Skank/Nerd!Klaine
Blaine girò
l’angolo, sospirando.
Forse li
aveva seminati.
Certo, dare
dell’idiota ad Azimio non era stata probabilmente la
mossa più brillante della sua giovane vita, ma aveva un limite di
sopportazione, e quegli energumeni l’avevano superato da molto.
Convinto di
stare vivendo una delle giornate peggiori di sempre, si ricordò che aveva
indossato la sua maglia preferita, quella mattina, sperando che gli portasse
fortuna.
Sospirando e
massaggiandosi la spalla, dolorante per la botta presa quando l’avevano spinto
contro il muro, aprì il suo armadietto per mettere al sicuro i libri. Sapeva
che, se avevano smesso di rincorrerlo, era solo per procurarsi una granita con
cui fargli una doccia, e voleva salvare il salvabile.
Cercando di
aggrapparsi alle briciole di dignità che gli erano rimaste, si appoggiò contro
l’armadietto, trattenendo le lacrime che minacciavano di peggiorare la
situazione.
Qualche
secondo dopo, mentre aveva gli occhi chiusi, una mano che sbatteva vicino la
sua testa, contro il metallo, lo riportò bruscamente alla realtà.
-Pensavi di
scappare?-
Azimio si
avvicinò di più, afferrando il colletto della sua polo e tenendo Blaine ben fermo contro l’armadietto.
-Ora vedrai
che succede a chi si permette di insultarmi. Una rinfrescata ti farà bene prima
che ti riempio di pugni!-
Blaine chiuse
istintivamente gli occhi, incapace di difendersi. Azimio
era molto più grosso di lui e, apparentemente, anche molto più forte.
La granita
lo colpì in pieno, la solita terribile sensazione di gelo, dolore e umiliazione
alla quale era, ormai, tristemente abituato.
Rabbrividendo,
si preparò al pugno che di sicuro sarebbe arrivato da un momento all’altro.
-Lascialo
andare!-
Una voce
imperiosa riempì il corridoio semi-deserto. Blaine azzardò
una sbirciatina, rimpiangendolo immediatamente quando sentì gli occhi bruciare.
Kurt Hummel se ne stava a pochi passi da loro, l’espressione più
intimidatoria che Blaine avesse mai visto stampata
sul viso, le mani sui fianchi.
-Giuro, Azimio, se lo tocchi anche solo con un dito ti spezzo la
mano-
Blaine aprì
gli occhi completamente, stupito e confuso. Azimio
era rimasto con il pugno a mezz’aria, a pochi centimetri dal suo viso, mentre
guardava Kurt con la chiara voglia di ignorarlo.
Ma non lo
avrebbe fatto, perché nessuno, nessuno si era mai permesso di contraddire Kurt Hummel.
Con
riluttanza, e senza dire una parola, Azimio lasciò la
resa sulla sua maglia, e Blaine si accasciò contro la
superficie dietro di lui, tirando un sospiro di sollievo.
Azimio e i
due ragazzi che sembravano seguirlo sempre si dileguarono, senza degnare Kurt di
uno sguardo. Blaine alzò gli occhi, notandolo ancora
lì.
-Si può
sapere che ti è preso?-
Kurt stava
ora andando verso di lui, furioso.
-Come ti è
saltato per la testa di insultarlo? E poi scappare! Se fossi rimasto dov’eri,
ti avrei evitato quella granita!-
Con poca
delicatezza, Kurt afferrò Blaine per la mano, mentre
quest’ultimo era talmente incredulo e inebetito da non riuscire a dire una
parola.
-E vagare da
solo per la scuola dopo il glee club, quando in giro
ci sono solo i giocatori di football! Forza, andiamo a darti una ripulita!-
Blaine si
lasciò condurre attraverso il corridoio fino al bagno degli uomini.
-Appoggiati qui.
Questa roba è appiccicosa.-
-Io…ehm… che…-
Kurt lo
interruppe iniziando a ripulire il suo viso, con un fazzoletto che aveva
inumidito.
-Stà zitto, o non riuscirò a pulire per bene.-
Blaine si
concentrò sulla vista che aveva davanti. L’altro ragazzo era vicino, molto
vicino. Il viso di Kurt sembrava inverosimilmente liscio, mentre una piccola
cicatrice copriva il suo zigomo destro. Un piercing brillava sul suo
sopracciglio, e grazia alla vicinanza Blaine potè ammirare ancora meglio come la leggera linea di matita
nera che Kurt usava ogni giorno enfatizzasse il colore cristallino dei suoi
occhi.
