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Autore: EmaEspo96    11/10/2012    1 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Aprì gli occhi lentamente. Era distesa su qualcosa di freddo, duro, scomodo. A tratti sembrava morbido ed umido, ma sicuramente era freddo. In alto non vi era più soffitto della sua camera ma vi era un cielo plumbeo, grigio. Si portò lentamente seduta, guardandosi intorno: era circondata da lapidi. Non riusciva nemmeno a leggerne i nomi, sembravano sfocati, altri scritti in una lingua strana. Si portò in piedi, tutto sembrava incredibilmente familiare. Si guardava intorno leggermente spaventata prima di voltarsi e ritrovarsi improvvisamente davanti due donne: entrambe avevano dei capelli scuri, vestivano abiti molto vecchi ma non rovinati, solamente non sembravano di quell'epoca. La donna che era più avanti aveva una pelle scura, gli occhi della medesima tonalità, e lo sguardo severo. L'altra donna, invece, leggermente più alta di quella che le stava davanti aveva una carnagione chiara, era incredibilmente bella e sembrava cordiale e rilassata.
<< Bonnie Bennett. >> richiamò la donna dalla pelle scura.
Bonnie sussultò, sembrava ritrovarsi ancora una volta in un faccia a faccia con Emily. Indietreggiò di un unico passo prima di sentirsi paralizzata. Non ci mise molto a pensare che una di quelle due donne doveva essere una strega e che sicuramente quello era un sogno, la parte più importante era dover riuscire a capire il messaggio che volevano trasmetterle.
<< Chi sei tu? >> domandò Bonnie intimorita.
La donna dalla pelle scura sospirò.
<< Mi chiamo Eleonor, e sono una strega. >> rispose velocemente << Ma non è questo il punto, Bonnie. Tu devi proteggere Elisabetta. >> aggiunse la donna.
L'altra, dietro di lei, se ne stava tranquillamente in silenzio, ma quegli occhi color smeraldo attiravano di tanto in tanto l'attenzione di Bonnie.
<< Elisabetta? Vorresti dire Elizabeth? >> domandò Bonnie e la donna annuì.
<< Non devi mai perderla d'occhio, nessuno deve farle del male e soprattutto...tienila lontana da Tristano e Lapo, non hanno buone intenzioni. >> aggiunse.
<< Perché devo proteggerla? >> domandò Bonnie sospettosa.
<< Perché è il tuo compito da strega. >> rispose la donna.
Poi tutto svanì, improvvisamente l'immagine del cimitero, delle due donne, iniziò a sfocarsi sino a sparire e Bonnie si ritrovò distesa nel suo letto, nella sua camera. Si guardò intorno e poi afferrò il cellulare dal comodino di fianco al suo letto. Fece il numero di Elena e la chiamò.
 
<< Vai a scuola stamattina? >> domandò Elijah, seguendo Elizabeth nella dimora dei Salvatore, passo dopo passo.
Lei si voltò a guardarlo e poi gli sorrise facendo spallucce.
<< Ha chiamato Elena poco fa. Passerà a prendermi fra poco con Bonnie. Tu stamattina cos'hai da fare? >> domandò ad Elijah.
Lui non rispose, si limitò a guardarla mentre si infilava forzatamente quella magliettina rossa, non riusciva proprio a farla entrare. Le si avvicinò standole dietro e si mise ad aiutarla con entrambe le mani.
<< Nulla. Credo che resterò nei paraggi della scuola. >> rispose, allontanandosi da lei dopo averla aiutata e vedendola voltarsi.
<< Hai paura che possano tornare? >> domandò Elizabeth verso Elijah, abbassando lo sguardo poco dopo.
<< Io non ho paura, Elizabeth. So che torneranno, non era solo riportarti alla normalità la loro intenzione, questo è certo. >> rispose Elijah.
Lei ritornò a guardarlo, raccolse la borsa dalla sedia lì di fianco e se l'appoggiò su una spalla.
<< Elijah. Anche tu sapevi come avrei recuperato la memoria? >> domandò Elizabeth, fissandolo intensamente.
Lui parve esitare un po' a rispondere. Avrebbe voluto tanto che Elena arrivasse proprio in quel momento, ma così non fu.
