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Autore: Yuki Kiryukan    11/10/2012    9 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Ciao a tutti! :D
Eccomi qui, come promesso a postare il nuovo capitolo! *-*
Da qui iniziano un pò di ricordi del passato per far capire meglio cosa sia successo prima della nascita di Rebecca, e per approfondire un pò di cose sul personaggio di Jean Stain..spero che questo sadico sia apprezzato! xP
Ok, non ho altro da aggiungere, e quindi vi lascio alla lettura! Devo dire che sono un pò in ansia perchè ho scritto questo capitolo abbastanza di fretta,  e non l'ho nemmeno fatto leggere alla mia editor...^^'' Spero sia uscito bene comunque! xD
Al prossimo capitolo! Cercherò di aggiornare presto! ;)
Un bacioneee!! <3
Yuki!
 
 

                                                         Ricordi Della Tragedia




Entrai di malavoglia nella stanza di mio padre, o meglio di George, e lui richiuse rumorosamente la posta alle sue spalle.

Mi fece cenno di sedermi nel divanetto sulla sinistra, ma io rimasi immobile dov'ero, con i piedi ben piantati al suolo.   << Se ti ha mandato David a parlarmi, risparmia il fiato >> dissi con stizza, guardandomi i piedi  << Non ho niente a che spartire con i bugiardi >>

Lui rimase in silenzio per alcuni secondi, poi mi rispose con voce ferita:  << Non parlarmi così, per favore...non me lo merito >>

  << " Non me lo merito? " >> ripetei irata le sue parole  << E io me lo merito invece? Mi avete mentito per tutta la vita, e pretendi che io non mi arrabbi?! >>

George teneva lo sguardo basso. Le mani strette a pugni.  << No... >> farfugliò infine  << Hai tutti i diritti del mondo per essere arrabbiata...e delusa >> 

Fece qualche passo nella stanza, fino a sedersi al bordo del divanetto di pelle  << È vero, io non sono il tuo vero padre >> esordì infine.

Fu come una sassata in pieno viso. Nonostante ormai l'avessi capito fin troppo bene, sentirmelo dire da lui, mi fece più male del previsto.

Mi irrigidii ancora di più, lottando contro l'impulso di piangere.

  << ...Ma ti ho amato e ti amo proprio come se lo fossi... >> continuò George, senza guardarmi in volto.

  << Non ti credo! >> urlai, interrompendolo. Non me ne facevo nulla di frasi di convenienza   << Sei solo un bugiardo, proprio come gli altri! >>

Ripresi fiato, e continuai la mia sfuriata:  << Proprio non riesci ad immaginare come possa sentirmi dopo aver scoperto che quel pazzo è mio padre?! >>

George alzò il volto, e i suoi occhi scuri trovarono i miei  << Come fai a sapere che è Jean l'inventore delle Chimere? >>

Il mio cuore sussultò. Io ed Amy avevamo volontariamente omesso di aver visto quel pazzo durante l'attacco di due mesi prima per coprire Zach e Ryan...ma arrivati a quel punto, non c'era più bisogno di fingere.

Stavo per parlare, ma lui mi precedette:  << Non importa...immagino che curiosando nell'archivio tu abbia capito ogni cosa... >>

Quella frase mi fece sentire una perfetta impicciona, e mi irritai ancor di più.  << Se non avessi scoperto quell'archivio...non mi avreste mai detto nulla, vero? >> chiesi, guardandolo malamente.

George sobbalzò. Stava per parlare, ma quella volta fui io a precederlo << Se stai per raccontarmi altre bugie, per favore, taci >>

Sembrò rifletterci per qualche secondo, poi sospirò, e disse:  << No... penso che meriti tutta la verità... >> mi guardò  << Non voglio che ti faccia delle idee sbagliate...quindi ascoltami bene: nessuno di noi qui intendeva prendersi gioco di te. Volevamo solo proteggerti >>

  << Certo >> ironizzai con amarezza. La scusa del "proteggermi" era la più banale che poteva trovare da rifilarmi. 

