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Autore: Free air    12/10/2012    1 recensioni
Raccolta per la Klaine October Week che cercherò di aggiornare ogni giorno.
1 giorno: "Se c’era una qualità che Cooper Anderson possedeva in abbondanza, era la bellezza. Kurt aveva da sempre avuto un debole per lui (nonostante fosse più che soddisfatto del fratello) e questo gli aveva sempre provocato, nelle varie occasioni in cui aveva incontrato Cooper durante l’anno trascorso, un certo imbarazzo."
2 giorno: "Per questo ora siede alla sua scrivania, stringendo la penna talmente tanto da farsi venire le nocche bianche.
Blaine non sa come reagire di fronte al sentimento che lo sta divorando.
Per la prima volta nella sua vita, Blaine Anderson odia qualcuno."
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Skank/Nerd!Klaine

 

Blaine girò l’angolo, sospirando.

Forse li aveva seminati.

Certo, dare dell’idiota ad Azimio non era stata probabilmente la mossa più brillante della sua giovane vita, ma aveva un limite di sopportazione, e quegli energumeni l’avevano superato da molto.

Convinto di stare vivendo una delle giornate peggiori di sempre, si ricordò che aveva indossato la sua maglia preferita, quella mattina, sperando che gli portasse fortuna.

Sospirando e massaggiandosi la spalla, dolorante per la botta presa quando l’avevano spinto contro il muro, aprì il suo armadietto per mettere al sicuro i libri. Sapeva che, se avevano smesso di rincorrerlo, era solo per procurarsi una granita con cui fargli una doccia, e voleva salvare il salvabile.

Cercando di aggrapparsi alle briciole di dignità che gli erano rimaste, si appoggiò contro l’armadietto, trattenendo le lacrime che minacciavano di peggiorare la situazione.

Qualche secondo dopo, mentre aveva gli occhi chiusi, una mano che sbatteva vicino la sua testa, contro il metallo, lo riportò bruscamente alla realtà.

-Pensavi di scappare?-

Azimio si avvicinò di più, afferrando il colletto della sua polo e tenendo Blaine ben fermo contro l’armadietto.

-Ora vedrai che succede a chi si permette di insultarmi. Una rinfrescata ti farà bene prima che ti riempio di pugni!-

Blaine chiuse istintivamente gli occhi, incapace di difendersi. Azimio era molto più grosso di lui e, apparentemente, anche molto più forte.

La granita lo colpì in pieno, la solita terribile sensazione di gelo, dolore e umiliazione alla quale era, ormai, tristemente abituato.

Rabbrividendo, si preparò al pugno che di sicuro sarebbe arrivato da un momento all’altro.

-Lascialo andare!-

Una voce imperiosa riempì il corridoio semi-deserto. Blaine azzardò una sbirciatina, rimpiangendolo immediatamente quando sentì gli occhi bruciare.

Kurt Hummel se ne stava a pochi passi da loro, l’espressione più intimidatoria che Blaine avesse mai visto stampata sul viso, le mani sui fianchi.

-Giuro, Azimio, se lo tocchi anche solo con un dito ti spezzo la mano-

Blaine aprì gli occhi completamente, stupito e confuso. Azimio era rimasto con il pugno a mezz’aria, a pochi centimetri dal suo viso, mentre guardava Kurt con la chiara voglia di ignorarlo.

Ma non lo avrebbe fatto, perché nessuno, nessuno si era mai permesso di contraddire Kurt Hummel.

Con riluttanza, e senza dire una parola, Azimio lasciò la resa sulla sua maglia, e Blaine si accasciò contro la superficie dietro di lui, tirando un sospiro di sollievo.

Azimio e i due ragazzi che sembravano seguirlo sempre si dileguarono, senza degnare Kurt di uno sguardo. Blaine alzò gli occhi, notandolo ancora lì.

-Si può sapere che ti è preso?-

Kurt stava ora andando verso di lui, furioso.

-Come ti è saltato per la testa di insultarlo? E poi scappare! Se fossi rimasto dov’eri, ti avrei evitato quella granita!-

Con poca delicatezza, Kurt afferrò Blaine per la mano, mentre quest’ultimo era talmente incredulo e inebetito da non riuscire a dire una parola.

-E vagare da solo per la scuola dopo il glee club, quando in giro ci sono solo i giocatori di football! Forza, andiamo a darti una ripulita!-

Blaine si lasciò condurre attraverso il corridoio fino al bagno degli uomini.

