Anime & Manga > D.Gray Man
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Autore: Ya_mi    12/10/2012    3 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Rieccomi rieccomi!! Allora, quanti sono i temerari che hanno deciso di darmi fiducia nonostante il pessimo inizio?
Andiamo con ordine: prima di tutto ringrazio tutti voi che avete deciso di darmi fiducia leggendo questa storia, prometto che darò il meglio di me! Un ringraziamento speciale va a Aryadaughter, che ha addirittura aggiunto la mia schifezzuola alle storie seguite! Grazie infinite!! :’D Poooi, ho visto tante visite (ma proprio tante O.O) ma nessuna recensione...cos’è, tutti timidi qui? Su su, voglio sapere cosa ne pensate, potete anche insultarmi e dirmi che la mia storia fa schifo se vi fa piacere! ^_^
Bene, di seguito il capitolo 2... ci vediamo alla fine!! :)


CAPITOLO 2 - Allenamento: obbligo o piacere?

Angelica stava percorrendo il corridoio della sede centrale dell’Ordine Oscuro a passo spedito, i lunghi capelli biondi che le ondeggiavano dietro la schiena e l’espressione corrucciata:
era furiosa!
Ah, ma stavolta non l’avrebbe passata liscia!
Bussò con decisione alla porta della camera di Lavi e attese una risposta.
Il ragazzo non si fece aspettare, le aprì dopo pochissimo tempo, quasi si aspettasse che lei arrivasse.
Le sfoderò uno dei suoi sorrisi da manuale e canticchiò:

-Ehilà, Ann! Ti serve qualcosa?-
Lei a malapena riuscì a dominare la sua voglia di prenderlo a schiaffi.
-Se mi serve qualcosa?! Diamine Lavi, lo hai fatto di nuovo!!-
Lui fece l’espressione più innocente possibile.
-Fatto...cosa? Non so assolutamente di cosa tu stia parlando...-
A questa frase Angelica non riuscì più a controllarsi.
-Maledizione, Lavi! In questi tre mesi ti avrò ripetuto non so quante volte che non voglio che tocchi i miei libri! Eppure, nonostante tu lo sappia benissimo, lo hai rifatto: mi hai di nuovo preso il libro che sto leggendo!-

Ormai non poteva fingere oltre. Era stato scoperto...un’altra volta.
Quella era diventata una specie di routine e lui si divertiva ogni volta di più.

-Io davvero non capisco! Che diavolo ci trovi a farmi arrabbiare così ogni santo giorno?-
-Tutto piacere per il mio occhio stanco: sei particolarmente sexy quando ti arrabbi!-

Lei lo spinse da un lato ed entrò nella sua stanza alla ricerca del maltolto.
Più che altro lo fece per nascondere il repentino cambio di tonalità apparso sulle sue guance.
Trovò quasi subito quello che stava cercando, appoggiato sul bordo del comodino a fianco del letto di Bookman, il compagno di stanza di Lavi, per sua grande gioia.

-Dai, Ann, non prendertela così. Se passi tutta la giornata a leggere quand’è che stiamo un po’ insieme?-
Lei si girò a guardarlo con un sorrisetto sul viso.
-Trova un’altra scusa, scommetto che hai molto di meglio da fare che passare il tuo tempo con me!-
Lavi si strinse nelle spalle.
-Meglio che trascorrere tutta la mia giornata con quel vecchio!-
Lei lo superò uscendo dalla stanza con il suo libro in mano.
-Penso che per stavolta sopravvivrai. Tra un paio d’ore devo allenarmi e voglio rilassarmi un po’.-
-Bene, se è così verrò ad addestrarmi con te! Ci vediamo dopo!-

E chiuse la porta.
Angelica pensò che la avesse fatto per non darle il tempo di rispondere.
Tornò nella sua stanza con un timido sorriso sulle labbra.
Anche se cercava di nasconderlo era davvero felice che Lavi volesse passare del tempo con lei.
Era sempre allegro e spiritoso e uno dei pochi con cui riuscisse ad aprirsi davvero.
Non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo ma per lei era la cosa più vicina ad un migliore amico.
Certo, in quei mesi si era affezionata più o meno a tutti (anche se dal suo punto di vista Kanda faceva di tutto per farsi odiare!): con Lenalee aveva un’intesa particolare, essendo l’unica ragazza oltre a lei; i ragazzi della Sezione Scientifica sin dal suo arrivo all’Ordine avevano fatto di tutto per farla sentire a suo agio; persino con Allen, l’acquisto più recente, era stata simpatia a prima vista.
Però con Lavi non c‘era confronto: era stato lui, nell’arco di quei tre mesi a partire da quel lontano giorno in cui si erano incontrati, che l’aveva sempre incoraggiata, le aveva fatto capire quanto fossero sbagliate le idee che le avevano inculcato sulla sua insignificanza ed incapacità, l’aveva sempre fatta sentire considerata.
Con lui si sentiva importante, come con nessun altro le succedeva.
Era ben consapevole della sua posizione di Bookman e del fatto che non poteva permettersi legami sentimentali con nessuno.
Però non le interessava: Lavi c’era sempre stato, e questo era quello che contava per lei.
Quindi, una volta arrivata nella sua stanza, si sedette, aprì il suo libro e aspettò con ansia che arrivasse l’ora dell’allenamento.
 
