È una vita che non posto..
scusate..
CAPITOLO
18
Il
risveglio di quel giorno fu per tutti un inferno, forse perché tutti non
avevano chiuso occhio quella notte. Klaus aveva bruciato la quercia bianca,
inoltre, come se ciò non bastasse, aveva scoperto il segreto di Iuli. Dovevano
agire prima di lui, ucciderlo prima che lui facesse lo stesso con loro.
Elena
era rimasta a dormire da Stefan dopo che con lui e Bonnie, avevano accompagnato
Caroline a casa. La vampira bionda si era ripresa dall’attacco di Klaus, ma non
era quello a farle male, era il cuore, o la cosa più vicina ad esso che un
vampiro potesse possedere. Klaus aveva usato l’amore di lei nei confronti di
Tyler, per estorcerle informazioni. Non sapeva cosa odiare di più. Bè Klaus,
senza ombra di dubbio, ma non poteva non provare rabbia anche nei confronti di
Tyler, per la sua debolezza, per non riuscire a spezzare il legame che lo univa
all’ibrido, per farsi comandare così come un cane. Tuttavia, ciò non sarebbe
più successo, non si sarebbe mai più fatta trovare impreparata.
La
strega aveva deciso di rimanere con lei, voleva parlarle, questa era stata la
giustificazione. Perciò Elena finì alla pensione Salvatore. Sapeva bene lo
stato d’animo di Stefan e non lo avrebbe lasciato solo, per nessun’altra cosa
al mondo, sebbene lui le avesse chiesto di lasciarlo riflettere. Ormai, però,
lo conosceva abbastanza per sapere quanto fragile potesse essere la sua
armatura da persona calma e riflessiva.
Damon
aveva accompagnato a casa Iuli la sera precedente, ma nel momento in cui lei le
stava per chiedere di restare, il cellulare di lui era squillato e non poté non
rispondere a quel che lesse, il messaggio era troppo importante. Lui era ancora
troppo inesperto delle sue emozioni, e si sentiva stupido a dover dare
spiegazioni o scuse, lui infine era sempre Damon, freddo e cinico. Il
pappamolle non gli si sarebbe mai vestito giusto. Bastava e avanza Stefan per
questo. Ma per fortuna di lui, non era Katherine o qualsiasi altra donna ad
avere davanti, era Iuli. Lei ragionava più o meno alla stessa maniera di lui,
sapeva e sentiva che tutto stava sfuggendo loro di mano e che avevano bisogno
di calma per chiarirsi. E poi quella situazione era tutta così nuova per loro.
La notte prima avevano fatto una mezza dichiarazione e avevano dormito assieme,
ma non erano arrivati ancora ad un punto di comune accordo, se così si poteva
dire.
Iuli
aveva letto l’incertezza negli occhi di lui, dopo l’arrivo del messaggio,
perciò mossa dall’istinto le si era avvicinata e dopo avergli lasciato un dolce
bacio sull’angolo della bocca si era accomiata con un ‘Ci vediamo domani’.
Era
poi entrata in casa e salita in camera sua, ma come era ovvio aspettarsi, Damon
si lasciò guidare dall’istinto. Lei lo capiva e non l’avrebbe lasciata prima di
fare una cosa.
Iuli
stava chiudendo la porta della sua camera quanto sentì una presenza avvicinarsi,
ma sapeva e sentiva che era lui. Si voltò veloce già con un mezzo sorriso
all’angolo della bocca. Lui la guardava serio. Non ci furono parole solo un
attrazione come quella della più potente calamita. Si scambiarono un bacio che
sapeva di tutto: comprensione, coinvolgimento, passione, dolcezza, desiderio,
aggressività, bramosia e … amore. Si staccarono e si guardarono incendiandosi
negli occhi dell’altro, poi lui svanì nel buio della notte e lei si sedette a
terra, frastornata da quel turbine di emozioni mai provate prima.
Alla
mattina Iuli si era risvegliata tra i suoi soffici cuscini, avvolta dalla
coperta che di solito si trovava in fondo ai piedi del letto.
Sbuffò
mettendosi un braccio sopra gli occhi per oscurare la luce intorno a lei.
“Non
dirmi che mi sono addormentata a terra?!”.
