male da sola. E io non ho fatto altro che tenerla stretta a me, mentre mi graffiava il petto e mi lacerava il cuore. Mentre mi mordeva con tutta la forza che aveva assaporando la mia pelle cercando di provocarmi dolore. Ma so che non era quella l’intenzione. Voleva che io reagissi per ucciderla. Ma com’era prevedibile io sono sempre rimasto immobile, limitandomi a tenerla stretta con forza, non facendole male. Dopo tre settimane si è calmata.
Sospiro e fisso l’immagine dell’uomo di fronte a me: occhi ambrati, capelli rossi, pelle bianca. Non sono cambiato. Sono sempre io. Edward Cullen. Forse con venti anni in più, ma d’altronde non penso che si veda molta differenza. Anzi, non ce ne è affatto. Sospiro e distolgo lo sguardo dallo specchio per posarlo su una foto appoggiata al mobiletto di questa piccola stanza.
Sorrido amaramente, prendendola in mano. I miei bambini insieme a me e Bella quell’ultima estate. Chissà come saranno diversi adesso. Ormai hanno già trent’anni. E’ dura ammetterlo, ma i miei figli hanno tredici anni più di me. Da ridere, vero?
Deglutisco l’eccesso di veleno in bocca e riposo quella foto che mi sono portato da casa per darmi un po’ di coraggio per quello che sto per fare. Dopo trent’anni mi sono infatti deciso a sposare Bella. Giusto per darle un attimo di serenità e felicità dopo questi anni dolorosi lontano dai nostri pargoli. Sento la porta di questa stanzetta aprirsi, e il profumo di Alice si spande nell’aria.
- Sei molto bello. – mi dice sorridendo mia sorella, avvicinandosi a me ad accarezzarmi una spalla. Mi guarda con affetto e di slancio mi abbraccia.
- Ti voglio bene Edward. Te ne ho sempre voluto.
Mi lascia un attimo interdetto. Non è da lei fare simili uscite ne abbracciarmi in quel modo.
- Anch’io Alice.
Appoggio il volto sulla sua spalla. E’ incredibile quanto sia piccola. Eppure sento il suo abbraccio forte e saldo intorno alla vita.
Alla fine si stacca da me e la vedo commossa.
- Il mio fratellino si sposa.
Mi lascio scappare una risatina.
- Il tuo fratellino ha più di cent’anni. – replico sarcastico. Lei mi fissa con un ghigno.
- Complimenti, te li porti bene.
- Grazie, lo so. Mi tengo in allenamento.
Ride e mi aggiusta la cravatta cinerea, facendola cadere bene sulla camicia sotto bianca. Poi passa ad abbottonarmi la giacca anch’essa grigia.
- Penso possa andare. – le dico. In fatto di vestiti lei diventa pignola. Se vedesse una sola piega nel mio completo mi farebbe spogliare per fargliela stirare tutta.
- D’accordo. Però sbrigati. – la vedo fremere. Cosa le prende?
- Stai bene? – le chiedo preoccupato. Lei annuisce sorridendo. E’ tristezza quella che vedo nei suoi occhi?
- Sì Edward, sto benissimo.
Mi rivolge un sorriso caloroso, posando gli occhi sulla foto che fissavo poco prima che arrivasse.
- Mi mancano.
Il mio stomaco fa una capovolta.
- Anche a me.
- Ti piacerebbe rivederli?
Mi fissa illuminandosi, con uno strano luccichio negli occhi, quasi sapesse qualcosa che io ignoro.
- Certo. Ma so già che non devo, per cui non bisogna ricucirci su qualche fantasticheria.
Le parole mi sono uscite più dure di quanto volevo. Ma lei pare non prendersela e, anzi, mi sorride.
- Non fare il duro Edward. Sappiamo tutti e due che se te li ritrovassi davanti te ne fregheresti alla grande di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ti butteresti fra le loro braccia e basta.

- Può darsi.
- Già, può darsi. Comunque è ora di andare pen di carota.
- Ti odio quando mi chiami così.
- Pen di carota.
- Smettila.
- Pen di carota.
- ... Mostriciattolo!



- Vuoi tu, Edward Anthony Masen Cullen prendere la qui presente Isabella Marie Swan per onorarla e rispettarla finchè morte non vi separi?
- Lo voglio.
- Vuoi tu Isabella Marie Swan prendere il qui presente Edward Anthony Masen Cullen come tuo legittimo sposo per onorarlo e rispettarlo finchè morte non vi separi?
- Lo voglio.


Sorrido come uno stupido, mentre Bella, la mia Bella nell’abito più mozzafiato che io abbia mai visto, mi infila al dito l’anello. E’ stupenda: i capelli legati da una complicata pettinatura dietro alla testa le lascia libero il viso cristallino. Gli occhi, profondi pozzi ambrati, mi fissano con amore.

- Puoi baciare la sposa.

Non me lo faccio ripetere due volte. Le sorrido sghembo e la attiro a me posandole le labbra sulle sue. Dolci e talmente freddi da lasciarmi senza fiato.

