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Autore: Bale    10/10/2012    2 recensioni
[PERSON OF INTEREST]
A volte il passato, inesorabilmente, ritorna...
SPOILER PRIMA STAGIONE
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VII



Jessica si sentiva nervosa. Era seduta davanti alla tv accesa, ma non la stava guardando realmente.

Pensava a John.

Le aveva promesso di risolvere la sua situazione. Era andato a parlare con l’uomo che, secondo le loro informazioni, aveva intenzione di farle del male.

Erano passate diverse ore ormai. Allora perché non tornava?

All’improvviso il telefono squillò facendola sobbalzare.

Jessica si alzò pazientemente dal divano e andò a recuperare il telefono cordless che aveva lasciato in camera da letto. Fece un profondo respiro, poi si decise a rispondere.

-Pronto?-   la voce le uscì a malapena.

-Ehi, Jess!-

Era Rachel. Jessica per un attimo si sentì stupida: avrebbe dovuto prevederlo.

-Sei malata sul serio?-

-Ehm…sì-    rispose lei, fingendo qualche colpo di tosse.

-Naaaaa, non ci credo. Sai cosa penso, invece?-

Jessica non si premurò di rispondere alla sua amica, tanto sapeva che le avrebbe spiattellato comunque la sua versione dei fatti.

-Secondo me ieri sera hai rivisto il tuo ex, stanotte avete fatto bagordi e stamattina eri troppo stanca per venire in ospedale-   riferì con tono soddisfatto.

Jessica riusciva quasi ad immaginarsela con quel suo ghigno compiaciuto sul viso rotondo.

-Non stanno affatto così le cose-    protestò stancamente.

Per un attimo fu tentata di raccontarle tutto dal principio. Avrebbe voluto parlarle della sua passata storia d’amore, di come era finita, avrebbe voluto raccontarle quell’assurda storia della Macchina e del nuovo lavoro di John, avrebbe voluto rivelarle la strana sensazione che aveva provato rivedendolo.

-Oh sì certo-    la prese in giro Rachel.

-Domani torno in ospedale-

-E come mai? Il tuo Principe Azzurro stasera fa sciopero?-   la prese in giro l’amica.

-No, è solo che mi sento meglio. L’Aspirina fa miracoli, lo sai?-

Scoppiarono a ridere entrambe e proseguirono la loro chiacchierata.

Rachel raccontò di aver incontrato un gran bel tipo in tram, dell’operazione che aveva affrontato il giorno prima, del vestito blu che aveva visto in una vetrina in centro e che voleva assolutamente comprare.

All’improvviso, però, qualcuno bussò alla porta.

-Devo andare-    la liquidò Jessica senza attendere risposta.

Doveva essere John.

Andò alla porta e la spalancò senza la minima esitazione. Era ansiosa di sapere, era ansiosa di vederlo.

-Mi dispiace, ma c’è voluto un po’-   esordì lui.

Jessica si fece da parte per farlo entrare.

-Cosa è successo?-

John si strinse nelle spalle.

-Gli ho parlato. Mi ha fatto molta pena. E’ un uomo distrutto, ma anche un uomo molto ragionevole. La moglie è morta qualche anno fa di cancro, poi anche suo figlio. Lui ha passato la vita a prendersi cura di loro, non sarebbe stato in grado di togliere la vita a qualcuno. Io ho cercato solo di farglielo capire-

Era rimasto in piedi in cucina, Jessica invece si era seduta al tavolo e pendeva dalle sue labbra.

Solo alla fine di quel toccante racconto notò la chiazza di sangue che si espandeva sulla camicia di John all’altezza dell’ombelico.

Balzò in piedi spaventata.

-Oh, non è niente!-   esclamò lui per tranquillizzarla. In realtà provava un dolore lancinante, ma era sempre stato abituato a nasconderlo.

-Cosa ti è successo?-   chiese lei avvicinandosi a bocca aperta e scostandogli la camicia.

-Diciamo che all’inizio non è stato molto collaborativo-

-Con cosa ti ha colpito?-

Non era per niente una cosa da nulla e non ci voleva certo un medico per capirlo.

-Un coltello-    rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Un coltello?-   

Jessica sgranò gli occhi.

-Era piccolo-    si giustificò lui.

-Vai in camera da letto e sdraiati. Devo ripulirti la ferita-

Si precipitò in bagno e recuperò un flacone di acqua ossigenata, del cotone, delle garze e qualche cerotto.

Entrò in camera di corsa e lo trovò lì, steso sul suo letto esattamente come molti anni prima.

La sua mente fu bruscamente riportata indietro.

Rivide per un attimo i loro due corpi svestiti scossi da fremiti di piacere. Erano felici.

Scosse la testa e ritornò al presente.

-Togliti la camicia-   ordinò senza riuscire a guardarlo negli occhi.

Si sforzò di mantenere un tono ed un atteggiamento professionale, ma le riusciva assai difficile. Quello che aveva davanti non era un paziente qualsiasi. Era John.

Si avvicinò al letto con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata e si chinò per pulire la ferita. Per fortuna non era molto profonda.

-Brucerà un po’-   si scusò.

Lui sorrise.

Jessica deglutì a fatica prima di abbandonarsi al contatto con il suo addome.

-Non è molto profonda-

-Lo avevo detto che non era nulla-

Si sentiva a disagio. L’uomo più affascinante che avesse mai visto era steso mezzo nudo sul suo letto e lei si sentiva una perfetta idiota mentre tentava a fatica di ripulire il sangue che circondava la ferita che si era beccato per difendere lei.

-Non serviranno i punti-

-Mi avresti messo i punti? Qui?-

-So usare ago e filo. Ho cucito le tende dell’appartamento di mia sorella-   tentò di sdrammatizzare lei.

Lui rise. Il suo addome sussultò per qualche secondo.

-Fermo, fermo!-    lo intimò, faticando anche lei a soffocare le risate.

Finì di ripulire la ferita con cura, poi la medicò con delle garze.

-E’ troppo stretta?-   disse indicando la medicazione.

-Va benissimo, grazie-

-La tua camicia è strappata e sporca di sangue. Ti servirà un ricambio-

-Non importa…-

Jessica andò verso l’armadio e lo aprì. Si chinò e prese qualcosa da un cassetto in fondo.

-Ho ancora la tua vecchia maglietta. Quella grigia che mi prestavi per dormire. Non te l’ho mai restituita-

-La usi ancora per dormire?-   chiese lui quasi commosso.

Lei annuì e si avvicinò a lui con la maglietta stretta tra le braccia.

-Magari poi me la restituisci. Sai, è un ricordo-   disse chinandosi su di lui.

In tutta risposta, John si sollevò leggermente, quel tanto che bastava per toccare le labbra di Jessica con le sue.

Le lasciò un dolce bacio sulle labbra prima di infilarsi la maglietta e scomparire da dove era venuto.

   
 
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