Lui
ghignò.
“ti
ho fatto un paio di foto, era davvero una strana posizione.. quasi quasi..”.
Lei
si voltò per tirargli uno schiaffo, ma lui prontamente bloccò la sua mano e si
portò su di lei.
“idiota!”.
Lui
la guardò beffardo e con un sopracciglio alzato. Le si avvicinò pericoloso e
sexy, soffiandole a pochi centimetri dalle sue labbra. “come mi hai chiamato?”
Lei si sentì andare a fuoco, aveva capito cosa stava facendo e non
gliel’avrebbe data vinta. Invertì le posizioni, così da trovarsi sopra di lui.
Aveva
addosso il vestito della sera precedente, così spudorata come non mai, se lo
levò lentamente e teatralmente.
“certo
che qua dentro fa caldo non trovi Damon?”.
Centro.
Lui si era fatto improvvisamente serio e aveva affilato lo sguardo.
Lei
si avvicinò mettendosi a carponi e con sguardo sbieco e tono da bambina cattiva
rispose alla sua domanda.
“ah,
ti ho chiamato idiota!”.
Non
terminò la frase che lui fece sue le labbra di lei. Damon nel suo cervello si
ripeteva stupido per aver ceduto, ma non gliene fregava. In situazioni come
queste l’orgoglio era momentaneamente inesistente, ora lui vedeva solo lei. Una
creatura letale per il suo ritrovato cuore.
Il
bacio non ci mise molto ad approfondire, la voglia che avevano per entrambi era
grande, ma a quanto pare, avrebbe dovuto aspettare ancora una volta.
Iuli
si staccò da Damon, che la guardava interrogativo, lei lo guardò sensuale e
irritata allo stesso tempo. Prese poi con una velocità inaudita la lampada del
comodino e la scaraventò fuori dalla finestra, colpendo perfettamente in faccia
Kol.
“Ahi…
sorellina, che guastafeste!”.
L’antico,
si era posizionato sul ramo dell’albero che si ergeva davanti la stanza di Iuli
e osservava divertito la scena dei due piccioncini, ma per sua sfortuna Iuli,
sapeva rimanere vigile, anche se solo di un 1%. Cosa invece che non era
riuscito a fare Damon, il quale non si era per niente accorto dello scomodo
spettatore.
“giuro
che lo uccido!”.
Lei
sbuffò un po’ divertita.
“nah..
basterà rimetterlo un altro po’ nella bara..”.
Da
sotto in giardino arrivò la risposta.
“provateci
solo e vi ammazzo! E comunque muovetevi…”.
Iuli
alzò una sopracciglia.
“muovetevi?”.
“fattelo
spiegare da quello là…”.
“che
succede?”.
“Due
buone notizie. La strega ha un’idea e abbiamo la quercia bianca…”.
Iuli
si tirò su veloce.
“frena..
come avete la quercia bianca?”.
Damon
sorrise beffardo, come se era ovvio che le cose non sarebbe per forza dovuto
andar male.
“beh..
Alarick è molto utile a volte.. e la sua smisurata mania per la storia ci è
tornata utile.. essendo professore di storia gli è stato chiesto di rifare la
scritta del Wickery Bridge. Gli è stato dato per cui l’insegna col nome… e indovina
di che materiale è fatta l’insegna?”.
Iuli
tirò un respiro di sollievo. Almeno oltre a lei ed il suo sangue, almeno tutti
loro avevano un’arma in più per combattere Klaus.
“perfetto.
Dov’è andato Kol?”.
“riunione
in casa Salvatore… che mi chiedo come
mai sia diventato una sorta di quartiere generale. Stanotte io e Rick abbiamo
tagliato l’insegna e ne abbiamo ricavato un bel po’ di paletti.”
Iuli
fece per alzarsi, ma lui la riportò su di sé.
“dove
vai?”.
Lei
lo guardò di sbieco.
“ok
allora se proprio insisti, verrò ‘vestita’ così!”.
Lui
corrucciò la bocca.
“è
meglio che ti aspetti di sotto! Muoviti!”.
Si
alzarono e lei rise sulle sue labbra, poi si voltò ed entrò nel bagno.