<< Avrei dovuto ucciderti. >> rispose lui.
<< Significa che lo sapevi? >> domandò insistente Elizabeth.
<< Si. Nonostante lo sapessi, non ho mai fatto niente per ovviare alla situazione. Non ho mai avuto il coraggio nemmeno di farti un graffio, non potevo sopportare l'idea di dover ucciderti per riaverti indietro. >> rispose ancora una volta Elijah.
Sembrava dispiaciuto. Lei gli sorrise e poi sentì il suono del clackson dell'auto di Bonnie. Gli si avvicinò di un paio di passi e poi si sollevò sulle punte dei piedi per posare delicatamente le sue labbra su una guancia di Elijah, in un gesto affettuoso.
<< Grazie. >> sussurrò al suo orecchio.
Si allontanò subito dopo avviandosi verso la porta d'uscita della dimora dei Salvatore.
<< Divertiti a scuola. >> le disse Elijah, sorridendo.
<< Lo farò! >> esclamò lei nel momento stesso in cui aprì la porta ed uscì.
 
L'auto di Bonnie parcheggiò lentamente nel parcheggio della scuola. C'era anche Caroline con loro, era un ambiente alquanto piacevole. Caroline non aveva fatto altro che parlare della nuova festa d'Halloween che avrebbe dovuto organizzare la scuola e quasi aveva trasmesso il suo entusiasmo a tutte le presenti. Quando uscirono dall'auto raggiunsero immediatamente il corridoio della scuola. Tutte quelle persone, quel chiacchiericcio continuo, tutti quei respiri, tutte quelle presenze...ad Elizabeth venne in mente di non essere mai stata in una vera e propria folla da quando si era risvegliata dalla morte ed aveva ricordato tutto. Trattenne a stento un certo nervosismo mentre Bonnie le lanciava occhiate continue, di cui lei se ne fece sfuggire poche. Le prime lezioni passarono tranquillamente, ascoltò buona parte delle cose, ne ricordava molte in tutti i suoi anni di vita e solo alla fine si ritrovò di nuovo nel corridoio con Bonnie, Caroline ed Elena.
<< Allora, mi aiuterete ad organizzare la festa? >> domandò Caroline, ancora maledettamente entusiasta.
Bonnie ed Elena si guardarono, poi guardarono anche Elizabeth. Sospirarono tutte e tre e poi sorrisero, quasi tutte nello stesso momento.
<< Beh, se ce lo chiedi così...non possiamo dirti di no. >> rispose Elena, sorridendole.
Caroline sembrò ancora più contenta nello stesso momento in cui sbatté la porta dell'armadietto per chiuderlo.
<< Ci aiuterai anche tu, Elizabeth? >> domandò immediatamente Bonnie alla rossa.
Elizabeth la guardò, iniziò a rifletterci per un po' e solo dopo accennò un sorrisino imbarazzato.
<< Non ho mai organizzato una festa. >> ammise timidamente.
Lasciò tutte senza parole. In tutti i suoi anni di vita non aveva mai organizzato una festa? Caroline ridacchiò incredula guardando le altre, poi decise di smuovere un po' la situazione.
<< Posso insegnarti io tutti i trucchi del mestiere! >> esclamò.
Bonnie ed Elena scoppiarono a ridere mentre Elizabeth accennò solo un sorrisino ironico per non sembrare troppo estranea alla situazione.
<< Allora, prima di tutto dovrai aiutarci a scegliere un posto in cui fare la festa. >> continuò a dire Caroline, guardando comunque tutte quante.
Elizabeth si guardò intorno come se lo stesse già cercando ed Elena scosse il capo leggermente.
<< Tranquilla Elizabeth, possiamo cercarlo dopo la scuola. Ci faremo dare il permesso per restare qui anche dopo la fine delle lezioni e penseremo a tutto quanto. >> disse Elena sorridendole.
La guardò per lunghi istanti e solo dopo annuì anche lei. Come detto dalla doppelganger, riuscirono ad ottenere il permesso per restare a scuola anche una volta finite le lezioni. Caroline era in testa al gruppo mentre Elizabeth camminava al fianco di Bonnie ed Elena. Ora che non vi era più nessuno a parte loro la scuola sembrava quasi più vivibile.
