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Autore: _Haily_    10/10/2012    1 recensioni
Gervhart, un uomo che costretto dalla guerra, abbandonò la sua terra, Edras, quando era ancora un bambino.
Cresciuto, vuole far ritorno alle sue origini, per trovare la vendetta che cerca da anni. Aiutato da Raki, sua amica d'infanzia, che nasconde uno straordinario segreto, il vecchio Rhoderich e la sensuale Asha, 'arma' di Gervhart, faranno ritorno a Edras, riscoprendo in esso, tutte le verità che si celano dietro al Re Nero.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Son stata velocissima a scrivere questo capitolo >W< è tutta colpa di questa storia che mi ha preso così tanto e finalmente è arrivato il momento di scrivere tante belle scene che mi sono immaginata <3
Questo capitolo è un inno alla Gervhart/Raki lo ammetto XD ma aspettate a tirare certe conclusioni, perchè siamo solo all'inizio =W= però voglio dirlo...Gervhart, non ne capisci proprio di donne eh?! <3
E continuo ad amare sempre di più Asha ;W; il suo modo così malizioso mi prende troppo! Cadrei ai suoi piedi =ç=
Posso dire con certezza che il prossimo capitolo svelerà uno dei tanti misteri che circonda questa storia, quindi alla prossima gente <3


Capitolo 10

Sbarco.Compagni ritrovati.Tu rimani sempre tu







Da quando Raki aveva avvistato quella sottile linea nera, che erano le terre di Edras, non aveva lasciato il suo posto a prua, come una di quelle bellissime polene che le navi più grandi mostravano come segno di ricchezza. Ma lei non era finta, non era di legno scolpito o d'oro, lei era vera, viveva. I suoi capelli corvini mossi dalla brezza marina, i ciuffi più lunghi che si dimenavano più forte e quel suo lieve sorriso, che non aveva mai abbandonato il suo viso, continuava a sorridere e gli occhi ambrati le luccicavano.
Gervhart la fissava, vederla così tranquilla lo faceva stare bene, ma da una parte aveva il timore che dietro quella sua serenità potesse nascondere le sue debolezze e non sapeva, arrivati a Edras, come avrebbe potuto reagire.
-Cambiamo direzione. Non arriveremo direttamente al porto di Edras, troppo rischioso per voi. Vi farò scendere su una delle rive più nascoste, sperando di non incappare in qualche sentinella di guardia.-
Selva, al timone, sembrava piuttosto calmo, forse perché sapeva bene come muoversi in quelle acque, oppure anche lui stava cercando di nascondere il suo nervosismo.
Più si avvicinavano, più quella linea scura prendeva forma e colore, la vegetazione che si faceva sempre più intensa, così rigogliosa e verde, quella natura così incontaminata che sembrava non aver subito gli effetti della guerra, sembrava rimasto immutato per anni.
Costeggiarono lentamente la riva sempre con un occhio di riguardo e le orecchie ben tese, anche se l'unico rumore era quello dell'acqua e degli uccelli che cantavano o che sia alzavano in volo al loro passaggio, muovendo gli arbusti.
Cominciarono ad addentrarsi quando dal mare, le rive si chiudevano, andando formare un fiume che passava attraverso le terre di Edras.
Gervhart sussultò. Stralci del passato cominciarono a ronzargli in testa, uno dopo l'altro, quel giorno di 17 anni fa, proprio lì, con una piccola imbarcazione fuggivano dal loro villaggio in fiamme, con una piccola Raki spaventata e sua madre, era stato proprio lì che quell'uomo col tatuaggio di serpente l'aveva uccisa.
Ma diversamente da allora, stava tornando, non stavano più fuggendo, accompagnato da degli amici, persone di cui si fidava, i suoi occhi più grandi ora potevano vedere oltre al passato e guardare ad un nuovo futuro, e aveva una promessa da mantenere: proteggere Raki, che adesso non era più una piccola bambina indifesa, ma rimaneva sempre una persona importante e non avrebbe mai più dovuto soffrire.
Ripercorrere a ritroso quel fiume gli faceva uno strano effetto, quasi un ritorno al passato e più ci pensava e più aveva timore che Raki potesse ricordare quei brutti momenti. Continuava a fissarla, ma le sue espressioni di stupore non lasciavano presagire nessun tipo di tristezza.
Quando trovarono una rientranza ben nascosta dalla vegetazione, attraccarono la piccola nave. Date le circostanze, avere una nave così piccola aveva i suoi pregi.