* * *

Lavi, all’avvicinarsi dell’ora stabilita, si avviò lungo i corridoi per raggiungere Angelica.
Non c’era stato bisogno di chiedere nulla, sapeva esattamente dove trovarla.
Lei si allenava sempre lì, in quella sala all’ultimo piano che le piaceva tanto per il silenzio rispettoso e lontano dal caos del resto dell’Ordine e per la presenza dei grandi specchi alle pareti.
Anche se aveva cambiato vita non erano cambiati i suoi interessi.
Così, dopo ogni allenamento, si concedeva un po’ di tempo per riprendere le sue conoscenze di balletto classico.
In quei momenti a Lavi piaceva mettersi seduto con la schiena contro il muro e stare a guardarla.
Angelica gli aveva sempre detto che quando ballava si sentiva bella.
Lui pensava che lo fosse davvero.
E non solo quando danzava, volteggiando per la palestra leggiadra come una libellula.
Lei era bella sempre. Magari non quanto le ragazze per cui prendeva i suoi “strike”, ma anche in lei c’era qualcosa che lo attraeva in modo quasi ipnotico.
Vuoi il suo carattere dalle mille sfumature, vuoi il suo corpo minuto dai muscoli abilmente nascosti dalle sue movenze da ballerina, vuoi quegli occhi azzurrissimi pieni di sincera curiosità, quella ragazza riusciva a confonderlo come nessun altro.
Mai si sarebbe immaginato di arrivare a fare con qualcuno quello che aveva fatto con lei:
tutti quei discorsi, quell’incoraggiarla durante gli addestramenti e i combattimenti, quei complimenti messi un po’ qui un po’ là.
Quello che lo sorprendeva davvero, però, era che tutto sommato lo rendeva felice vederla adesso, sicura di sé e tranquilla, e lo faceva sentire orgoglioso pensare che un po’ era anche merito suo.
Da Bookman non avrebbe dovuto importargliene niente di lei, infondo non era altro che un minuscolo tassello di storia, un’insignificante macchietta d’inchiostro.
Lavi continuava a ripeterselo. Forse a lungo andare se ne sarebbe seriamente convinto.
Per adesso Angelica non gli sembrava altro che una ragazza meravigliosa e non faceva semplicemente parte della storia che lui si limitava a registrare: era parte della sua storia.
Non era una macchia d’inchiostro, era una persona, vera, di cui gli importava anche se non avrebbe dovuto. Ma finché se lo fosse tenuto per sé e il Vecchio non avesse avuto sospetti non ci sarebbe stato problema.
Quando arrivò alla porta della palestra sentì una coppia di voci che discutevano:
una era quella cristallina di Angelica, l’altra era quella profonda di Kanda.
Lavi sospirò. Mai che quei due non trovassero un motivo per litigare e urlarsi contro.
Aprì la porta per sentire su cosa avevano da beccarsi questa volta.

-Ah, davvero? Beh, mi spiace caro il mio samurai, ma non ti chiami “Dio” di secondo nome! Non sono tenuta a fare quello che dici tu se non mi va!-
-In questo edificio ci sono decine di stanze per gli allenamenti, e tu devi venire proprio in questa?!-
Ecco, tanto per cambiare non potevano discutere per una motivazione intelligente.
-Potrei dirti la stessa cosa! Perché non te ne vai e mi lasci in pace? Sono arrivata prima di te!-
-Ma io uso questa stanza da più tempo!-
-E allora? Solo questa stanza ha gli specchi e non posso ballare senza!-
-Sai quanto me ne importa! Questa è l’unica stanza dove nessuno è mai venuto a disturbarmi, almeno finché non sei arrivata tu! E non ho intenzione di cambiare le mie abitudini solo perché oggi hai deciso di allenarti in contemporanea con me!-
Lavi a quel punto decise di sedare la disputa, o sarebbero andati avanti a discutere in quel modo così infantile per tutto il giorno.
-Dai, Yuu! Non si tratta così una donna, no? Su, fai il cavaliere e lasciale la palestra.-
Kanda se avesse potuto lo avrebbe ucciso solo guardandolo.
-E tu di che t’impicci, coniglio?-
Lavi si strinse nelle spalle.
-Ero venuto per allenarmi con lei, tutto qui. Allora, che facciamo? Sei tu il più grande, Yuu. Perché non dai il buon esempio e non cambi stanza?-
Questa volta fu Angelica a fulminarlo con lo sguardo.
-Ehi, cosa vorresti dire? Ho quasi diciotto anni, essere un anno più piccola di voi non mi rende più stupida, sai?-
-Sicura?-