<< Potremmo sfruttare la palestra. >> disse Elena, guardando Caroline.
Improvvisamente lo sguardo di tutte si spostò su di lei e solo Bonnie e Caroline annuirono acconsentendo a quella proposta.
<< Tu che ne dici Elizabeth? >> domandò Bonnie ad Elizabeth.
<< Beh, se è grande direi che va bene. >> rispose timidamente.
<< Bene allora. Mentre Elizabeth ed Elena vanno a prendere le chiavi per aprire la palestra, io e te, Bonnie, andiamo a procurarci qualcosa per prendere appunti. >> affermò Caroline, guardandole una ad una.
Bonnie sembrò un po' titubante poi si arrese e guardò Elena, come a farle capire di stare attenta. Elena annuì decisa e poi sorrise ad Elizabeth avviandosi con lei lungo quei corridoi e quindi separandosi da Caroline e Bonnie, che presero tutt'altra strada. Quei corridoi erano irrimediabilmente silenziosi e vuoti, illuminati dalle poche luci della scuola ed Elena camminava tranquillamente al fianco di Elizabeth, stando ben attenta a qualsiasi cosa si muovesse lì intorno a parte loro. In tutto quel silenzio, qualsiasi rumore era facilmente percettibile perfino per un'umana. Trovarono le chiavi ed invece di attendere Caroline e Bonnie, da qualche parte per la scuola, raggiunsero la palestra. Fu Elena ad aprirne la porta e poi entrarvi. Ma c'era qualcuno lì dentro ad attenderle, proprio al centro della stanza. Elena si fermò e subito dopo di lei anche Elizabeth, che assottigliò lo sguardo verso quell'individuo dall'aspetto familiare. Dava le spalle, eppure riusciva a riconoscerne alcuni particolari. Si voltò improvvisamente e platealmente allargando le braccia, sorridendo beffardo: era Sebastian. Elena guardò subito Elizabeth come a coglierne eventuali espressioni mentre Elizabeth, quasi istintivamente, andrò a porre un braccio dinnanzi alla doppelganger come volesse proteggerla.
<< Suvvia, non c'è bisogno di mettersi così sulla difensiva. >> affermò Sebastian, sorridendo.
Avanzò di un paio di passi avvicinandosi maggiormente a loro. Batté i palmi delle mani tra loro e poi si guardò intorno, ritornando solo infine su Elizabeth.
<< Ho sentito che finalmente ricordi tutto. >> commentò verso Elizabeth, continuando a sorriderle, ma in questo sorriso quasi si intenerì.
<< Avrei preferito non ricordare assolutamente niente di voi. >> rispose lei, acida e fredda.
Elena indietreggiò di qualche passo, voleva avvisare Caroline o Bonnie. Avrebbe anche solo potuto urlare, Caroline l'avrebbe sicuramente sentita, ma l'uomo gliel'avrebbe sicuramente fatta pagare cara.
<< Oh, Elisabetta. Come sei acida ultimamente. Ti preferivo quando mi dicevi di voler sposare Tristano. >> rispose lui, guardando poi Elena << Oh, vedo che hai un'amichetta con te. >> e sorrise anche verso di lei.
Ma nonostante sorridesse, manteneva comunque un'aria minacciosa, qualcosa che induceva sia Elizabeth che Elena ad avere paura.
<< Cosa volete da lei!? >> domandò subito Elena, alzando anche un po' il tono della voce.
Sebastian scosse la testa e le mani avanzando con passi decisi verso le due.
<< Elena Gilbert. E' proprio un bel nome, ed hai anche un bell'aspetto. Chissà perché tutte quante voi della discendenza delle Petrova siete così carine. >> rispose Sebastian, adulandola.
Ma ovviamente Elena non perse quella sua grinta, lo guardava con un'espressione decisa, combattiva.
<< Oh... >> sussurrò Sebastian, guardandola. Elizabeth lo fulminava con lo sguardo come a volergli impedire di avvicinarsi ulteriormente. Lui sbuffò dispiaciuto, fermandosi. << ...Vogliamo solo il suo sangue. Quello delle doppelganger serve per creare gli ibridi, quello di Elizabeth serve per rafforzare i vampiri. >> rispose, guardandole entrambe.