Lui non mi badò,  proseguendo il suo discorso, ma era visibilmente ferito  << Non volevo...non volevamo che andasse a finire così >>

Lo guardai in silenzio. Sembrava fosse sul punto di piangere, ma continuava a conservare uno stato di invidiabile compostezza.   << Fin dall'inizio... >> continuò  << Questo non era ciò a cui avevamo sperato >>

I suoi occhi erano fissi su di me, ma non mi guardava. Stava ricordando.

  << Noi, eravamo un gruppo molto affiatato. Lo eravamo sempre stati. Io, David, Julia e Rosalie >> cominciò  << Ci eravamo conosciuti tutti all'università, e non ci eravamo più separati, finendo con l'andare a lavorare nello stesso laboratorio, prendendo parte a studi sulla genetica >> 

Un flebile sorriso si aprì sul suo volto  << Avevo sempre avuto un debole per Rosalie, e credevo che prima o poi il nostro rapporto di sarebbe evoluto in qualcosa di più di semplici colleghi o amici >>

Involontariamente, arrossii. Non volevo essere messa a conoscenza dei particolari della vita amorosa di mio padre.

Di George, mi corressi immediatamente. 

  << Ma poi... >> continuò, con voce spenta  << ...Un giorno arrivò lui >>

Capii subito a chi si stava riferendo, e tornai seria. 

  << Si era trasferito da un'altro laboratorio, laureato col massimo dei voti...e fu messo a capo nel nostro gruppo di ricerca >> una pausa  << Jean Stain. Già dal primo giorno in cui ce lo presentarono, avvertii che in lui c'era qualcosa di...particolare. Chissà perchè, quando ci stringemmo la mano, mi si rizzarono tutti i peli del braccio >>

Si passò una mano sul mento barbuto, poi continuò  << Come scienziato, beh, dire che era brillante è poco. Semplicemente geniale. Acuto, svelto, minuzioso nei dettagli... >> ridusse gli occhi a due sottili fessure  << E questa sua perfezione me lo fece solo odiare di più >>

Trasalii, colta alla sprovvista.  << Odiare...? >> ripetei. 

Lui mi rispose senza guardarmi  << Beh, potevo benissimo accettarlo come capo. Persino rispettarlo per la sua grande competenza lavorativa.
Ma non ci vidi davvero più quando lui e Rosalie divennero una coppia >>

Oh, pensai, semplicemente, mentre notavo il corpo di George irrigidirsi notevolmente. 

  << Possibile, dopo tutti gli anni che ci conoscevamo, Rosalie si fosse infatuata di un tipo che conosceva solo da un mese? >> riflettè a voce alta, poi si ricompose  << Pensavo si trattasse solo di una cosa passeggera...ma tua madre era davvero innamorata di lui. E per Jean sembrava lo stesso. Quindi, ben presto cominciai a farmene una ragione >>

Poggiò la schiena sullo schienale del divanetto  << Nonostante la sua aria abbastanza inquietante e misteriosa, era sempre gentile e disponibile verso tutti, quindi ben presto si integrò perfettamente nel gruppo. Dopotutto, non c'era nessuno a cui stesse antipatico. E la sua genialità gli aveva fatto guadagnare la stima di tutti. Persino di quell'orso di David >>

Le sue parole mi fecero uno strano effetto. Da come lo stava descrivendo, il pazzo, che non riuscivo a considerare mio padre, era una persona perfettamente normale, anzi meglio. 

Cos'era cambiato? 

  << Tutto sembrava andare bene >> continuò George, distogliendomi dai pensieri  << Riuscii persino ad essere felice per loro quando i due piccioncini ci annunciarono che sarebbero diventati genitori >>

Ebbi un tuffo al cuore. I miei genitori...mi desideravano davvero. Persino...lui?