La risposta acida di Kanda la fece uscire dai gangheri ancora più di prima.
Staccò la sua Innocence dalla cintura e srotolò il lungo nastro dalle sfumature perlacee, puntando la punta del manico verso il ragazzo dai capelli scuri.
Lavi fu lesto ad intervenire e separare i due.

-Ann, non mettertici anche tu, per favore!-
-Perché?! E’ stato lui a provocarmi!-

A quel punto Kanda si spazientì e decise di lasciar perdere.
Prese con sé la sua fidata katana e lasciò la stanza.
Rimasti soli, Lavi e Angelica restarono in silenzio per qualche secondo.
La ragazza aveva le guance rosse per il nervoso e gli occhi lucidi.
Andava costantemente a finire così: quei due bisticciavano per qualunque sciocchezza e alla fine lei andava sempre a sfogare la frustrazione piangendo sulla spalla di Lavi.
Questa volta però non voleva vederla in lacrime, non se poteva evitarlo, così si affrettò a dire:

-Bene, perché adesso non cominciamo?-
Lei fece un sorrisino storto e annuì. Il ragazzo prese un po’ di distanza da lei e impugnò il suo martello, facendolo ingrandire.
-Fai attenzione: non avrò pietà!-
Il sorriso sul viso di lei si allargò e attivò a sua volta l’Innocence: il nastro cambiò, diventando una spada dalla lama di madreperla, lunga e sottile. Si mise in equilibrio e disse con sicurezza:
-Sarà meglio...per te!-
 
* * *

Lavi se ne stava seduto al suo posto, sul pavimento della palestra, schiena contro la parete coperta di specchi.
Teneva lo sguardo fisso su Angelica, che si stava impegnando a rimanere in equilibrio mentre girava su stessa facendo un movimento che lei aveva chiamato promenade en arabesque.
Lui non ci capiva niente, ma dal suo viso concentrato riusciva a intuire che era tutt’altro che facile.
Finiti i suoi esercizi di riscaldamento la ragazza prese in mano un ventaglio e, sul ritmo di una musica spagnoleggiante, si esibì per lui in un allegro insieme di salti e piroette.
Alla fine si sdraiò per terra vicino a lui, respirando forte cercando di riprendere fiato.
Lavi ridacchiò, le prese il ventaglio dalla mano e cominciò a farle aria.

-Non sembrava che stessi facendo tutta questa fatica: avevi un sorriso enorme mentre ti muovevi.-
Lei sbuffò:
-E’ una delle tante cose a cui devo stare attenta: devo nascondere il fatto di star facendo uno sforzo, a chi mi guarda deve apparire tutto semplice, anche se in realtà non lo è.-
-Uh, sono tipe toste allora, le ballerine!-
-Infatti ho vinto io oggi!-

Angelica si sollevò con la schiena e gli prese una ciocca di capelli rossi tra le dita: gocciolavano leggermente e in alcuni punti c’era ancora qualche cristallo di ghiaccio. La sua Innocence controllava l’acqua e l’aria e il ghiaccio era la sua arma preferita.
Lavi si ritrasse, contrariato.

-Fortuna, tutta fortuna...-
mugugnò. Lei rise.
-Avrai altre occasioni, vedrai!-
Stava già per ribattere quando vide con la coda dell’occhio la testa dai capelli bianchi di Allen che faceva capolino dalla porta.
-Eccovi, finalmente vi ho trovati! Dovete venire, Komui ha una missione per noi.-
 
* * *

Angelica e Lavi avevano avuto poco tempo, giusto quello per prendere le loro cose, poi erano finiti nell’abitacolo di una carrozza, che partì a tutta velocità non appena furono a bordo.
Con loro c’erano anche Allen, Lenalee, Bookman e Komui.
Quest’ultimo inizio a parlare, serio, andando subito dritto al punto.