Elizabeth sembrò un po' dubbiosa al sentirlo, eppure non riuscì a nascondere la sorpresa.
<< Ah, le streghe non te l'hanno mai spiegato? >> domandò Sebastian, fingendosi anch'egli sorpreso << E' per questo che continuano ad attaccarti. E' per questo che è come una droga per Damon Salvatore, ed è lo stesso motivo per cui...non riuscirai mai ad impedire a suo fratello Stefan di impazzire per il tuo sangue. >> sussurrò lentamente quelle parole taglienti che spezzarono immediatamente la pazienza di Elizabeth.
Elena guardò subito la rossa, pochi istanti prima che gli occhi di lei andassero ad iniettarsi di sangue e la bocca a spalancarsi a mostrare due canini aguzzi e spaventosi.
<< STAI ZITTO! >> gli urlò, facendo risuonare nella palestra vuota quell'urlo bestiale.
Scattò contro di lui con una velocità disumana. Avrebbe voluto braccarlo, spingerlo contro una parete e poi azzannarlo, ma Sebastian aveva previsto quel suo comportamento e le sorrise compiaciuto afferrandola con entrambe le braccia. Spinse contro la sua forza e la spinse al suolo portandosi sopra di lei, bruscamente. La sentì gemere leggermente e la guardava con occhi scuri, iniettati di sangue, e due canini che le sorridevano minacciosamente.
<< Hai più di mille anni, ormai per me sei come un libro aperto, Elisabetta. Per quanto mi dispiaccia farti del male, sei l'unica cosa di cui abbiamo bisogno. >> le sussurrò con voce rauca, tanto che ringhiava come un animale.
Si dimenticò di Elena. Si dimenticò della piccola guerriera che viveva nel corpicino della Gilbert e si accorse di lei solo quando sentì la mazza della scopa abbattersi dietro la propria nuca. Gemette dolorosamente e chinò appena il capo prima di sollevarlo di scatto verso la doppelganger ringhiandole minacciosamente. Si sollevò in piedi di scatto e le strappò l'arma improvvisata dalle mani lanciandola sulla pavimentazione della palestra. Stava per correre verso di lei per azzannarla ed ucciderla per essersi intromessa quando qualcosa gli corse contro braccandolo e spingendolo contro una parete.
<< Elijah! >> esclamò Sebastian, sgranando gli occhi.
<< Non vi permetterò più di farle del male. >> rispose l'Originario, caricando poi la mano col paletto in legno che si era portato dietro e piantandolo direttamente nel cuore dell'altro vampiro.
Stefan corse verso Elena afferrandone le spalle.
<< Elena, stai bene? >> domandò preoccupato ed Elena lo guardò titubante per qualche istante.
Annuì solo poco dopo. Era spaventata. Elizabeth li guardò quasi ferita mentre si portava in piedi, poi guardò Elijah che lasciò cadere al suolo il corpo morto di Sebastian. Una mano l'aiutò a rialzarsi, una mano alla quale lei s'aggrappò senza nemmeno pensarci. Quando si ritrovò in piedi Damon la guardò, nascondendo la preoccupazione che provava per lei.
<< Stai bene? >> le sussurrò, guardandola da capo a piedi.
Elijah li guardava, non intervenì, mentre Bonnie e Caroline varcarono la porta d'ingresso della palestra.
<< Oh mio Dio. Elena, Elizabeth. >> affermò Caroline, guardandole e poi guardando Sebastian al suolo.
Elizabeth annuì e lasciò la mano a Damon che continuava a guardarla. Le sorrise subito dopo e poi guardò Stefan ed Elena. Elena lo stringeva mandando via tutti i brutti momenti che le aveva fatto vivere Stefan in quel periodo e lui faceva altrettanto. Li guardava attento, deglutì pesantemente ed Elizabeth non poté fare a meno di notare quel particolare: Damon stava soffrendo.
<< E' meglio se andiamo via di qui. >> disse Bonnie, guardandoli tutti.
Elijah annuì, subito dopo anche tutti gli altri. Damon si avvicinò al cadavere di Sebastian aiutando Elijah a raccoglierlo per liberarsene mentre Caroline si avvicinò ad Elizabeth.