-Appoggiati qui. Questa roba è appiccicosa.-

-Io…ehm… che…-

Kurt lo interruppe iniziando a ripulire il suo viso, con un fazzoletto che aveva inumidito.

-Stà zitto, o non riuscirò a pulire per bene.-

Blaine si concentrò sulla vista che aveva davanti. L’altro ragazzo era vicino, molto vicino. Il viso di Kurt sembrava inverosimilmente liscio, mentre una piccola cicatrice copriva il suo zigomo destro. Un piercing brillava sul suo sopracciglio, e grazia alla vicinanza Blaine potè ammirare ancora meglio come la leggera linea di matita nera che Kurt usava ogni giorno enfatizzasse il colore cristallino dei suoi occhi.

Che Blaine avesse una cotta per Kurt, non era niente di nuovo. Qualcosa di inspiegabile lo attraeva verso il ragazzo più grande; non sapeva se fosse la sua aria da duro, oppure il fatto che Kurt, al contrario di lui, riusciva ad essere ciò che voleva, e non permetteva a nessuno di metterlo in discussione.

Blaine sospettava che anche Kurt fosse a conoscenza della sua infatuazione. Tutti gli amici di Blaine, a scuola, lo sapevano, e a volte lo prendevano in giro senza preoccuparsi di essere discreti.

Non che la discrezione fosse il suo forte, eh.

Sospirando, lasciò che le mani delicate di Kurt (e davvero, come poteva avere mani così soffici e gentili?) strofinassero il fazzoletto su tutto il suo viso.

-La prossima volta che fai qualcosa di così stupido te la getterò io una granita.-

Disse Kurt, mentre si avvicinava al lavandino per ripulirsi.

-Dovresti liberarti di quella polo. E’ completamente zuppa e finirai per prendere un raffreddore.-

Blaine spalancò gli occhi e arrossì furiosamente.

-Oh, non essere imbarazzato. Non guardo se non vuoi.-

Kurt si portò le mani davanti al viso, coprendosi gli occhi, mentre le sue labbra si incurvavano in un piccolo sorriso di scherno.

Blaine si sfilò la maglia con un gesto veloce, e sentì il rossore tornare prepotente quando vide che Kurt sbirciava tra le dita.

Quest’ultimo smise di coprirsi gli occhi.

Blaine si sentiva un idiota a starsene lì, senza maglietta, sotto lo sguardo indagatore del ragazzo per cui aveva una cotta, ma aveva iniziato davvero a sentire freddo e il tessuto bagnato contro la sua pelle era una delle peggiori sensazioni al mondo.

Sorprendendolo per l’ennesima volta, Kurt si tolse la giacca consumata di pelle che indossava sempre.

-Metti questa. Dovrebbe essere abbastanza grande. Non è granchè, ma è meglio di niente. Non che mi dispiacesse la vista.-

Blaine afferrò la giacca fissando il pavimento, e la infilò con un solo gesto, abbottonandola fino al collo.

Questo gli fece guadagnare uno dei sorrisi più belli e più sinceri che avesse mai visto sul viso di Kurt.

-Perché lo stai facendo?-

-Naa, mi rifiuto di dare spiegazioni in uno squallido bagno. Andiamo, penso proprio che una caffè caldo ti farebbe bene.-

*******

Blaine stava sognando.

Era l’unica spiegazione plausibile.

In nessun universo, corrente o parallelo, sarebbe potuto salire su un auto con Kurt Hummel, per poi ritrovarsi seduti insieme al tavolo di un bar.

Non era riuscito a formare una frase coerente, non quando Kurt l’aveva guidato nel locale, e poi gli aveva chiesto il suo ordine. E poi aveva pagato il caffè per entrambi e l’aveva condotto in un tavolo appartato. E ora, Kurt lo stava guardando con un’espressione leggermente preoccupata.

-Ehi, se questa cosa ti rende… non so, se non sei a tuo agio, posso accompagnarti a casa subito.-

Il cuore di Blaine si sciolse di fronte allo sguardo dolce che Kurt gli stava rivolgendo.

Riuscì a scuotere la testa, e si schiarì la voce.

-Ehm… io non capisco.-

Kurt rise appena.

-Già, lo immaginavo. Sembra che tu sia reduce da un incontro con gli alieni o qualcosa del genere.-

Blaine corrugò la fronte, cercando di ignorare il modo in cui i muscoli di Kurt risaltavano sotto la maglia bianca che indossava.