Erano arrivati a Edras, dovevano essere contenti per essere riusciti in un'impresa così folle, eppure si respirava una strana atmosfera.
Rhoderich sospirò rumorosamente, Asha non proferì parola, ma continuava a guardarsi intorno, l'unica che sembrava realmente felice pareva Raki.
Fu la prima, che appena lo scafo tocco la riva di sabbia, corse giù dalla barca, preoccupando Gervhart.
-Raki, aspetta!-
Ma non era bastato. La ragazza saltò giù e appena i suoi piedi toccarono la sabbiolina bianca il suo cuore abbe un fremito, le venne uno strano brivido lungo la schiena, ma era tutta la tensione che aveva in corpo, che in quel momento stava pian piano sparendo.
Era subito venuto il turno di Gervhart, seguito a ruota da Asha e da Rhoderich che gentilmente la aiutò a scendere.
Selva li guardò dall'alto della nave, vedeva le schiene di Raki e Gervhart, l'uno accanto all'altra e non poté fare a mento di sorridere, forse gli ricordavano i suoi tempi passati.
-Mmmmh! E' stato un viaggio impegnativo!-
Rhoderich si stiracchiò, per poi sentire uno strano gorgoglio che venì dalla pancia di qualcuno.
Si voltarono tutti verso Raki.
-Che c'è? Ho solo fame!-
Arrossì lievemente.
-Prendi!-
Selva arrivato alle spalle, gli lanciò un sacchetto.
-Lì ci sono un po di cose da mettere sotto i denti, puoi dividerla con l'altra ragazza se vuoi.-
-E per noi?-
Chiese Rhoderich spazientito.
-Voi potete cavarvela da soli.-
Sviò lo sguardo e fece spallucce, quasi a dare le spalle al vecchio.
Rhoderich sospirò un 'Dannato!', ma non lo fece con cattiveria, anzi, i loro battibecchi erano per non mostrare quando in realtà se la intendessero.
-Selva…-
Ghervhart si trovò davanti a lui, da sotto le folte sopracciglia poteva vedere il suoi occhi verdi illuminarsi di luce propria ed era bello vedere come un ragazzo così giovane aveva così tanto rispetto per un uomo anziano che aveva conosciuto da poco.
-Grazie mille….di tutto.-
Non aveva mai trovato un ragazzo così serio, forse era stata proprio la sua lealtà a fare si che lui si fidasse di loro, a costo di rimetterci la pelle, in quei tempi duri.
Questa volta era il marinaio che porgeva la mano al ragazzo e come fu quella volta, le due mani di età diverse, ancora una volta si incontrarono in una stretta salda e piena di calore.
-E' stato un vero piacere. Mi raccomando…state attenti. Questo è un biglietto di sola andata.-
Gervhart sorrise e annuì col capo.
Salutò Rhoderich con una stretta di mano e una pacca sulla spalla, Asha gli diede un bacio sulla fronte e lui arrossì blaterando qualcosa.
Quando fu il momento di partire, voltando le spalle alla nave, Selva attirò l'attenzione di Raki.
-Ragazzina non stai dimenticando qualcosa?-
Si paralizzò. Era vero che arrivati le aveva promesso un certo 'pagamento'.
Selva serio attendeva una risposta a braccia conserte.
La ragazza si grattò la testa imbarazzata.
-Ah già è vero…me ne stavo dimenticando.-
Raki partì a passo svelto verso il vecchio, Gervhart lo aveva notato, il pugno serrato che Raki avrebbe fatto arrivare dritto sul naso di Selva, anche se sapeva che il vecchio non voleva nessuna ricompensa, come gli aveva detto lui.
Proprio quando erano uno di fronte all'altro, Selva le fece ciondolare davanti agli occhi una collana, dalla quale pendeva una bellissima pietra rossa, ben levigata, tenuta ferma da un filamento dorato.
Raki rimase sconcertata, non si aspettava una cosa del genere, ma anche incantata a guardare quel ciondolo che rifletteva i raggi del sole.
-Voglio darti questo. Per me è un ricordo importante. E' stata lavorata a mano da una persona speciale, vorrei che lo tenessi tu.-
Lo appoggiò sul suo palmo, pareva quasi calda.
-Ma se è un ricordo così importante…perché lo vuoi dare a me?-
-Perchè lei avrebbe voluto così. Hai bisogno di tutta la fortuna possibile d'ora in poi.-
Raki incrociò lo sguardo di Selva, quegli occhi azzurri che nascondeva sotto le sue folte e bianche sopracciglia, poté vederci anche un pizzico di malinconia.