-Qualche giorno fa uno dei generali è stato ucciso.-

La notizia sconvolse tutti i presenti, persino Angelica, che non ne aveva mai incontrato uno, ma sapeva bene che i generali erano gli esorcisti più forti.
Doveva essere difficile ucciderli...in teoria.
Komui proseguì spiegando che il generale Kevin Yeegar, il più anziano tra i 5, era stato trovato in fin di vita in una chiesa del Belgio, l’Innocence custodita da lui era come sparita e, nonostante le ferite mortali, aveva continuato a cantare una canzoncina ripetitiva e inquietante finché aveva avuto fiato.
Riferì loro anche il testo della canzone:

 
The Lord Millennium is in search of you,
Looking for the Heart now.
Have you heard the news?
I was not the one he sought.
Maybe it is you.
Il Conte del Millennio sta cercando te,
sta cercando il Cuore.
Ne hai sentito parlare?
Non ero io quello che cercava,
forse sei tu.

Dopo aver dato una rapida spiegazione sulla natura del Cuore per Allen e Angelica, che non ne sapevano nulla, Komui riprese:
-Il generale Yeegar è stato solo la prima vittima. Forse il Conte pensa che il Cuore sia posseduto da un compatibile molto forte, quindi è chiaro che il bersaglio dei Noah sono i generali esorcisti.-
Lavi osservò:
-Non c’è dubbio che il possessore di un’Innocence tanto potente debba essere forte quanto un generale.-
Komui annuì:
-Si, ma anche un generale sarebbe in svantaggio contro akuma e Noah insieme, quello che è successo a Yeegar ne è la prova. Quindi, ecco cosa faremo: divideremo gli esorcisti in quattro gruppi. Da questo momento la missione sarà la difesa dei generali. Voi andrete dal generale Cross.-

A quell’affermazione, Allen si gelò al suo posto e spalancò gli occhi.
A quanto raccontava non aveva ricordi molto piacevoli del suo maestro.
Per sua fortuna, comunque, trovarlo non sarebbe stato facile.
Sembrava, infatti, che a differenza degli altri generali, che periodicamente contattavano l’Ordine, Cross fosse come sparito da quasi quattro anni.
Le teorie preponderanti erano 2: che fosse morto o che fosse in giro a divertirsi.
Con grande stupore di Angelica tutti furono d’accordo con la seconda.
Però poi era apparso Allen, che era stato con lui per molto tempo.
Morale, questa era la missione:
affidandosi alla guida di Timcampi, creazione del generale Cross, avrebbero “dato la caccia” all’amato maestro di Allen e una volta trovato gli avrebbero fatto da scorta.
Più facile a dirsi che a farsi. Non sapevano nemmeno da che parte cominciare!
 
* * *

E quindi eccoli lì, a bordo di un treno che stava attraversando la campagna tedesca.
Timcampi guardava sempre verso est, ergo il generale Cross doveva essere in quella direzione.
Quindi: est sia!
Arrivati in Romania gli esorcisti cambiarono mezzo.
Solo quando ormai furono partiti si accorsero dell’assenza di Allen.
-Ma perché ci devo andare proprio io?!-
Lavi era in piedi sul balconcino fuori dall’ultima carrozza, affrontando Lenalee, Bookman e Angelica. Lenalee lo pregò:
-Ti prego, Lavi! Allen è sicuramente rimasto in stazione, torna a cercarlo!-
Bookman aggiunse:
-Con quel tuo coso dovresti arrivarci in un sol balzo!-
-E’ un martello, Panda!-
Angelica sospirò.
-Se vuoi vengo con te, basta che andiamo prima di allontanarci troppo.-
Anche Lavi sospirò.
-E va bene, allora andiamo.-
Ingrandì il suo martello, ci si mise a cavalcioni e aspettò che Angelica facesse lo stesso dietro di lui, abbracciandolo intorno alla vita per non cadere. Mentre erano in viaggio verso la stazione dove speravano di trovare il loro amico, il ragazzo mormorò:
-Però ho un pessimo presentimento...-


Author corner: beeeene, questo è il capitolo 2! Come avrete notato ho tagliato su alcune spiegazioni come quella del Cuore e sull’attentato al generale Yeegar. L’ho fatto per ragioni logistiche, spero che non sia una mancanza troppo pesante. Ho anche messo il testo della canzone di Road sia in inglese che in italiano...se ve lo stavate chiedendo l’ho fatto per puro sfizio personale, mi piace come l’hanno resa gli adattatori americani e ho deciso di tradurre la loro versione.
Se invece vi interessa sapere che musica avevo pensato per il balletto di Angelica, potete trovarla
qui. E' un balletto di repertorio, la coreografia non sarà ovviamente la stessa ma un po' ci somiglierà, insomma! (:
Bene, direi che è tutto. Ci vediamo al prossimo capitolo (lo pubblicherò as soon as possible! >.<) e, mi raccomando, recensite!!
Yami =^.^=
   
 
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