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Autore: EmaEspo96    10/10/2012    1 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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"L'uomo prese la mano gelida e ferita della ragazza morta. Stava piangendo, le sue lacrime cadevano calde bagnando le dita. Stringeva i denti per non urlare mentre carezzava il volto della ragazza.
<< Ti prego...riportala indietro. >> singhiozzò l'uomo verso la donna dai bei abiti che restava in piedi accanto al letto su cui poggiava la ragazza morta.
La donna guardò l'uomo mostrando un'impassibile espressione seria. Lui stringeva i denti mentre la guardava, ella sembrava restare calma.
<< Sei davvero sicuro di ciò che vuoi? La condannerai ad una vita eterna e maledetta. >> rispose la donna, guardandolo.
L'uomo annuì più e più volte, ormai avvolto dalla disperazione. Strinse maggiormente la mano inerme della ragazza morta giacente su quel letto.
<< Non mi importa! Voglio solo che tu mi restituisca mia figlia, voglio che tu mi restituisca Elisabetta! >> urlò verso la donna, piangendo.
Ella sospirò, non esitò più. Guardò la donna bruna poco più dietro di lei, una strega. Quest'ultima annuì nello stesso momento in cui l'altra donna si squarciò un polso con una lama, senza provare dolore, e lo fece ricadere sul viso della ragazza morta. L'uomo restò sconvolto. Bastarono delle formule magiche pronunciate dalla strega, del sangue ed un'anima per poter occupare quel corpo morto che giaceva sul letto. Poi un corpo caddè al suolo privo di vita, rinsecchito, e la ragazza si svegliò di sovrassalto cercando aria."
 
Erano tutte immagini che le vagavano per la testa mentre seguiva Stefan in quel bosco. Teneva lo sguardo basso sul terreno che calpestava sentendo i passi di Stefan poco più avanti. Eppure, era tanto sovrappensiero che non si accorse del fatto che lui si era fermato e gli finì debolmente contro.
<< Oh, scusa! >> esclamò Elizabeth indietreggiando di un paio di passi mentre guardava Stefan incuriosita.
Lui la fissò, poi sospirò in una maniera tale da fargli sembrare quel sospiro come una risatina.
<< Devi per forza seguirmi? >> domandò lui, voltandosi completamente verso di lei.
<< Ti dà fastidio? >> chiese lei di rimando, guardandolo.
<< No è che...dovresti essere a scuola adesso. >> aggiunse Stefan, continuando a sorriderle.
Il fatto che non fosse definitivamente morta era rassicurante per tutti, eppure vi erano ancora molti interrogativi su Elizabeth e su ciò che Tristano e Lapo sembravano volere da lei. Nessuno sapeva quando avrebbero attaccato di nuovo o cosa avrebbero dovuto aspettarsi da loro.
<< Anche tu dovresti essere a scuola. >> rispose Elizabeth, sorridendogli divertita.
Stefan sospirò e poi si voltò per guardarsi intorno.
<< E' alquanto imbarazzante pensare che mi guarderai mentre mangerò un coniglio. >> affermò lui, stavolta tenendo lo sguardo lontano da lei.
Elizabeth si mosse sorpassandolo di qualche passo e guardandosi attentamente intorno. Riusciva a sentire ogni cosa, stranamente si sentiva unita positivamente alla natura che la circondava. Il vento che soffiava sul viso sembrava migliore di quanto lo fosse stato in quegli anni, i versi degli animali lontani sembravano vicini. Era tutto nuovo e lei non riusciva a fare a meno di volerlo provare, come fosse una bambina.
<< Va bene allora, non ti guarderò. Quando arriverà il momento mi girerò e coprirò gli occhi. Anche se... >> disse lei fermandosi per qualche istante.
Roteò su sè stessa per portarsi col corpo verso Stefan, sorridendogli. Sembrava davvero una bambina, anche quando si muoveva, e Stefan lo notò divertito.
<< Anche se...? >> chiese lui curiosamente.
<< Tu mi hai guardata mentre io bevevo il tuo sangue. >> ammise timidamente.
Ancora sentiva il sangue di Stefan scorrerle dentro eppure era a conoscenza del particolare rapporto che avevano Stefan Salvatore ed Elena Gilbert, tanto che non riusciva ad ammettere niente di tutto questo. Stefan, intanto, la guardò per lunghi istanti e poi si voltò improvvisamente insieme a lei. C'era una volpe poco distante che li guardava attenta, furba, già pronta a scattare. Anche Stefan sembrava volerlo fare eppure ebbe troppa pena per quell'animale tanto da lasciarlo scappare nell'immensità del bosco. Elizabeth lo guardò, lo sentì sospirare e quasi le dispiaceva di essere un peso per lui in quel momento. Ma non voleva restarsene a casa, ad avvertire la solitudine. Elijah doveva sbrigare degli affari con Klaus e Rebekah, Damon era sparito ancor prima che lei si svegliasse, Abby era ritornata a casa e tutti gli altri avevano la scuola. Forse era lì il suo posto, a scuola. Fatto sta che poi guardò Stefan.