-Grazie, lo terrò con cura.-
Forse faceva crescere la barba per nascondere i suoi sorrisi più dolci, ma Raki lo aveva potuto vedere, quel sorriso che non si spense, neanche quando li vide scomparire tra la vegetazione di Edras.

Raki rimaneva sempre più avanti degli altri, non si era mai voltata, era come una bambina persa in un parco divertimenti e Gervhart pareva preoccupato come un papà.
-Raki non correre!-
Ma lei sembrava non sentire, anzi, si era tranquillamente presa una mela dal sacco che Selva gli aveva dato e se la sgranocchiava.
-Ti stai preoccupando un po troppo.-
Rhoderich gli sorrise amorevolmente, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Certo che mi preoccupo. Una volta potevo solo preoccuparmi delle bestie feroci…ma ora devo preoccuparmi anche delle persone. Tu non sei preoccupato?-
Il vecchio si sistemò lo zaino in spalla.
-Tranquillizzati. Se sei preoccupato, anche il resto del gruppo lo diventa. Credimi, son dieci volte più preoccupato di te…ma cerco di non mostrarlo.-
Ma quella tranquilla atmosfera venne rotta dal grido spaventato di Raki.
Gervhart e Rhoderich corsero sul posto, facendosi spazio tra il fogliame e saltando le radici che spuntavano dal terreno.
Trovarono Raki per terra, che fissava preoccupata uno stallone nero davanti a lei, possente e massiccio, si potevano vedere i muscoli sul suo manto lucido, contrarsi ogni volta che pestava pesantemente i suoi zoccoli per terra, alzando polvere.
Sembrava comunque vecchio, i segni delle ferite che portava sul corpo potevano confermare che aveva vissuto parecchio tempo e non sembrava fosse addomesticato. Continuava a nitrire e soffiare, scalciando sempre più forte ad ogni movimento dei quattro.
-Me lo sono trovata all'improvviso davanti! Ho preso un colpo!-
Raki si rialzò, avvicinandosi a Gervhart.
-Non mi sembra molto amichevole.-
Contestò Rhoderich che teneva pronta una mano sull'elsa della spada.
-C'è un motivo…-
Asha indicò un punto più nascosto, dove i rami si intrecciavano tra loro formando quasi una copertura e lì, un cavallo nocciola leggermente più piccolo dello stallone, rimaneva sdraiato a terra.
-Sta solo proteggendo la sua compagna ferita.-
Infatti la puledra aveva una ferita aperta su una zampa e pareva soffrirne parecchio.
Ma in quel momento pareva che allo stallone interessasse solo una persona di cui non distoglieva gli occhi di dosso, lo stesso faceva Gervhart, per qualche motivo i due sembravano avere la stessa sensazione.
Il ragazzo si avvicinò con cautela al cavallo.
-Harty cosa fai? Fermati!-
Ma non si fermò. Continuava a fissare negli occhi neri quell'animale, mentre lui scalciava più forte causando un gran polverone e nitriva arrabbiato.
Quando furono faccia a faccia, come due animali a confronto, il cavallo si fermò, facendo rimane col fiato sospeso gli altri.
Il ragazzo alzò delicatamente la mano e gli accarezzò il muso.
Il cuore di Raki trasalì, come se le fosse tornata in mente una scena di tanti anni fa.
Gervhart sorrise dolcemente.
-Ci avete aspettato per così tanto tempo?-
Lo stallone nitrì come se fosse una risposta, dandogli un buffetto con il muso sul viso del ragazzo.
Adesso Raki ricordava. Quei cavalli che avevano abbandonato quel giorno sulla riva, il suo cavallo marrone e il destriero nero di Gervhart alla quale era molto affezionato, erano ancora lì, cresciuti come loro, ad aspettare il ritorno dei loro padroni.

Il cavallo li aveva fatti avvicinare alla sua compagna ferita.
Avevano ungenti e erbe medicinali, nello zaino e nella sacca che i due uomini portavano c'era tutto il necessario, da particolari erbe e oli, fasciature, coperte e una tenda in caso di brutto tempo. Sapevano che non sarebbero stati accolti braccia aperte in una locanda, se ancora ce n'erano a Edras.
Asha sembrava a suo agio a curare le ferite della puledra.
-Wow! Sei perfino capace di curare un cavallo!-
Fischiettò Rhoderich fissando il lavoro minuzioso della Necromorpher, seduta vicino all'animale.
-Vivere per così tanti anni ti insegna svariate cose…non puoi immaginare quanto io sia acculturata in certi 'ambiti'.-
Si voltò verso di lui con un sorriso malizioso e gli occhi di chi vorrebbe mangiarti, lui di tutta risposta si avvicinò al suo viso, quasi sentiva il suo respiro dolce provenire dalle sue labbra morbide e invitanti.