<< Vieni, andiamo. >> le sussurrò.
Notò come guardava Elena e Stefan insistentemente, almeno fino a quando voltò lo sguardo e iniziarono ad avviarsi verso l'esterno della scuola. Nessuno parlò. Stefan prese la mano di Elena e la accompagnò fuori raggiungendo le auto mentre Elizabeth camminava al fianco di Caroline e Bonnie e li guardava avanzare davanti a sé. Faceva male, in fin dei conti, come avrebbe fatto male nel 1864. Un tesoro, ecco cos'era Stefan per lei. Un tesoro che avrebbe voluto custodire da sola per l'eternità. Elijah e Damon si liberarono del cadavere di Sebastian dopo essersi assicurati che non si risvegliasse più, dopotutto era stato lui a parlare di altri Originari oltre la famiglia dei Mikaelson. Ritornarono tutti alla dimora dei Salvatore, perfino Caroline e Bonnie. Era loro solito fare sempre delle riunioni in quel modo, dovevano riuscire a capire in che modo comportarsi con questi nuovi nemici. Le ragazze si accomodarono sul divano mentre Elijah, Stefan e Damon restarono in piedi. Damon raccolse una bottiglia contenente il suo solito alcolico e ne versò un bicchiere dopo aver chiesto agli altri se volevano favorire, con tutte risposte negative tra l'altro.
<< Dunque. Abbiamo capito che ce l'hanno con te. >> iniziò Stefan riflettendo, indicando quindi Elizabeth.
Lei annuì debolmente. Era consapevole del fatto che li stava mettendo tutti nei guai con la sua sola presenza.
<< Vogliono il mio sangue. >> rispose Elizabeth verso Stefan, sollevando una mano e carezzandosi il collo.
Damon buttò giù l'alcolico tutto d'un fiato in attesa di una reazione da parte del fratellino. Lo vide stringere un pugno e spostare lo sguardo, chiaramente infastidito da quelle parole. Anzi, piuttosto Stefan si sentiva tentato. Elijah lo fissava standosene fermo ed in piedi, era a conoscenza di ciò che avevano fatto Stefan ed Elizabeth e di ciò che provasse ora il Salvatore. Elena guardò Elizabeth, poi guardò Stefan ed abbassò appena lo sguardo.
<< E vogliono il tuo sangue perché pare sia in grado di rafforzare i vampiri, giusto? >> domandò Bonnie, spezzando quindi il silenzio che si era venuto a creare.
Elizabeth annuì verso la strega, guardando poi i due Salvatore. Damon si versò un altro bicchiere poi ritornò a guardare la rossa.
<< Se quel Sebastian è morto significa che non era un Originario. Di solito si risvegliano. >> disse Damon, lanciando subito dopo un'occhiata sarcastica ad Elijah.
<< Non lo era. >> intervenì Elizabeth con un tono di voce alquanto deciso << L'ho trasformato io. >> aggiunse.
Attirò tutta l'attenzione su di sé. Chiunque in quella stanza restò perplesso, perfino Elijah. Damon, a tratti, sembrò anche irritarsi mentre Caroline, Elena e Bonnie facevano palesemente capire quanto fossero sorprese, tanto quanto Stefan.
<< Quindi tu puoi anche trasformare gli altri in vampiri? >> domandò Caroline spinta da una certa curiosità.
<< Si, posso. Teoricamente io sono come voi. Ho bisogno di nutrirmi di tanto in tanto, all'inizio la luce del sole mi dava fastidio, ma non bruciava, la verbena si invece. Sono anche in grado di trasformare gli esseri umani proprio come fate voi. >> rispose verso la bionda, mantenendo un'aria concentrata ed attenta.
<< Perché non l'hai detto prima? >> domandò Stefan verso il quale subito dopo Elizabeth volse lo sguardo.
<< Ho mille anni di ricordi da farmi tornare. Alcune cose non riesco nemmeno a captarle, ritornano in mente piano piano. >> rispose la rossa, passandosi poi una mano tra i capelli.
<< Perché...l'hai trasformato? >> domandò Elena titubante.
