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Autore: mamogirl    12/10/2012    3 recensioni
Gli era rimasto solo quello. Non c'erano stati addii, non c'erano stati discorsi colmi di dolore, sofferenza e rimpianto. Rimpianto per ciò che avevano appena perso, rimpianto per tutte quelle cose che non avrebbero più avuto e che non si sarebbero più realizzate.
Gli era rimasto solo quello. Un numero di telefono che non squillava più, a cui nessuno avrebbe più risposto, mettendo così fine a quell'interminabile agonia. Una segreteria telefonica che avrebbe raccolto tutte le sue parole, custodite in uno spazio cibernetico dove nessuno le avrebbe potute cancellare o distorcere.
Dicevano che era pazzo. Dicevano che avrebbe dovuto lasciarsi il passato alle spalle, che era ciò che Nick avrebbe voluto.
Ma a Brian era rimasto solo quello. Un numero, una segreteria, e parole che non avrebbe potuto più pronunciare faccia a faccia.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Message #1

 

 

 

 

 

Avete raggiunto la segreteria telefonica. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico.
Beep.


Ni... Nick? Sono io. Perché non rispondi? Oh, avrai ancora dimenticato di caricare la batteria. Quante volte ti ho detto di farlo ogni sera? Non mi ascolti mai, scoppi sempre a ridere rimproverandomi che sono troppo petulante su queste scemenze. Ma se ora avessi risposto, se solo...
Questa te la devo raccontare, non posso aspettare il tuo ritorno. Eri in ritardo, questa sera. Lo sei sempre, anche quando vai semplicemente al negozio in fondo alla via per comprare quattro cose. Eri in ritardo ed io ti aspettavo. E’ sempre stato così, io che aspettavo pazientemente: un tuo cenno, un tuo sorriso. Una carezza o un bacio. Ti aspettavo ma non ero arrabbiato. Non potevi certo sapere che ti stavo preparando una sorpresa. Niente di eccezionale, solo una cenetta per noi due. E, all’improvviso, hanno suonato al cancello. Guardando fuori, mi sono accorto che pioveva. No, aspetta. Diluviava. Era una di quelle sera in cui tu, solitamente, mi imprigionavi a letto sotto le coperte. Ricordi? Io sì. – Un respiro bagnato interruppe la voce, lasciando vagare un attimo nel silenzio. – Erano dei poliziotti. Due. E hanno raccontato la più stupida ed incredibilmente falsa delle storie. C’era stato un incidente sulla statale, lì a quell’incrocio dove passiamo sempre e ci sono sempre fiori ai lati della strada. Due macchine, una non aveva rispettato lo stop ed era andata a sbattere contro un’altra. Un ammasso di ferraglia, così mi hanno detto, tanto che avevano impiegato ore per recuperare i... i corpi. Identificati solo tramite la patente. E Nick... non ci crederai ma mi hanno detto, con quel tono grave e condiscendente, che tu eri una delle vittime. Perché non mi hai detto che ti hanno rubato la patente? E la macchina? Avresti dovuto, avremmo fatto la denuncia ed io non avrei mai dovuto sentire quest’assurda storia. Non ci ho creduto, ovviamente. Anzi, ero anche furioso. Come si permettevano di insinuare ciò? Perché prima non controllavano invece di fare prendere certi spaventi alle persone? Mi hanno convinto a seguirli fino all’ospedale, non ho ben capito per quale motivo. Volevano che firmassi dei documenti senza darmi una minima certezza che... che... – La voce si incrinò, intrappolandosi in un singhiozzo che non volle uscire. Uno, due, tre respiri prima di poter essere certo di poter continuare. – Non sono mai stato all’obitorio, sai? A quanto pare c’è sempre una prima volta. E anche lì, mi rifiutavo di credere che tutto fosse vero. Era uno scherzo, orribile e di cattivo gusto. Continuavo a chiedere, a pretendere, di vederti. Volevo una prova. Non mi sono mai arreso, questo lo sai. Testardo, mi chiamavi. Poi... è arrivato Kevin. Lui ci credeva, avresti dovuto vederlo. Era pallido, c’erano lacrime nei suoi occhi e quando ho incrociato il suo sguardo... lì ho capito che non era una bugia. Non era uno scherzo né una presa in giro. Perché? Perché mi hai lasciato? Perché sei morto, Nick?”  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

______________________________________

Ehm. Ehm. Ehm. Scommetto che siete pronte ad uccidermi, vero?
Non so esattamente come sia nata questa storia. Solo che ho avuto questo flash e ho buttato giù queste parole fino a creare la trama. E' molto insolita, non sarà una vera narrazione nel senso canonico ma, come potete capire, saranno solamente messaggi. Per questo ho optato per una raccolta di flash, perchè sono più incisive. Sono più dirette. E qui, ragazze mie, navigheremo nell'angst! 

   
 
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