  << Ma la vera tragedia... >> riprese George  << Avvenne quando Rosalie svenne sul lavoro >> Deglutì, e capii che l'argomento si stava facendo spinoso  << Bastarono poche analisi, e subito si evidenziarono delle metastasi celebrali in stadio avanzato >> 

Chiuse gli occhi, poi li riaprii con estrema lentezza  << Sai, il tumore al cervello è il più subdolo. Non da sintomi fin quando non è ormai troppo tardi. Proprio come successe a Rosalie >>

Avevo appreso quella disgrazia leggendo il diario di mia madre, ancora ben nascosto nella mia tasca, ma ebbi ugualmente un violento capogiro. 

Un tumore al cervello... 
 
<< Da quel giorno ricordo solo dolore. Rosalie cadde in depressione, e il cuore di David si ghiacciò. E Jean... lui non fu più quello di prima >> George sembrava stesse soffrendo nel raccontare  << La scoperta della malattia di Rosalie lo distrusse, e cominciò a rinchiudersi nel laboratorio, senza uscirne per interi giorni, conducendo esperimenti noti solo a lui, proibendoci di avvicinarci. Nessuno di noi aveva idea di cosa avesse in mente >> 

Si fece scoccare qualche osso delle mani  << Credevamo fosse il suo modo per affrontare la tragedia, ma ci sbagliavamo. Jean non aveva mai preso in considerazione l'idea di arrendersi, nemmeno per un istante >>

 

George chiuse gli occhi, continuando a parlare, ma con la mente viaggiò indietro nel tempo, fino ad arrivare a quel giorno di ben diciassette anni prima...
 


  << Perchè hai voluto radunarci tutti qui, Jean? >> chiese sgarbatamente David, in piedi nella sala riunioni del laboratorio.  << Non abbiamo tempo per il lavoro. Rosalie deve sottoporsi al primo ciclo! >>

  << Vuoi forse uccidere mio figlio?! >> tuonò Jean  << Tuo nipote?! >>

  << Potrete sempre averne un altro! >> ribettè il biondo, perdendo la pazienza.

  << David, smettila. Ho già preso la mia decisione >> si oppose Rosalie, seduta ad una delle sedie accanto al tavolo rettangolare bianco. 
Era magra, esile, spenta. Persino i suoi capelli biondi avevano perso lucentezza. Quasi irriconoscibile. 

  << Nessuno morirà qui! >> disse Jean  << Non finchè ci sarò io >>

  << Cosa vorresti dire, Jean? >> chiese George, accavallando le gambe, con fare nervoso.

  << Ho ideato la soluzione per tutti i nostri mali >> esordì lui, camminando verso il proiettore presente nella stanza. 

  << Ma quale soluzione, Jean! >> ribettè David  << Qui l'unica cosa da fare è la chemioterapia! >>

  << David >> tuonò lui, guardandolo malamente  << Taci e fammi parlare >>

Accese il proiettore, e subito, sulla parete bianca apparvero delle immagini insolite. Tutti i presenti, ad eccezione di Jean le guardavano stranite.

Le figure mostravano un essere di forma batteria, quasi cloroplastica. Difficile definirne il colore. Dal rosa, al violaceo, al marroncino fino a qualche sfumatura di magenta. Sembrava ricoperto da filamenti di tessuto umano.

Rosalie alternava lo sguardo tra le immagini apparentemente senza senso, e l'uomo che le aveva loro mostrate  << Jean? >> chiese, inquieta.

  << Cosa dovrebbe essere quell'affare? >> sbottò David.

Jean si irritò  << "Quell'affare", come dici tu, è la Chimera >>

  << Chimera? >> ripetè Julia stranita, sistemandosi gli occhiali. 