Che Blaine avesse una cotta per Kurt, non era niente di nuovo.
Qualcosa di inspiegabile lo attraeva verso il ragazzo più grande; non sapeva se
fosse la sua aria da duro, oppure il fatto che Kurt, al contrario di lui,
riusciva ad essere ciò che voleva, e non permetteva a nessuno di metterlo in
discussione.
Blaine sospettava
che anche Kurt fosse a conoscenza della sua infatuazione. Tutti gli amici di Blaine, a scuola, lo sapevano, e a volte lo prendevano in
giro senza preoccuparsi di essere discreti.
Non che la
discrezione fosse il suo forte, eh.
Sospirando,
lasciò che le mani delicate di Kurt (e davvero, come poteva avere mani così
soffici e gentili?) strofinassero il fazzoletto su tutto il suo viso.
-La prossima
volta che fai qualcosa di così stupido te la getterò io una granita.-
Disse Kurt,
mentre si avvicinava al lavandino per ripulirsi.
-Dovresti
liberarti di quella polo. E’ completamente zuppa e finirai per prendere un
raffreddore.-
Blaine spalancò
gli occhi e arrossì furiosamente.
-Oh, non
essere imbarazzato. Non guardo se non vuoi.-
Kurt si
portò le mani davanti al viso, coprendosi gli occhi, mentre le sue labbra si
incurvavano in un piccolo sorriso di scherno.
Blaine si
sfilò la maglia con un gesto veloce, e sentì il rossore tornare prepotente
quando vide che Kurt sbirciava tra le dita.
Quest’ultimo
smise di coprirsi gli occhi.
Blaine si
sentiva un idiota a starsene lì, senza maglietta, sotto lo sguardo indagatore
del ragazzo per cui aveva una cotta, ma aveva iniziato davvero a sentire freddo
e il tessuto bagnato contro la sua pelle era una delle peggiori sensazioni al
mondo.
Sorprendendolo
per l’ennesima volta, Kurt si tolse la giacca consumata di pelle che indossava
sempre.
-Metti
questa. Dovrebbe essere abbastanza grande. Non è granchè,
ma è meglio di niente. Non che mi dispiacesse la vista.-
Blaine afferrò
la giacca fissando il pavimento, e la infilò con un solo gesto, abbottonandola
fino al collo.
Questo gli
fece guadagnare uno dei sorrisi più belli e più sinceri che avesse mai visto
sul viso di Kurt.
-Perché lo
stai facendo?-
-Naa, mi rifiuto di dare spiegazioni in uno squallido bagno.
Andiamo, penso proprio che una caffè caldo ti farebbe bene.-
*******
Blaine
stava sognando.
Era l’unica
spiegazione plausibile.
In nessun
universo, corrente o parallelo, sarebbe potuto salire su un auto con Kurt Hummel, per poi ritrovarsi seduti insieme al tavolo di un
bar.
Non era
riuscito a formare una frase coerente, non quando Kurt l’aveva guidato nel
locale, e poi gli aveva chiesto il suo ordine. E poi aveva pagato il caffè per
entrambi e l’aveva condotto in un tavolo appartato. E ora, Kurt lo stava
guardando con un’espressione leggermente preoccupata.
-Ehi, se
questa cosa ti rende… non so, se non sei a tuo agio, posso accompagnarti a casa
subito.-
Il cuore di Blaine si sciolse di fronte allo sguardo dolce che Kurt gli
stava rivolgendo.
Riuscì a
scuotere la testa, e si schiarì la voce.
-Ehm… io non
capisco.-
Kurt rise
appena.
-Già, lo
immaginavo. Sembra che tu sia reduce da un incontro con gli alieni o qualcosa
del genere.-
Blaine corrugò
la fronte, cercando di ignorare il modo in cui i muscoli di Kurt risaltavano
sotto la maglia bianca che indossava.
-Perché l’hai
fatto? Io… tu non parli con quelli come me.-
-Già, è
vero. Ma questo non vuol dire che voglia stare a guardare mentre quell’idiota
di Azimio ti usa come punching ball.-
Blaine si
accorse appena che qualcosa non quadrava.