*
Una
volta che tutti furono presenti, Bonnie e Caroline esposero cosa la loro notte
in bianco aveva portato a frutto.
L’evento
di quel sabato era un ballo nella palestra della scuola. Rebekah, che era
entrata nell’organizzazione, aveva scelto barra ordinato, che il tema fossero
gli anni ’20 litigando teatralmente con Caroline, che invece voleva gli anni
’70. Alla fine era stata l’originaria ad avere la meglio.
Quella
sera c’era da aspettarsi che molti studenti sarebbero stati soggiogati, per cui
essendo le due bionde nel comitato di organizzazione, si sarebbero assicurate
di correggere tutte le bevande con della verbena, così da lenire un po’ il
male. Eventuali soggiogazioni in tempo reale non sarebbero potute avvenire.
Tutti
erano d’accordo. Era una cosa di poco conto, ma questa volta, anche il minimo
dettaglio non andava trascurato.
Caroline
continuò poi soppesando e aggressivamente pensando che gli ibridi di cui Klaus
disponeva erano molto probabilmente solo Tyler, ma non si poteva esserne sicuri
al cento per cento. C’era sempre la possibilità che si avvalesse di un qualche
vampiro e lo armasse di qualche paletto di quercia bianca o che sfruttasse anche
una strega. Per questo, Bonnie aveva pensato di fare un incantesimo
tutt’intorno alla scuola. Una volta che fossero stati sicuri che Klaus si
trovava lì, lei avrebbe manipolato le menti di tutti gli umani e li avrebbe
fatti uscire, così da lasciare campo libero.
Alcuni
nella stanza erano alquanto perplessi, perché l’incantesimo di Bonnie non
avrebbe permesso a Klaus di uscire così come non lo avrebbe permesso a loro, o
meglio ai vampiri. Deviare l’incantesimo per loro, sarebbe troppo per Bonnie ed
Esther, che non potevano permettersi di affievolire i loro poteri per un
incantesimo del genere. Spettava al popolo della notte decidere se si o no.
Entrare nella scuola avrebbe significato solo una cosa, la guerra definitiva di
cui un solo schieramento ne sarebbe uscito vincitore.
Elena
ovviamente si oppose, ma si accorse di essere l’unica contro. Qualcun altro non
era pienamente convinto, ma questa era l’ultima occasione e tutti lo sapevano.
L’aria che si respirava era la quiete prima della tempesta, per cui dopo un po’,
la risposta arrivò unanime.
*
Era
la sera prima della grande battaglia e tutti decisero di passarlo con le
persone a cui più tenevano. La famiglia degli orinari si era avvolta attorno al
caminetto del grande salone, uniti come lo erano stato tanti secoli prima. Tutti
sapevano che all’appello mancasse qualcuno, ma questo non provocava loro
dolore, poiché i componenti mancanti, a parte Heinrick, erano per loro persone
odiate.
Elena
cenò con Jeremy, come non facevano da tempo, addirittura da quando i loro
genitori erano morti in quel fatidico incidente quando Stefan si imbatté in
lei. Loro avevano perso quasi tutti i loro familiari ed erano rimasti solo loro
due e finalmente avrebbero potuto avere la loro vendetta personale. Il ragazzo
poi andò dal professor Saltzman col quale aveva instaurato un profondo
rapporto, quasi paterno.
Caroline
cenò con la madre senza rivelarle nulla, l’aveva poi affettuosamente salutata
per recarsi da Bonnie, la quale era rimasta sola al mondo, e la vampira bionda
non l’avrebbe di certo lasciata così quella notte, che era forse la prima di un
futuro migliore o forse l’ultima.
I fratelli
Salvatore condivisero una bottiglia di bourbon in silenzio, terminata la quale
si abbracciarono. Un gesto provenuto dal sentimento che avevano sempre provato
l’uno per l’altro. Stefan si era poi voltato per recarsi dalla sua Elena, ma
non passarono neanche 2 minuti che Damon si trovò di nuovo in compagnia. Anche stavolta
il silenzio regnò sovrano. Iuli si avvicinò a lui in mondo dolorosamente lento,
tanto che una volta che gli fu davanti, Damon la attirò possessivamente nel
loro bacio più appassionato.