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Autore: saraviktoria    13/10/2012    1 recensioni
Non mi reputo una buona madre. Ci provo, sbaglio. Ed è l’unico caso in cui cerco di imparare dai miei errori.
Essere genitori è difficile. È anche bellissimo, vero, ma soprattutto difficile. Vuol dire essere i punti di riferimento di qualcuno, vuol dire vedere una parte di sé andarsene in giro sulle proprie gambe, fare esperienze, sbagliare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi reputo una buona madre. Ci provo, sbaglio. Ed è l’unico caso in cui cerco di imparare dai miei errori.
Essere genitori è difficile. È anche bellissimo, vero, ma soprattutto difficile. Vuol dire essere i punti di riferimento di qualcuno, vuol dire vedere una parte di sé andarsene in giro sulle proprie gambe, fare esperienze, sbagliare.
È già abbastanza difficile quando sei tu a sbagliare, a rimanerci male, a versare tutte le tue lacrime. non ho mai sopportato vedere i miei figli piangere. Non parlo dei capricci, delle lacrime di coccodrillo.
Parlo del pianto disperato della mia maggiore quando la sua migliore amica è morta di leucemia.
Delle lacrime che sono scese al nostro piccolo, quando è morto il padre di Andrea.
Non mi reputo ancora abbastanza forte per sopportare una cosa del genere, come posso insegnare ai miei figli ad andare avanti? Come posso dirgli di non piangere, quando io stessa non riesco a smettere?
Ne ho viste tante. Ho visto famiglie distrutte per un attimo di pazzia, ho visto figli portati via dai propri genitori. Ho visto madri a pezzi per la morte del marito.
E io, se rimanessi senza di lui, la mia ancora di salvezza, il mio porto sicuro, l’unica persona su cui posso veramente contare?
E poi ti arrivano i bambini a casa con quei temi stupidi. Finché la traccia è parla della nonna, mia suocera va più che bene, quella donna fantastica che mi ha sempre trattato come se fossi sua figlia, e che vuole un gran bene ai suoi nipoti. Poi ti chiedono dell’altra nonna, e sei esente al compito solo se la nonna è morta.
Mia madre non è morta. Mia madre non ha mai visto i suoi nipoti. Mia madre non è nemmeno venuta al matrimonio. Mia madre mi ha cacciato di casa quando sono rimasta incinta. Mia madre abita ancora a Milano, e fa finta che io non esista.
Credo che ormai Kin abbia capito. Dodici anni sono abbastanza per vedere la mia faccia quando qualcuno la nomina, o la velocità con cui suo padre cambia discorso. Ha imparato a non parlarne.
Ma Declan? Quando era più piccolo, gli avevo detto che la nonna abitava lontano. È vero, non voglio raccontargli troppe bugie. Quando ha iniziato a studiare geografia, mi ha fatto notare che la Lombardia non è poi tanto lontano.
Voglio bene ai miei figli, amo mio marito, vorrei che non gli accadesse mai nulla di brutto. Ma anche questo è sbagliato. Perché dalle brutte esperienze s’impara, e non possono certo crescere sotto una campana di vetro.
Immagino che tra qualche anno assisterò alla prima delusione amorosa di nostra figlia, e nemmeno a quello sono preparata, dato che non mi è mai capitato.
In conclusione, davvero, non mi reputo una buona madre, anche se i miei figli dicono che sono la migliore. Beh, lo dicono quasi tutti i figli. Io non l’ho mai detto, ma non importa.
Io ci provo, e spero solo di non sbagliare troppo.
 
   
 
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