<< Facciamo così. >> iniziò a dire, attirando l'attenzione del Salvatore.
Lui la guardò incuriosito, restando in silenzio.
<< Faremo una gara. >> aggiunse Elizabeth, entusiasta.
<< Una gara? >> domandò Stefan sorpreso.
<< Si, una gara. Il primo che trova un coniglio, vince. >> continuò lei.
Stefan ne restò sorpreso e perplesso allo stesso tempo, tanto da non sapere cosa risponderle. La guardava fisso e lei colse il suo sguardo imbarazzandosi.
<< Se trovi tu il coniglio, potrai mangiartelo. In compenso, da parte mia, ti troverò qualche altro animale da mangiarti. >> iniziò ad elencare lei, seppur timidamente.
<< E se trovi prima tu il coniglio? >> le chiese Stefan.
<< Resterai a digiuno, o al massimo...mangerai solo il coniglio che ti ho portato. >> rispose lei.
Stefan sembrava quasi non voler accettare, eppure lesse nello sguardo di Elizabeth il bisogno di dover occupare quel tempo che le sembrava davvero vuoto, anche se con cose stupide come queste.
<< Il primo che trova un coniglio, tornerà qui. >> incalzò Stefan, raccogliendo un piccolo tronco e piantandolo bruscamente nel terreno.
Lei sorrise, sembrava contenta, poi sollevò una mano.
<< Al mio tre. >> disse verso di lui.
Stefan la guardò, era già pronto a scattare e sorrideva beffardo.
<< Uno... >> sussurrò Elizabeth, guardandolo.
L'espressione sembrava trasmettergli quella sfida. Al seguito sussurrò un due che trasmise ad entrambi maggiore tensione. Lei era solo divertita, per Stefan, invece, ne andava della sua fame. Quando scattò il tre, entrambi partirono verso direzioni diverse, muovendosi tra gli alberi. Quando Stefan partì si sentì quasi pentito, ma la sentiva muoversi tra gli alberi strusciando contro le foglie dei cespugli, calpestando ramoscelli lasciati in terra dall'autunno. Elizabeth si fermò nascosta dietro un albero qualche istante dopo, affacciandosi a guardare una piccola figura al centro di una radura che sembrava curarsi di qualcuno. Una docile ed indifesa lepre, presumibilmente madre, coccolava tre cuccioli della sua stessa specie. Lei rimase affascinata, quasi incantata a guardarli. Si espose un po' affacciandosi ulteriomente oltre l'albero. Avrebbe dovuto portare quelli a Stefan? No, lei aveva detto un coniglio, e per quanto la lepre gli somigliasse così tanto, le dispiaceva anche solo ad immaginarseli fra le fauci di Stefan. Abbassò lo sguardo per pochi istanti mentre azzardava passi insicuri verso la mamma lepre ed i suoi figli, la quale ovviamente sembrava già pronta a scappare. Elizabeth sorrise, scosse leggermente il capo e stranamente l'animale si calmò. Si avvicinava sempre più, avrebbe voluto toccarli. Da quanto tempo non vedeva un animale da così vicino? Probabilmente una vita intera, contando che non ricordava assolutamente niente qualche giorno prima. Ma qualcosa destò la lepre ed i suoi cucciolotti, già pronti a scappare. Qualcosa destò anche lei. Aveva sentito un rumore proprio lì intorno e non riusciva a distinguerne la vicinanza. Era vicino o era lontano? Tutto sembrava incredibilmente stravolto in quei giorni, in effetti. Iniziò a guardarsi intorno con un leggero accenno di paura, avrebbe dovuto accorgersi immediatamente di cosa stava succedendo eppure non riusciva a farlo. Sentì la lepre ed i suoi cuccioli scappare via e lei rabbrividì. Solo improvvisamente due forti braccia la strinsero ad altezza delle braccia, bloccandogliele, era una presa incredibilmente forte quella che rischiava di spezzarle ogni osso pur di tenerla ferma. Le si raggelò un urlo in gola quando si sentì improvvisamente in trappola. Sentiva un alito pesante abbattersi sul suo limpido collo, sentiva qualcuno bramarla come farebbe un affamato davanti ad una bistecca. E nel momento stesso in cui sgranò gli occhi spaventata, quel qualcuno che la teneva ferma spalancò le fauci piantando dolorosamente due canini aguzzi nel suo collo: solo in quel momento lei gridò. Fu un urlo da far raggelare il sangue che si espanse in tutto il bosco, un urlo che giunse anche alle orecchie di Stefan e che gli fece scappare il coniglietto che aveva finalmente trovato.