-Perché l’hai fatto? Io… tu non parli con quelli come me.-

-Già, è vero. Ma questo non vuol dire che voglia stare a guardare mentre quell’idiota di Azimio ti usa come punching ball.-

Blaine si accorse appena che qualcosa non quadrava.

-Tu… tu hai detto di averci sentito discutere. Che ci facevi lì? Non sei nel glee, e neanche nella squadra di football.-

Kurt sembrò indossare di nuovo l’espressione sicura di sempre.

-Mmm, cos’è, ti interessi alla mia vita, adesso?-

-Direi che sei tu che ti interessi alla mia.-

Senza poter credere alle sue stesse parole, Blaine si portò una mano alla bocca, incredulo.

La sua risposta ebbe il potere miracoloso di far arrossire appena Kurt.

-Senti, io cerco di fare in modo che non ti succeda niente. Ora, ci riesco facilmente nelle ore di scuola, ma devi promettermi che non farai più qualcosa di stupido come oggi. Se proprio devi restare per la farsa che è il glee club, almeno non girovagare da solo.-

Il cervello di Blaine cercò di processare le parole appena udite.

-Tu… tu… che cosa?-

-Mi stai facendo sorgere dei dubbi sul tuo essere il ragazzo più intelligente della scuola. Sul serio, pensavo riuscissi almeno ad articolare una frase.-

Blaine alzò gli occhi, fissando lo sguardo in quelli di Kurt.

-Io.. sono confuso. Non hai mai neanche lontanamente riconosciuto il fatto che io esistessi, e ora improvvisamente mi aiuti, paghi il mio caffè, e te ne stai lì a parlare di come ti interessa che io sia al sicuro e io...-

Le sue parole vennero interrotte dalla mano di Kurt, che si posò improvvisamente sulla sua, sul tavolo. Blaine restò immobile, scioccato per l’ennesima volta.

-Blaine, respira. E’ stata una lunga giornata e sei stanco e confuso. Ora ti riaccompagnerò a casa, e domani mattina, quando ci avrai dormito su e non puzzerai più di sciroppo all’amarena, ne riparleremo, ok?-

Ancora fuori di sé di fronte al calore sprigionato dalle loro mani intrecciate sul tavolo, Blaine annuì.

********

L’auto si fermò davanti al vialetto di casa sua.

Blaine era riuscito a dare a Kurt le indicazioni stradali, ma non molto di più.

Per tutto il viaggio, aveva cercato di capire cosa stesse accadendo, fallendo miseramente. Ogni tanto, aveva lanciato a Kurt uno sguardo di traverso, e con suo stupore, aveva notato che, a intervalli regolari, anche Kurt lo ricambiava.

-Dov’è la mia polo?-

Kurt si sporse verso il sedile posteriore, e gli porse la polo ormai completamente rovinata, con macchie violacee che spiccavano sul verde smeraldo.

Blaine fece per togliersi la giacca, cercando di essere il più veloce possibile, ma Kurt afferrò il suo braccio, bloccandolo.

-Ehi, no. Tienila, puoi riportarmela domani. E poi, ti sta dannatamente bene.-

Blaine si slacciò la cintura, fissandosi le punte delle scarpe mentre sentiva lo sguardo penetrante di Kurt su di lui.

-Bene, allora… io andrei.-

Mentre cercava di aprire lo sportello, Kurt gli poggiò una mano sulla gamba, per fermarlo.

Blaine si voltò a guardarlo, curioso.

-Bè, ti ho offerto il caffè, indossi la mia giacca, ti ho riaccompagnato a casa. Questo conta di certo come un appuntamento.-

Blaine si limitò a fissarlo, aprendo leggermente la bocca.

-Dunque, vediamo. Direi decisamente che mi merito almeno un bacio.-

Alzando un sopracciglio, Kurt si avvicinò lentamente.

Blaine era ancora immobile, ora decisamente convinto che si trattasse di un sogno.

Quando fu il più vicino possibile, tanto che a separare le loro labbra c’erano solo pochi centimetri, Kurt cambiò direzione, per posargli un leggero ma deciso bacio sulla guancia.

-Ci vediamo domani mattina. E se puoi, indossa i pantaloni gialli. Fanno meraviglie su di te.-

Alzando entrambe le sopracciglia, Blaine scese cauto dall’automobile.

Quando Kurt sfrecciò via, rimase per qualche minuto fermo sul vialetto, una mano sul punto in cui le labbra di Kurt si erano connesse con la sua pelle.

Non era stata una brutta giornata, dopo tutto.

 

 

 

  
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