-Perchè non mi rendi partecipe delle tue conoscenze?-
-Non riusciresti a stare al mio passo…vecchio.-
-Perchè non mi fai provare?-
Prima ancora che la sua mano potesse appoggiarsi sulla coscia scoperta della ragazza, Raki prese per il colletto il vecchio e lo tirò indietro.
-La vuoi smettere vecchiaccio pervertito? Mi dai il voltastomaco!-
-Ammettilo che sei gelosa. Se vuoi possiamo rendere partecipe anche te…-
Raki arrossì, piena di rabbia e imbarazzo.
-Stai zitto!-
Gli tirò un calcio nel di dietro, che lo fece andare a sbattere contro lo stallone che nitrì indispettito.
-Hei bello…tu puoi capirmi eh?!-
Gli diede due pacche amichevoli sul collo.
-Abbiamo entrambi una grande 'dote' là sotto.-
Ammiccò.
Raki si cacciò una manata sulla faccia, parlando tra se e sè.
-E' insopportabile…-
-Gervhart di un pò…-
Richiamò l'attenzione del ragazzo che se ne stava poco più in là a guardarsi intorno.
-Ma gli avevi dato un nome a questo bel cavallino?-
Gervhart ci pensò su intanto che li raggiungeva.
-Lo chiamai Corvo.-
Rhoderich sorrise guardando l'animale.
-Direi che gli si addice….e tu Raki? Che nome avevi dato al tuo cavallo?-
La ragazza ancora imbronciata ci pensò.
-Non lo ricordo.-
A Gervhart venne da ridere.
-Che c'è da ridere?-
-Non ricordi veramente il suo nome?-
Raki ci pensò ancora, ma più lo faceva più si spazientiva.
-No! Non lo ricordo! Perché?-
Il ragazzo sorrise verso Rhoderich.
-…..Nocciolina.-
Ci fu un momento di silenzio, in cui solo la puledra drizzò le orecchie e nitrì.
Rhoderich fu il primo a scoppiare a ridere in una fragorosa risata, seguito da Gervhart più contenuto e Asha che ridacchiava sotto i baffi.
L'unica che non rideva era Raki, che si sentì presa in giro.
-Oddio! Nocciolina! E' il nome più ridicolo che abbia mai sentito per un cavallo!-
Il vecchio si teneva la pancia e quasi gli uscirono le lacrime dagli occhi.
-Dicevi che aveva il colore delle nocciole e quando i tuoi genitori te la regalarono, era piccola, per cui continuavi a chiamarla Nocciolina.-
La ragazza arrossì.
-Scusate se ero una bambina e davo nomi a caso!-
-Per me è carino.-
Asha nascondeva il suo sogghignare con una mano davanti alla bocca, ma questo non servì a nasconderlo a Raki, che continuò per tutto il giorno a tenere il broncio.

Quando il sole era calato, in quella radura fitta, la luce della luna grande e luminosa nel cielo riusciva a penetrare, una luce rarefatta che però illuminava quel poco che bastava. I grilli cantavano la loro melodia, le lucciole che si correvano dietro simili a bambini che giocavano, a volte si sentiva il lamento di qualche animale.
I due uomini avevano deciso di fare i turni per dormire, per essere più sicuri che qualcuno avvertisse mal caso ci fossero stati problemi.
Il primo a rimanere sveglio fù Gervhart, che rimase per lungo tempo seduto più in là degli altri e qualche volta per perdere il sonno girava nei dintorni.
Quando si era avvicinato al gruppo, Rhoderich dormiva come suo solito a bocca aperta, appoggiato ad un masso e qualche volta la coda di Corvo gli solletticava il naso, facendolo grugnire.
Spostando lo sguardo, Raki si era appisolata vicino a Nocciolina, appoggiata con il viso alla sua pancia che ad ogni suo respiro si alzava, ma sembrava non dargli fastidio e Asha sulle sue gambe, con al sua forma da gatto.
Le bastava vedere Raki così tranquilla e che stava bene per fargli venire il sorriso.
Prese una coperta dalla sacca e l'appoggiò sulla schiena della ragazza.
Era cresciuta, ma aveva ancora bisogno di qualcuno che la accudisse come una bambina.

La mattina Rhoderich si svegliò dilaniato dai dolori alla schiena, mentre Raki lo prendeva in giro sottolineando che era ormai un uomo vecchio.