<< Elizabeth! >> esclamò lui, guardandosi furiosamente intorno per riuscire a rilevare la provenienza di quell'urlo, cosa che non gli risultò nemmeno troppo difficile. Iniziò a correre, corse in maniera disumana non badando a niente di tutto ciò che incontrava lungo il tragitto.
Elizabeth si dimenava tra le braccia di quell'essere, gli occhi si gonfiarono immediatamente di lacrime mentre si iniettarono di sangue facendo apparire quelle venature e quei canini all'interno della bocca. Si muoveva con forza eppure l'uomo non pareva aver intenzione di lasciarla, le faceva soltanto provare la dolorosa sensazione del sangue che veniva tirato via. Non riusciva a muoversi più di quanto stesse facendo, l'aveva catturata così forte da impedirle di attaccarlo in qualsiasi modo. Provava anche a calciarlo via nonostante le stesse dietro, provava a spingersi indietro ma tutto quello che ottenne fu solo una perdita dell'equilibrio che la portò ad impattare col petto a terra, con l'uomo disteso su di sé. La teneva inchiodata al suolo mentre lei si agitava, urlava, quando d'un tratto tutto si alleggerì. I canini dal proprio collo sparirono e sentì un forte tonfo dietro di sé, il rumore di qualcuno che impattava contro un albero. Il vampiro finì con la schiena direttamente contro un albero grazie a Stefan. Elizabeth voltò lo sguardo a guardarlo e quasi nello stesso istante Stefan fece lo stesso, attratto dal sangue che sgorgava dalle ferite sul collo di Elizabeth. Eppure era sangue di vampiro ma aveva un odore tremendamente delizioso. Non si accorse in tempo che il vampiro, intanto, si era rialzato e corse verso Stefan velocemente braccandolo come un giocatore di rugby.
<< No, Stefan! >> urlò Elizabeth vedendolo impattare contro un albero sotto la pressione del nemico.
Il Salvatore si agitò e poi contrastò la forza del vampiro mostrandogli i suoi canini minacciosamente, sferrava calci e pugni che il vampiro nemmeno riusciva a schivare e poi lo lanciò di nuovo indietro. Rotolò su sé stesso un paio di volte mentre Stefan si riprendeva. La mancanza di sangue, la fame, l'odore di Elizabeth sotto il naso lo distraevano, e non poco. Corse verso il vampiro nel momento stesso in cui lui afferrò un grosso e robusto ramo dal suolo e quando Stefan gli fu addosso, velocemente lo infilzò con quell'arma improvvisata. Colpì ad altezza dello stomaco, involontariamente, non causandone la morte. Elizabeth sentì il gemito di dolore di Stefan e lo vide accasciarsi al suolo, sgranò gli occhi che in poco tempo si iniettarono ancora una volta di sangue. Si alzò di fretta, una fretta disumana e poi sorpassò Stefan raggiungendo il vampiro. Lo afferrò per i capelli sollevandogli forte e violenta la testa prima di squarciargli la gola con i denti. Lo fece in maniera famelica, feroce, sino a strappargli fino all'ultima goccia di sangue ed infine una mano mirò al petto, penetrandolo e strappandone il cuore. Si nutrì, lo fece essiccare ormai morto e poi lo lasciò cadere al suolo. Solo in quel momento si voltò preoccupata verso Stefan, per quanto lei sembrasse un mostro con lo sguardo da vampiro, quei canini in mostra ed insanguinati e quel sangue che le sgorgava dalle labbra. Stefan soffriva, afferrò il ramo piantato nel suo stomaco e lo estrasse guardandola, sembrava quasi sudare freddo. Cercò di portarsi in piedi dolorosamente tanto che lei riuscì a comprendere ciò che gli serviva.
<< Stefan, mangia muoviti. >> gli disse, scoprendosi il collo.
Stefan la guardò perplesso, poi scosse la testa debolmente per quanto attratto da lei, in quel senso.