Jean annuì, con fare soddisfatto  << È una forma di vita che ho creato combinando elementi di DNA umano, con elementi chimici e biologici, cambiandone la struttura >> spiegò  << Applicandolo nell'organismo umano, la Chimera ne migliorerà per sempre le prestazioni fisiche e mentali. Persino le malattie più incurabili non scalfiranno il soggetto in cui alberga la Chimera >>

  << Un parassita, dunque >> lo sguardo di David si indurì  << Cosa ti salta in mente Jean? Una cosa del genere non funzionerà mai >>

  << Si invece >> sibilò lui, coprendo la sua voce  << Non ci sono dubbi sul fatto che la Chimerà renderà l'uomo un essere migliore! >>

  << Ma è solo un progetto in fase sperimentale >> obbiettò George.

Jean scosse la testa con fermezza  << È completa. Ho ripetuto i calcoli moltissime volte. Non ci sono più dubbi >>

Si avvicinò a Rosalie, e inginocchiandosi di fronte a lei, le prese le mani stringendole forte  << Rosalie, amore mio...ti fidi di me? >>

Lei sobbalzò, colta alla sprovvista. Sbattè le palpebre, ma poi ricambiò la stretta  << Si... >> bisbigliò, poi la sua voce prese vigore  << Si, certamente! >>

Lui le sorrise dolcemente, e le accarezzò una guancia col dorso della mano  << Allora ti prego, sottoponiti all'esperimento. La Chimera arresterà senza ombra di dubbio il progredire del tumore, e sarai salva >>

Gli occhi azzurri della donna si riempirono di lacrime  << Davvero? >> chiese, con voce rotta.

Jean annuì  << Si. Ti salverai sicuramente. Te l'avevo promesso, ricordi? >>

Lei annuì  << E il bambino? >> si affrettò a chiedere subito dopo  << Non correrà rischi vero? >>

  << No, sarà perfettamente al sicuro >> la rassicurò.

David si intromise nella scena, con aria visibilmente contrariata  << E gli effetti collaterali? >>

Jean affilò lo sguardo. Probabilmente non aveva gradito di essere stato interrotto   << Prego? >>

  << Avanti! >> l'incalzò David  << Una cosa del genere avrà sicuro delle ripercussioni dannose! >>

Tutti guardarono Jean, che dopo un lungo silenzio, rispose << Un effetto ci sarebbe...o meglio, una conseguenza >>

  << Quale? >> s'affrettò a chiedere George, togliendo le parole di bocca a Julia.

L'uomo rimase in silenzio. 

  << Parla, Jean! >> urlò David.

Lui rispose guardando speranzoso Rosalie  << Dovresti..solamente assumere sangue umano >>

Lei sobbalzò, proprio come tutti gli altri presenti.  << C-Come? >> balbettò.

  << Sei completamente impazzito?! >> sbraitò David andando verso di lui, e prendendolo per il colletto della camicia  << Hai intenzione di far diventare mia sorella una specie di vampiro?! >>

  << David, no! Ferm... >> esclamò Rosalie, ma venne trattenuta da Julia. 

Jean restò impassibile  << È necessario per il funzionamento della Chimera  >> rispose atono  << Ha bisogno di sangue umano per poter sopravvivere, o prosciugherà il corpo ospitante dall'interno >> alzò le spalle  << Non sarà difficile. Come delle normali trasfusioni... >>

  << Non osare chiamare tutto questo normale!! >> urlò David, sferrandogli un violento pugno in viso che lo fece cadere all'indietro, sotto le urla di Rosalie.

Sembrava del tutto intenzionato a colpirlo di nuovo, ma George intervenne e lo fermò, tentando di farlo ragionare:  << David, devi calmarti! Prendendola come una questione personale non riesci a ragionare con lucidità, e... >>

  << Certo che la prendo sul personale! >> continuò a sbraitare lui  << È mia sorella! >>

  << David, ti prego adesso basta! >> esclamò Rosalie, che intanto era accorsa verso Jean, parandosi davanti a lui  << Non fare così, ti prego... >> continuò, con le guance rigate dalle lacrime.  << Jean sa quello che fa. Ne sono sicura >>

  << Non ti permetterò di diventare un mostro! >> gridò lui, fuori di se, scansandosi malamente George di dosso.