Avevano notato che la puledra era riuscita ad alzarsi, anche se ancora zoppicava e ed era ancora indebolita, ma era comunque un buon passo in avanti e vedere come Corvo si prendeva cura di lei, standole sempre vicino e dandole dei buffetti col muso, pensavano che si sarebbe ripresa in fretta.
Gervhart si avvicinò a Raki, che li fissava amorevolmente.
-Si riprenderà presto. Ha con lei qualcuno che la proteggerà.-
Quelle parole fecero venire i brividi alla ragazza, che deglutì sentendosi la gola secca e uno strano nodo in gola. Ancora una volta si sentiva alle strette, come se quelle parole fossero anche dirette a lei. Si sentiva presa in causa e non sapeva ancora una volta come comportarsi davanti a lui.
-Si…lo credo anche io.-
Non aveva il coraggio di guardarlo, di guardare il suo viso.
L'atmosfera si era fatta pesante tra i due e Asha lo poteva sentire, il legame tra lei il suo padrone era anche questo, sentiva quando era felice, quando era triste e quando era in pericolo.
Lo stesso provava lui.
Si alzò di scatto, quasi irritata.
-Rhoderich andiamo!-
-Eh? Dove?-
-Andiamo a procurarci la colazione.-
Lo strattonò per la manica.
-Oh, come siamo violente sta mattina.-
-Andiamo!-
Gervhart e Raki guardarono stupiti i due che si allontanavano.
-Non capisco cosa si successo ad Asha…-
Gervhart si girò verso il viso di Raki, riuscì per un breve istante a vedere i suoi occhi ambrati che lo fissavano, ma appena si incrociarono lei distolse repentinamente lo sguardo, facendolo rimanere di stucco.
Ormai aveva perso la pazienza. Quel suo modo di fare stava mettendo in ansia sia lui che sé stessa, facendo così il loro rapporto si stava sgretolando poco a poco, a lui questo non andava bene.
Gli prese il viso tra le mani delicatamente, voltandolo verso di lui in modo da poterla vedere, anzi, in modo che lei potesse guardarlo negli occhi.
-Guardami Raki!-
Il suo tono era severo, ma preoccupato.
-Non è questa cicatrice ad avermi cambiato. Io sono sempre il Gervhart di una volta. Quello che tu chiami sempre Harty, quello che perde ogni volta contro di te quando si fanno le battute di caccia, quello che spesso vorresti prendere a pugni perché non capisce realmente quello che ti passa per la testa…perché sono un uomo…e tu sei una donna.-
Il suo tono si era addolcito con quelle sue ultime parole e Raki non era riuscita a contenere il rossore che avvampava sulle sue gote.
-Tu invece sei la solita Raki, quella che tempo fa era un piccola bambina indifesa che ho promesso di proteggere. Non mi importa di quello che sei quando ti trasformi…perché tu rimani sempre Raki.-
Vedeva il viso di Harty così vicino. Poteva benissimo vedere la sua cicatrice, avrebbe voluto chiudere gli occhi, ma non lo fece, era troppo attratta dal verde smeraldo di quegli occhi, della persona di cui sentiva quel tepore provenirgli dalle mani, un calore che negli anni aveva imparato a riconoscere. Voleva bene a Gervhart e proprio per questo non poteva farlo soffrire ancora, ma era troppo imbarazzante quella scena.
-Va…va bene!-
Balbettò arrossendo.
-Ma…ora potresti staccarti che la cosa mi rende parecchio nervosa?-
Gervhart non capì, non gli pareva una cosa così anormale, in fondo tante volte quando erano piccoli stavano così vicini, dormivano persino insieme, cosa stava cambiando in Raki doveva ancora capirlo.
Ma i pensieri del ragazzo presto vennero surclassati da uno strano presentimento.
Raki vide la preoccupazione nei suoi occhi.
-Asha!-
Gervhart sentiva come per Asha, quando lei chiedeva il suo aiuto e questa volta sentì una stretta al petto. Quasi come se lo stessero trattenendo.
Riuscirono anche a sentire le sue urla.
Il ragazzo preso dalla preoccupazione che qualcuno stava facendo del male alla sua arma e a Rhoderich, cominciò a correre tra la radura.
-Harty!-
-Non ti muovere di lì!-
Aveva sentito la sua voce gridare, per poi vederlo sparire. Rimase per qualche minuto a pensare e a fissare il punto in cui lo aveva visto sparire, ma non poteva lasciarlo andare da solo, non dopo quello che le aveva appena detto.
Se ci fosse stato bisogno lei, sapeva cosa fare.

  
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