Resto un attimo vicino a lei, aspettandomi applausi e riso volare, ma non arriva niente. Allora mi stacco un attimo da mia moglie e fisso tutti. Ci stanno fissando con uno sguardo intriso di malinconia. Cosa succede? Perché si comportano così?
Sento Bella irrigidirsi sotto il mio abbraccio. La vedo fissare tremante qualcosa all’ingresso della chiesa. Piano, alzo gli occhi verso quello che le ha attirato l’attenzione.
Mi sento mancare.

Laggiù, all’ingresso, sta avanzando piano una donna sui trent’anni con un vestito semplice, color bianco, con in mano dei fiori. Cammina a testa alta, col sorriso sulle labbra perfette, i capelli soffici castani le cadono sulle spalle. Gli occhi sono come due smeraldi, da cui traboccano lacrime sottili. Riconoscerei quel profilo fra milioni al mondo. Preso dall’emozione non mi accorgo che oramai è di fronte a me, con lo sguardo intriso di amore e tristezza trattenuta. Poi mi rivolge solo poche parole:
- Mi avevi promesso che al tuo matrimonio sarei stata la damigella.
Voce spezzata dai singhiozzi ma comunque sguardo fermo e luminoso.
Sbiascico solo il suo nome fra i tremiti.
- Sarah.
Annuisce, respirando irregolarmente. Deglutisce a fatica. Io rimango immobile, con Bella fra le braccia. E poi sento una voce squillante echeggiare nella chiesa:
- Noi vi amiamo, ed è per questo che mi abbandoniamo.
Chiudo gli occhi pronto a lasciarmi andare completamente a quella voce che sta pronunciando parole a me famigliari. Famigliari perché io e Bella le avevamo scritte in una lettera tanti anni fa…
- Non vogliamo che viviate un inferno. Dovete crescere, avere una vita normale. Andare per le vostre strade. Non vi stiamo facendo questo perché vi odiamo, lo facciamo semplicemente perché odiamo noi stessi. Scusateci se potete. Vi vogliamo bene. E vogliamo grandi cose da voi… ti amiamo Sarah, ti amiamo William e infine, ti amiamo Sydney.

Una voce straziata finisce di parlare fra le lacrime che sento scendere dai loro occhi.
- Anche noi vi amiamo.

Apro gli occhi e quello che vedo sono i miei tre figli. Cresciuti, con accanto degli sconosciuti probabilmente loro compagni di vita. E riconosco quasi a stento quel viso sbarazzino di Sydney, o lo sguardo tenero di Will. Sono cambiati. Sono cresciuti. Ma il loro sguardo è lo stesso. Dall’ultima volta che li ho visti sono diventati due donne e un uomo in piena regola. Come volevo che fosse. Come doveva essere fin dal principio.

Sorrido. Sono qui perché ci volevano rivedere. Lo so. Lo so perchè mi stanno fissando tutti con uno sguardo eccitato. Perché ci amano come amiamo noi. Perché in fondo noi saremo sempre i loro genitori. Quelli che gli hanno dato la vita e quelli che gliela hanno lasciata vivere. E mentre corrono tutti e tre ad abbracciarci, non posso che sentirmi completo, anche se so che non potremmo mai stare insieme. Ma a me basta che in questo momento siamo insieme… non importa sapere come hanno fatto a trovarci o a sapere che ci stavamo sposando, e non mi importa neanche se questo incontro imprevisto possa nuocere anche solo per un attimo alla loro vita. Voglio solo stare con la mia famiglia, non importa se per due ore o due anni. Questo piccolo frammento di felicità che mi sale su per il cuore me lo ricorderò in eterno. Qui con Bella, la mia ragione di vita; con la mia famiglia, quella che mi ha cresciuto.
E infine con i miei figli tornati per vederci un’ultima volta, ormai trentenni ma pur sempre nel mio cuore

bambini innocenti.

 

 

- The end -

 

 

 

+++


Che dire? Anch'io sono tristissima per questo finale, che so essere particolarmente cupo. Tuttavia alla fine spero si capisca che Edward e Bella l'hanno fatto per il loro bene, e comunque ho voluto anche sottolineare il fatto che loro non si sono dimenticati dei loro genitori. Li hanno cercati e alla fine è successo tutto quello. Spero di cuore che questa fanfiction vi sia veramente piaciuta come è piaciuta a me scriverla. Lo ammetto, mi ha preso fin dal principio da matti. E sono a dir poco commossa, avendo notato che nel capitolo precedente mi hanno commentato in venti. Ragazzi, siete fantastici, grazie ancora di tutto! Non so se scriverò un'altra fanfiction a più capitoli, perchè non sono sicura che potrà essere alla pari con questa che personalmente ho adorato scrivere tantissimo! Comunque - per vostra sfortuna - sarete invasi da qualche one-shot!
Per ora è tutto. Voglio salutare ancora i lettori e i recensori.
Un bacione, quindi, a:

 

_Nefer_
Laja

Meky

Shirahime88
___darklily___

kikka_hachi
ARAS

Pinefertari85
Amy89

kitty

 summers001

mouse
Franceskina

vampire knight

kiki91
francy91
rosy61

Fede3333
Miriel
Samy

 

 

Grazie ancora a tutti! Ci vedremo!
Un bacione

Lore-Minako

 

  
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