Elizabeth volse a lei lo sguardo, la fissò per alcuni istanti e poi abbassò lo sguardo. Si fece ritornare in mente quella scena, si fece ritornare in mente quando la peste gliel'aveva portato via, quando tutta la sua famiglia era stata spazzata via da quella malattia senza rimorsi. Strinse un pugno contro la stessa gamba e poi spostò lo sguardo dalla Gilbert facendo cogliere agli altri come il solo pensiero la facesse stare male.
<< Gli volevo bene. >> rispose Elizabeth con un fil di voce << Non potevo sopportare l'idea che fosse morto. Una strega mi spiegò come funzionava la trasformazione e quindi lo trasformai. >> aggiunse, iniziando a martoriarsi i vestiti con le dita.
Elijah la guardò così come fecero tutti gli altri. L'Originario avrebbe voluto raggiungerla, abbracciarla, consolarla. Ma non poteva farlo davanti a tutte quelle persone e soprattutto era consapevole che non era il suo conforto che voleva adesso Elizabeth, ma quello di qualcun'altro.
<< Non potrò mai perdonargli quello che ha fatto. >> mormorò la rossa prima di sentire una mano di Caroline posarsi sulle sue spalle.
Voleva rassicurarla, in fin dei conti in quella stanza aveva dei nuovi amici, se così poteva reputarli. Sollevò di nuovo lo sguardo solo quando si assicurò di avere un'espressione forte. Il pensiero che il suo migliore amico si fosse messo contro di lei e che ora fosse morto di nuovo la distruggeva, ma non poteva perdonargli il suo tradimento.
<< E Tristano e Lapo? Li hai trasformati tu? >> domandò Stefan con un tono di voce basso, esitante.
Aveva paura di toccare un altro tasto dolente mentre la guardava con occhi attenti, incollati su di lei. Più volte aveva deglutito pensando al suo sangue, più volte si era voltato per non bramarla come un predatore davanti alla sua preda.
<< No. Tristano e Lapo non li ho trasformati io. >> rispose Elizabeth scuotendo la testa.
<< Sono Originari? >> domandò Damon, sorseggiando continuamente dal bicchiere.
<< Questo non lo so. Potrebbero esserlo. Mi ricordo che Sebastian disse che i Mikaelson non erano gli unici Originari esistenti. A meno che non ci sia qualcun'altro a comandare le gesta di Tristano e Lapo, dovrebbero essere loro gli Originari di cui parlava. >> aggiunse la rossa, guardando un po' tutti.
Vi fu un silenzio che durò alcuni istanti durante il quale tutti riflettevano. Damon mandò ancora una volta giù tutto l'alcolico che aveva nel bicchiere e poi si voltò verso il tavolino a posarlo, andando a fissare Elijah subito dopo.
<< Abbiamo una sola possibilità, quindi, per ucciderli. Prenderemo i pugnali che possedete voi Mikaelson, li addormenteremo per l'eternità e poi li bruceremo. >> affermò Damon lanciando sguardi veloci a tutti i presenti.
Sembravano tutti più o meno d'accordo. Elijah annuì riguardo i pugnali, avrebbero dovuto essere ancora a casa dei Mikaelson nelle bare in cui Klaus ha fatto riposare i suoi fratelli per un bel po' di tempo. Elizabeth si portò in piedi e poi annuì.
<< Ma voglio almeno l'onore di poter eliminare Tristano con le mie mani. >> disse alquanto decisa.
Non vi fu alcuna protesta. L'importante era eliminare quei due e permettere quindi a tutti di dormire sonni tranquilli. La riunione terminò lì. Stefan accompagnò Elena a casa, Bonnie accompagnò Caroline ed Elijah si avviò verso la dimora dei Mikaelson direttamente quella sera. Elizabeth decise di ritornare nella sua stanza abbandonando Damon ai suoi alcolici, quando tutto divenne silenzioso. Aprì la porta ed entrò nella sua camera distendendosi su quel morbido letto che da qualche giorno accompagnava le sue notti. Socchiuse gli occhi, pensava. Pensava a quando ancora era un'umana, quanto le mancasse quell'epoca che tutti chiamavano Medioevo, pensava a quanto sentisse la mancanza della sua famiglia, ormai morta. Non si accorse di Damon che aveva finito di dedicarsi agli alcolici ed era salito nella sua camera avvicinandosi al letto sopra al quale era distesa Elizabeth. Si accorse di lui solo quando sentì il suo respiro infrangersi sulla pelle della propria faccia ed aprì lentamente gli occhi. Lo guardava, era lì accovacciato di fianco al letto che la fissava serio. Per un attimo si fermò a fissare quegli occhi azzurri, così attraenti, così misteriosi.