  << Non sarà un mostro! >> ribattè Jean  << Anzi, diventerà migliore da com'è ora! >> 

Si alzò in piedi, e guardò i presenti   << Ma voi non ci pensate mai? Non vi accorgete di quanto sia limitato l'essere umano? >> allargò le braccia  << La Chimera annienterà questi limiti! >> 

Guardò speranzoso David, in cerca di appoggio  << David amico mio, riesci a capire? >>

Lui rimase per qualche secondo immobile, come indeciso.  << Tu sei pazzo >> lo interruppe infine, guardandolo con sdegno  << Stai lontano da noi e da mia sorella >>

Jean sgranò gli occhi color nocciola, visibilmente sconvolto  << David... >> farfugliò, con voce ferita  << Non dirai sul serio... >>

  << Sono serissimo >> ribattè lui  << Adesso vattene da qui, e non farti più vedere >>

  << David! >> lo richiamò Julia con disappunto.

  << Non puoi decidere anche per me! >> obbiettò Rosalie, raggiungendo Jean, e stringendosi a lui.

  << È mio dovere occuparmi di te! >> ribettè il maggiore.

  << No, non più! Per chi mi hai preso? Sono perfettamente in grado di decidere da sola! >>

  << No, non lo sei invece! >>

Rosalie non vi vide più, e la guancia di David si tinse di rosso dopo il suo violento schiaffo. 

Tutti restarono interdetti, il biondo per primo, e nella stanza scese un pesante silenzio, quasi palpabile. 

Poi, Jean circondò le esili spalle di Rosalie con un braccio   << Andiamocene, Rose... >>

Lei sobbalzò. Sul suo volto era ben visibile il senso di colpa, ma abbassò la testa, ed annuì in silenzio. Entrambi si avviarono verso l'uscita, chiudendo la porta alle loro spalle, ignorando le urla di protesta di David.

  << Li..li seguo >> balbettò poi Julia, uscendo di corsa   << Magari riesco a farli cambiare idea... >>

David e Geroge restarono soli nella grande sala, con ancora proiettata davanti a loro l'immagine della così detta Chimera.

George era visibilmente a disagio   << David... >> biascicò  << Non... >>

Lui alzò una mano, invitandolo silenziosamente a tacere  << Non ora George... >> disse a bassa voce, e l'altro intuì che stava piangendo  << Non dire niente per favore... >>

Per cosa, o meglio per chi, stesse versando quelle lacrime, non era chiaro. Se per Rosalie. O per Jean.

Probabilmente per entrambi.

Per tutto.

George si limitò a tacere, restando semplicemente al suo fianco.
 
 

Quando George finì di parlare, rilassò le spalle, fino a quel momento tese, e tacque. Per tutto il tempo aveva tenuto gli occhi chiusi, tanto che quando li riaprii, mi sembrava di non averli visti da tempo.

Quando i nostri sguardi si incontrarono, me ne accorsi subito, e avvertii una stretta al cuore: il suo sguardo nascondeva delle lacrime.  Io d'altronde, non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che mi aveva appena svelato.

Dopo quanto raccontato, mi era difficile trovare una categoria alla quale quel Jean Stain potesse appartenere.

Se alla genialità, o alla follia. 

Probabilmente, era una genialità che era finita col degenerare in qualcosa di oscuro e pericoloso. Un baratro del male dal quale non poteva evadere.

  << E quello che successe dopo, ci fece solo stare peggio... >> esordì poi George, dopo una  breve pausa.

Tornai a guardarlo, e deglutii rumorosamente.  Avevo il netto presentimento che quello fosse solo il principio della vera tragedia. 
  
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