-Tu… tu hai
detto di averci sentito discutere. Che ci facevi lì? Non sei nel glee, e neanche nella squadra di football.-
Kurt sembrò
indossare di nuovo l’espressione sicura di sempre.
-Mmm, cos’è, ti interessi alla mia vita, adesso?-
-Direi che
sei tu che ti interessi alla mia.-
Senza poter
credere alle sue stesse parole, Blaine si portò una
mano alla bocca, incredulo.
La sua
risposta ebbe il potere miracoloso di far arrossire appena Kurt.
-Senti, io
cerco di fare in modo che non ti succeda niente. Ora, ci riesco facilmente
nelle ore di scuola, ma devi promettermi che non farai più qualcosa di stupido
come oggi. Se proprio devi restare per la farsa che è il glee
club, almeno non girovagare da solo.-
Il cervello
di Blaine cercò di processare le parole appena udite.
-Tu… tu… che
cosa?-
-Mi stai
facendo sorgere dei dubbi sul tuo essere il ragazzo più intelligente della
scuola. Sul serio, pensavo riuscissi almeno ad articolare una frase.-
Blaine alzò
gli occhi, fissando lo sguardo in quelli di Kurt.
-Io.. sono
confuso. Non hai mai neanche lontanamente riconosciuto il fatto che io
esistessi, e ora improvvisamente mi aiuti, paghi il mio caffè, e te ne stai lì
a parlare di come ti interessa che io sia al sicuro e io...-
Le sue
parole vennero interrotte dalla mano di Kurt, che si posò improvvisamente sulla
sua, sul tavolo. Blaine restò immobile, scioccato per
l’ennesima volta.
-Blaine, respira. E’ stata una lunga giornata e sei stanco e
confuso. Ora ti riaccompagnerò a casa, e domani mattina, quando ci avrai
dormito su e non puzzerai più di sciroppo all’amarena, ne riparleremo, ok?-
Ancora fuori
di sé di fronte al calore sprigionato dalle loro mani intrecciate sul tavolo, Blaine annuì.
********
L’auto si
fermò davanti al vialetto di casa sua.
Blaine era
riuscito a dare a Kurt le indicazioni stradali, ma non molto di più.
Per tutto il
viaggio, aveva cercato di capire cosa stesse accadendo, fallendo miseramente.
Ogni tanto, aveva lanciato a Kurt uno sguardo di traverso, e con suo stupore,
aveva notato che, a intervalli regolari, anche Kurt lo ricambiava.
-Dov’è la
mia polo?-
Kurt si sporse
verso il sedile posteriore, e gli porse la polo ormai completamente rovinata,
con macchie violacee che spiccavano sul verde smeraldo.
Blaine fece
per togliersi la giacca, cercando di essere il più veloce possibile, ma Kurt afferrò
il suo braccio, bloccandolo.
-Ehi, no. Tienila,
puoi riportarmela domani. E poi, ti sta dannatamente bene.-
Blaine si
slacciò la cintura, fissandosi le punte delle scarpe mentre sentiva lo sguardo
penetrante di Kurt su di lui.
-Bene, allora…
io andrei.-
Mentre
cercava di aprire lo sportello, Kurt gli poggiò una mano sulla gamba, per
fermarlo.
Blaine si
voltò a guardarlo, curioso.
-Bè, ti ho
offerto il caffè, indossi la mia giacca, ti ho riaccompagnato a casa. Questo conta
di certo come un appuntamento.-
Blaine si
limitò a fissarlo, aprendo leggermente la bocca.
-Dunque,
vediamo. Direi decisamente che mi merito almeno un bacio.-
Alzando un
sopracciglio, Kurt si avvicinò lentamente.
Blaine era
ancora immobile, ora decisamente convinto che si trattasse di un sogno.
Quando fu il
più vicino possibile, tanto che a separare le loro labbra c’erano solo pochi
centimetri, Kurt cambiò direzione, per posargli un leggero ma deciso bacio
sulla guancia.
-Ci vediamo
domani mattina. E se puoi, indossa i pantaloni gialli. Fanno meraviglie su di
te.-
Alzando
entrambe le sopracciglia, Blaine scese cauto dall’automobile.
Quando Kurt sfrecciò
via, rimase per qualche minuto fermo sul vialetto, una mano sul punto in cui le
labbra di Kurt si erano connesse con la sua pelle.
Non era
stata una brutta giornata, dopo tutto.