<< Elizabeth. >> la chiamò lui in un sussurro.
Era ormai buio fuori e lei poteva addirittura dire di avere sonno, in quell'istante. Le giornate stavano diventando pesanti perfino per lei. Non rispose a Damon ma si limitò a guardarlo per fargli intendere che lo stava ascoltando.
<< Sei ferita? >> domandò lui.
Lei scosse leggermente il capo. Non aveva capito, in quel momento, che Damon non parlava di ferite fisiche.
<< Non intendo...quelle ferite. >> sussurrò ancora, continuando a guardarla. Allungò una mano verso il suo viso e glielo carezzò con due dita, morbidamente << Quando prima hai parlato di Sebastian mi sei sembrata ...ferita. >> aggiunse Damon.
Gli faceva strano parlare in quel modo. Da quanto tempo non si preoccupava per qualcuno che non fosse sé stesso o Elena? Da molto, ormai. Lei nascose il viso contro il letto per alcuni istanti, poi iniziò a sollevarsi portandosi seduta al centro del letto. Lui si sollevò e si accomodò sul letto al suo fianco. La guardava preoccupato e lei lo fissava intensamente. Damon non stava pensando al sangue in quel momento, lui stava pensando a Lei, stava pensando ad Elizabeth, e lei non riusciva a spiegarselo.
<< Era il mio migliore amico. >> rispose Elizabeth, spostando lo sguardo da lui. Aveva bisogno di parlarne, almeno con qualcuno << Era come un fratello per me. Gli raccontavo tutto. >> aggiunse, ridacchiando un poco subito dopo << Gli avevo perfino confidato di voler diventare la sposa di Tristano. Gli ho ridato la vita quando è morto ed ora lui aveva deciso di stare dalla parte del mio nemico. Aveva deciso di diventare un mio nemico. >> continuò lei con un fil di voce.
Damon l'ascoltava standosene in silenzio e seduto al fianco di lei. La guardava nonostante lei non gli donasse il suo sguardo, nonostante lei non lo guardasse.
<< Ed in più... >> solo in quel momento Elizabeth voltò lo sguardo verso Damon << ...mi manca la mia famiglia. Mi manca mio padre, mi mancano i miei fratelli. Mi manca il mio passato, Damon. Mi manca tutto. >> aggiunse, tradendo gli occhi che si gonfiarono di lacrime.
Spostò lo sguardo da Damon e si passò due mani sulla faccia per non piangere. Lo stava facendo troppo spesso in quel periodo e soprattutto lo stava facendo troppo spesso davanti a Damon. Lui rimase in silenzio, sollevò una mano come volesse abbracciarla eppure non lo fece e la ritirò poco dopo.
<< E tu Damon, ti sei mai sentito così ferito? >> domandò Elizabeth, lanciandogli uno sguardo.
Lui rimase a guardarla per lunghi istanti, la fissava con quegli occhi azzurri e gelidi allo stesso tempo. Avrebbe dovuto risponderle ma non gli usciva nessuna parola. Si limitò a scuotere il capo lentamente e poi si sollevò in piedi quando sentì la porta d'ingresso della dimora dei Salvatore aprirsi, Stefan era tornato.
<< No, Elizabeth. Basta spegnere i sentimenti, basta non badare a nessun altro oltre sé stessi e non soffrirai mai. Basta solo non provare nulla e la tua vita eterna scorrerà liscia come l'olio. >> rispose lui, totalmente privo di umanità.
Elizabeth lo guardò dubbiosa, non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere. Lo vide voltarsi ed avviarsi verso l'uscita della camera, lasciandola lì da sola. Ma lei sapeva, sapeva che Damon le aveva mentito. Lo sentiva più di ogni altra cosa: Damon aveva dei sentimenti.
   
 
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