<< No Stefan, ne hai bisogno. Non vanno bene solo i coniglietti, non vedi che ti sei fatto mettere al tappeto quasi subito? >> fece lei, avvicinandosi di un passo verso Stefan che, di rimando, indietreggiò nonostante gli occhi si stessero iniettando di sangue e quelle venature avevano fatto la loro comparsa sotto i suoi occhi.
<< Non ti avvicinare... >> sussurrò lui, ai limiti del suo controllo.
<< Stefan...sei corso in mio aiuto, ti ho solo disturbato stamattina ed ora...hai solo bisogno di mangiare. >> lei le disse < ...Io non posso morire. >> aggiunse.
Non poteva morire, ma nonostante questo aveva comunque paura quando si ritrovava vittima come qualche istante prima. Si ritrovò Stefan addosso in pochi istanti. Si precipitò su di lei facendola ricadere a terra, standole sopra. Le stringeva le spalle mentre la guardava. Lei si sentì ribollire in volto. Per un attimo sussurrò il nome di lui poi strinse gli occhi quando sentì i canini di Stefan penetrare quelle stesse fessure lasciate dal precedente morso ricevuto, che non erano ancora guarite.
 
"<< Lui chi è? >> domandò la ragazza dai capelli rossi all'affascinante uomo che le stava sul fianco, stretto in abiti ottocenteschi.
La ragazza indicò un ragazzo che camminava lentamente lungo la strada insieme ad una donna dall'inestimabile bellezza con in mano un ombrellino. Elijah guardò Katherine e Stefan, poi andò a guardare Elizabeth.
<< Perché ti interessa? >> le domandò e lei spostò lo sguardo intimidita, Stefan si era accorto che lei lo stava fissando.
<< Si chiama solo curiosità. >> rispose lei alla domanda dell'Originario, accennando a ritornare a guardare il Salvatore.
<< Si chiama Stefan Salvatore. E quella donna è Katherine Pierce, anche meglio conosciuta come Katerina Petrova. >> rispose Elijah.
<< Quella...Katerina Petrova? >> chiese Elizabeth, andando a guardare curiosamente l'Originario.
<< Esattamente. >> continuò a rispondere Elijah, prima di voltarsi ed accennare a continuare la loro passeggiata.
Elizabeth guardò Stefan per un'ultima volta. Fu una delle prime volte che lo vide, così elegante. Riusciva a leggerne la personalità anche standogli a metri di distanza, riusciva a leggerne i pensieri, riusciva a saggiarne l'animo buono.
<< Vuoi conoscerlo? >> chiese Elijah ad Elizabeth.
La ragazza esitò qualche istante, avrebbe voluto dirgli di sì. Poi si voltò insieme ad Elijah e gli si mise a braccetto, guardando orgogliosamente ed elegantemente davanti a sé. Scosse il capo debolmente, poi iniziò ad avanzare trascinandosi dietro anche Elijah.
<< Va bene così. >> rispose, accennando a guardare indietro per altri istanti. Non sapeva, a quel tempo, quanto se ne sarebbe pentita in futuro."
 
Stefan non riusciva a credere a ciò che aveva fatto. Eppure si era controllato. No, non l'aveva fatto, era stata Elizabeth a spingerlo via quando ormai sentiva il suo cuore faticare a pulsare del nuovo sangue. Lei ci aveva messo un po' a calmarlo ma nonostante questo, erano riusciti entrambi a tornare a casa vivi. Ripensò a quando l'aveva visto per la prima volta, ripensò a come si sentiva...non era per niente diverso da come si sentiva adesso. Camminava qualche passo dietro di lui prima di raggiungere la porta d'ingresso della dimora dei Salvatore che Stefan aprì con una certa violenza, impazienza. Damon, che se ne stava all'interno a sorseggiare un po' dei suoi alcolici, accennò un sorriso beffardo sentendoli arrivare.
<< Oh, fratellino! Hai trascinato anche Elizabeth a cacciare i coniglietti del bosco? >> domandò sarcastico verso il fratellino.
Elizabeth entrò subito dopo Stefan e guardò Damon abbassando lo sguardo, avrebbe voluto riprenderlo ma ci pensò Stefan ignorandolo ed avviandosi verso il piano di sopra. Damon restò sorpreso, poi guardò Elizabeth che richiuse la porta ed avanzò di qualche passo verso l'interno. Si guardava intorno attenta.
<< Dov'è Elijah? >> chiese verso Damon.
<< Cos'è successo nel bosco? >> domandò Damon verso di lei.
Le strappò un accenno di nervosismo che si mostrò nell'espressione.
<< Damon, ti prego, non rispondermi con un'altra domanda. >> chiese lei educatamente.
<< Allora tu rispondi alla mia. >> disse Damon, avvicinandosi a lei. << Cos'è successo nel bosco? >> domandò ancora una volta, fissandola intensamente.
Elizabeth lo guardò dritto negli occhi, riuscì a vedere quella sorta di preoccupazione nell'animo di Damon che la lasciò abbastanza perplessa. Si preoccupava per lei? E perché? Lei deglutì, poi sospirò scocciata.
<< Non è successo niente. Abbiamo cacciato coniglietti. >> rispose, spostando lo sguardo.
Lui le prese il viso e la forzò a guardare nella sua direzione.
<< Elizabeth. >> sussurrò verso di lei.
<< Perché ti preoccupi così tanto per me? >> domandò immediatamente la rossa.
<< Ed io perché non dovrei? >> chiese Damon di rimando.
Lei si zittì, poi sollevò una mano e scostò la sua.
<< ...Sono stata aggredita da un vampiro, Stefan mi ha salvata e poi gli ho offerto un po' del mio sangue. >> rispose Elizabeth tutto d'un fiato.
Damon la guardò per lunghi istanti, sembrava ferito. Elizabeth lo guardò perplessa, aggrottò le sopracciglia mentre il Salvatore si fece indietro lasciandole la possibilità di spostarsi.
<< Elijah non è ancora tornato, è ancora con Klaus e Rebekah. Sai com'è, una giornata tra fratelli... >> sussurrò Damon, sorridendo alla sua maniera strafottente.
Lei non poté fare a meno di continuare a guardarlo stranita, vedendolo sparire verso le altre stanze di quell'enorme casa. Avrebbe dovuto rincorrerlo e chiedere spiegazioni? Doveva anche calmare Stefan per quanto successo al bosco, almeno calmarlo definitivamente. Sospirò e si voltò verso le scale per iniziarle a salire. Più le saliva e più sentiva l'odore e la presenza di Stefan, tanto da riuscire a capire in quale stanza si trovasse. Si fermò davanti alla porta e bussò un paio di volte senza ricevere risposta, poi entrò maleducatamente. Lo vide seduto ai piedi di un letto con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Stefan... >> sussurrò entrando nella stanza.
Lui voltò lo sguardo verso di lei e poi lo spostò subito dopo.
<< E' normale, credimi. Anche Damon non si trattenne la prima volta. >> disse lei verso di lui.
<< Per me è così sempre. >> rispose Stefan immediatamente.
<< Però...Però guardati. Non sei impazzito, non stai cercando di azzannarmi o chissà che altro. >> affermò lei ironicamente.
D'un tratto si ritrovò Stefan contro che la spingeva contro la porta, facendola impattare con la schiena. Lei sussultò inizialmente mentre lo guardava, lo sentiva ringhiare contro di sé in costante lotta con sé stesso.
<< E' perché mi sto trattenendo, Elizabeth! Non riesco a togliermi dalla bocca il sapore del tuo sangue! >> le urlò in faccia.
<< Stefan, calmati... >> sussurrò Elizabeth debolmente.
Gli occhi di Stefan si iniettarono di sangue mentre si abbassavano sul collo di Elizabeth. Aveva di nuovo fame, avrebbe voluto morderla di nuovo. Lei lo vide, tremò appena e poi sollevò una mano sfiorando il viso di Stefan. Tremava, lui lo sentì, lo guardava sognante. Stava davvero accadendo? Era davvero così vicina a Stefan? Lui sollevò lo sguardo verso di lei e la fissò mentre sentiva quelle dita tremanti carezzargli delicatamente una guancia.
<< E' stato il ringraziamento per avermi dato da mangiare, l'altra sera. Per avermi salvato la vita... >> gli disse, ma non continuò la frase.
Scostò immediatamente la mano dal volto di lui quando lo vide calmarsi, lo sentiva tirare profondi sospiri e vide i suoi occhi ritornare alla normalità. Per alcuni istanti si perse in quel verde profondo, per alcuni istanti la mano continuò a fremere. Poi Stefan si scostò e lei si allontanò dalla porta.
<< Non permetterò che tu impazzisca. >> gli sussurrò lei, decisa.
<< Perdonami. >> rispose lui.
Lei scosse il capo, sussurrandogli un "va tutto bene" che gli strappò un leggero sorriso. Nello stesso momento sentì Elena di sotto arrivare, ne avvertì la presenza e ne sentì il profumo. In quell'istante si sentì sbagliata, non avrebbe dovuto essere lì con Stefan, non avrebbe dovuto offrirgli il suo sangue. Si voltò, aprì la porta ed uscì senza degnarlo più di alcuna parola, di nessuno sguardo.
   
 
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